Ottima argomentazioneandreone ha scritto: 19 feb 2025, 7:43 Il “Gioco del Pessimismo Strategico”
Questa tecnica consiste nel dipingere il futuro come catastrofico se si osasse cambiare il sistema attuale, così da scoraggiare qualsiasi trasformazione radicale.
Il messaggio implicito è che, per quanto il presente possa essere imperfetto, qualsiasi alternativa sarebbe ancora peggiore.
L’obiettivo è creare una paralisi collettiva, mantenendo il potere nelle mani di chi già lo detiene e impedendo che le persone credano possibile un cambiamento reale.
Come funziona
1. Demonizzazione del cambiamento
- Qualsiasi proposta di trasformazione viene presentata come irrealistica, pericolosa o destabilizzante.
- Si sottolineano solo gli aspetti negativi di un possibile cambiamento, anche se ipotetici o marginali.
- Si diffonde l’idea che chi propone alternative sia utopista, sognatore o irresponsabile.
2. Creazione di scenari apocalittici
- Si alimenta la paura dicendo che, senza il sistema attuale, ci sarebbe il caos, l’anarchia o il collasso economico.
- Si presentano casi estremi di altri Paesi o epoche storiche per dimostrare che il cambiamento porta solo disastri.
- Si utilizzano esempi selezionati di fallimenti per screditare l’intera possibilità di riforma.
3. Consolidamento dello status quo
- Si diffonde il messaggio che, per quanto il sistema sia difettoso, è l’unico realistico e funzionante.
- Si spinge l’idea che non esistano alternative praticabili, scoraggiando ogni discussione su soluzioni diverse.
- Si promuove il concetto che “meglio poco che niente”, accettando solo piccole modifiche superficiali invece di vere riforme.
Esempi di applicazione
- Politica: “Se cambiamo questo governo, sarà il disastro totale!” – Qualsiasi alternativa viene descritta come peggiore senza mai valutare i veri problemi del governo attuale.
- Economia: “Se proviamo un nuovo modello economico, perderemo stabilità e occupazione!” – Anche se il modello attuale crea disuguaglianza e precarietà, viene comunque difeso come l’unico possibile.
- Democrazia diretta: “Se diamo più potere alle persone, ci sarà il caos!” – Si insinua che il popolo sia troppo incompetente per decidere da solo e che solo le élite possano governare.
- Ambiente: “Se facciamo una transizione ecologica troppo veloce, sarà un disastro economico!” – Si usa la paura di una crisi per rallentare o ostacolare cambiamenti necessari.
- Diritti civili: “Se allarghiamo i diritti a tutti, la società crollerà!” – Qualsiasi progresso sociale viene dipinto come una minaccia alla stabilità.
Perché viene usata questa tecnica?
- Impedisce il dibattito: Se il cambiamento è sempre dipinto come pericoloso, nessuno si sentirà sicuro di proporre alternative.
- Sfrutta la paura dell’ignoto: Le persone preferiscono un male conosciuto piuttosto che un futuro incerto.
- Preserva i privilegi: Chi è al potere ha tutto l’interesse a mantenere il sistema invariato.
- Crea un senso di impotenza: Se ogni opzione è presentata come fallimentare, le persone si sentono incapaci di reagire.
Come riconoscerlo e contrastarlo
1. Chiedere prove concrete
- Ogni volta che qualcuno prevede scenari catastrofici, chiedere dati e fatti verificabili.
- Diffidare dei discorsi basati solo su ipotesi e paura.
2. Analizzare alternative reali
- Se un cambiamento è dipinto come disastroso, chiedere sempre: “Qual è l’alternativa migliore?”
- Valutare soluzioni di altri Paesi o contesti dove riforme simili hanno funzionato.
3. Svelare la manipolazione
- Quando viene usata la paura per mantenere il sistema attuale, smascherare il tentativo di manipolazione.
Chiedere sempre chi ci guadagna dal mantenere tutto com’è.
4. Non accettare il “meno peggio”
- Il fatto che un sistema esistente funzioni “abbastanza bene” non significa che non si possa migliorare.
- Non farsi ingannare dalla logica del “almeno non è il peggiore”.
