femminismo, morti su lavoro e menzogna

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ereticamente
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femminismo, morti su lavoro e menzogna

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http://www.linterferenza.info/attpol/menzogne/

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Fabrizio Marchi • 2 maggio 2022 • 0 Commenti
Ieri, con un comunicato ufficiale per celebrare la festa del Primo Maggio, la Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha dichiarato, cito testualmente “che tra le donne si registra il maggior numero di vittime di incidenti mortali sul lavoro”.

Le ha fatto eco, nel suo comizio ad Assisi, il segretario nazionale della CISL, Luigi Sbarra, che ha ribadito che le vittime sul lavoro sono soprattutto donne.

Parole tanto più surreali se pensiamo che ad averle pronunciate sono stati la Presidente del Senato e ancor più, in questo caso, il leader del secondo più grande sindacato italiano (che dovrebbe essere informato dei fatti).

Si tratta, ovviamente, di una clamorosa e gravissima manipolazione della realtà, peraltro fatta, in questo caso, con estrema e maldestra leggerezza oppure malafede. Va bene (si fa per dire…) occultare il risvolto di genere della tragedia dei morti sul lavoro, ma arrivare addirittura a deformare in modo così sfacciato la realtà, va oltre ogni nostra immaginazione.

L’ultimo dato che ho a disposizione (ma è su per giù lo stesso ogni anno, da sempre, si può discostare di pochissime unità) è quello del primo trimestre del 2021 (è sufficiente consultare il sito dell’Inail per avere i dati e le percentuali di anno in anno): 185 vittime di cui 14 femminili e 171 maschili. La percentuale oscilla mediamente fra il 93% e il 96% di morti maschili e del 4/5% femminili. Da notare peraltro che quasi tutte le lavoratrici considerate cadute sul lavoro sono decedute in itinere, cioè mentre si recavano sul posto di lavoro (per incidente stradale).

Ora, la domanda è la seguente: a chi giova questa clamorosa falsificazione della realtà? A chi giova questa vittimizzazione/celebrazione delle donne e relativa demonizzazione degli uomini (come se fossero due blocchi distinti e separati, con le vittime da una parte e i carnefici dall’altra)?

Giova forse al processo di emancipazione e liberazione delle donne (e degli uomini)? Chi ha interesse, da sempre, a deformare la realtà?

A questo punto mi rivolgo soprattutto alle donne. Che processo di liberazione (l’emancipazione da quel dì che c’è stata) può essere quello fondato sulla menzogna? E un processo di liberazione fondato sulla menzogna può essere definito tale? Oppure siamo di fronte ad un’altra cosa? Che necessità c’è di falsificare la realtà o di occultarla in una maniera così clamorosa, se si è forti delle proprie ragioni e si ritiene che siano fondate?

Come sapete, ho le mie risposte, ma è giusto che ciascuna/o si pronunci.
Da ragazzo ero anarchico, adesso mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa. (Ennio Flaiano)
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Sayon
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Re: femminismo, morti su lavoro e menzogna

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ereticamente ha scritto: 2 mag 2022, 18:50 http://www.linterferenza.info/attpol/menzogne/

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Fabrizio Marchi • 2 maggio 2022 • 0 Commenti
Ieri, con un comunicato ufficiale per celebrare la festa del Primo Maggio, la Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha dichiarato, cito testualmente “che tra le donne si registra il maggior numero di vittime di incidenti mortali sul lavoro”.

Le ha fatto eco, nel suo comizio ad Assisi, il segretario nazionale della CISL, Luigi Sbarra, che ha ribadito che le vittime sul lavoro sono soprattutto donne.

Parole tanto più surreali se pensiamo che ad averle pronunciate sono stati la Presidente del Senato e ancor più, in questo caso, il leader del secondo più grande sindacato italiano (che dovrebbe essere informato dei fatti).

Si tratta, ovviamente, di una clamorosa e gravissima manipolazione della realtà, peraltro fatta, in questo caso, con estrema e maldestra leggerezza oppure malafede. Va bene (si fa per dire…) occultare il risvolto di genere della tragedia dei morti sul lavoro, ma arrivare addirittura a deformare in modo così sfacciato la realtà, va oltre ogni nostra immaginazione.

L’ultimo dato che ho a disposizione (ma è su per giù lo stesso ogni anno, da sempre, si può discostare di pochissime unità) è quello del primo trimestre del 2021 (è sufficiente consultare il sito dell’Inail per avere i dati e le percentuali di anno in anno): 185 vittime di cui 14 femminili e 171 maschili. La percentuale oscilla mediamente fra il 93% e il 96% di morti maschili e del 4/5% femminili. Da notare peraltro che quasi tutte le lavoratrici considerate cadute sul lavoro sono decedute in itinere, cioè mentre si recavano sul posto di lavoro (per incidente stradale).

Ora, la domanda è la seguente: a chi giova questa clamorosa falsificazione della realtà? A chi giova questa vittimizzazione/celebrazione delle donne e relativa demonizzazione degli uomini (come se fossero due blocchi distinti e separati, con le vittime da una parte e i carnefici dall’altra)?

Giova forse al processo di emancipazione e liberazione delle donne (e degli uomini)? Chi ha interesse, da sempre, a deformare la realtà?

A questo punto mi rivolgo soprattutto alle donne. Che processo di liberazione (l’emancipazione da quel dì che c’è stata) può essere quello fondato sulla menzogna? E un processo di liberazione fondato sulla menzogna può essere definito tale? Oppure siamo di fronte ad un’altra cosa? Che necessità c’è di falsificare la realtà o di occultarla in una maniera così clamorosa, se si è forti delle proprie ragioni e si ritiene che siano fondate?

Come sapete, ho le mie risposte, ma è giusto che ciascuna/o si pronunci.
Il manipolare le notizie per "guidare" la popolazione e' un fenomeno iniziato nei saloni pubblicitari dei prodotti americani (che riescono a vendere una Fanta, polverina divenuta bevibile solo in Italia per aver usato l' acqua San Pellegrino) e che poi si e' diffusa ai salotti politici dell' intero pianeta. C'e una cosa che non si dice negli infortuni: che nel 80% sono dovuti alla disattenzione del lavoratore, che non si mette cinture di sicurezza, che non mette il casco, che no segue le regole imposte dalle imprese. Ve lo dico per cognizione di fatto. Quando facevo l'ingegnere di gallerie ero arrivato al punto di minacciare il licenziamento a chi non seguisse le regole per la sicurezza. Quando io o l' addetto alla scurezza chiudevamo un occhio, i minatori facevano cose da brivido in un ambiente molto pericoloso. Dare SEMPRE la colpa agli imprenditori non mi pare una cosa giusta.
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paolo iovine
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Re: femminismo, morti su lavoro e menzogna

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ereticamente ha scritto: 2 mag 2022, 18:50 http://www.linterferenza.info/attpol/menzogne/

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Fabrizio Marchi • 2 maggio 2022 • 0 Commenti
Ieri, con un comunicato ufficiale per celebrare la festa del Primo Maggio, la Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha dichiarato, cito testualmente “che tra le donne si registra il maggior numero di vittime di incidenti mortali sul lavoro”.

Le ha fatto eco, nel suo comizio ad Assisi, il segretario nazionale della CISL, Luigi Sbarra, che ha ribadito che le vittime sul lavoro sono soprattutto donne.

Parole tanto più surreali se pensiamo che ad averle pronunciate sono stati la Presidente del Senato e ancor più, in questo caso, il leader del secondo più grande sindacato italiano (che dovrebbe essere informato dei fatti).

Si tratta, ovviamente, di una clamorosa e gravissima manipolazione della realtà, peraltro fatta, in questo caso, con estrema e maldestra leggerezza oppure malafede. Va bene (si fa per dire…) occultare il risvolto di genere della tragedia dei morti sul lavoro, ma arrivare addirittura a deformare in modo così sfacciato la realtà, va oltre ogni nostra immaginazione.

L’ultimo dato che ho a disposizione (ma è su per giù lo stesso ogni anno, da sempre, si può discostare di pochissime unità) è quello del primo trimestre del 2021 (è sufficiente consultare il sito dell’Inail per avere i dati e le percentuali di anno in anno): 185 vittime di cui 14 femminili e 171 maschili. La percentuale oscilla mediamente fra il 93% e il 96% di morti maschili e del 4/5% femminili. Da notare peraltro che quasi tutte le lavoratrici considerate cadute sul lavoro sono decedute in itinere, cioè mentre si recavano sul posto di lavoro (per incidente stradale).

Ora, la domanda è la seguente: a chi giova questa clamorosa falsificazione della realtà? A chi giova questa vittimizzazione/celebrazione delle donne e relativa demonizzazione degli uomini (come se fossero due blocchi distinti e separati, con le vittime da una parte e i carnefici dall’altra)?

Giova forse al processo di emancipazione e liberazione delle donne (e degli uomini)? Chi ha interesse, da sempre, a deformare la realtà?

A questo punto mi rivolgo soprattutto alle donne. Che processo di liberazione (l’emancipazione da quel dì che c’è stata) può essere quello fondato sulla menzogna? E un processo di liberazione fondato sulla menzogna può essere definito tale? Oppure siamo di fronte ad un’altra cosa? Che necessità c’è di falsificare la realtà o di occultarla in una maniera così clamorosa, se si è forti delle proprie ragioni e si ritiene che siano fondate?

Come sapete, ho le mie risposte, ma è giusto che ciascuna/o si pronunci.
bla, bla, bla. Per fermare la moria sul lavoro c' è un unico modo : assicurazioni private come per le RCA.
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ereticamente
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Re: femminismo, morti su lavoro e menzogna

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non riesco a capire l'attinenza dei vostri commenti con il tema dell'articolo.
Da ragazzo ero anarchico, adesso mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa. (Ennio Flaiano)
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Re: femminismo, morti su lavoro e menzogna

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ereticamente ha scritto: 2 mag 2022, 19:35 non riesco a capire l'attinenza dei vostri commenti con il tema dell'articolo.
...."Che necessità c’è di falsificare la realtà o di occultarla in una maniera così clamorosa, se si è forti delle proprie ragioni e si ritiene che siano fondate?"....

Penso che nessuno possa credere che, dati i personaggi, siano delle semplici sviste questo anche per via dell'abisso tra le morti maschili e femminili .
La politica è l’arte d’impedire agli avversari di fare la loro

.........ma andare oltre no ?
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Gasiot
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Re: femminismo, morti su lavoro e menzogna

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Leno Lazzari ha scritto: 2 mag 2022, 20:15
ereticamente ha scritto: 2 mag 2022, 19:35 non riesco a capire l'attinenza dei vostri commenti con il tema dell'articolo.
...."Che necessità c’è di falsificare la realtà o di occultarla in una maniera così clamorosa, se si è forti delle proprie ragioni e si ritiene che siano fondate?"....

Penso che nessuno possa credere che, dati i personaggi, siano delle semplici sviste questo anche per via dell'abisso tra le morti maschili e femminili .
O semplicemente collaboratori che la lavorano conto terzi.... Eppoi viste le ultime vicende , è più facile riportare quel che dicono gli altri invece che verificare se è corretto
Se un uomo è uno stupido, non lo emancipi dalla sua stupidità col mandarlo all'università. Semplicemente lo trasformi in uno stupido addestrato, dieci volte più pericoloso
Desmond Bagley
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Leno Lazzari
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Re: femminismo, morti su lavoro e menzogna

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Gasiot ha scritto: 2 mag 2022, 20:28
Leno Lazzari ha scritto: 2 mag 2022, 20:15

...."Che necessità c’è di falsificare la realtà o di occultarla in una maniera così clamorosa, se si è forti delle proprie ragioni e si ritiene che siano fondate?"....

Penso che nessuno possa credere che, dati i personaggi, siano delle semplici sviste questo anche per via dell'abisso tra le morti maschili e femminili .
O semplicemente collaboratori che la lavorano conto terzi.... Eppoi viste le ultime vicende , è più facile riportare quel che dicono gli altri invece che verificare se è corretto
Da tenersi in considerazione :-|
La politica è l’arte d’impedire agli avversari di fare la loro

.........ma andare oltre no ?
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