Effettivamente quel "dittatore" un buon diplomatico se lo sarebbe risparmiato....lo avrebbe sottinteso ma non espresso così esplicitamente come ha fatto Draghi.E' l'unico capo di Governo ad averlo detto così chiaramente....e non so bene se se lo sia potuto permettere...almeno non con un Di Maio come Ministro degli esteri...il bibitaro non ha le spalle abbastanza larghe da reggere il colpo....a meno che non abbia voluto proprio mettere nelle peste il povero ragazzino.Salvo ha scritto: 9 apr 2021, 12:58 “Erdogan dittatore”, la Turchia convoca l’ambasciatore italiano dopo le parole di Mario Draghi. In serata, con una nota, il ministero degli Esteri turco ha fatto sapere che all’ambasciatore “è stato sottolineato che ci aspettiamo che queste brutte e sfacciate affermazioni che non sono conformi allo spirito di amicizia e di alleanza tra Italia e Turchia vengano immediatamente ritirate“.
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La sicumera del sultano di Istanbul non gli lasciava immaginare, neppure alla lontana, lo schiaffone che avrebbe preso da Draghi. Mi sono chiesto anch’io se quella espressione (“dittatore”) rivolta al sultano fosse una gaffe di un principiante della politica, qual è Draghi, oppure una scelta lessicale ben pensata, e sono giunto a questa seconda ipotesi. Le motivazioni possono essere plurime e riguardano la Libia e l’America (ma di questo magari in altra occasione). Sta di fatto che Draghi, nell’assordante silenzio europeo, fa sentire l’unica voce di un governo europeo che non si appecorona all’astuto sultano, il quale, forte della copertura americana (per via dell’apertura dei Dardanelli alle navi americane che potranno stazionare nel mar Nero senza limiti di tempo, per rompere i maroni alla Crimea di Putin), ritiene di poter dominare il Mediterraneo e di ‘sfidare’ l’irrilevante Ue. La reazione stizzita del ministro degli esteri turco fa capire da un lato lo stupore del sultano, ma il risibile tentativo del suo ministro degli esteri di stoppare l’accusa di Draghi (“dittatore”) con il rilievo che Erdogan è stato eletto (anche Hitler è arrivato al potere attraverso le elezioni) lascia intuire dall’altro il timore che l’iniziativa di Draghi possa avere un séguito in sede europea ed americana. Penso e spero che il governo italiano non ceda al diktat ottomano di ritirare l’accusa al suo sultano, perché la strada aperta da Draghi merita di essere percorsa (auspicabilmente da tutta Europa). Se così fosse, Draghi e l’Italia avranno un peso maggiore in questa Europa a guida (sinora) franco-tedesca.
Spero proprio che tu abbia ragioneSalvo ha scritto: 9 apr 2021, 12:58 “Erdogan dittatore”, la Turchia convoca l’ambasciatore italiano dopo le parole di Mario Draghi. In serata, con una nota, il ministero degli Esteri turco ha fatto sapere che all’ambasciatore “è stato sottolineato che ci aspettiamo che queste brutte e sfacciate affermazioni che non sono conformi allo spirito di amicizia e di alleanza tra Italia e Turchia vengano immediatamente ritirate“.
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La sicumera del sultano di Istanbul non gli lasciava immaginare, neppure alla lontana, lo schiaffone che avrebbe preso da Draghi. Mi sono chiesto anch’io se quella espressione (“dittatore”) rivolta al sultano fosse una gaffe di un principiante della politica, qual è Draghi, oppure una scelta lessicale ben pensata, e sono giunto a questa seconda ipotesi. Le motivazioni possono essere plurime e riguardano la Libia e l’America (ma di questo magari in altra occasione). Sta di fatto che Draghi, nell’assordante silenzio europeo, fa sentire l’unica voce di un governo europeo che non si appecorona all’astuto sultano, il quale, forte della copertura americana (per via dell’apertura dei Dardanelli alle navi americane che potranno stazionare nel mar Nero senza limiti di tempo, per rompere i maroni alla Crimea di Putin), ritiene di poter dominare il Mediterraneo e di ‘sfidare’ l’irrilevante Ue. La reazione stizzita del ministro degli esteri turco fa capire da un lato lo stupore del sultano, ma il risibile tentativo del suo ministro degli esteri di stoppare l’accusa di Draghi (“dittatore”) con il rilievo che Erdogan è stato eletto (anche Hitler è arrivato al potere attraverso le elezioni) lascia intuire dall’altro il timore che l’iniziativa di Draghi possa avere un séguito in sede europea ed americana. Penso e spero che il governo italiano non ceda al diktat ottomano di ritirare l’accusa al suo sultano, perché la strada aperta da Draghi merita di essere percorsa (auspicabilmente da tutta Europa). Se così fosse, Draghi e l’Italia avranno un peso maggiore in questa Europa a guida (sinora) franco-tedesca.
