I giornali hanno riportato: Putin ha chiamato deficienti i fautori delle sanzioni in caso di suo rifiuto a trattare in prima persona - lo scherzino dei giornalisti, di riferire l'epiteto usato dal Presidente russo agli europei, è roba da intervento della censura; ma questo risulta mancante anche quando si inventano minacce atomiche dirette, in realtà non portate dalla Russia.
C'è anche la notizia della riuscita operazione della UE, le nuove sanzioni appunto. Continua, oltre al resto, l'irregolarità: una Istituzione economica-politica (la UE) viene piegata ad azioni di politica estera che risultano essere sanzioni militari date senza assensi dei Governi centrali degli Stati della UE. Roba, questa, per esperti di tradimenti, in tal caso fatti anche con una inaccettabile voglia di prender per scemo il prossimo.
I presidenti di USA e Russia tentano di costruire la pace mentre perseguono gli interessi dei propri Stati, dalla Europa una stretta economica contro lo Stato russo e perdurante distrazione verso l'operato di Zelensky, che nei momenti delicati delle trattative si è messo a fare il moralista a discapito dei giovani, anche ucraini, che muoiono o restano feriti negli scontri, anche della esigua ma non trascurabile parte di popolazione civile, che pur essa muore. Lo Stato ucraino non ha evitato anch'esso analoghi sconfinamenti, bassissimi in numero ma non è vero che le trasgressioni etiche sono solo nelle file dell'esercito di Putin. Per quanto Zelensky - lo si è visto presentarsi di nuovo in stile greco della Scizia come spesso in passato (le sue tenute militaresche e gli atteggiamenti che fingono spontaneità diverse dalle sue) - finga che il proprio schieramento sia integerrimo, non ha chiesto scusa per aver definito i russi non uomini e aver appellato i loro attacchi provenienti da aggressori non umani. Adesso, da cabarettista provetto, fa il moralista, in mezzo alla tensione e sforzi diplomatici per un risultato pratico a favore della vita. Il suo utilizzo del giudizio è un tradimento al giudaismo, dal quale lui proviene; il mondo greco, compreso il rito greco-cattolico in uso in Ucraina, non ne potrebbe mai far stima; ed usato in quel modo non c'è giudizio che non sia di troppo.
Questo Zelensky si presenta con le sue "magliettine" e la sua russofobia - inevitabilmente fa venire il raffreddore agli ingenui, certo non aiuta a comprendere il passaggio del clima siberiano nel Paese ucraino - e riceve consensi da un assommarsi di uomini al potere ma non di potere, che sono stati capeggiati dai magici interventi di U. von der Leyen. Dalla menzione sentimentalista della Battaglia di Salamina - a trattare Temistocle come fosse stato il suo prostituto sacro - al grido criminale di "al lupo al lupo!": uno si era sbranato il suo pony (forse tormentata dai veterinari la bestia equina preferiva le zanne agli esperimenti dei cattivi sanitari, o forse voleva fare troppo la sciocca e se i cavalli l'avessero sorpresa sarebbero stati troppo crudeli, l'avrebbero sfinita a calci?) e lei si indignava contro i bisogni alimentari delle belve (non è accettabile, ancor meno da chi in posto di potere), quindi appariva una légge - approvata con motivazioni non reali, una fantapolitica che reitera le vecchie odiose calunnie che coinvolgono anche le altre belve - inapplicabile da chi onesto. Questo torto con scopo di evitare i risarcimenti agli allevatori, cioè guadagnare briciole di soldi e trattare i lupi come birilli e il bestiame di allevamento come una cosa propria da sfruttare (con il suo pony ridotto a giocattolo per chissà quali trastulli)... questa "Ursula" (che si è pure offesa il nome) aveva trovato le "magliettine" di Zelensky dei validi complici. Questi segni tanto plateali sono la punta di un iceberg: c'è tanto non diverso e non solo in Europa.
Mentre si dovrebbe impegno nel contrastare la catastrofe ambientale, l'Europa è stretta così, da scelleratezze e inadeguatezze, tradimenti più dentro che fuori.
Mentre Zelensky fa il moralista, l'UE non solo si è messa da una parte sbagliata abusando del proprio potere, ma non sa fare neanche i propri interessi.
MAURO PASTORE