Negli ultimi tempi (nonché l'ultimo in ordine temporale, avvenuto ) si parla dell'esigenza di modificare il Codice Penale per introdurre reati specifici contro questa fattispecie, nonché inasprire le pene già esistenti e introdurre una spesa annua da dedicare a iniziative di contrasto al fenomeno.
Il DDL che agirebbe in tale direzione prende il nome dal deputato on. Alessandro Zan ed esponente della comunità LGBT italiana.
Ma è davvero necessario?
Il nostro ordinamento giuridico prevede già sanzioni proporzionate a vari reati, come ad esempio i delitti contro la vita (art. 575 e ss. cod. pen.), contro l’incolumità personale (art. 581 ss. cod. pen.), i delitti contro l’onore, come la diffamazione (art. 595 cod. pen.), i delitti contro la personalità individuale (art. 600 ss. cod. pen.), i delitti contro la libertà personale, come il sequestro di persona (art. 605 cod. pen.) o la violenza sessuale (art. 609 ss. cod. pen.), i delitti contro la libertà morale, come la violenza privata (art. 610 cod. pen.), la minaccia (art. 612 cod. pen.) e gli atti persecutori (art. 612-bis cod. pen.). Fino al 2016 l’ordinamento ha ritenuto illecita anche la mera ingiuria (art. 594 cod. pen.).
Inoltre, l'ordinamento prevede tutta una serie di circostanze aggravanti il reato stesso a cui si accompagnano (articolo 61 cod. pen.).
Il DDL in questione prevede la modifica degli articoli 604-bis e 604-ter del Codice penale, parlando specificamente di pene per chi istiga o commette atti di discriminazione.
Tale fattispecie giuridica, alla luce di quanto esposto, sarebbe innecessaria, proprio perché l'ordinamento prevede già una tutela completa. Tuttavia essa introdurrebbe così, a mio avviso, una discriminazione o quantomeno una disparità di trattamento intrinseca nei confronti di chi non appartiene alle categorie succitate del mondo LGBTQIA+. Insomma, perpetrando un reato nei confronti di Tizio si avrebbe una pena, perpetrando lo stesso reato nei confronti di Caio se ne avrebbe un'altra, in relazione alla sua natura, inclinazione sessuale, pensiero e stile di vita. Ciò può quindi indirettamente minare anche il principio basilare secondo cui la legge sia uguale per tutti. È infatti il reato stesso che viene punito secondo precisi e oggettivi elementi, non la soggettività degli individui a cui si applica o chi dovrebbe difendere.
Oltre a ciò, è del tutto fuori luogo anche l'istituzione di un fondo annuale per le iniziative di contrasto a tali fenomeni di violenza e discriminazione.
La violenza, la discriminazione, l'intolleranza e tutto ciò che ruota attorno a questi spiacevoli eventi si combatte con la cultura, con il rispetto verso il prossimo (chiunque egli sia) e un'apertura mentale da stimolare sin dai primi anni di vita. Tutto ciò andrebbe già fatto nelle scuole, di ogni ordine e grado, già durante le ore di lezione di educazione civica e ancor prima in famiglia, senza necessità di un eventuale sperpero di denaro pubblico.
Fonti:
https://gds.it/articoli/politica/2021/0 ... ce0164bcc/
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/o ... uova-legge