A parte che non ho ben capito il significato del topic, la sinistra di classe non esiste più a parte forse il PC, intendo quello di Rizzo.ereticamente ha scritto: 15 gen 2023, 15:32 Giorgia Meloni non è solo la prima donna presidente del consiglio ma anche il secondo esponente politico nato negli anni 70 ad assurgere al ruolo di Presidente del Consiglio.
L’altro esponente è stato Matteo Renzi, esponente PD di formazione democristiana.
Ma non sono i soli nati negli anni 70 ad essere diventati leader (di partito): Mattero Salvini nella Lega, Mario Adinolfi capo corrente del PD e poi con un partito personale ultra-cattolico, Francesco Toscano con il no vax Italia Sovrana e Popolare, il M5S con uno dei dioscuri (ormai ritirato dalla politica attiva) Alessandro DiBattista, Carlo Calenda leader di Azione.
Ognuno ha suo modo ha rappresentato un’istanza più o meno dirompente presente nella società.
Componente diessina del PD non pervenuta.
Sinistra di classe non pervenuta.
L’unico leader nato negli anni 70 nella sinistra è Nicola Fratojanni, con un piccolo partito ma in netta ascesa. E forse non è un caso.
E’ un dato su cui riflettere.
Proprio l’area politica che fatica di più ad imporsi tra la popolazione e i lavoratori del privato è quella che esprime leader anziani. Da un lato questo riflette magari la stessa suddivisione generazionale con una generazione di quarantenni più a destra delle altre generazioni (una sinistra rossa fuori dall’onda lunga della storia iniziata con il crollo del muro?), dall’altra ci si può chiedere quanto avere leader e vertici anziani possa permettere di prendere il voto delle attuali classi lavoratrici (che ovviamente sono concentrate tra i 30 e i 59 anni ) ed essere visti come attraenti dai giovani e dagli studenti. Un cane che si morde la coda.
p.s.
Sappiamo che a sinistra si candidano spesso giovanissimi, ventenni o poco più. Ci si chiede tuttavia quanto un ventenne possa davvero contendere una leadership e quanto non sia invece la foglia di fico sotto cui si tengono in piedi vecchie dirigente da sovvertire.
A mio avviso mancano i partiti di una volta forti, organizzati e formativi. Dove sono poi le formazioni giovanili dei partiti che preparavao i dirigenti del futuro?Sayon ha scritto: 15 gen 2023, 19:09 Vero. l' avvento dei 30-40 ha anche rappresentato un forte decadimento dello spessore intellettuale dei partiti. L'entusiasmo per i vari Renzi,Di Maio e Salvini si e' rivelato essere piu che altro una fiammata d'entusiasmo seguita dal...nulla. Speriamo che lo stesso non succeda per l' altra giovane, la Meloni arrivata a fare un governo. Non bisogna pero' essere del tutto pessimisti. Anche per loro interverra' il fattore "gravitas'. Man mano che diventeranno adulti, aumentera' la loro esperienza con il mondo sia interno che esterno. Il periodo peggiore (in mia esperienza) di una carriera e' verso i 40-45 anni quando si pagano gli errori dell' imprudenza, fretta e inesperienza giovanile. Si comincia ad essere "seri" piu o meno a quell' eta' e si diventa maturi ed utili alla societa' attorno ai 60, il periodo splendido anche per i politici perche' allora ne avranno tuttu i pre-requisiti: esperienza, maturita', spessore intellettuale, pazienza, chiarezza degli obiettivi. In poche parole, se non ci sono i capi adatti al momento, ma solo giovinastri con tendenza ai casini, abbiate pazienza. Fra qualche anno, finalmente avreno dei veri e responsabili capi.
SI torni alle Frattocchie ! ! !ereticamente ha scritto: 15 gen 2023, 15:32 Giorgia Meloni non è solo la prima donna presidente del consiglio ma anche il secondo esponente politico nato negli anni 70 ad assurgere al ruolo di Presidente del Consiglio.
L’altro esponente è stato Matteo Renzi, esponente PD di formazione democristiana.
