Valerio inciampa invece nel dire che il gas è più facile da trasportare dell'elettricità. La prima cosa che imparano gli studenti di ingegneria elettrica, elettrotecnica e simili, è che
l'elettricità è il vettore energetico di gran lunga più flessibile, efficiente ed economico di tutti, sulle brevi e sulle lunghe distanze. Una Hypergrid realizzata a gasdotti (per metano o idrogeno) costerebbe molto di più e sarebbe ben poco "intelligente". Ma basta la comune esperienza domestica per capirlo. Avendo qualche manualità, mi bastano pochi euro di filo elettrico e canaline per creare un nuovo punto luce in qualsiasi posto della mia abitazione. Un mio vicino, pochi anni fa, assecondò l'insana idea della moglie di spostare la cucina in un'altra stanza: spese 50mila euro tra pavimenti, piastrelle e soprattutto il rifacimento degli impianti dell'acqua e del gas.
Ancora Valerio sottolinea giustamente l'importanza dell'
accumulo idroelettrico, ma non il fatto che esso è del tutto idoneo anche a coprire i buchi di erogazione del fotovoltaico e dell'eolico. E non è strettamente necessario usare le dorsali elettriche Nord-Sud. Anche al Sud e nelle Isole abbondano montagne e colline, ed è possibile realizzare bacini artificiali in quota dove pompare acqua con il surplus di energia del fotovoltaico diurno. L'Italia è un paese baciato da madre Natura per l'idroelettrico e per l'accumulo idroelettrico, ma ci sono anche l'accumulo elettrochimico e quello a idrogeno. In Giappone hanno collegato a un parco eolico un accumulatore elettrochimico da 240 MW e 720 MWh:
https://www.yuasa.it/2023/06/il-piu-gra ... -servizio/
Stimo che una simile gigantesca batteria potrebbe soddisfare il picco di potenza richiesta da una città italiana di 300mila abitanti, consumi domestici, urbani e industriali inclusi, e coprire interamente 24 ore di blackout in una città industrializzata di 60mila abitanti.
Egregio Valerio, dove hai preso i dati sull'invecchiamento dei moduli fotovoltaici, forse da una rivista di inizio secolo? Le specifiche tecniche dei prodotti oggi in commercio di solito garantiscono un decadimento delle prestazioni minore dell'1% annuo e una durata di
25 anni con almeno l'80% della prestazione nominale. Qualche costruttore garantisce 10 anni ma con almeno il 90%. Con una corretta manutenzione ed esclusi fatti accidentali, un impianto FV dura 30 anni e più. La spesa iniziale viene ripagata in 10 anni (o meno se l'elettricità rincara) e il sole è gratis, quindi tutto quel che si produce dopo è guadagno. È l'inverter (cioè il convertitore da corrente continua ad alternata) che di solito è garantito 10 anni, mentre la batteria di un impianto domestico con accumulo dura 7-10 anni.
https://www.otovo.it/blog/durata-impianto-fotovoltaico/
È vero senza dubbio che il metano è il combustibile fossile meno inquinante e più efficiente ma va abbandonato anch'esso se vogliamo salvare il pianeta.La reazione di combustione del metano è
CH4 + 2O2 ---> CO2 + 2H2O
Il peso molecolare del metano è 12+1x4=16, quello della CO2 è 12+2×16=44. Quindi bruciando 1 kg di metano si emettono 2,75 kg di CO2. 1 m³ di metano a tps pesa circa 2/3 di kg, quindi bruciando annualmente in Italia circa 60 miliardi di m³ versiamo in atmosfera 110 milioni di t di CO2. Che sono più di 1/3 delle nostre emissioni totali di CO2 e 6,5 volte quelle di 133 milioni di etiopi (EDGAR Database). Leggiamo su Wiki che metà di questa CO2 è assorbita entro 1 anno dalle piante e dagli oceani; dell'altra metà un 10% è assorbito rapidamente, l'80% permane in atmosfera per secoli o millenni, il 10% per decine di millenni. Inoltre l'estrazione e il trasporto del gas comportano inevitabili emissioni dirette di metano in atmosfera e 1 kg di metano incide sul riscaldamento globale quanto decine di kg di CO2 anche se per tempi molto più brevi.
RedWine segnala che
il riscaldamento globale riduce la ventosità media. Questo è vero specie alle medie latitudini dell'emisfero nord e si deve essenzialmente alla cd. "
amplificazione polare" del global warming. Al crescere della temperatura le correnti calde marine e atmosferiche tendono a dirigersi verso le zone più fredde del globo. Inoltre lo scioglimento dei ghiacci polari, più pronunciato per i ghiacci marini dell'Artico che per quelli continentali dell'Antartide, riduce l'albedo cioè il coefficiente di riflessione dei raggi solari andando a sua volta a rinforzare il riscaldamento globale e locale (feedback positivo). Si riducono così i gradienti di temperatura e di pressione tra i poli e le latitudini inferiori e rallentano i venti. Ciò incide in modo sensibile e negativo sul capacity factor e sul rendimento energetico dell'eolico perché la densità energetica del vento è proporzionale al cubo della velocità. Cosa dire?
Questo è un esempio dei concreti e pesanti effetti climatici ed economici del global warming antropogenico. D'altra parte oggi l'eolico ha un capacity factor ben maggiore del fotovoltaico, se scenderà sarà almeno in parte compensato dalla continua ascesa dell'efficienza dei moduli fv. Vedasi per es. le promettenti
celle multigiunzione "tandem" al silicio/perovskite. Ricordo anche che nel 2007 ci fu un gran parlare sul progetto cinese della MAGLEV WIND TURBINE. Una enorme turbina eolica ad asse verticale priva di giunti meccanici ma sospesa sul campo magnetico di un superconduttore. È lo stesso principio dei treni superveloci a levitazione magnetica. L'assenza di attriti meccanici avrebbe consentito alla turbina di generare potenze enormi (centinaia di MW) e di girare anche con una debole brezza. Non ne ho saputo più nulla, probabilmente c'erano problemi di costo, ma non escludo un revival. In rete si vendono a prezzi contenuti piccole turbine MAGLEV per il minieolico domestico. L'asse è sempre verticale e non c'è il superconduttore ma magneti permanenti al neodimio.
In ogni caso ripeto per l'ennesima volta: le rinnovabili non sono una panacea, hanno i loro limiti e i loro seri inconvenienti. E la green economy non è un pasto gratis, non è la scappatoia verde per sostenere la crescita in un modello economico capital-liberista. I governi occidentali, gran parte delle aziende e delle persone la interpretano così. Sono fuori strada. Nella green economy lo Stato svolge un ruolo centrale perché certe sfide globali ed epocali (es. l'abbandono dei fossili) sono fuori dalla portata dei privati e spesso contrarie ai loro interessi. Essa è solo una
speranza plausibile, al momento priva di alternative, di porre un freno all'ingordigia umana e salvare il salvabile dalle sue disastrose conseguenze.
Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo