Una légge regionale da ora in poi pretende di regolare il
suicidio assistito, secondo quanto non proibito dalla Corte Costituzionale e considerando la cosa solo una gestione locale.
Si parla di aiuto a morire, ma l'assistenza può essere anche solo presenza; si definisce l'uso del farmaco, il che pone grossi problemi. Il morire infatti non ha bisogno di farmaci, ma potrebbe accadere di morire per un veleno o una droga che impedisca qualcosa.
Un altro grosso problema è costituito dalla situazione di fatto: l'assistenza sanitaria è spesso imposta, i pazienti a volte ritenuti tali senza esserlo o forzati, anche a dichiarazioni, a subire atti. La "sanità", pubblica o privata, è dedita a confondere incapacità giuridica con incapacità mentale o fisica o entrambe. Giudici e magistrati e agenti dell'ordine si dimostrano spesso succubi assieme a tantissimi altri, le condizioni burocratiche sono ambigue, per esempio con la gestione delle patenti affidata in parte a medici, con trattamenti sanitari obbligatori in contrasto con la cosiddetta légge Basaglia, coi vaccini imposti ai bambini ed anche agli adulti (durante la cosiddetta emergenza covid). Mentre ci si lamentava di imposizioni sanitarie in Cina ai danni di minoranze musulmane, in Italia costringevano moltitudini di cittadini a firmare per farsi iniettare un vaccino, secondo criteri non veramente scientifici ma soltanto tecnici e confondendo medicina e protezione civile e fraintendendo entrambe.
Negli ospedali e cliniche si intubano pazienti anche con grossi fori nel corpo lasciandoli nei tormenti e col pericolo di epidemie e infezioni. Questo è solo un esempio di quel che accade. Il personale sanitario è fatto in gran parte da soggetti con psicologia da morfinomani, si pensano inserzioni di sostanze e corpi estranei come in un cartone animato. Esiste la pratica dell'asportazione dei genitali che viene spacciata per un cambio di sesso o transizione sessuale o altro ugualmente falso: vengono inseriti organi finti e inutilizzabili, i destinatari vivono malissimo, incapaci di fare sesso, muoiono spesso suicidi o di infezioni e complicanze relative... Non si vuole smettere la segregazione in manicomi e nosocomi. I pazienti degli ospedali vengono isolati: visite poche e brevi ma impedite a discrezione del personale "sanitario".
Una légge sull'assistenza al fine-vita e che tutela dall'accanimento terapeutico o da pratiche non realmente adatte e sopportabili sarebbe auspicabile; ma quella della Toscana potrebbe essere questo ma pure un'altra cosa, cioè una partecipazione al suicidio o proprio un omicidio.
I "medici" nella maggioranza dei casi concepiscono illusoriamente la medicina stessa come scienza e sono convinti di previsioni che o sono solo statisticamente valide o neanche questo. Quindi le aspettative di vita considerate dalla "sanità" sono delle falsificazioni, sono imbrogli.
Nel frattempo la stessa "sanità", pubblica e privata, chiede impunità giudiziaria e lamenta di personale trattato brutalmente invece di consegnarsi alle autorità giudiziarie per confessare il disastro presente che essa stessa ha creato.
La légge passata in Toscana dovrebbe essere ricondotta entro il seminato ma l'ambiente sanitario è confuso e violento e lo Stato ne è invaso.
Al link seguente un relativo notiziario:
https://tg24.sky.it/cronaca/2025/02/11/ ... -fine-vita
MAURO PASTORE