Non è uno scoop, solo una mia impressione, osservando le foto del personaggio, soprattutto l’attuale taglio della barba. Ma la mia curiosa impressione risale e prima e nasce dal modo di parlare e di imporsi, molto assertivo, se non aggressivo.
Per i gerarchi fascisti l’aggressività era un must, lo stile del movimento, nato per reagire all’aggressione comunista, che minacciava la distruzione dello Stato.
La condizione emiliana non è poi così diversa. Per quanto comunisti, la classe politica li al potere da settanta anni è ormai l’aristocrazia rossa, che non deve conquistare nulla perché ha già tutto, ma solo difendere la sua posizione di potere. Posizione ora insidiata dai parvenu della Lega, curiosamente nella posizione che a livello nazionale, un secolo fa, era giustappunto dei comunisti.
La mia stravagante sensazione non è poi così gratuita, se è stata espressa nientemeno che da Guccini, che di comunisti emiliani se ne intende. Infatti ho letto da una sua intervista che i leghisti assomigliano appunto ai vecchi comunisti, come lui.
Che senso ha tutto ciò? Beh, come i fascisti difendevano il loro Stato borghese dagli attacchi del popolo comunista, così ora i ‘comunisti’ emiliani si sono trovati a difendere la loro Regione rossa dall’attacco del popolo leghista. I fascisti rappresentavano l’aristocrazia italiana del tempo, come i ‘comunisti’ rappresentano l’aristocrazia rossa emiliana. Quindi di tratta di due classi dirigenti sotto attacco, in tempi e luoghi diversi. Ma la sostanza mi pare questa.