Ma non sono i soli nati negli anni 70 ad essere diventati leader (di partito): Mattero Salvini nella Lega, Mario Adinolfi capo corrente del PD e poi con un partito personale ultra-cattolico, Francesco Toscano con il no vax Italia Sovrana e Popolare, il M5S con uno dei dioscuri (ormai ritirato dalla politica attiva) Alessandro DiBattista, Carlo Calenda leader di Azione.
Ognuno ha suo modo ha rappresentato un’istanza più o meno dirompente presente nella società.
Componente diessina del PD non pervenuta.
Sinistra di classe non pervenuta.
L’unico leader nato negli anni 70 nella sinistra è Nicola Fratojanni, con un piccolo partito ma in netta ascesa. E forse non è un caso.
E’ un dato su cui riflettere.
Proprio l’area politica che fatica di più ad imporsi tra la popolazione e i lavoratori del privato è quella che esprime leader anziani. Da un lato questo riflette magari la stessa suddivisione generazionale con una generazione di quarantenni più a destra delle altre generazioni (una sinistra rossa fuori dall’onda lunga della storia iniziata con il crollo del muro?), dall’altra ci si può chiedere quanto avere leader e vertici anziani possa permettere di prendere il voto delle attuali classi lavoratrici (che ovviamente sono concentrate tra i 30 e i 59 anni ) ed essere visti come attraenti dai giovani e dagli studenti. Un cane che si morde la coda.
p.s.
Sappiamo che a sinistra si candidano spesso giovanissimi, ventenni o poco più. Ci si chiede tuttavia quanto un ventenne possa davvero contendere una leadership e quanto non sia invece la foglia di fico sotto cui si tengono in piedi vecchie dirigente da sovvertire.
su rizzo c è un agiografia eccessiva che spesso dimentica la genesi e l opportunismo del personaggio.nerorosso ha scritto: 15 gen 2023, 18:38
A parte che non ho ben capito il significato del topic, la sinistra di classe non esiste più a parte forse il PC, intendo quello di Rizzo.
Il PD lasciamo perdere, e lasciamo perdere pure Fratojanni, che da anni fa il cespuglio del PD stesso. Iniziative di lotta ZERO.
Quindi quale dovrebbe essere la differenza tra un 40enne pro sistema e un 60enne pro sistema?
Se sono inseriti, a sinistra come a destra, in quei partiti asserviti alla dottrina euro-atlantica, mi pare ovvio che a sinistra come a destra, a 30 come a 70 anni, si limiteranno a seguire l'agenda dettata da poteri altri. Vedi Meloni, che se fa la voce grossa sui migranti, peraltro inutilmente, sul resto tace e acconsente, vedi Ucraina, vedi la riduzione del debito che si tradurrà in tagli alle solite cose.
Sayon ha scritto: 15 gen 2023, 19:09 Vero. l' avvento dei 30-40 ha anche rappresentato un forte decadimento dello spessore intellettuale dei partiti. L'entusiasmo per i vari Renzi,Di Maio e Salvini si e' rivelato essere piu che altro una fiammata d'entusiasmo seguita dal...nulla. Speriamo che lo stesso non succeda per l' altra giovane, la Meloni arrivata a fare un governo. Non bisogna pero' essere del tutto pessimisti. Anche per loro interverra' il fattore "gravitas'. Man mano che diventeranno adulti, aumentera' la loro esperienza con il mondo sia interno che esterno. Il periodo peggiore (in mia esperienza) di una carriera e' verso i 40-45 anni quando si pagano gli errori dell' imprudenza, fretta e inesperienza giovanile. Si comincia ad essere "seri" piu o meno a quell' eta' e si diventa maturi ed utili alla societa' attorno ai 60, il periodo splendido anche per i politici perche' allora ne avranno tuttu i pre-requisiti: esperienza, maturita', spessore intellettuale, pazienza, chiarezza degli obiettivi. In poche parole, se non ci sono i capi adatti al momento, ma solo giovinastri con tendenza ai casini, abbiate pazienza. Fra qualche anno, finalmente avreno dei veri e responsabili capi.
i ds avevano l'organizzazione giovanile.porterrockwell ha scritto: 15 gen 2023, 20:54
A mio avviso mancano i partiti di una volta forti, organizzati e formativi. Dove sono poi le formazioni giovanili dei partiti che preparavao i dirigenti del futuro?