Sayon ha scritto: 7 gen 2023, 16:24
RedWine ha scritto: 7 gen 2023, 8:47
e credi che dopo la polonia hitler con si sarebbe fermato? lo scontro con la russia era pianificato e inevitabile uno dei due regimi doveva essere annientato, lo sapevano tutti e due e avevano iniziato una corsa agli armamenti che, dato che non c'era il deterrente atomico, si sarebbe inevitabilmente concluso con la guerra, e le potenze occidentali francia e regno unito non potevano permettersi che tutta l'europa fosse unita sotto una sola potenza dal reno agli urali, quindi sarebbero inevitabilmente intervenute, è la stessa logica che spinge oggi gli stati uniti a impedire che europa e soprattutto germania e russia collaborino, e allo scopo hanno spinto l'unione europea al supporto militare all'ucraina che di fatto per l'europa è il suicidio economico.
non è l'unico motivo dell'attuale conflitto ucraino, ma certamente è buona parte delle motivazioni ha spinto UK e USA a provocare e sostenere il conflitto in ucraina
Tutta questa "logica" e' una logica umana, basata su reazioni istintive e pseudo-qualita' quali orgoglio, nazionalismo, egoismo e soprattutto mancanza di amore. Ad esempio la frase "
inevitabilmente concluso" e' una chiara dimostrazione di pensiero umano incapace di immaginare cosa invece sarebbe successo se si fosse usato un approccio diverso, meno provocatorio e piu' portato ad ascoltare. Se continuiamo a ragionare cosi,
illudendoci ci essere dei supremi economisti e storici, continueremmo con le solite idiotiche guerre che non risolvono alcun problema, ma solo preparano per altre guerre future. Faccio un esempio di errore considerato invece come mossa strategica: le
sanzioni ed i boicottaggi proposte sorattutto dagli Anglo sono azioni provocatorie che hanno causato danni a noi stessi e peggiorato i rapporti con la Russia;
Gli atti "eroici" di gruppi semi-terroristici contro il gasdotto e l' autostrada per la Crimea hanno peggiorato di molto la situazione, provocando un'inasprimento dei bombardamenti russi anche fuori del Donetsk e Donbass;
l' "aiuto alla difesa" dell' Ucraina con miliardi di dollari e armi ha provocato l'estensione della guerra e moltiplicato il numero di morti e distruzioni in Ucraina. Ovvero continuare a ragionare come viene considerato 'logico e giusto" ci porta sulla strada sbagliata. L'unico ragionamento che vale e' quello "divino" di cercare e discutere la pace, ascoltando pero' anche l'altra parte. I popoli esterni quali l'Italia se ragionano in termini "umani" ovvero da Alleati Atlantici, senza cervello, faranno solo danni. Se agissero invece seguendo la
logica 'divina" del cercare la pace, ne uscirebbero grandi Pacieri, diplomatici e vincitori. In pratica, l' Umanita' seguendo i suoi ISTINTI e la sua logica ANIMALESCA ha solo provocato guerre, morte , poverta' e danni per migliaia di anni. Non si
potrebe finamente usare una logica superiore, e non piu' animalesca? Cosa asspettiamo? La III Guerra Mondiale e la nostra distruzione per cominciare a farlo?
l'articolo completo qui
https://vocidallestero.blogspot.com/202 ... -come.html
Fortunatamente, altri prima di me hanno seguito questa strada prima di scrivere di strategia, e nessuno in modo più proficuo del grande soldato prussiano e teorico militare, Carl von Clausewitz. Ora, uno dei motivi per cui Clausewitz è importante, è che egli rientra in un gruppo molto selezionato di teorici e storici, come Machiavelli e Tucidide, praticamente coinvolti nelle cose di cui scrivevano. Come accade con questi altri, anche con Clausewitz si fa riferimento a lui molto più di quanto lo si legga, e anche quando lo si legge, viene spesso frainteso. Ma Clausewitz è stato il primo teorico importante ad abbandonare gli scritti dettagliati sulla tattica e a porre (e in effetti a rispondere) la domanda:
a cosa serve effettivamente la guerra? E perché gli stati ricorrono alla forza militare? La sua risposta è stata semplice: la guerra è "un atto di forza per costringere il nostro nemico a fare la nostra volontà". Vogliamo che il nostro nemico faccia qualcosa, o smetta di farla, e quindi, dice Clausewitz, dobbiamo mettere il nostro nemico in una "situazione che è ancora più spiacevole del sacrificio che gli chiedi di fare". Inoltre, aggiunge, questa situazione non può essere transitoria, cioè una situazione in cui il nemico possa semplicemente aspettare che le cose migliorino, ma deve essere una situazione in cui il nemico sia effettivamente indifeso, o sia probabile che lo diventi.
Ma Clausewitz insiste sulla necessità di situare la guerra nel contesto della policy dello stato (non della “politics", poiché il termine ‘politik’ qui è spesso tradotto erroneamente). Le guerre iniziano, dice, a causa di qualche "situazione politica, e l'occasione è sempre dovuta a qualche obiettivo politico". Così,
"la guerra non è semplicemente un intervento di policy, ma un vero e proprio strumento politico, una continuazione del confronto politico, portato avanti con altri mezzi... L' obiettivo politico è il fine, la guerra è il mezzo per raggiungerlo, e i mezzi non possono mai essere considerati isolatamente dal loro scopo” (corsivo mio). Sebbene On War sia un testo proibitivo, queste citazioni (nella traduzione standard di Howard e Paret) sono tutte tratte dal Libro I, e si può scaricare una vecchia traduzione di pubblico dominio di quel Libro e leggerla in un'ora. (Forse l'ufficio del signor Borrell dovrebbe prendere in considerazione di farlo.)
Dopo averlo fatto, le cose diventano immediatamente molto più chiare, e una serie di domande non poste dai media e dai politici occidentali diventano ovvie. Quali sono, ad esempio, i più grandi obiettivi politici russi? Quanto sono significativi gli attuali combattimenti in Ucraina, e quanto sono realmente significative le singole battaglie?
Quali attività parallele vengono portate avanti, politicamente ed economicamente, tutte nella stessa direzione? E quale visione hanno i russi della situazione cui vogliono arrivare - quello che Clausewitz chiama lo 'stato finale'?
Sayon, non basta appellarsi a Dio o al buon senso. troppo facile e non ha mai funzionato.