Non penso sia giusto farlo contro la volontà del padre!Salvo ha scritto: 1 mar 2021, 18:13 Embrioni congelati: è legittimo imporre la paternità in nome di un presunto diritto alla maternità? Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha autorizzato una donna a impiantare embrioni precedentemente congelati, nonostante il parere discordante dell’ormai ex marito (Eliana Cocca, bioeticista).
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E' certamente un argomento assai importante, perché coinvolge molte tematiche, di forte impatto etico e sociale. A scanso di facili critiche, bisogna rammentare che la legge 40/2004, che disciplina la materia della fecondazione e procreazione medicalmente assistita, considera irrevocabile il consenso prestato dall'uomo alla crioconservazione dell'embrione da lui fecondato. Ma il punto è se questa legge sia 'giusta'.
Il figlio nel caso porterebbe anche i miei geni, e su quelli vorrei decidere io.Sara ha scritto: 1 mar 2021, 21:38 Sono perplessa. Letto di fretta un articolo giorni fa, mi proponevo di cercare altre notizie. La legge prevede (concordo) l'irrevocabilità del consenso per impedire che il padre si sottragga ai suoi obblighi. Ma è giusto rendere tale un ex marito che non vuole? Troverei preferibile il ricorso a un donatore sconosciuto. Tuttavia, a quanto ho capito, l'embrione risale ad alcuni anni fa e la donna ora non sarebbe in grado (età, salute...) di reiterare il procedimento. Deve rinunciare a ogni possibilità (peraltro incertissima) di avere un figlio? Anche questo dictat mi sembra ingiusto.
Forse si potrebbe ipotizzare (non so se la legislazione lo consenta) che il figlio prenda solo il cognome della madre e che lei liberi a priori l'ex marito da ogni obbligo paterno.
Per me come da frase evidenziata in neretto.Sara ha scritto: 1 mar 2021, 21:38 Sono perplessa. Letto di fretta un articolo giorni fa, mi proponevo di cercare altre notizie. La legge prevede (concordo) l'irrevocabilità del consenso per impedire che il padre si sottragga ai suoi obblighi. Ma è giusto rendere tale un ex marito che non vuole? Troverei preferibile il ricorso a un donatore sconosciuto. Tuttavia, a quanto ho capito, l'embrione risale ad alcuni anni fa e la donna ora non sarebbe in grado (età, salute...) di reiterare il procedimento. Deve rinunciare a ogni possibilità (peraltro incertissima) di avere un figlio? Anche questo dictat mi sembra ingiusto.
Forse si potrebbe ipotizzare (non so se la legislazione lo consenta) che il figlio prenda solo il cognome della madre e che lei liberi a priori l'ex marito da ogni obbligo paterno.
una donna non può essere costretta ad una gravidanza non (più) desiderata; perché lo stesso principio non deve valere anche per l'uomo fecondatore, prima ancora che la gravidanza sia iniziata perché l'embrione fecondato è in vitro e non nel ventre materno? Quale principio, quale diritto verrebbe calpestato?