Cultura e cristianesimo russi, subcultura e fraintendimenti in "Occidente": l'epistolario di P. Florenskij dal carcere.

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PhyroSphera
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Cultura e cristianesimo russi, subcultura e fraintendimenti in "Occidente": l'epistolario di P. Florenskij dal carcere.

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Pubblico qui un testo inviato a una pubblicazione religiosa in qualità di commento-recensione a un'intervista riguardante la pubblicazione dell'epistolario completo di P. Florenskij, scritto durante la sua prigionia, conclusasi con l'esecuzione capitale.
Questo il link ove presente l'intervista:
https://www.settimananews.it/chiesa/pav ... prigionia/
(Questa è l'ultima versione del testo, con una frase cambiata per evitare oscurità. Su questo forum è il secondo invio; il primo è stato oscurato per far posto alla versione emendata.)
Segue il mio testo:


|Sulle prime ho avuto una reazione di totale rifiuto, rispetto ai contenuti di questa intervista, poi mi sono detto, anzi ridetto che Stalin il suo brutto "scherzo" era riuscito a farlo anche a Lenin e nessuna meraviglia fa che questo Natalino Valentini sia una delle tante altre vittime. Certo Lenin aveva denunciato i fatti, in un modo o nell'altro, invece molti intellettuali occidentali sono nient'altro che dei succubi gravi.
P. Florenskij era stato troppo ottimista nel fare rimostranza in una Unione Sovietica che - a differenza di quel che è convinto e vorrebbe convincere Valentini - non era preda dei "bolscevichi" ma di un potere diverso, intromèssosi e poi raggiunto da una complicità di massa anche peggiore, sicché le vittime del Regime erano rese tali dai condizionamenti già prima del contatto con gli sgherri. I famigerati bolscevichi occupavano l'area di estrema sinistra del Parlamento democratico russo negli ultimi tempi degli Zar e dello zarismo: Nicola II non aveva voluto mai del tutto fermarli perché non voleva una occidentalizzazione. I crimini attribuiti a loro non tengono conto degli intrighi delle masse, delle incomprensioni, infine delle false attribuzioni.
L'errore di prospettiva storica dell'intervistato corrisponde a una sua 'erranza' di ordine filosofico e a una lettura dell'epistolario condotta sulla traccia imposta dai persecutori: sostenitori di una società razionale, di una rigorosa dialettica storica, mentre P. Florenskij era un esponente dell'irrazionalismo filosofico (che non significa non-ragione) e andava dicendo di antinomie. Così Valentini ammira i sogni di utopica armonia che i carcerieri tentavano di instillare nei dissidenti e scambia il pensiero degli assassini per quello dell'assassinato e compone un martirologio che è fuori luogo per svariati e gravissimi motivi. Innanzitutto il 'senso del martirio' che appare in tanto cattolicesimo, dai tempi del papa polacco ad oggi - mi risulta che papa Francesco non lo ha replicato - è incompatibile con l'idea semplice della resurrezione nel mondo ortodosso, che dice in linguaggio biblico "morto e risorto" ma racconta di Gesù di Nazareth ancora tra i suoi con estrema e intuitiva semplicità! Un cristiano rivoluzionario preferiva il termine: 'sopravvissuto'. In secondo luogo le parole di Florenskij contro la guerra citate da Valentini hanno significato differente da quanto pensato da quest'ultimo. Lo scienziato, mistico e filosofo russo rigettava l'illusione di 'realizzarsi' nella fase tragica della guerra; invece Valentini riferisce di somma idiozia della guerra in generale. Il Vangelo racconta della Spada di Cristo; la cronaca delle battaglie di Napoleone in Russia presenta un quadro su cui non si vuol riflettere: il Bonaparte abbandonò alla sconfitta i suoi stimandoli indegni ma non scellerati, cioè attestò una santità da parte del campo russo... Io non sto a dire che Putin è