Nessuno toglie il diritto di contrapporre con le proprie cazzate, le cazzate che pronuncia un ministro DEMOCRATICAMENTE eletto dal popolo, tramite LIBERE elezioni.Romano ha scritto: 9 nov 2024, 18:32 Gira e rigira, io ricordo di aver litigato più spesso con i radicali che con chiunque altro. Anche se erano sempre brave persone, e sinceri democratici, paladini del liberalismo.
La democrazia è approssimativa e imperfetta per sua propria natura. La sue componenti, le sue istituzioni sono fatte per entrare in conflitto, a cominciare dai cittadini organizzati in partiti, ma anche no.
E' un conflitto programmatico e strutturale, previsto dalla tecnologia istituzionale liberale.
Un illustre professore di diritto, alla fine del corso universitario, diceva ai suoi allievi:" quando vi troverete di fronte al dilemma di come intepretare una norma, non cercate di regolarvi secondo il buon senso. La legge non ha niente a che fare col buon senso".
Un ottimo motivo per evitare di immaginare l'elezione popolare dei giudici. Diventerebbe una gara di pescivendoli.
Il tuo "ministro" può tranquillamente dire cazzate, senza che l'ordine dello stato ne soffra più di tanto. Ma deve esserci qualcuno che lo contraddica, e l'esercizio della contraddizione abbia una logica riconoscibile.
La democrazia - caro radicale fuori tempo massimo - non consiste nella libertà del governo di fare e dire quel cazzo che gli salta in testa, ma nella libertà di essere in disaccordo con il governo, e di avere il potere come minimo di costringere il potere politico a rendere conto della propria logica.
In DEMOCRAZIA le cazzate che si contrappongono, vengono conteggiate alle elezioni e non vedo altro modo democratico di accettare quelle che il popolo decide siano quelle che al popolo garbano maggiormente.
Se ci metti una casta a decidere quali sono le cazzate da accettare e quelle da non accettare, a mio parere, non possiamo definire quel sistema democratico.
Ma OLIGARCHICO.