porterrockwell ha scritto: 11 apr 2023, 10:20
Mi piacerebbe molto sapere dai fautori della "multiculturalità" che cosa intendano con questo termine ormai abusato e pronunciato solo da chi vuol far vedere la sua presunta modernità culturale.
Se una cultura la definiamo "medievale" come la si deve inserire nel paradiso della multiculturalità? Non vorrei che, stringi stringi, ogni cultura è accettata purché si adegui agli schemi della cultura globalista rinunciando ai propri valori fondanti. In questo caso sarebbe più onesto dire: "Qui si vive così e ti devi adeguare. Se non ti va bene, va a vivere in un paese dove regnano i tuoi valori".
Ma il politicamente corretto ( ed eticamente corrotto) parla sempre più spesso dei valori dell' "inclusione". Si, ma forzata. Volendo fare una battuta anche gli schiavi negri portati in America erano "inclusi" nel sistema là vigente.
Infatti, il "politicamente corretto" e il "pro inclusività", accetta e accoglie incondizionatamente lo straniero, MA, non ammette l'esistenza di una gigantesca incongruenza ( eufemismo) in questa loro inclusività; perché, a sua volta, costui ritiene che essere GAY sia meglio che eterosessuale ( però, l'immigrato musulmano, che noi importiamo a iosa, non contempla l'omosessualità ); o tale "politicamente corretto-inclusivo", pretende che la donna abbia un ruolo dominante in questa società e pertanto non tollera i maschilismi ( però, sempre il sopracitato immigrato, tendenzialmente ritiene che la donna debba stare
sotto i piedi dell'uomo ); e il politicamente corretto-inclusivo, di norma, è CONTRO le religioni in quanto ritenute obsolete( però, in Italia/Europa si stanno costruendo moschee/luoghi di culto, come se non ci fosse un domani; che viceversa mirano ad incrementare proprio i fanatismi religiosi ).
P.S. "Cultura medievale" l'ho definita io, che NON sono un "politicamente corretto". Invece, il politicamente corretto, penso che
giammai la definirebbe cultura "medievale", ma, ANZI, presumo che la giustificherebbe in toto( o alcuni ci dicono che la si debba prendere addirittura come esempio; come fece a suo tempo la Boldrini ) e attenderebbe pazientemente (
pia illusione ) che avvenga una "fusione di culture".
Per quanto mi riguarda, penso che il multiculturalismo ( la fusione di culture
profondamente diverse tra loro ) sia irrealizzabile. E dunque penso che sia cosa buona e giusta - per un immigrato - trasferirsi in un luogo in cui sia apprezzata e condivisa la cultura locale e si sia disposti ad adeguarsi ai loro usi e costumi. E/o possibilmente apportando
in loco miglioramenti filosofici: come ad esempio diffondere coraggio, orgoglio e fierezza( di essere italiani) agli italiani; poco provvisti di questi valori.