Shamash ha scritto: 5 lug 2024, 9:44
Il problema sussiste sempre nelle batterie al litio, che se difettose o danneggiate diventano molto pericolose ed estremamente infiammabili.
Per quanto, in termini assoluti, le auto con motore termico possano incendiarsi in numero maggiore o prendere fuoco più facilmente in caso di incidenti stradali, non è da sottovalutare la pericolosità intrinseca del litio. Anche le auto a idrogeno, che dovrebbero essere davvero quelle non inquinanti del futuro, condividono tale pericolosità (perché anche l'idrogeno è estremamente infiammabile).
Piuttosto, bisognerebbe agire alla fonte per ridurre l'inquinamento, perché ancora purtroppo l'elettricità è spesso prodotta con la combustione di carbone...
Hai ragione, a livello mondiale il carbone purtroppo è tuttora (dati del 2023) la prima fonte energetica usata per la produzione di elettricità, con una quota pari al 35,1%. Le fonti fossili e climalteranti forniscono nel loro insieme il 60%, contro il 30% delle rinnovabili e il 9,3% del nucleare. In Italia abbiamo ancora 6 centrali a carbone attive (alcune riaperte dal governo Draghi per fronteggiare la crisi del gas russo) che nel 2023 hanno fornito quasi il 5% della produzione nazionale e una grossa centrale a olio combustibile da 960 MW in Sicilia. Quasi il 44% viene dalle rinnovabili, il resto dal gas.
È chiaro quindi che le auto elettriche oggi non sono rigorosamente veicoli a emissioni zero (ZEV). Lo saranno nel 2050, in Europa, se raggiungeremo il (difficile) obbiettivo della
neutralità climatica (o carbonica) e produrremo solo elettricità e idrogeno verdi (o "viola" se ricavati dal nucleare). Va detto tuttavia che un'auto elettrica a batteria, perfino se fosse alimentata solo con l'elettricità ("grigia") proveniente dalle centrali termoelettriche a combustibili fossili, consentirebbe ancora un piccolo risparmio di emissioni di gas serra, perchè il rendimento energetico del motore elettrico supera il 90% e quello della catena, centrale-perdite di rete-motore elettrico, è di solito maggiore del rendimento di un motore termico. Questo è vero in particolare per le centrali a gas che in Italia forniscono circa il 50% della produzione elettrica nazionale e che possono superare (nelle versioni a ciclo combinato) il 60% di efficienza. Fermo restando che un'auto elettrica che gira in città non emette gas inquinanti né polveri sottili e questo è un enorme vantaggio per la salute dei residenti.
È chiaro che questi veicoli hanno i loro svantaggi rispetto a quelli a motore endotermico. In particolare la minore autonomia e gli assai più lunghi tempi di rifornimento (ricarica) per le auto elettriche a batteria, il basso rendimento energetico per quelle a idrogeno. Ma
non esistono soluzioni semplici per problemi complessi. Comunque la si pensi, l'elettrificazione del parco automobilistico mondiale, e dei trasporti in genere, va fatta e va completata in pochi decenni,
necessitate cogente direbbe Seneca. E non basta! Un miliardo e mezzo di autovetture circolanti nel mondo, quasi tutte a motore termico, per non parlare dei veicoli industriali e commerciali e dei motoveicoli, sono decisamente troppe, ma sarebbero troppe anche se fossero tutte elettriche! Le vittime della strada sono circa 1,3 milioni l'anno: una guerra continua e sanguinosa. Probabilmente i decessi causati dalle emissioni inquinanti di questi veicoli sono perfino di più. Ma è necessario capire che la transizione all'economia verde (
green economy) non implica solo l'abbattimento dei gas serra e delle emissioni inquinanti, ma molto di più. Per questo pianeta noi siamo come dei parassiti che lasciano una traccia o un'impronta molto evidente e molto dannosa. Non basterà ridurre drasticamente la cosiddetta impronta del carbonio: dobbiamo ridurre l'
impronta ecologica complessiva. Ovvero
consumare meno energia, meno materiali, meno acqua, meno suolo e meno risorse della Terra. La tecnologia che ci consente di migliorare l'efficienza energetica e di gestire meglio le risorse, nonché l'economia circolare con il riciclo e il riuso dei materiali (per es. il litio delle batterie delle auto elettriche, recuperabile e riciclabile, almeno in teoria, fino a quasi il 100%) possono dare una grossa mano, ma non bastano e non basteranno se la popolazione mondiale, il PIL pro capite e i consumi pro capite continueranno a crescere. Se per crescita intendiamo la crescita economica, ovvero quella del PIL pro capite, allora l'inflazionata e abusata espressione
"crescita sostenibile" è un ossimoro, un'illusione, un mito. Specie nei paesi ricchi, che restano quelli con la maggiore impronta ecologica anche se ne stanno trasferendo una parte nelle economie emergenti delocalizzando le produzioni. Per es. se la Cina produce per noi batterie per auto e celle fotovoltaiche, noi ci alleggeriamo dei consumi di energia e di materiali e delle emissioni inquinanti e di gas serra necessari per produrle. Ma il bilancio globale tra impronta ecologica e biocapacità resta negativo. In altri termini la popolazione mondiale oggi consuma in un anno più di quello che il pianeta in un anno è in grado di rigenerare e di assorbire come rifiuto. E ciò accade soprattutto per colpa degli eccessivi consumi (e sprechi) della parte ricca del pianeta. La quale, quindi, DEVE DECRESCERE (economicamente).
Tornando alle automobili, ora dovrebbe essere chiaro che il parco mondiale va ridimensionato oltre che elettrificato. Ciò può ottenersi riducendo il numero delle vetture circolanti e/o le dimensioni e le prestazioni medie delle stesse e i corrispondenti consumi medi. Le auto elettriche della
green economy dovrebbero a mio avviso avere pesi, potenze e prestazioni paragonabili a quelli delle piccole utilitarie italiane degli anni 60, anche se ovviamente assai più tecnologiche, confortevoli e sicure. E invece i costruttori, per convincere i loro clienti a passare all'elettrico, oggi sfornano vetture perfino più potenti e performanti dei corrispondenti modelli a benzina o diesel, e le appesantiscono con quintali di batteria al litio. Un materiale non abbondantissimo, come altri impiegati in questo componente (cobalto, nickel, terre rare, etc.), le cui estrazioni e lavorazioni spesso hanno un impatto ambientale tutt'altro che trascurabile.
Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo