Shamash ha scritto: 17 mar 2025, 10:11
Non va tutto bene, avendo cacciato il dittatore sanguinario, ma converrai che dopo centinaia di migliaia di morti e milioni di sfollati -
causati da lui - non si può certo immaginarlo come un leader buono che ama il suo popolo.
Perché lo zar lo ha aiutato? Per i suoi interessi, come al solito.
Ossia la base navale di Tartus, importante e strategica.
Circa il Donbass, ne abbiamo già parlato fino allo sfinimento. Per quanto sia atroce e sbagliato che ci siano vittime, è giusto far notare che non c'è stato alcun genocidio (come invece la propaganda russa vuol far credere per giustificare la sua invasione), ma appartengono ad entrambi i fronti.
https://www.butac.it/donbass-14000-vittime/
Infine, il complottismo circa colpi di stato e altre follie è evidentemente incommentabile.
La storia e i fatti dicono il contrario.
"ci sono però casi specifici in cui la popolazione cristiana ha subito un netto tracollo: sono i casi in cui le potenze occidentali hanno deciso di metter mano alle armi per sovvertire gli equilibri esistenti. Come mi ricordava Sua Beatitudine Sako, prima della guerra del 2003 in Iraq viveva un milione e mezzo di cristiani, oggi non si arriva a cinquecentomila. Molti di loro si sono trasferiti in Siria negli anni 2003-2006, quando le violenze settarie e terroristiche seguite all’invasione anglo-americana avevano toccato il culmine: la Siria in quegli anni accolse oltre un milione di profughi iracheni. Dopodiché, anche da lì i cristiani hanno dovuto scappare: prima del 2011 vivevano in Siria circa tre milioni di cristiani. Ora non arrivano al milione. Eppure, prima delle ultime guerre i cristiani che abitavano in questi Paesi non avevano mai dovuto emigrare, come già da tempo erano costretti a fare quelli di Libano e Palestina. È dunque evidente che a far precipitare ai minimi storici la presenza dei cristiani in Medio Oriente sono state le guerre, in misura più drastica quelle in cui è intervenuto l’Occidente.
Nessuno dei più autorevoli esponenti delle Chiese cristiane del Medio Oriente riesce a spiegarsi come si possa pensare di «liberare» e «democratizzare» la regione continuando a tener viva l’alleanza con Paesi come Arabia Saudita e Qatar, che loro considerano i principali sostenitori dell’estremismo e del jihadismo.
O forse no, se lo spiegano benissimo. Se lo spiega, per esempio, monsignor Antoine Audo, gesuita, vescovo della Chiesa cattolica caldea della città-martire siriana di Aleppo, che ha spesso ripetuto questo concetto: «I Paesi wahabiti sono gli unici che cercano di cacciare i cristiani dal Medio Oriente. E sono proprio i Paesi che godono di un’alleanza storica con l’Occidente. E coloro che in Occidente più agitano il tema della persecuzione dei cristiani da parte dei musulmani, da un lato fanno il gioco dei wahabiti e dall’altro si procurano un’ottima scusa per organizzare altri interventi armati»
.... Se lo spiega monsignor Jacques Behnan Hindo, arcivescovo siro-cattolico della diocesi di Hassaké-Nisibi ..... Se lo spiega il cardinale Béchara Boutros Raï, patriarca dei cristiani maroniti, ..... E se lo spiega monsignor Georges Abou Khazen, francescano, vicario apostolico di Aleppo dei Latini, la città dove i jihadisti hanno rapito due vescovi e tre sacerdoti. .....
A scanso di equivoci: tutte queste personalità non hanno mai risparmiato, in passato, critiche alla dittatura di Saddam Hussein in Iraq e al settarismo del regime sciita che l’ha sostituito, o alla corruzione e all’inefficienza dei circoli alawiti che facevano corona a Bashar al-Assad. Le loro voci, però, sono state sempre dissonanti rispetto alla retorica delle guerre di liberazione, della diffusione della democrazia, dello scontro di civiltà, e per anni ci hanno inviato messaggi in tono sempre più esasperato, quando non disperato. Messaggi che nessuno ha ascoltato.
brani tratti dal libro "il patto con il diavolo"
https://www.amazon.it/patto-diavolo-Ful ... 8817088285