Valerio ha scritto: 11 dic 2024, 0:36
Ho già sentito parlare di impianti che catturano la CO2.
È la cd.
CCS (
Carbon capture and storage):
cattura e sequestro del carbonio. Consiste nel catturare (con varie tecniche) una parte della CO2 (idealmente un 90%, in pratica meno) emessa in un dato processo industriale che impiega combustibili fossili (es. acciaierie, cementifici, centrali termoelettriche, inceneritori, etc.) e nel sequestrarla in cavità sotterranee molto profonde (es. falde acquifere saline o giacimenti esauriti di petrolio o di gas). Si tratta di un
metodo tecnologicamente controverso e immaturo, inefficiente, energivoro, idrovoro, costoso, nonché materialmente e concettualmente PERICOLOSO, per abbattere le emissioni di gas serra e (in teoria) aiutare a raggiungere gli obbiettivi di decarbonizzazione. Basta pensare che nel 2023 sono state catturate a livello globale 55 Mton di CO2, pari a poco più di 1 millesimo delle emissioni antropiche di gas serra nello stesso anno (53 Gton equivalenti di CO2). In 10 anni, tra il 2013 e il 2023, la CCS mondiale è raddoppiata mentre la potenza elettrica installata nel solare è decuplicata. A oggi nel mondo esistono appena una cinquantina di impianti con CCS di dimensioni significative. I costi variano tra i 30 e i 150 dollari/ton di CO2 e come per le centrali nucleari i consuntivi superano largamente e sistematicamente i preventivi. Le cd. "
curve di esperienza" del fotovoltaico indicano che al raddoppiare della produzione i costi scendono mediamente del 23% contro appena il 3,5% per la CCS. Insomma, il settore stenta a dir poco a decollare. Eppure l'Italia lo inserisce nel PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima inviato a Bruxelles) come elemento necessario nel percorso di decarbonizzazione. L'ultima versione (2024) però ridimensiona la previsione iniziale dalle 20-40 Mton/anno catturate entro il 2050 ad appena 16 Mton. Perché dico che il CCS è materialmente pericoloso? Perché non si possono escludere
fughe di gas dai siti sotterranei o dalle condutture. Basta l'1% di CO2 nell'aria per indurre sonnolenza, il 10% è letale. Cedo la parola a Wiki:
Nel 2020 una conduttura di CO2 si è rotta per una frana nei pressi di Satartia, nello stato del Mississippi, causando la perdita di conoscenza alle persone nelle vicinanze. 200 persone sono state evacuate, 45 sono state ricoverate in ospedale, alcune hanno avuto effetti a lungo termine sulla salute. Le elevate concentrazioni di CO2 nell'aria hanno anche causato lo spegnimento dei motori dei veicoli, ostacolando i soccorsi.
Questo per una semplice perdita da una conduttura. Che ne direste se ENI, puta caso, vi sotterrasse decine di Mton di CO2 nei pressi del vostro comune di residenza? Perché dico che la CCS è anche
concettualmente pericolosa? Perché è basata sulla "logica" del
nascondere la polvere sotto il tappeto. La sua vera finalità è prolungare il più possibile l'estrazione dei combustibili fossili, nell'interesse delle relative lobby e distrarre fondi preziosi dalle rinnovabili. È molto meglio, è più logico, più economico, più sicuro e più efficiente produrre energia a emissioni zero che estrarre e bruciare fossili inquinando l'ambiente e poi nascondere di nuovo sotto terra il carbonio estratto. Secondo Wiki l'energia necessaria per catturare e sequestrare la CO2 emessa da una centrale a carbone può arrivare al 40% di tutta l'energia prodotta, mentre il consumo idrico può crescere del 50%. È del tutto intuitivo che qualsiasi centrale termoelettrica a combustibile fossile dotata di CCS non può competere economicamente con un parco eolico o con una centrale solare a parità di energia utile erogata alla rete.
In definitiva la CCS è antieconomica, assurda, inutile. Anzi è un ostacolo alla transizione green.
Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo