Sayon ha scritto: 14 mag 2025, 0:44
Anche nello sport.
Continua l'accanimento contro atleti e sportivi Russi e Bielorussia non permettendo loro di partecipare a competizioni sportive o di non mostrare la loro nazionalita'
(nel tennis la loro nazionalita' non puo' essere mostrata. Se si tratta defli atleti israeliani invece, il solo accenno a protesta contro le mostruosita' che sta combinando il loroPaese riceve subito una reazione sdeganta. A chi vogliono convincere? La reazione di ogni sportivo puo' solo quello di esprimere l'
IPOCRISIA e persino la cattiveria verso persone, atleti, che in realta' non hanno nulla a che vedere con la politica. E questo va avanti da decine di anni, come se gli americani, gli inglesi e i loro alleati che hanno invaso, distrutto o ucciso ovunque, anche senza provocazioni, debbono essere considerate delle colombe. A me viene vergogna di appartenere a nazioni cosi
ipocrite. L' Occidente dell'
Ipocrisia deve lasciare in pace lo sport e gli sportivi o guardare alla trave che hanno nei loro occhi. E, finalmente, farci sentire onesti.
Sottoscrivo il tuo post. Lo sport dovrebbe anzi deve affratellare e non dividere. Gli atleti sono giovani esseri umani, individui, persone, prima che rappresentanti di una nazione. Peraltro, la rappresentanza nazionale sportiva, sia a titolo individuale che negli sport di squadra, è ovviamente di carattere pacifico, come quella degli ambasciatori, dei rappresentanti all'ONU e dei parlamentari europei. Negli eventi sportivi gli atleti gareggiano, competono nel rispetto delle regole e nel rispetto reciproco, non si sparano addosso, sono avversari, non nemici. Quando, nel 2022, furono esclusi i tennisti russi e bielorussi dal torneo di Wimbledon, decisione politica e imposta dal governo (non credo che gli organizzatori si sarebbero messi in urto con l'ATP e la WTA) non mi pare che il Regno Unito avesse rotto i rapporti diplomatici con Russia e Bielorussia. Respingere gli atleti equivale in termini logici a espellere gli ambasciatori e ciò è plausibile (dico plausibile non giusto) solo in stato di guerra tra due o più paesi. Egualmente assurdo e forse perfino più ipocrita consentire agli atleti di gareggiare ma solo senza bandiera, ovvero chiedergli di rinunciare alle Olimpiadi o alla loro funzione di rappresentanza pacifica. Sarebbe come dire a una ambasciata straniera: o ammaini la bandiera o chiudi. Il discorso si estende alla cultura, che come e più dello sport dovrebbe anzi deve creare ponti, non divisioni. Musicisti, ballerini e altri artisti russi spesso vengono esclusi, non possono esibirsi in Occidente. Ho letto addirittura che gli scienziati russi, di fatto, non sono più candidabili ai premi Nobel, eccetto il Nobel per la Pace (magari da assegnare a qualche dissidente) ed eccetto quelli che lavorano in Occidente (come A. Ekimov, chimico trapiantato negli USA e premiato con due colleghi americani nel 2023). Il boicottaggio e la censura della cultura russa sono non di rado addirittura retroattivi, come scoprirono gli studenti della Bicocca che nel 2022 si erano iscritti a un seminario su Dostoevskij, prima annullato poi ripristinato in seguito alle proteste. Qualcuno commentò che Dostoevskij era un putiniano a sua insaputa. Tornando allo sport, voglio ricordare la famosa tregua olimpica vigente durante le olimpiadi antiche, che purtroppo non trova seguito in quelle moderne; e il gioco/sport degli scacchi che in sostanza è una metafora o una simulazione della guerra. Sembra che fu inventato in India 25 secoli fa per consentire di risolvere sulla scacchiera, in una battaglia incruenta tra cervelli, i conflitti locali all'epoca molto frequenti. Io proporrei una partita tra Putin e Zelensky. Scherzi a parte, si sente dire che l'esclusione di un paese "aggressore" dalle competizioni sportive internazionali sarebbe una sorta di sanzione, analoga a quelle economiche, mirata cioè a minare la popolarità e il consenso interni del leader di quel paese. Molto difficile che ciò avvenga ma in ogni caso questa sanzione andrebbe applicata in modo equo. E allora perché Israele continua a partecipare tranquillamente a olimpiadi e simili mentre il boia Netanyahu infierisce sui civili inermi di Gaza? E perché non vennero "sanzionati" USA e UK quando aggredirono l'Iraq dopo avere esibito all'ONU prove farlocche di presunte armi di distruzione di massa di Saddam? Quello che più mi sconcerta è l'enorme potere che l'imperialismo americano e il sionismo esercitano anche sul mondo dello sport, evidentemente non meno sporco e politicizzato di altri nei suoi dirigenti. Confidavo che prima delle Olimpiadi di Parigi si formasse una pur piccola minoranza degli oltre 200 membri del CIO, la quale si dichiarasse pronta a boicottarle se fossero stati ammessi con la loro bandiera gli atleti israeliani. Niente, neppure tra i paesi arabi.
Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo