Siamo animali sociali.
Già il carcere, in quanto privazione della libertà, è un modo per portarci via dalla società. Inoltre, di fatto è esso stesso una "micro-società".
L'isolamento comporta quindi una sorta di "doppia pena". Si è soli con la propria voce interiore. E ciò può essere un'esperienza devastante, che per taluni può comportare la pazzia.
Mancando il contatto con gli altri, non potendo dare o ricevere conforto, né confrontarsi o sfogarsi, è qualcosa di molto intenso per quanto riguarda lo status interiore di ognuno.
Giusto quindi alternare tale pena con momenti di socialità, soprattutto per i più meritevoli. Perché qualsiasi percorso riabilitativo che comporti, in ultima analisi, la volontà di rimettere il detenuto in libertà, deve fornire le capacità per essere nuovamente parte della società.