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1. Partiamo dai fondamentali: è possibile tecnicamente uscire dall’euro?
In teoria tutto è possibile, concretamente no. L’uscita dall’euro non è prevista dai trattati, bisognerebbe modificarli. Ecco perché mentono tutti quelli che sostengono di poter abbandonare la moneta unica rimanendo comunque nell’Unione europea. Non esiste l’uno senza l’altro. L’euro è prima di tutto un’istituzione politica e in teoria è previsto che i Paesi fuori dall’eurozona adottino nel lungo periodo la moneta unica.
2. Potremmo uscire totalmente dall’Ue attivando l’articolo 50, come ha fatto il Regno Unito.
Esatto, e avete visto a che punto è ora? E sono partiti pure da una posizione negoziale migliore rispetto all’Italia perché avevano già la sterlina. Per noi sarebbe ancora più difficile: si aprirebbe una fase di almeno due anni (che al Regno Unito non sono bastati), per negoziare l’uscita e nella contrattazione dovremmo inserire anche il passaggio alla lira. La procedura sarebbe un cataclisma economico. Immaginate cosa succederebbe in 48 mesi (o forse più)? Nell’incertezza economica gli anti euro sarebbero i primi a togliere i soldi dal conto corrente.
4. Infatti nel suo “piano B” per uscire dall’euro, il ministro degli Affari Europei Paolo Savona ha previsto di uscire dall’euro di nascosto in un weekend, a borse chiuse, per evitare questo periodo di incertezza letale. Perché non farlo?
Tener segreta l’informazione sarebbe impossibile, ma facciamo finta che il governo ci riesca. Gli anti euro promettono una svalutazione una tantum della lira del 30%. Con la quota di importazioni per il Pil italiano vorrebbe dire uno shock inflattivo intorno al 7%. Tradotto: il prezzo dei beni importati aumenterebbe a dismisura. Dai jeans cinesi alla benzina, al gas. Oltre a questo bisogna aggiungere un’altra inflazione del 6% per la quota di deficit comprato direttamente dal Tesoro. Ipotizziamo una quota del 5% all’anno basandoci sul contratto di governo stipulato da Lega e Cinque Stelle. A questo punto è come fare un default.
5. Gli anti euro più accaniti sarebbero pronti a questo scenario.
Con una patrimoniale di circa il 13% sul potere d’acquisto sarebbe la più grande sottrazione di ricchezza alle famiglie e alle imprese private italiane dalla seconda guerra mondiale. E inciderebbe sui più poveri perché acquisterebbero beni più soggetti all’inflazione: alimenti e vestiti. Se sei ricco pagare la benzina e la carne il doppio ti fa girare le scatole, se sei povero vai a piedi e mangi verdura.
6. Molti sovranisti immaginano la dissoluzione dell’Unione europea e dell’euro così sarebbe più semplice tornare alla lira?
Sarebbe più dannoso per gli altri Paesi europei, questo è certo, ma alla fine lo sarebbe anche per noi perché esportiamo principalmente nell’Unione europea. L’Italia è un Paese storicamente povero di risorse con una fortissima industria manifatturiera che ci permette di essere grandi esportatori. Le nostre imprese non fanno prodotti finiti. Si sono integrate nelle catene del valore globale e in particolare europeo. Sono parte di un grande meccanismo di aziende legate tra loro. Importano prodotti, li lavorano e li vendono all’estero. Quando compri un’auto tedesca sai che metà è fatta in Italia. Non puoi dire dalla sera alla mattina: mi libero della Germania. lo Stato italiano dovrà fare accordi con tutti gli altri 27 Paesi dell’Ue per proteggere le sue imprese così interconnesse con quelle europee. Per un po’ il governo potrebbe andare avanti per inerzia perché gli altri faranno fatica a rialzarsi, ma ci vorrebbe tempo, tanto tempo.
7. Molti critici anti euro hanno messo in conto questo periodo di incertezza pur di ritornare ai fasti della lira. Perché non guardare al lungo periodo?
Perché nel lungo periodo saremo tutti morti (frase dell’economista John Maynard Keynes, ndr). E aspettando di tornare a tempi migliori l’Italia avrebbe distrutto le sue aziende più redditizie, quelle che esportano tanto, sono connesse alle imprese europee e godono di più dei benefici del mercato unico. Non a caso le imprese manifatturiere sono quelle che premono di più il governo per non uscire dall’euro.
No, la Germania ci ha guadagnato con l’euro perché ha fatto le riforme, l’Italia ci ha guadagnato comunque, nonostante non le abbia mai fatte.