Ti sei mai chiesto perché all’improvviso tutti iniziano a parlare della stessa cosa?
Un giorno è il Papa, il giorno dopo un cantante morto, poi un evento sportivo o una tragedia mediatica. Nel frattempo, guerre, abusi, disastri ambientali e decisioni politiche cruciali passano in secondo piano o spariscono del tutto.
Non è un caso. È una strategia.
Si chiama agenda setting: un meccanismo con cui chi controlla i media e le piattaforme social decide su cosa deve concentrarsi l’attenzione pubblica.
Non conta se la cosa è davvero rilevante o no.
Conta solo che tutti parlino di quella.
Così:
la rabbia viene incanalata dove non fa male al potere;
le emozioni collettive vengono pilotate;
e il pensiero critico viene sostituito da reazioni istintive e automatiche.
Non serve censurare, basta spingere.
Con bot, algoritmi, account infiltrati, spam emotivo e rilanci continui.
Chi non si allinea viene ignorato, o attaccato sul personale.
In questo gioco, il popolo diventa un pubblico, la realtà uno spettacolo, e la partecipazione un’illusione.
Non è un problema di “destra o sinistra”, di religione o ateismo.
È una questione di libertà mentale.
Rompere questo schema non significa essere indifferenti.
Significa non lasciarsi usare.
Come se ne esce da questo meccanismo
Il primo passo è rendersi conto del gioco. Se non sai che stai partecipando a un copione, continuerai a recitarlo.
Il secondo passo è smettere di reagire secondo i riflessi condizionati: non serve insultare, litigare o urlare. Serve non partecipare al teatrino.
Non fare finta di niente.
Non cadere nel ricatto emotivo del “tutti lo fanno”.
Non temere l’isolamento: è meglio essere lucidi da soli che confusi in branco.
Non fingere di credere per convenzione: dire “auguri” tanto per dire, è già piegarsi.
Uscirne significa riprendere il controllo della propria attenzione.
Scegli tu di cosa parlare, cosa celebrare, cosa sentire tuo.
Non permettere che siano gli altri a farlo per te.
Non sei tenuto a credere, a partecipare, a fingere.
E soprattutto, non serve odiare chi segue il gioco: serve mostrare che un altro modo di pensare e vivere è possibile. Silenzioso, coerente, libero.
Chi non segue la narrazione non è un nemico: è una sveglia.