Liberi Pensieri ha scritto: ↑27 set 2019, 19:05
Ringrazio tutti per le interessanti risposte che sono state per me fonte d'ispirazione per capire il problema in questione.
Ho sempre detto che i termini etici dividono le persone in base alla loro sensibilità, quindi il tema in questione è sentito molto dal mondo cattolico.
Bisogna capire però la diversità fra stato laico e intromissioni da parte di enti religiosi che giustamente danno il loro giudizio morale sull'argomento in questione.
Cosa è la vita e chi ha il diritto di toglierla questa è la domanda che ognuno si deve porre
... chi ha diritto di toglierla...
Non è questo il tema sul quale si è espressa la Corte Costituzionale.
Penso sia utile un
riassuntino sul come sono andate le cose.
Dj Fabo, immobilizzato in un letto ma lucido di mente, ha più volte chiesto di essere aiutato a suicidarsi visto che da solo non avrebbe potuto. Allora Marco Cappato, col consenso dei familiari di Dj Fabo, si è offerto di accompagnarlo in una clinica in Svizzera dove, a certe condizioni e con certe garanzie, viene effettuato il "suicidio assistito". Una volta in clinica e dopo le autorizzazioni del caso, un medico ha infilato in vena del Dj Fabo un ago collegato ad una siringa contenente un potente veleno. A questo punto è stato detto all'aspirante suicida:"Se Lei è ancora convinto di suicidarsi deve mordere questo pulsante che attiva l'iniezione del veleno. Se invece ci ha ripensato, lasci cadere il pulsante che adesso le mettiamo in bocca, e la cosa finisce qui." Dj Fabo schiacciò con la bocca il pulsante e morì.
In Italia, il suicidio non è reato, è invece reato l'istigazione o il favoreggiamento al suicidio.
Dispositivo dell'art. 580 Codice penale
Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l'esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni....
Il giorno dopo il fatto, Marco Cappato si presentò ai Carabinieri per autodenunciarsi. La Procura di Milano inviò quindi un avviso di garanzia a Marco Cappato. All'apertura del processo furono gli stessi PM che presentarono al Giudice eccezione di incostituzionalità per l'art. 580 (non sono né un giurista né un avvocato e la racconto così, come l'uomo della strada...).
Il Giudice sospese quindi il processo e rimise gli atti alla Corte Costituzionale.
Adesso, senza addentrarmi in particolari tecnico-giuridici dove rischierei di dire cazzate (questo invece sì che è un termine rigorosamente giuridico!), la Consulta, vista la delicatezza del caso, invitò il Parlamento a legiferare sull'argomento. Tempo concesso un anno. I parlamentari, vigliacchi come sono, se ne son ben guardati da mettere in discussione una Legge potenzialmente divisiva e magari foriera di tensioni che avrebbero potuto porre fine alla Legislatura con l'addio di molti ai 20.000 Euro al mese o quel che sono!
Trascorso l'anno, la Corte Costituzionale, il cui compito era quello di decidere se l'articolo 580 andasse o meno cancellato perché incostituzionale, si trovò spiazzata. "Non si può dire che l'istigazione al suicidio non sia un reato. Se qualcuno con l'inganno, con le minacce, con il plagio, induce qualcuno a suicidarsi, è un reato eccome!". Ha quindi sentenziato che nel caso specifico l'art. 580 del Codice Penale non è applicabile invitando ancora il Parlamento a legiferare sui casi simili a quelli del Dj Fabo e di Marco Cappato che non hanno nulla a che vedere con l'art. 580.
Non è stata autorizzata nessuna eutanasia, né attiva, né passiva. E' stato di fatto detto che l'art. 580 si riferisce ad un comportamento che non è quello di Marco Cappato ed che quindi servirebbe una Legge specifica.
Spero, anche se mi rendo conto di essere stato un po' confuso ed approssimativo e della qual cosa mi scuso, di aver contribuito a chiarire a qualcuno su come sono andati i fatti.