Carissimo Heyoka, ti vorrei rispondere da Gesuita.
Sai che la gentaglia come me, pur venerando il Padre, intende vivere ben immersa nella laicità in cui vivono gli Uomini.
Per questo ho in massima considerazione la Morale, ma anche l'etica se non confligge con la prima. Quindi non posso seguirti nella tua avversione "animista" nei confronti della Scienza.
La Scienza ci è stata donata dal Padre, e non come un "frutto avvelenato". Le Scritture non dicono che la mela fosse velenosa, noi ancora oggi ce ne nutriamo. Il veleno era riposto nella disobbedienza al Padre, fonte di ogni bene e di ogni felicità. Per questo il mio Angelo preferito ci accompagnó "gentilmente" alla porta.
Ed il Padre dettó le nuove condizioni. Per farla breve: "Uomo, hai voluto la conoscenza, ma ora devi pagarne il prezzo" eccetera.
Naturalmente il Peccato Originale risiede nella motivazione della Conoscenza (sentirsi uguali a Dio Padre), ma dopo il primo divieto Lui non ci ha inibito la ricerca.
Quindi ora dobbiamo guadagnarci con il nostro lavoro ogni progresso della nostra condizione, come ci guadagnamo il pane della sopravvivenza.
Tu ti rifai al pensiero dei nativi americani, una splendida civiltà animista, stroncata dalle malattie dell'invasore bianco come dai suoi vizi (alcol).
Il Gesuita in me non crede che Dio ci voglia supini di fronte alle avversità, ma continua a volere che noi cerchiamo di conoscere sempre di più il Suo disegno, e che ne apprezziamo la grandezza meravigliosa vivendola con le nostre piccole forze di esseri limitati.
E le nostre piccole e sudate vittorie, come quelle che ci dà la Scienza (conoscenza).