Povera Aida....carletto3 ha scritto: 9 apr 2021, 13:13Effettivamente quel "dittatore" un buon diplomatico se lo sarebbe risparmiato....lo avrebbe sottinteso ma non espresso così esplicitamente come ha fatto Draghi.E' l'unico capo di Governo ad averlo detto così chiaramente....e non so bene se se lo sia potuto permettere...almeno non con un Di Maio come Ministro degli esteri...il bibitaro non ha le spalle abbastanza larghe da reggere il colpo....a meno che non abbia voluto proprio mettere nelle peste il povero ragazzino.Salvo ha scritto: 9 apr 2021, 12:58 “Erdogan dittatore”, la Turchia convoca l’ambasciatore italiano dopo le parole di Mario Draghi. In serata, con una nota, il ministero degli Esteri turco ha fatto sapere che all’ambasciatore “è stato sottolineato che ci aspettiamo che queste brutte e sfacciate affermazioni che non sono conformi allo spirito di amicizia e di alleanza tra Italia e Turchia vengano immediatamente ritirate“.
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La sicumera del sultano di Istanbul non gli lasciava immaginare, neppure alla lontana, lo schiaffone che avrebbe preso da Draghi. Mi sono chiesto anch’io se quella espressione (“dittatore”) rivolta al sultano fosse una gaffe di un principiante della politica, qual è Draghi, oppure una scelta lessicale ben pensata, e sono giunto a questa seconda ipotesi. Le motivazioni possono essere plurime e riguardano la Libia e l’America (ma di questo magari in altra occasione). Sta di fatto che Draghi, nell’assordante silenzio europeo, fa sentire l’unica voce di un governo europeo che non si appecorona all’astuto sultano, il quale, forte della copertura americana (per via dell’apertura dei Dardanelli alle navi americane che potranno stazionare nel mar Nero senza limiti di tempo, per rompere i maroni alla Crimea di Putin), ritiene di poter dominare il Mediterraneo e di ‘sfidare’ l’irrilevante Ue. La reazione stizzita del ministro degli esteri turco fa capire da un lato lo stupore del sultano, ma il risibile tentativo del suo ministro degli esteri di stoppare l’accusa di Draghi (“dittatore”) con il rilievo che Erdogan è stato eletto (anche Hitler è arrivato al potere attraverso le elezioni) lascia intuire dall’altro il timore che l’iniziativa di Draghi possa avere un séguito in sede europea ed americana. Penso e spero che il governo italiano non ceda al diktat ottomano di ritirare l’accusa al suo sultano, perché la strada aperta da Draghi merita di essere percorsa (auspicabilmente da tutta Europa). Se così fosse, Draghi e l’Italia avranno un peso maggiore in questa Europa a guida (sinora) franco-tedesca.
Non vorrei essere nei suoi panni.... povero Di Maio.
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D'accordo al 100%100 con te .Salvo ha scritto: 9 apr 2021, 12:58 “Erdogan dittatore”, la Turchia convoca l’ambasciatore italiano dopo le parole di Mario Draghi. In serata, con una nota, il ministero degli Esteri turco ha fatto sapere che all’ambasciatore “è stato sottolineato che ci aspettiamo che queste brutte e sfacciate affermazioni che non sono conformi allo spirito di amicizia e di alleanza tra Italia e Turchia vengano immediatamente ritirate“.
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La sicumera del sultano di Istanbul non gli lasciava immaginare, neppure alla lontana, lo schiaffone che avrebbe preso da Draghi. Mi sono chiesto anch’io se quella espressione (“dittatore”) rivolta al sultano fosse una gaffe di un principiante della politica, qual è Draghi, oppure una scelta lessicale ben pensata, e sono giunto a questa seconda ipotesi. Le motivazioni possono essere plurime e riguardano la Libia e l’America (ma di questo magari in altra occasione). Sta di fatto che Draghi, nell’assordante silenzio europeo, fa sentire l’unica voce di un governo europeo che non si appecorona all’astuto sultano, il quale, forte della copertura americana (per via dell’apertura dei Dardanelli alle navi americane che potranno stazionare nel mar Nero senza limiti di tempo, per rompere i maroni alla Crimea di Putin), ritiene di poter dominare il Mediterraneo e di ‘sfidare’ l’irrilevante Ue. La reazione stizzita del ministro degli esteri turco fa capire da un lato lo stupore del sultano, ma il risibile tentativo del suo ministro degli esteri di stoppare l’accusa di Draghi (“dittatore”) con il rilievo che Erdogan è stato eletto (anche Hitler è arrivato al potere attraverso le elezioni) lascia intuire dall’altro il timore che l’iniziativa di Draghi possa avere un séguito in sede europea ed americana. Penso e spero che il governo italiano non ceda al diktat ottomano di ritirare l’accusa al suo sultano, perché la strada aperta da Draghi merita di essere percorsa (auspicabilmente da tutta Europa). Se così fosse, Draghi e l’Italia avranno un peso maggiore in questa Europa a guida (sinora) franco-tedesca.