Il terzo mandato.

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serge
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Il terzo mandato.

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Da tempo è in atto una accesa discussione sul terzo mandato dei Governatori regionali ,argomento oggetto di polemiche sia nella maggioranza che nell’opposizione. In tutta sincerità, faccio fatica a comprendere le ragioni di chi si oppone al terzo mandato; di più, sono favorevole ad alcun limite che impedisca a questi politici, i Governatori appunto, a presentarsi (all'infinito ?) al giudizio dell’elettorato. Sono dell’avviso che solo il corpo elettorale possa giudicare l’operato di chi si ricandida: se ha fatto bene, potrà proseguire il suo cammino, diversamente, sarà “trombato”(!) .
Bye
“Bisogna che gli uomini, per meritare la tolleranza, comincino col non essere fanatici.”
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Gasiot
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Re: Il terzo mandato.

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serge ha scritto: 7 gen 2025, 11:07 Da tempo è in atto una accesa discussione sul terzo mandato dei Governatori regionali ,argomento oggetto di polemiche sia nella maggioranza che nell’opposizione. In tutta sincerità, faccio fatica a comprendere le ragioni di chi si oppone al terzo mandato; di più, sono favorevole ad alcun limite che impedisca a questi politici, i Governatori appunto, a presentarsi (all'infinito ?) al giudizio dell’elettorato. Sono dell’avviso che solo il corpo elettorale possa giudicare l’operato di chi si ricandida: se ha fatto bene, potrà proseguire il suo cammino, diversamente, sarà “trombato”(!) .
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azzardo un'ipotesi cattiva
magari ci sono pochi posti e tanti pretendenti
Se un uomo è uno stupido, non lo emancipi dalla sua stupidità col mandarlo all'università. Semplicemente lo trasformi in uno stupido addestrato, dieci volte più pericoloso
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serge ha scritto: 7 gen 2025, 11:07 Da tempo è in atto una accesa discussione sul terzo mandato dei Governatori regionali ,argomento oggetto di polemiche sia nella maggioranza che nell’opposizione. In tutta sincerità, faccio fatica a comprendere le ragioni di chi si oppone al terzo mandato; di più, sono favorevole ad alcun limite che impedisca a questi politici, i Governatori appunto, a presentarsi (all'infinito ?) al giudizio dell’elettorato. Sono dell’avviso che solo il corpo elettorale possa giudicare l’operato di chi si ricandida: se ha fatto bene, potrà proseguire il suo cammino, diversamente, sarà “trombato”(!) .
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Sono PATURNIE ereditate dalle PARANOIE Grilline, caro Serge.
Non capisco nemmeno io, perché in DEMOCRAZIE, gente come Fosforo, fa il tifo per i Giudici che non possiamo eleggere e durano in carica TUTTA LA VITA, ma ci viene tolta la possibilità di eleggere democraticamente un GOVERNATORE o un SINDACO, che il popolo adora.
Sentiremo la risposta di Fosforo.
La vita è come un ponte, puoi attraversarla ma non costruirci una casa sopra.
(Proverbio dei Sioux)
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RedWine
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Re: Il terzo mandato.

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serge ha scritto: 7 gen 2025, 11:07 Da tempo è in atto una accesa discussione sul terzo mandato dei Governatori regionali ,argomento oggetto di polemiche sia nella maggioranza che nell’opposizione. In tutta sincerità, faccio fatica a comprendere le ragioni di chi si oppone al terzo mandato; di più, sono favorevole ad alcun limite che impedisca a questi politici, i Governatori appunto, a presentarsi (all'infinito ?) al giudizio dell’elettorato. Sono dell’avviso che solo il corpo elettorale possa giudicare l’operato di chi si ricandida: se ha fatto bene, potrà proseguire il suo cammino, diversamente, sarà “trombato”(!) .
Bye
se c'è una cosa che lo studio della storia dice in maniera chiara, è che il permanere al potere delle stesse persone nelle stesse funzioni, è la premessa di un regime e della corruzione.
mettere un limite temporale a una funzione dirigente è assolutamente necessario affinche chi copre una determinata carica non cominci a considerarla una sua proprietà, e si comporti di conseguenza.

ci sono tante cariche che una persona intelligente e stimata può ricoprire senza la necessità di inchiodarsi a una seggiola
e se è stato un buon amministratore o dirigente si sarà creato anche uno staf con persone competenti in grado prenderne il posto e/o supportare in modo adeguato il suo successore.
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heyoka
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Re: Il terzo mandato.

