Hannibal Lecter ha scritto: 28 dic 2024, 9:17
Perché tutte le più astruse teorie complottiste ed anti-scientifiche hanno così tanto successo?
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Interessante quesito, che analizzerò guardando necessariamente al mondo della comunicazione e della psicologia del linguaggio, ambiti disciplinari e professionali di mia competenza.
Intanto, concordo su varie considerazioni che hai proposto. Esse, tuttavia, trovano conferma analizzando il funzionamento cerebrale e passando in rassegna varie teorie ormai accettate.
In primis bisogna ricordare che questo non è un fenomeno recente, infatti sono sempre esistite, seppure in modi differenti e spesso non con la frequenza attuale. Oggi si assiste a un'esplosione dei mezzi di comunicazione e alla facilità di fruizione da parte di un pubblico potenzialmente globale.
Parliamo quindi di "information disorder", che non è altro che una forma di "inquinamento della comunicazione".
La tematica è assai complessa, quindi cercherò di non dilungarmi troppo né far annoiare i non addetti ai lavori, seppure sia una disciplina assai affascinante.
Credere a false notizie (che vengono spesso confezionate ad hoc, proprio per essere credibili) è molto facile. Il cervello, infatti, in qualità di "avaro cognitivo", cerca la via più veloce, semplice e meno dispendiosa per valutare i contenuti, tradotti dagli stimoli percepiti.
Inoltre, esso crea vere e proprie costruzioni mentali, che non sono altro che mere simulazioni della realtà.
Si tratta quindi dei famosi bias cognitivi, vere e proprie "distorsioni" che permettono di interpretare le informazioni in modo più rapido, ma basandosi su un'interpretazione soggettiva, non per forza fedele alla realtà.
L'elaborazione delle informazioni è un compito molto dispendioso, in termini energetici, per il cervello. Oggi, inoltre, esso è costantemente bombardato da una moltitudine di stimoli. Deve quindi, necessariamente, compiere delle scelte, affidandosi a quelle che sono definite euristiche. Esse sono delle "scorciatoie" a cui il cervello si affida con enorme frequenza perché comode e molto rapide, atte a giungere velocemente alle conclusioni.
Questo fenomeno, ormai ben studiato dalle neuroscienze, trova conferma nella famosa teoria del
mitico Daniel Kahneman, ossia della presenza di due modi di pensare definiti sistemi. Il Sistema 1 è veloce, immediato, automatico e involontario. Il Sistema 2, invece, appare come un processo assai più lento, analitico e che richiede dunque uno sforzo maggiore.
Infine, sempre grazie agli sviluppi delle recenti tecniche di neuroimaging, merita un cenno la tematica delle emozioni.
La scienza ha definitivamente dimostrato che gli esseri umani non sono primariamente esseri razionali, bensì emotivi.
Infatti, anche il mitico LeDoux sosteneva l'esistenza di due vie (Alta e Bassa, in funzione della posizione delle strutture cerebrali coinvolte). La prima via (quella bassa) si attiva immediatamente e comprende le strutture situate in profondità come il talamo, l'amigdala e le altre parti del sistema limbico. Essa, appunto, si attiva immediatamente, ma questa velocità può comportare errori di valutazione.
La via alta, invece, che riguarda la corteccia cerebrale, richiede maggiori sforzi cognitivi, ma l'informazione viene qui analizzata in modo più approfondito e preciso.
A questi elementi si aggiunge anche una diffusa scarsa istruzione, che influisce in modo determinante nel sottrarre alle persone le capacità analitiche e di ragionamento critico fondamentali per comprendere e valutare la veridicità di quanto letto/visto/sentito.