"Senza il valore della cultura non c'è ricostruzione possibile, non c'è ritorno alla normalità, non c'è futuro", espressione del presidente emerito di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli, che sponsorizza la inaugurata a Milano intitolata "Tiepolo, Venezia, Milano e l'Europa".
Le sue parole sono totalmente condivisibili, seppur da non ridursi alla questione attuale, bensì in termini generali e assoluti.
Il valore della cultura è quanto di più importante vi sia, la conoscenza è l'arma più potente che possa esistere e lo strumento capace di far comprendere il mondo che ci circonda, donando così l'abilità di proteggerlo e salvaguardarlo meglio.
Il nostro Paese, poi, vanta un patrimonio culturale fra i più vasti al mondo, se non, sotto molti aspetti, il più vasto. Purtroppo però, il livello culturale della popolazione è fra i più bassi. Ciò si traduce in una scarsa valorizzazione di tale immenso tesoro, oltre ad una pochezza conoscitiva di un popolo che invece dovrebbe conoscere e difendere tutto ciò strenuamente, oltre a poterne sfruttare il grandissimo potenziale economico.
Quando nelle nostre splendide città d'arte (e non solo, anche i meravigliosi piccoli borghi) vedo gruppi di stranieri che conoscono bene le opere che stanno visitando, provo un senso di dolore, perché al contempo moltissimi nostri connazionali a malapena sanno il nome della città in cui vivono.
Ciò è inaccettabile. Mi auguro che questo monito riecheggi con violenza nelle orecchie di chi è preposto al miglioramento della situazione e, finalmente, faccia qualcosa per ridare lustro alla cultura, bene supremo di tutti noi.