Le parole vergognose della premier sui pensionati mi indignano ma non mi sorprendono affatto. L'ipocrisia, il cinismo, la spudoratezza sono imprescindibili quando si parla di
mestieranti della politica, almeno di quelli di questa triste Seconda Repubblica. Penso per esempio ai due Matteo. Mentre un Casini, che scalda una poltrona in parlamento da 41 anni consecutivi, viene dalla Prima e credo che nessuno lo definirebbe una faccia di bronzo (ma al massimo di tolla

). Certo, da buon democristiano si ricorderebbe dell'ottavo comandamento e non si spingerebbe senza arrossire a simili gradi di menzogna. Forse l'unica sorpresa è che Giorgia Meloni, la quale fino a due anni fa poteva essere oggettivamente ritenuta più seria, sul piano politico e personale, dei due Matteo, li abbia ormai superati in peggio. Con ciò guadagnandosi il primato della migliore allieva dello spregiudicato e pregiudicato mestierante degli affari che si servì della politica e che il grande Montanelli dipinse alla perfezione con una pennellata delle sue:
È il bugiardo più sincero che ci sia, è il primo a credere alle proprie menzogne.
Signori, Giorgia Meloni è così incallita nel suo mestiere e così esaltata dal suo ruolo che oggi crede per davvero di avere aumentato le pensioni minime, e non di avere umiliato e offeso le persone con un'elemosina!
Signori: vi rendete conto in che mani siamo finiti, noi e tutta l'Italia?
Tornando sul terreno politico, ieri scrivevo che il faro di questo governo e di questa destraccia si chiama PIL. I problemi delle persone, della società e dell'ambiente sono secondari e strumentali per questi mestieranti neoliberisti. Il cambiamento climatico non si può più negare ma vanno bene anche il petrolio e il gas finché generano PIL. Questo era il succo del cinico discorso della nostra premier alla recente COP 29 di Baku. Il suo ex maestro Gianfranco Fini non rinnegò mai la destra sociale delle origini. Anzi nella cd. "svolta di Fiuggi" scandalizzò tutti con quel suo coraggioso riferimento ideale ad Antonio Gramsci. Ebbene, se qualcuno aveva ancora qualche dubbio, la premier li ha dissolti e ha sotterrato la destra sociale deridendo Landini e quel 6% di lavoratori aderenti (secondo lei) allo sciopero generale (in realtà sono stati molti di più). Ma soprattutto
prendendosi gioco dei pensionati. Categoria improduttiva, secondo lor signori e signore, dunque
marginale. Su questi temi il pensiero della premier sembra ormai indistinguibile da quello del forzidiota che così commentò su Twitter un bollettino pandemico:
"...ieri tra i 25 decessi della Liguria 22 erano pazienti molto anziani. Persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese..."
I pensionati non fanno PIL (e invece lo fanno eccome, nda) dunque possono anche morire. Anzi, meglio se crepano prima con le pensioni da fame che gli diamo e nel colabrodo della sanità pubblica. Così possiamo concentrare risorse sulle grandi opere. Ci facciamo uno spot e i nostri amici ci fanno soldi. Oppure sulla spesa militare, per far bella figura coi nostri alleati.
Ecco, più o meno così "ragionano" i mestieranti ai quali meno del 28% degli aventi diritto al voto diede nel '22 la maggioranza assoluta in parlamento. A giudicare dai sondaggi sono in aumento ma ancora troppo pochi gli elettori che hanno riaperto gli occhi. Vuol dire che hanno il senso etico e una testa pensante, ma purtroppo oggi non gli resta che sperare, da qui al 2027, nei litigi tra Salvini e Tajani. Triste espiazione del proprio errore, perché questi qui, ve lo garantisco, sono attaccati alla poltrona col
Super Attak.