Vento ha scritto: 3 gen 2023, 18:13
Ha, ha, ha, ha !!!
Invece autorizza un paese non confinante a mandare suoi militari, sue armi e suoi politici (Victoria Nuland) ad organizzare un colpo di stato?
Le ultime elezioni libere avevano eletto un presidente ucraino, Yanucovich, che la Nuland ha cacciato, con i torbidi di piazza Maidan. Negli usa vogliono processare Trump per non aver impedito che degli scalmanati irrompessero nel parlamento, senza per altro far vittime, mentre i golpisti usa a Maidan hanno fatto molte vittime e soprattutto hanno cacciato il presidente legalmente eletto, l'ultimo presidente ucraino legittimo. Certo tra integrazione con l'Europa e integrazione con la Russia aveva scelto la seconda. E allora? Rappresentava la maggioranza dell'Ucraina, anche geograficamente. Vai a vedere la mappa dei risultati elettorali e capirai le pretese russe su terre da cui la Russia stessa è nata.
Diciamo che i fatti si sono svolti in maniera differente.
Yanucovich aveva strizzato l'occhio alla Russia, con conseguenti proteste da parte della popolazione che avrebbe preferito un'apertura verso l'Europa. Egli invece accettò denaro in prestito dalla Russia. Inoltre, anche a seguito di tali fatti, la sua famiglia si arricchì in modo abnorme (fatto tipico di chi diviene amico di Putin...).
Egli, a seguito delle proteste che non si placavano nel Paese, rimosse anche funzionari governativi e il sindaco di Kiev (ritenuti responsabili). L'Occidente, quindi, minacciò proponendo sanzioni e ritenendolo ovviamente responsabile delle tensioni che non si placavano nel Paese. Solo la Russia lo appoggiava.
Ci fu quindi un assalto ai palazzi governativi ed egli fuggì, salvo poi ricomparire qualche giorno dopo in Russia.
Anche lui, come l'amico zar, parlò di forze neofasciste.
Ritorniamo quindi alla vecchia questione: la Russia non vuole che un Paese ad essa vicino culturalmente (e, soprattutto, ex parte dell'URSS) diventi Europa e quindi ha scatenato tutto questo putiferio per impedirlo (o ricreare l'URSS, avendo già la Bielorussia al guinzaglio). Ma, ancora una volta, è bene ricordare che i dissapori politici non possono giustificare un intervento armato sull'intero Paese invaso, con il mero pretesto di "liberare" le regioni confinanti. Tutto ciò viola palesemente il diritto internazionale.