Come Funziona il Condizionamento della Democrazia Rappresentativa: Scuola, Media, Paura e Falsa Partecipazione

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Valerio
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Re: Come Funziona il Condizionamento della Democrazia Rappresentativa: Scuola, Media, Paura e Falsa Partecipazione

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Gasiot ha scritto: 20 mar 2025, 11:55 Questa è la teoria
Però mi sembra di sentire odore di governo dei migliori
Che in apparenza non sarebbe male però mi fa paura
Un po' come nel gioco del calcio , chi ha più mezzi per comprare quelli buoni è probabile che vinca
In politica quelli buoni sarebbero quelli che su danno da fare con i referendum
Tipo i ruffiani?
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Valerio
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Re: Come Funziona il Condizionamento della Democrazia Rappresentativa: Scuola, Media, Paura e Falsa Partecipazione

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Io sarò semplicistico. Per me un buon politico è un un uomo/donna che ha un sogno e riesce a realizzarlo.

Ma è una misura "a posteriori".

Quindi uno che realizza tanti piccoli passi, emergendo sempre.
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andreone
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Re: Come Funziona il Condizionamento della Democrazia Rappresentativa: Scuola, Media, Paura e Falsa Partecipazione

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Gasiot ha scritto: 20 mar 2025, 11:55 Questa è la teoria
Però mi sembra di sentire odore di governo dei migliori
Che in apparenza non sarebbe male però mi fa paura
Un po' come nel gioco del calcio , chi ha più mezzi per comprare quelli buoni è probabile che vinca
In politica quelli buoni sarebbero quelli che su danno da fare con i referendum
Questa osservazione mette in luce una paura diffusa: che la democrazia diretta possa trasformarsi in un’arena in cui chi ha più mezzi e risorse riesce a influenzare maggiormente le decisioni. È un tema interessante, ma presenta alcune criticità.

Ribaltare la prospettiva
Nel sistema attuale, chi ha più mezzi economici e di potere politico controlla già tutto attraverso partiti, media e lobby. La democrazia diretta, invece, dà strumenti ai cittadini per intervenire direttamente, senza passare attraverso il filtro dei rappresentanti. Quindi, invece di favorire un’élite, riduce il controllo che le élite hanno sulle decisioni.

Il paragone con il calcio
Nel calcio, chi ha più soldi compra i giocatori migliori e vince più facilmente. Ma la politica non è una partita tra squadre milionarie: è la gestione della cosa pubblica da parte dei cittadini. Nella democrazia diretta, il "capitale" che conta non è il denaro, ma la capacità di convincere la maggioranza con argomenti validi.

Il rischio della manipolazione
È vero che chi ha più mezzi può influenzare l’opinione pubblica (tramite propaganda, media, ecc.), ma questo avviene già oggi con la democrazia rappresentativa. Con i referendum propositivi e senza quorum, la differenza è che i cittadini possono sempre controbilanciare l’influenza delle élite con nuove iniziative popolari.

Conclusione
Chi si dà da fare con i referendum non è "quello con più soldi", ma chi ha la volontà di cambiare le cose. E se davvero una maggioranza di cittadini sostiene un’iniziativa, significa che risponde a un bisogno reale. La paura del "governo dei migliori" è in realtà la paura di un sistema più partecipativo, dove chi è più attivo può avere più voce. Ma questo è vero in qualsiasi forma di politica: chi partecipa di più ha più influenza. La differenza è che, nella democrazia diretta, questa possibilità è aperta a tutti, non solo a chi ha soldi e agganci politici.
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