Conclusione
Il “gioco del pessimismo strategico” è un potente strumento per impedire qualsiasi cambiamento radicale, mantenendo il potere nelle mani di chi lo detiene. La paura viene usata come barriera mentale per far credere che l’unica scelta possibile sia continuare come sempre.
Smascherare questa tecnica significa riappropriarsi della possibilità di immaginare e costruire un futuro migliore, senza lasciarsi bloccare dalla paura indotta.
hai fatto un'analisi complessa e in molte parti condivisibile,andreone ha scritto: 19 feb 2025, 7:43
Il “gioco del pessimismo strategico” è un potente strumento per impedire qualsiasi cambiamento radicale, mantenendo il potere nelle mani di chi lo detiene. La paura viene usata come barriera mentale per far credere che l’unica scelta possibile sia continuare come sempre.
Smascherare questa tecnica significa riappropriarsi della possibilità di immaginare e costruire un futuro migliore, senza lasciarsi bloccare dalla paura indotta.
Il popolo non è un’entità astratta, ma un insieme di individuiRedWine ha scritto: 19 feb 2025, 9:29 hai fatto un'analisi complessa e in molte parti condivisibile,
ma è solo teoria.
"il popolo" che decide per il suo bene autonomamente e in prima persona (democrazia diretta) è un'assurdità, Thatcher diceva che esistono solo i singoli individui, all'opposto Stalin diceva che esisteva solo la collettività, ma che si concretizzava di fatto nel suo opposto (dittatura personale),
una mediazione tra questi due estremi è considerare la società come fatta da individui che si organizzano discutono e mediano tra loro per difendere o affermare i propri interessi collettivi di gruppo o di classe, e concretamente per farlo delegano un proprio rappresentante (democrazia rappresentativa)
che poi qualcuno elegga un 5S a proprio rappresentante non è colpa del sistema, il sistema presuppone che tu non elegga a tuo rappresentante un imbecille
con questo non voglio sostenere che è tutto perfetto e non migliorabile, anzi attualmente la nostra democrazia fa particolarmente pena (per non usare altra parola piu forte)
Da sempre io sono per la sussidiarietà, il federalismo, e l'uso regolare di referendum di qualsiasi tipo (modello svizzera) e quindi tendenzialmente verso una maggiore democrazia diretta, pur sapendo che una vera democrazia diretta, a tutti i livelli (ossia senza corpi intermedi) è come dicevo all'inizio un'assurdità
Capisco le tue perplessità, ma la questione va affrontata senza preconcetti. Partiamo dal punto chiave: perché il referendum dovrebbe funzionare solo a livello locale e non nazionale?Gasiot ha scritto: 19 feb 2025, 14:06 Ok ...ma questa simpatica utopia come può diventare realizzabile?
Finirà ho capito che un buon passo sarebbe un massiccio ricorso al referendum
Potrebbe essere un buon mezzo anche per noi pur non essendo svizzeri
Però ovviamente potrebbero essere solo per questioni locali dove il cittadino comune conosce luoghi e situazioni
Dubito possa funzionare a livello statale su questioni serie , eppoi chi avrebbe titolo per organizzare e controllare il voto? Un buffonata come han provato i 5* o le elezioni del PD?
vedo alcune contraddizioni nel tuo ragionamento.Gasiot ha scritto: 19 feb 2025, 16:06 Quindi il quesito sarebbe:
Meglio delegare il futuro a persone fisiche oppure ad un computer gestito da persone fisiche
Lo so benissimo che il modo attuale di gestire questa specie di democrazia ha molti difetti, però ho sempre l'illusione che qualche politico delegato sia migliore del precedente
Sarò pessimista , ma siamo lontani dalla Svizzera per sognare il loro sistema di governo.