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RedWine ha scritto: 7 gen 2025, 14:48 se c'è una cosa che lo studio della storia dice in maniera chiara, è che il permanere al potere delle stesse persone nelle stesse funzioni, è la premessa di un regime e della corruzione.
mettere un limite temporale a una funzione dirigente è assolutamente necessario affinche chi copre una determinata carica non cominci a considerarla una sua proprietà, e si comporti di conseguenza.

ci sono tante cariche che una persona intelligente e stimata può ricoprire senza la necessità di inchiodarsi a una seggiola
e se è stato un buon amministratore o dirigente si sarà creato anche uno staf con persone competenti in grado prenderne il posto e/o supportare in modo adeguato il suo successore.
Rimane il DIRITTO DEMOCRATICO del popolo di decidere, anche se vuole essere governato da gente inchiodata alla seggiola e magari anche farabutta.
Per contro, ci sono i FUNZIONARI degli ALTI Uffici, che avendo le mani in pasta, sanno bene come farsi gioco, dei novellini eletti.
E i funzionari non li mandi via con il voto.
Non per niente è stato coniato il termine BUROCRAZIA.
La vita è come un ponte, puoi attraversarla ma non costruirci una casa sopra.
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Leno Lazzari
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Re: Il terzo mandato.

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heyoka ha scritto: 7 gen 2025, 19:11 Rimane il DIRITTO DEMOCRATICO del popolo di decidere, anche se vuole essere governato da gente inchiodata alla seggiola e magari anche farabutta.
Per contro, ci sono i FUNZIONARI degli ALTI Uffici, che avendo le mani in pasta, sanno bene come farsi gioco, dei novellini eletti.
E i funzionari non li mandi via con il voto.
Non per niente è stato coniato il termine BUROCRAZIA.
E comunque almeno per Zaia farei un eccezione alla regola .

Altri, se ce ne sono di altrettanto onesti non so .
La politica è l’arte d’impedire agli avversari di fare la loro

.........ma andare oltre no ?
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RedWine
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Re: Il terzo mandato.

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heyoka ha scritto: 7 gen 2025, 19:11 Rimane il DIRITTO DEMOCRATICO del popolo di decidere, anche se vuole essere governato da gente inchiodata alla seggiola e magari anche farabutta.
Per contro, ci sono i FUNZIONARI degli ALTI Uffici, che avendo le mani in pasta, sanno bene come farsi gioco, dei novellini eletti.
E i funzionari non li mandi via con il voto.
Non per niente è stato coniato il termine BUROCRAZIA.
di decidere chi eleggere tra i candidati validi.
ma è il parlamento che decide quali sono le regole perchè un candidato sia valido o meno, e se il parlamento decide che i mandati per il presidente di una regione possono essere solo due allora:
i mandati possibili sono solo due.

anche se, come al solito si interpretano le leggi all'italiana e ognuno fa come gli pare.
https://www.policymakermag.it/fact-chec ... i-regione/
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RedWine
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Re: Il terzo mandato.

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Leno Lazzari ha scritto: 7 gen 2025, 19:54 E comunque almeno per Zaia farei un eccezione alla regola .

Altri, se ce ne sono di altrettanto onesti non so .
come dicevo:

"come al solito si interpretano le leggi all'italiana e ognuno fa come gli pare."

ma poi non ci lamentiamo se anche i giudici si mettono a interpretare a cazzo le leggi.
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Fosforo31
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Re: Il terzo mandato.

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Tre mandati elettivi? D'accordo. I due mandati dei 5stelle erano oggettivamente un po' risicati (anche se 10 anni di politica nelle istituzioni non sono pochi), tre mi sembrano un giusto compromesso. Se un signore proveniente dalla società civile viene eletto governatore al primo colpo, allora potrà governare la Regione per un massimo di 15 anni. Che sono tanti, più che sufficienti per portare a termine un programma politico di ampio respiro. Dopodiché potrà ricoprire cariche non elettive: l'assessore, il sottosegretario, il ministro, il presidente del Consiglio, il Commissario europeo, e scusate se è poco. Anche su queste cariche porrei un limite di tre perché sono funzioni tecniche ma anche politiche e
la politica non è e non deve diventare un mestiere.
Mentre i magistrati - rispondo all'amico Heyoka - sono tecnici (tecnici del diritto), come gli ingegneri, i medici, gli idraulici, quindi non vedo controindicazioni alla professione o al mestiere del magistrato. Anzi io mi fido dei tecnici esperti, il mio meccanico ha più di 70 anni.
Ma perché la politica non è un mestiere?
Sarebbe come dire "pensare è un mestiere", "amare è un mestiere". La politica è un nostro connotato fondamentale, molte specie animali sono "sociali", noi siamo di più, animali politici: zoon politikòn dice Aristotele. Ne deduciamo che il limite sui mandati elettorali non è un impedimento a fare politica. Lo testimonia, per esempio, Pier Luigi Bersani:
"Non lascerò la politica, quella non si lascia mai. Il seggio sì"
Un caso analogo è Alessandro Di Battista. Ambedue hanno commesso gravi errori politici ma erano e sono, anche senza una poltrona, Politici con la P maiuscola.
E perché la politica non deve diventare un mestiere? La risposta è quasi banale, almeno qui in Italia dove l'andazzo lo conosciamo tutti. Potrei limitarmi a qualche esempio. Pier Ferdinando Casini è un politucolo, un mestierante seduto in parlamento dal 1983, 13 mandati di cui 2 all'europarlamento, più uno da consigliere comunale a Bologna; una banderuola passata dalla Dc a Berlusconi, da Renzi alla Schlein. Mentre Salvini a 20 anni era già consigliere comunale a Milano, poi 7 mandati parlamentari (3 a Bruxelles), alleato di Berlusconi, dei 5stelle e di Draghi, passato dalla secessione al federalismo e all'autonomia differenziata. Anche nella Prima Repubblica c'erano i politici di lungo corso ma il vizio era attenuato dal fatto che c'erano partiti seri, ideologici e poco personalizzati, eccetto il PSI del mestierante Craxi. Il ladrone tangentaro cade a fagiolo per illustrare un altro argomento contro il mestiere della politica. Le regole dei vari ordini monastici impongono ai frati di cambiare aria e convento dopo un certo numero di anni. La ratio è ridurre il rischio di violare i voti di castità e povertà. Anche i mestieranti della politica, perfino quelli casti e puri come il democristiano e ciellino Formigoni, possono cadere in tentazione se li lasci al governo di una Regione per 4 mandati consecutivi. Cancellare il mestiere della politica introducendo in Costituzione un limite sui mandati contribuirebbe a spersonalizzare la politica e a ridurre la corruzione e il clientelismo.
Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo
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Leno Lazzari
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Re: Il terzo mandato.

Messaggio da leggere da Leno Lazzari »

In buona sostanza la mia su un ipotetico terzo mandato a Zaia
(non ho mai votato Lega !) mi sembrerebbe giusto A) se é così
popolare tra l'elettorato (e lui lo é) ma B) anche perché credo
non sia mai stato sfiorato a inchieste e tanto meno per abuso
d'ufficio che oggi in campagna elettorale non si nega a nessuno .
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heyoka
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Re: Il terzo mandato.

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Fosforo31 ha scritto: 8 gen 2025, 1:20 Tre mandati elettivi? D'accordo. I due mandati dei 5stelle erano oggettivamente un po' risicati (anche se 10 anni di politica nelle istituzioni non sono pochi), tre mi sembrano un giusto compromesso. Se un signore proveniente dalla società civile viene eletto governatore al primo colpo, allora potrà governare la Regione per un massimo di 15 anni. Che sono tanti, più che sufficienti per portare a termine un programma politico di ampio respiro. Dopodiché potrà ricoprire cariche non elettive: l'assessore, il sottosegretario, il ministro, il presidente del Consiglio, il Commissario europeo, e scusate se è poco. Anche su queste cariche porrei un limite di tre perché sono funzioni tecniche ma anche politiche e
la politica non è e non deve diventare un mestiere.
Mentre i magistrati - rispondo all'amico Heyoka - sono tecnici (tecnici del diritto), come gli ingegneri, i medici, gli idraulici, quindi non vedo controindicazioni alla professione o al mestiere del magistrato. Anzi io mi fido dei tecnici esperti, il mio meccanico ha più di 70 anni.
Ma perché la politica non è un mestiere?
Sarebbe come dire "pensare è un mestiere", "amare è un mestiere". La politica è un nostro connotato fondamentale, molte specie animali sono "sociali", noi siamo di più, animali politici: zoon politikòn dice Aristotele. Ne deduciamo che il limite sui mandati elettorali non è un impedimento a fare politica. Lo testimonia, per esempio, Pier Luigi Bersani:
"Non lascerò la politica, quella non si lascia mai. Il seggio sì"
Un caso analogo è Alessandro Di Battista. Ambedue hanno commesso gravi errori politici ma erano e sono, anche senza una poltrona, Politici con la P maiuscola.
E perché la politica non deve diventare un mestiere? La risposta è quasi banale, almeno qui in Italia dove l'andazzo lo conosciamo tutti. Potrei limitarmi a qualche esempio. Pier Ferdinando Casini è un politucolo, un mestierante seduto in parlamento dal 1983, 13 mandati di cui 2 all'europarlamento, più uno da consigliere comunale a Bologna; una banderuola passata dalla Dc a Berlusconi, da Renzi alla Schlein. Mentre Salvini a 20 anni era già consigliere comunale a Milano, poi 7 mandati parlamentari (3 a Bruxelles), alleato di Berlusconi, dei 5stelle e di Draghi, passato dalla secessione al federalismo e all'autonomia differenziata. Anche nella Prima Repubblica c'erano i politici di lungo corso ma il vizio era attenuato dal fatto che c'erano partiti seri, ideologici e poco personalizzati, eccetto il PSI del mestierante Craxi. Il ladrone tangentaro cade a fagiolo per illustrare un altro argomento contro il mestiere della politica. Le regole dei vari ordini monastici impongono ai frati di cambiare aria e convento dopo un certo numero di anni. La ratio è ridurre il rischio di violare i voti di castità e povertà. Anche i mestieranti della politica, perfino quelli casti e puri come il democristiano e ciellino Formigoni, possono cadere in tentazione se li lasci al governo di una Regione per 4 mandati consecutivi. Cancellare il mestiere della politica introducendo in Costituzione un limite sui mandati contribuirebbe a spersonalizzare la politica e a ridurre la corruzione e il clientelismo.
Per lo stesso principio, si dovrebbe dare un massimo di tre mandati elettorali, anche agli elettori.
Dopo che uno ha votato TRE volte , basta e avanza.
Per quanto riguarda i Giudici, io sono sempre per la loro elezione diretta.
La vita è come un ponte, puoi attraversarla ma non costruirci una casa sopra.
(Proverbio dei Sioux)
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Re: Il terzo mandato.

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Leno Lazzari ha scritto: 8 gen 2025, 5:12 In buona sostanza la mia su un ipotetico terzo mandato a Zaia
(non ho mai votato Lega !) mi sembrerebbe giusto A) se é così
popolare tra l'elettorato (e lui lo é) ma B) anche perché credo
non sia mai stato sfiorato a inchieste e tanto meno per abuso
d'ufficio che oggi in campagna elettorale non si nega a nessuno .
O tutti o nessuno, Leno.
La vita è come un ponte, puoi attraversarla ma non costruirci una casa sopra.
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Re: Il terzo mandato.

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heyoka ha scritto: 8 gen 2025, 7:36 Per lo stesso principio, si dovrebbe dare un massimo di tre mandati elettorali, anche agli elettori.
Dopo che uno ha votato TRE volte , basta e avanza.
Per quanto riguarda i Giudici, io sono sempre per la loro elezione diretta.
Allora non mi sono spiegato bene, egregio Heyoka. La sovranità appartiene al popolo non ai politici. In altri termini la base della democrazia è il voto attivo dei cittadini ed elettori e non il voto passivo dei candidati alle elezioni. Il primo è, in base all'art.48 della Costituzione, un diritto civile inalienabile (salvo interdizione temporanea da sentenza di condanna per gravi reati, come accadde al frodatore Berlusconi) e un dovere civico, il secondo è solo un diritto con limitazioni. Per es. quelle imposte dalla legge Severino, dal Dpr n.361 del 1957 che rende ineleggibile per conflitto di interessi i grandi concessionari pubblici e che fu sempre scelleratamente disapplicato per Berlusconi, e da interdizione dai pubblici uffici per sentenza. Ma in Italia, dove esiste di fatto il mestiere del politico (gli diamo pure i vitalizi) e dove la cosa pubblica è considerata da troppi non un bene comune ma una mucca da mungere o una torta da spartire (questo è anche un retaggio di secoli di dominazioni straniere), è necessario e urgente un limite sui mandati elettorali. Un signore o una signora che sta da 20 anni e passa nelle istituzioni e che per il futuro non ha alcuna intenzione di trovarsi un lavoro (tipo Salvini, Meloni e molti altri) può facilmente illudersi che uno spicchio di sovranità appartenga personalmente a lui. E che quindi possa, per esempio, arrogarsi il potere di fermare una nave carica di naufraghi in mezzo al mare, o di regalare armi a un paese in guerra senza informare il popolo sovrano sulla natura, quantità e costo di quelle armi. Una limitazione sui mandati è vieppiù necessaria e urgente in considerazione dell'art.67 della Costituzione che svincola il mandato elettivo dei parlamentari dal mandato politico anch'esso conferito dagli elettori. Quindi un parlamentare può arbitrariamente cambiare partito e coalizione, cambiare casacca, mettersi in vendita (anche in cambio di promesse di ricandidatura), rendere vieppiù stabile, redditizio e spregevole il suo mestiere di polticante che offende cose nobili come la politica e la democrazia.
L'elezione diretta dei magistrati, come ho scritto più volte, non è solo insensata ma impraticabile. I magistrati sono dei tecnici reduci da un processo di selezione durissimo. La loro funzione è delicata ma tecnica, richiede bravura, competenza, esperienza, non un mandato politico. Il magistrato conserva i diritti politici di cittadino ma nell'esercizio delle sue funzioni deve essere apolitico. Le esercita in nome del popolo sovrano (art.101) ma non deve rispondere a nessuno, partiti, gruppi di potere, singoli cittadini. Altrimenti un imputato potrebbe dire al suo giudice: io ti ho eletto e ti ho portato tanti voti, trattami bene. E sul piano pratico come si farebbe a eleggere 10mila magistrati? E chi ha le competenze tecniche e giuridiche per dire che Tizio sarà un magistrato migliore di Caio? Forse, dico forse, un elettore su mille può avere queste competenze.
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Leno Lazzari
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Re: Il terzo mandato.

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heyoka ha scritto: 8 gen 2025, 7:37 O tutti o nessuno, Leno.
Era sottinteso Heyoka . Smiling
La politica è l’arte d’impedire agli avversari di fare la loro

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Gasiot
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Re: Il terzo mandato.

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Fosforo31 ha scritto: 8 gen 2025, 10:32 Allora non mi sono spiegato bene, egregio Heyoka. La sovranità appartiene al popolo non ai politici. In altri termini la base della democrazia è il voto attivo dei cittadini ed elettori e non il voto passivo dei candidati alle elezioni. Il primo è, in base all'art.48 della Costituzione, un diritto civile inalienabile (salvo interdizione temporanea da sentenza di condanna per gravi reati, come accadde al frodatore Berlusconi) e un dovere civico, il secondo è solo un diritto con limitazioni. Per es. quelle imposte dalla legge Severino, dal Dpr n.361 del 1957 che rende ineleggibile per conflitto di interessi i grandi concessionari pubblici e che fu sempre scelleratamente disapplicato per Berlusconi, e da interdizione dai pubblici uffici per sentenza. Ma in Italia, dove esiste di fatto il mestiere del politico (gli diamo pure i vitalizi) e dove la cosa pubblica è considerata da troppi non un bene comune ma una mucca da mungere o una torta da spartire (questo è anche un retaggio di secoli di dominazioni straniere), è necessario e urgente un limite sui mandati elettorali. Un signore o una signora che sta da 20 anni e passa nelle istituzioni e che per il futuro non ha alcuna intenzione di trovarsi un lavoro (tipo Salvini, Meloni e molti altri) può facilmente illudersi che uno spicchio di sovranità appartenga personalmente a lui. E che quindi possa, per esempio, arrogarsi il potere di fermare una nave carica di naufraghi in mezzo al mare, o di regalare armi a un paese in guerra senza informare il popolo sovrano sulla natura, quantità e costo di quelle armi. Una limitazione sui mandati è vieppiù necessaria e urgente in considerazione dell'art.67 della Costituzione che svincola il mandato elettivo dei parlamentari dal mandato politico anch'esso conferito dagli elettori. Quindi un parlamentare può arbitrariamente cambiare partito e coalizione, cambiare casacca, mettersi in vendita (anche in cambio di promesse di ricandidatura), rendere vieppiù stabile, redditizio e spregevole il suo mestiere di polticante che offende cose nobili come la politica e la democrazia.
L'elezione diretta dei magistrati, come ho scritto più volte, non è solo insensata ma impraticabile. I magistrati sono dei tecnici reduci da un processo di selezione durissimo. La loro funzione è delicata ma tecnica, richiede bravura, competenza, esperienza, non un mandato politico. Il magistrato conserva i diritti politici di cittadino ma nell'esercizio delle sue funzioni deve essere apolitico. Le esercita in nome del popolo sovrano (art.101) ma non deve rispondere a nessuno, partiti, gruppi di potere, singoli cittadini. Altrimenti un imputato potrebbe dire al suo giudice: io ti ho eletto e ti ho portato tanti voti, trattami bene. E sul piano pratico come si farebbe a eleggere 10mila magistrati? E chi ha le competenze tecniche e giuridiche per dire che Tizio sarà un magistrato migliore di Caio? Forse, dico forse, un elettore su mille può avere queste competenze.
Sono totalmente in disaccordo
La politica è un lavoro come tanti altri, non mi si venga a ripetere il mantra che uno :applausi: :applausi: che ha fatto politica da giovane non ha mai lavorato, è una cazzata certo che ci sono tanti modi di fare politica , un eletto, che sia consigliere comunale o deputato ha davanti
O è un mezze maniche che obbedisce oppure ha intelligenza propria ed impara quel che serve per il futuro
E da chi impara ? Da chi c'era prima di lui e dai burocrati che di politica ci campano una vita senza tribolare
Quindi un insieme di principianti vergini ed innocenti sono manna per il sistema che non ha nessun interesse a cambiamenti
P.s . Ho passato parecchio tempo a lavorare per la pagnotta e poi lavorare agratis per la politica, soddisfazioni parecchie ma soldi pochi , anzi direi che ci ho anche rimesso
Se un uomo è uno stupido, non lo emancipi dalla sua stupidità col mandarlo all'università. Semplicemente lo trasformi in uno stupido addestrato, dieci volte più pericoloso
Desmond Bagley
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