un santo o a fingere di aver conosciuto le truppe russe e quelle ucraine, ma il ritratto contemporaneo descritto dal Valentini è irreale, ingannatorio. Il vero è questo: dagli USA è venuta l'idea di allargare il potere NATO anche a costo di scatenare contrasti di guerra civile in Ucraina, di sostenere un colpo di Stato nazista e un regime nazistoide, di lasciar modo di portare minacce contro l'esistenza della Russia. Si poteva avere un'idea chiara del nazismo di certi ambienti ucraini variamente. Io nell'esser felice di poter incontrare dei russi mi imbattei in minacce di morte, qui in Italia, assai tempo prima dei disordini nati nel Donbass e del referendum pro Russia in Crimea. Molti potenti occidentali sanno della russofobia e tacciono per desiderio di potere. Giustamente, a mio avviso, in Europa e poi anche in Italia si ha stigmatizzato il crimine di Stalin e stalinismo che generava una carestia in Ucraina con milioni di morti, ma non si dice, da parte di molti, troppi, che non si faceva alcuna differenza tra dissidenti: i russi-ucraini che rifiutavano la collettivizzazione forzata restavano anch'essi senza pane.
E' il caso di continuare così? di pubblicare l'epistolario di un dissidente alla dittatura di Stalin scambiando questa e gli intrighi di massa per la rivoluzione bolscevica? Far conto che Florenskij fosse filosofo razionalista, attribuendogli l'ordine letterario voluto dai suoi carcerieri? Forse aiuta, fingere che hegeliani e marxiani nel definire opposti campi filosofico-politici basati sulla pura razionalità avevano pensato a tutto il dovuto? Restare sulla loro falsariga nonostante i loro stessi successivi dietrofront? Sottoporre i lettori occidentali a uno 'scherzo' così è un atto cristiano, vitale?
Certo che Stalin è apparenza seducente ancora oggi anche per chi crede di esser fuori dalle sue 'grinfie', allora si potrebbe forse salvare del discorso dell'intervistato qualcosa... ma strumentalizzare l'epistolario di P. Florenskij lasciando pensare che il Regime di Putin ha torto e gli intrighi commessi negli USA sono buoni, come se ciò avesse evidenza di dogma, condannare la guerra definendola idiozia... tutto questo non tiene conto dei limiti umani e delle differenze di scelte da parte degli esseri umani. Si sa che proclamare una spada è diverso dal minacciare con un fucile, ma si sa anche che c'è chi può costringere in questo anche un innocente. Io non sono d'accordo sull'attuale uso delle armi, ma è da ritenersi non veritiero condannare la guerra confondendo mezzi usati e questioni di conflitto, come se queste fossero tutte sciocchezze e non vi fossero situazioni difficili da comprendersi.
Perché dare tante brighe ai lettori subissando le testimonianze cifrate di Florenskij con delle vere e proprie diavolerie? Non ci vorrebbe prudenza, forse?

L'organismo vivo e l'unità di cui diceva il nipote di Florenskij sono altro dal valore razionalistico attribuito dall'intervistato ovvero N. Valentini. Fa piacere che in mezzo a tante incomprensioni e pregiudizi ora abbiamo anche una pubblicazione accresciuta dell'epistolario - ma se l'edizione è stata curata secondo i fraintendimenti di questa intervista, io acquisterei il libro cercando di comunicare l'obiezione giusta anche al libraio. Non una faccia diabolica, al contrario, un volto fuori dalle seduzioni diaboliche che ancora non hanno smesso di creare guai a cultura e politica occidentali. |



MAURO PASTORE
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Re: Cultura e cristianesimo russi, subcultura e fraintendimenti in "Occidente": l'epistolario di P. Florenskij dal carce

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Sul sito indicato il mio commento era un attimo fa' segnato 'in attesa della valutazione della moderazione', quindi non risulta ancora pubblicato.

MAURO PASTORE
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