Basta vedere come sono i loro cantoni multilingue rispetto alle nostre regioni
Quello che hai descritto non è un fallimento della democrazia diretta, ma di un sistema che continua a basarsi sulla delega e sulla burocrazia. I consigli di quartiere non sono strumenti di democrazia diretta, ma organi consultivi senza potere decisionale. Se i cittadini non partecipano è perché sanno che le loro richieste non verranno ascoltate. È una questione di fiducia nel sistema, non di "pigrizia".Gasiot ha scritto: 19 feb 2025, 17:00 Bene ...a questo punto ti racconto un piccolo esperimento di democrazia diretta ...o meglio visto che poi è fallito chiamiamolo in altro modo, un maggior coinvolgimento delle persone nella gestione politica del territorio
Come territorio prendiamo una tranquilla cittadina di provincia senza grossi problemi di mafie o delinquenza ,gestita come tutte da un sindaco ed annessi partiti vari e come spesso accade quelli che abitano in periferia si sentono trascurati rispetto a quelli che vivono in centro ,poi ci sono quelli delle frazioni isolate che stanno peggio di tutti per servizi troppo lontani e quelli del centro che soffrono il caos del traffico, rumore ..per non parlare dei giovani esuberanti che fanno arrabbiare gli anziani sonnolenti
Tutto normale insomma ..però a grande richiesta vengono istituiti i consigli di quartiere per avvicinare l'amministrazione ai problemi della gente ...sono tutti d'accordo sia quelli di sx che dx
I componenti di questo consiglio di quartiere sono regolarmente eletti senza troppi intoppi burocratici e si riuniscono regolarmente ...mah c'è un problema ...i cittadini brontoloni non ci sono quasi mai .
Del resto non ci sono neppure a seguire i consigli comunali tranne qualche rara occasione dove si prevede qualcosa di extra
Quindi coinvolgere il singolo cittadino nella vita pubblica non è mica cosi facile ,che sia pigrizia o qualcosa di meglio da fare ,sono coinvolti solo quelli come me ,te e altri forumisti sparsi in giro nel web .
Per gli altri bastano le partite, grande fratello ,quiz e tutto quanto passano i media ma la politica non attira ...ma non è un male nazionale , credo sia cosi in tutto il mondo .
Certo ci sono le eccezioni ,i giovani dei centri sociali ma per fortuna sono piccole minoranze rumorose
Democrazia diretta rimane una simpatica utopia che non critico affatto ma utopia resta ,come la mia voglia di secessione dell'italia in due o tre macroregioni ,utopia innocua perche non realizzabile ....
Capisco che sollevi alcune preoccupazioni valide, ma è importante fare chiarezza su diversi punti.Gasiot ha scritto: 19 feb 2025, 17:33 E' gia difficile risolvere i problemi quotidiani dei vari cittadini di una piccola comunità figuriamoci i problemi di uno stato centralista
Con un referendum la maggioranza vince ,sembra un bene ma tutto sta nello scopo del referendum stesso e conseguentemente quante persone interessate si danno da fare per vincere ed avere quello vogliono ........ a discapito di qualcun altro ovviamente
E questo qualcun altro ovviamente un pò incaxxato ti promuove un altro referendum contrario mettendoci più impegno ,soldi e roba
Morale ...gestisci la comunità come ti pare ,ma se c'è libertà di scelta c'è sempre uno contento e l'altro no ,non sarà bello ma è il meglio che ci possiamo permettere
Mi parli di maggiore coinvolgimento di persone scontente di pagare tasse ad esempio ...e se con un referendum costoro riuscissero ad eliminare le tasse che si fà ?
Sono certo che avrebbero la maggioranza ma poi?
E la corruzione? non si elimina con un referendum sicuramente
anche la svizzera è una democrazia rappresentativa, anche se meno autoritaria e centralizzata della nostra, e il fatto che i cittadini non gestiscano la povertà ma il benessere aiuta molto.Gasiot ha scritto: 19 feb 2025, 16:06 Quindi il quesito sarebbe:
Meglio delegare il futuro a persone fisiche oppure ad un computer gestito da persone fisiche
Lo so benissimo che il modo attuale di gestire questa specie di democrazia ha molti difetti, però ho sempre l'illusione che qualche politico delegato sia migliore del precedente
Sarò pessimista , ma siamo lontani dalla Svizzera per sognare il loro sistema di governo.
Basta vedere come sono i loro cantoni multilingue rispetto alle nostre regioni