Fonte (e video):“È facile essere di destra”. “Significa seguire gli istinti e non il ragionamento. Essere di sinistra, invece, è più difficile perché gioca sul terreno della conoscenza degli argomenti”.
Esimio Sig. Augias,
seppur abbia la certezza che non giungeranno mai ai Suoi occhi le mie parole, mi rivolgo direttamente a Lei.
Ammetto il mio disappunto nel dover controbattere alle Sue parole, ma soprattutto provo disagio nel dover dare una lezione di storia, di antropologia e di sociologia politica ad una persona che, oltre alla veneranda età, dovrebbe aver acquisito un grande bagaglio culturale, non solo per la Sua formazione accademica, bensì anche quella professionale. Tuttavia, temo che nella Sua analisi abbia prevalso il Suo passato politico e le Sue idee politiche che di certo non Le consentono di disquisire in modo imparziale circa un argomento di tale natura.
Iniziamo da una doverosa premessa, che molto probabilmente La sconvolgerà: la cultura, nel senso più ampio e profondo del termine, non è né di destra né di sinistra, ossia non è appannaggio politico di qualcuno.
Storicamente, tuttavia, la cultura intesa come accesso allo studio, alla vita accademica e alla ricerca è sempre stata un privilegio per pochi, nobili e religiosi e solo in epoche più recenti anche persone benestanti. È solo negli ultimi due secoli che tale possibilità è stata estesa ad una popolazione sempre più ampia. Non sarebbe necessario, tuttavia è corretto sottolineare che gli individui indicati siano sempre stati vicini ad idee conservatrici e quindi "di destra".
In Italia avviene un fatto assai curioso, proprio a causa dei trascorsi storici avvenuti durante e a seguito del Ventennio.
In quell'epoca, a parte i sostenitori "convinti" del Fascismo (sicuramente una minoranza, Ndr) gli altri dovevano mostrarsi vicini o quantomeno "fedeli" alle idee fasciste, altrimenti le cose si sarebbero messe molto male per loro. Nel periodo successivo (e purtroppo sino ad oggi) si è creato un sentimento per cui avere idee vicine alla sinistra significa essere un intellettuale libero, imparziale, non assoggettato al potere (il Fascismo, seppur defunto). Ecco dunque che la cultura, intesa qui nella sua globalità, diventa sinonimo di sinistra. Chi invece si mostra di destra, non può che essere un individuo superficiale, incline a vecchi valori fascisti, intriso di ottusità e incapace di analizzare il mondo in tutta la sua eterogeneità.
La Sua affermazione, citata all'inizio del post, ne è una chiara dimostrazione di questa ideologia diffusa, del tutto erronea che ne denota un senso di "superiorità" immotivata, che diviene spocchiosa e arrogante. Tali affermazioni sarebbero comprensibili se fossero proferite da individui che non possono certo vantare la Sua cultura e la sua lunghissima esperienza professionale.
Evidentemente anche i migliori rischiano di cadere in errore e in luoghi comuni...
Ora, visto che il contesto lo richiede, se proprio dovessi risponderLe a tono, direi che le cose stanno proprio al contrario.
Oggi, più che mai, è estremamente facile essere più di sinistra che di destra.
A Sua differenza, però, non mi limiterò ad uno slogan, altrimenti finirei al pari della sua infelice espressione. Ci tengo quindi ad analizzare i motivi di tale affermazione.
Visto che a tutt'oggi, non me ne vogliano, le fasce della popolazione meno istruite e umili sono assimilabili ad una forza lavoro operaia (e quindi generalmente di sinistra), è assai più facile che siano queste a valutare i fatti politici, economici e sociali lasciandosi convincere da altri individui, mossi da ragioni differenti.
Un esempio assai illuminante in merito è il recente movimento delle "Sardine".
Alcune migliaia di persone che si trovano in luoghi pubblici senza sapere perché debbano manifestare, senza un'ideologia comune ben delineata, senza capire che l'oggetto delle loro proteste è una figura politica che attualmente è addirittura all'opposizione (mentre, di solito, si scende in piazza contro chi governa ed evidentemente lo fa male, per spronare le persone a ribellarsi) e, ancor peggio, senza comprendere di essere burattini di un sistema ben più grande di loro, il quale li fa credere liberi pensatori e ne sfrutta poi le loro mosse alle urne.
Auspico vivamente che Lei, stimabile Augias, si ravveda e faccia prevalere la Sua cultura e non le idee politiche che La spingono ad affermazioni superficiali, infondate e sgradevoli. Il rischio è quello di mettersi proprio al livello di chi Lei definisce ignoranti e faciloni...
Cordialmente