Difficile capire questo presidente Trump considerato da molti un pazzo al comando degli USA. E’ vero, ma non è pazzo, fa il pazzo, per difendersi dai suoi nemici che gli hanno sparato e stanno aspettando il momento favorevole per farlo fuori definitivamente. Deve muoversi incessantemente ed essere imprevedibile, finché ha energie, oppure trovare degli alleati che lo aiutino.
Chi è il maggior nemico di Trump? Quelli interni, ovviamente, dentro gli USA, quelli che hanno cercato di incastrarlo in tutti i modi e di ammazzarlo, oltre ad avergli rubato le elezioni precedenti. Questa è la sua vera guerra, secondo me. Il deep state, i dem, i loro manovratori, i sovrani della finanza che meta-governano, che decidono chi deve governare e chi no, che decidono quali guerre fare, e piano piano si arriva dalle parti anche di Carlo III, naturalmente in buona compagnia. Non conosco i vertici della finanza mondiale, occidentale in particolare, ma insomma sono loro da cui Trump si deve difendere ed ecco che gli apparenti nemici esterni, Russia, Cina, Brics si rivelano essere i nemici dei suoi nemici.
Non degli amici, ma quasi.
Ergo si deve guardare dai suoi 'amici' ufficiali, quasi tutti gli europei , a cominciare da Macron, creatura sembra dei Rockefeller, come Starmer, che per giunta è inglese. Gli inglesi infatti sono quelli che dietro le quinte formulano ed eseguono la geopolitica dell'impero angloamericano, di cui gli americani sono meri esecutori, trascinati a volte, come ora, e forse Trump sta reagendo proprio a questo dominio culturale e politico, ritirandosi dentro gli USA profondi (vedi Vance), fuori dal globalismo, che è qualcosa di diverso, un impero americano solo apparentemente, più mondiale e forse più semita, per così dire. Mi sembra che gli USA siano tornati alla loro guerra di indipendenza contro l'Inghilterra, quando anche la Russia li aiutò militarmente, mandando la sua flotta in America contro la flotta inglese.
Sento spesso parlare della ‘testa del serpente’, il vertice dell’impero angloamericano, indicando l’Inghilterra, anche oggi che gli stolti europei la compatiscono, poverina sola sola, senza l’Europa, dove va? Idioti. Va dove vuole, come sempre dal 1600, e torna pure in Europa, senza invito, addirittura a sottomettere gli europei, entrando dalla sua solita porta di ingresso, i vili polacchi. Oggi Starmer ne ha preso il comando e comunque già da tempo si è impadronita delle deboli menti dei baltici e degli scandinavi, il cui infantile nazionalismo ha scatenato, come già fatto dai neocon americani con quello degli ucraini, da Clinton e Obama, per scatenarli contro il vecchio nemico, la Russia, nel solito, maniacale ‘grande gioco’.
Londra tiene ancora le mani sul suo vecchio impero con il Commonwealth, ma la sua forza sta soprattutto su una più antica alleanza, quella con la City, la capitale della finanza mondiale semita, che dal 1600, dall’arrivo a Londra degli ebrei scacciati dalla Spagna, domina la politica europea con i suoi occhiuti finanziamenti geopolitici, a partire dalla stessa corona inglese. Difficile dire chi comandi di più, se re Carlo o il padrone della City (che non conosco), senza il cui permesso e invito lo stesso Carlo lì non può entrare. Ecco la testa del serpente. Il sodalizio anglo-semita, ben nascosto e ignoto a tutti, questa la sua forza, ha prodotto, usando le doti guerriere degli anglo, il colonialismo e l’impero ed oggi è ancora quanto mai attivo.
Oggi ho l’impressione che sia la componente finanziaria semita a condurre il gioco del globalismo, verso un impero mondiale ancora più esteso e potente dell’impero inglese, comunque la sua continuazione. Gia da tempo sono loro a fare la geopolitica dell’impero inglese, usando la struttura dell’impero inglese. Poi hanno usato anche il forte braccio americano ed ora Trump vuole sottrarglielo. Credo che questa sia la grande battaglia, la nuova guerra di indipendenza americana: da una parte Trump e la vecchia profonda America, dall’altra la finanza ebraica globale e l’anglosfera, che come al solito mandano altri a combattere per loro, i grandi idioti europei.