Delle due l'una: o Zelensky è un folle cui piace vedere soffrire il suo popolo, oppure è un burattino manovrato dagli USA contro la Russia e l'Europa.
Il mancato rinnovo da parte di Kiev del contratto con Gazprom per il passaggio del metano sul territorio ucraino danneggia molto più l'Europa e l'Ucraina stessa che la Russia. La quale può vendere il gas a Cina e India e continuerà a esportare in Europa via nave il costoso gas liquefatto (GNL) anzi ne esporterà di più. Nel 2024 l'Europa ha importato dalla Russia 54,5 miliardi di metri cubi (secondo fornitore dell'UE dopo la Norvegia ma davanti agli USA) di cui 21,5 di GNL. Siamo lontani dai 150 miliardi di mc di prima della guerra ma sono ancora molto rilevanti per l'Europa, Italia inclusa le cui importazioni di gas russo sono cresciute nel 2024. Mentre l'Ucraina, oltre a perdere quasi 1 miliardo di dollari l'anno per i diritti di transito, dovrà vieppiù razionare i consumi energetici per la già stremata popolazione. Chi ci guadagna sono gli speculatori del TTF di Amsterdam, la "piazza" che fa i prezzi del gas in Europa, e gli USA la cui politica è chiarissima. Allontanare sempre di più l'UE dalla Russia sul piano degli scambi commerciali (in particolare la Germania), esportare più armi, più gas e più petrolio verso l'UE. Trump è stato esplicito: i paesi NATO (cui appartengono tutti i membri dell'UE eccetto Cipro, Malta, Irlanda e Austria ) devono alzare la spesa militare al 5% del PIL (noi siamo all'1,5 %) e devono importare più gas liquido e più petrolio dagli USA altrimenti questi alzeranno i dazi doganali sulle merci europee. Gli americani, che non sono più i primi emettitori mondiali di gas serra (superati dalla Cina) ma restano i primi responsabili del global warming in corso (che non dipende dalle emissioni annue ma da quelle cumulate dall'inizio dell'era industriale), intendono estrarre dal loro sottosuolo quanta più ricchezza possibile prima del 2050 (scadenza dell'obbiettivo di decarbonizzazione), sebbene questa ricchezza sia un veleno per il pianeta e sebbene lo sfruttamento esasperato dei giacimenti richieda tecniche invasive e inquinanti (fracking). Dal canto suo l'Europa persevera in modo patetico e tafazziano nella sua sudditanza politica e militare al prepotente alleato e nell'autolesionismo più cieco. La guerraccia in Ucraina è riuscita a mandare in stagnazione o addirittura in recessione un'economia solida come quella tedesca (che dalla Russia importava non solo gas ma anche petrolio e carbone e vi esportava moltissimo) e ha toccato pesantemente le tasche di tutto il ceto medio europeo con l'inflazione. Secondo Repubblica,
il taglio delle importazioni di gas russo (economico e di eccellente qualità) è costato finora all'Italia ben 115 miliardi di euro per sostituirlo con altre forniture:
https://www.repubblica.it/economia/2025 ... 423920710/
È una stima realistica o perfino ottimistica perché nel 2022 il prezzo TTF del gas lievitò sopra i 300 euro/MWh ed è tuttora salato (vicino ai 50 euro) dove 1 MWh corrisponde a circa 90 mc e noi nel 2021 avevamo acquistato dalla Russia ben 29 miliardi di mc a 20 euro o meno.
Per la Russia quella in Ucraina è una guerra esistenziale, quindi era chiaro fin dall'inizio che non avrebbe mai potuto perderla. L'UE e la NATO avrebbero dovuto fare quello che avevano fatto per tutti gli altri conflitti locali conseguenti al disfacimento dell'URSS e alla poco razionale suddivisione del territorio. Ovvero astenersi da ogni intervento e adoperarsi per la pace (come da statuto UE e da statuto NATO nei casi di conflitti tra paesi terzi). Ora fino a dove vogliamo arrivare prima di fermarci? A una nuova ondata inflattiva? Al tracollo economico? Alla terza guerra mondiale? Giorgia, se hai una testa pensante, perché non la usi?
Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo