E veniamo alla vexata quaestio del covid: speravo di non doverne più discutere, dopo non aver fatto altro per tre anni, ma mi rendo conto che ancora a lungo sarà un argomento che attira l'interesse.
Dividiamo subito, cosa che non fa quasi nessuno, la parte medico-scientifica da quella politico-amministrativa.
Dal punto di vista medico, il covid è stata una pandemia virale potenzialmente disastrosa. L'andamento delle pandemie è sempre lo stesso in ogni epoca storica: si arriva rapidamente ad un picco di diffusione e mortalità, e poi, una volta raggiunta spontaneamente l'immunità di gregge, la pandemia scema fino a diventare una malattia come le altre.
Il punto è: quanti morti produce PRIMA di arrivare a quel punto.
L'ultima grande pandemia, un secolo fa, quella della spagnola, aveva fatto tra i 50 ed i 100 milioni di morti (fino al 5% della popolazione mondiale di allora!) prima di scemare spontaneamente. Pur al netto delle condizioni precarie in cui si viveva allora, per di più durante e subito dopo un conflitto mondiale, si tratta di cifre spaventose.
Il Covid ne ha fatti 7 milioni, meno dello 0,1% della attuale popolazione mondiale. Si possono sicuramente avanzare numerose spiegazioni sul differente impatto che le due pandemie hanno avuto, però è innegabile che almeno uno dei fattori predominanti sia stato l'introduzione del vaccino che ha drasticamente accorciato sia la gravità che la durata della pandemia. Nella sola Europa il vaccino contro il Covid ha salvato almeno 1,6 milioni di vite, come evidenziato da uno studio dell'OMS pubblicato su "Lancet" (
https://www.thelancet.com/journals/lanr ... 6/fulltext).
E veniamo al punto dolente, la gestione politico-amministrativa di tutta la questione Covid in Italia.
Qui, vi stupirò, ma io sono assolutamente d'accordo sul fatto che sia stata un obbrobrio, di cui prima o poi i responsabili, l'esimio avvocato del popolo prof. Conte ed il suo fido ministro Speranza, dovrebbero essere chiamati, almeno politicamente. a rispondere.
Un obbrobrio il Green pass, un obbrobrio il lockdown imposto ad una intera generazione di ragazzi e ragazze a cui, per due lunghi anni, è stato vietato inutilmente un momento di crescita fondamentale, la socializzazione.
Le conseguenze di questa sorta di mutilazione psicologica si faranno sentire ancora a lungo: un "effetto collaterale" contro cui non esistono contromisure.