Approvato in totoValerio ha scritto: 1 dic 2022, 21:58 Ti prego, tieni duro sulla distruzione di quella mostruosità che gli ipocriti continuano a chiamare RdC.
Il primo errore è stato affidarne la gestione ai Centri per l'impiego. Queste anomalie riverniciate malamente per dissimulare che sono solo i vecchi Uffici di Collocamento, sono inutili, aboliti da un referendum popolare proprio perché incapaci di "collocare" i disoccupati, e danno un vitalizio ad impiegati privi di competenze, slancio lavorativo e mezzi tecnici e normativi per operare.
Molto più snelle ed efficaci, invece, le Agenzie Interinali. Ma solo al Nord, visto che operano in modo massiccio con le industrie.
Facciamo chiarezza.
Il RdC è un sussidio? SI.
A chi deve essere rivolto? 1) a chi non può lavorare. 2) a chi non sa lavorare. 3) a chi non trova lavoro.
Il primo gruppo ne ha diritto perché deve uscire da quella vergognosa categoria dei "poveri totali". Quelli, per intenderci, che fanno la fame e vanno alla Caritas. Naturalmente l'impossibilità di lavorare deve essere accertata dai Servizi Sociali.
Il secondo gruppo è la vittima (forse) del nostro sistema della formazione statale, fatto di diplomifici e di enti di formazione professionale avulsi dal tessuto produttivo, emanazione dei sindacati che ottengono il finanziamento dei loro addetti usando il ricatto della pax sindacale. Nessun sindacato nazionale escluso.
Se togliamo il RdC a questo gruppo rischiamo di alimentare il lavoro nero o di ingrossare il settore dei poveri e dei delinquenti. Come agire? Bisogna ridurre gli importi, già bassi, e vincolare l'erogazione ad un impiego reale nei lavori socialmente utili. Non certo lasciarli a casa a degradarsi!
Il terzo gruppo ha il diritto di fruire di un reddito pieno, ma condizionato ad un reale coinvolgimento nella formazione. E qui individuiamo due attori, lo Stato con la Pubblica Istruzione e le Aziende con una vera, autentica Formazione Professionale. Quindi un reddito minimo per la formazione di stato ed un reddito pieno come contributo alle aziende che si rendano disponibili ad assumere e formare giovani e fuoriusciti dal mondo del lavoro, da loro stesse selezionati e con la prospettiva di rimanere in azienda. Saranno poi le loro associazioni a dotarsi di strumenti per realizzare la formazione in azienda.
Grazie, è un argomento che conosco bene, per esperienza decennale. Ho gridato nel deserto, ma c'erano solo sordi.Leno Lazzari ha scritto: 2 dic 2022, 6:13Approvato in totoValerio ha scritto: 1 dic 2022, 21:58 Ti prego, tieni duro sulla distruzione di quella mostruosità che gli ipocriti continuano a chiamare RdC.
Il primo errore è stato affidarne la gestione ai Centri per l'impiego. Queste anomalie riverniciate malamente per dissimulare che sono solo i vecchi Uffici di Collocamento, sono inutili, aboliti da un referendum popolare proprio perché incapaci di "collocare" i disoccupati, e danno un vitalizio ad impiegati privi di competenze, slancio lavorativo e mezzi tecnici e normativi per operare.
Molto più snelle ed efficaci, invece, le Agenzie Interinali. Ma solo al Nord, visto che operano in modo massiccio con le industrie.
Facciamo chiarezza.
Il RdC è un sussidio? SI.
A chi deve essere rivolto? 1) a chi non può lavorare. 2) a chi non sa lavorare. 3) a chi non trova lavoro.
Il primo gruppo ne ha diritto perché deve uscire da quella vergognosa categoria dei "poveri totali". Quelli, per intenderci, che fanno la fame e vanno alla Caritas. Naturalmente l'impossibilità di lavorare deve essere accertata dai Servizi Sociali.
Il secondo gruppo è la vittima (forse) del nostro sistema della formazione statale, fatto di diplomifici e di enti di formazione professionale avulsi dal tessuto produttivo, emanazione dei sindacati che ottengono il finanziamento dei loro addetti usando il ricatto della pax sindacale. Nessun sindacato nazionale escluso.
Se togliamo il RdC a questo gruppo rischiamo di alimentare il lavoro nero o di ingrossare il settore dei poveri e dei delinquenti. Come agire? Bisogna ridurre gli importi, già bassi, e vincolare l'erogazione ad un impiego reale nei lavori socialmente utili. Non certo lasciarli a casa a degradarsi!
Il terzo gruppo ha il diritto di fruire di un reddito pieno, ma condizionato ad un reale coinvolgimento nella formazione. E qui individuiamo due attori, lo Stato con la Pubblica Istruzione e le Aziende con una vera, autentica Formazione Professionale. Quindi un reddito minimo per la formazione di stato ed un reddito pieno come contributo alle aziende che si rendano disponibili ad assumere e formare giovani e fuoriusciti dal mondo del lavoro, da loro stesse selezionati e con la prospettiva di rimanere in azienda. Saranno poi le loro associazioni a dotarsi di strumenti per realizzare la formazione in azienda.
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I centri per l'impiego, come 3/4 della gestione statale italiana, andrebbero prima ripuliti dagli scalda poltrone, e dopo aver messo delle persone competenti fatti funzionare come nel resto d'Europa.Valerio ha scritto: 2 dic 2022, 8:25Grazie, è un argomento che conosco bene, per esperienza decennale. Ho gridato nel deserto, ma c'erano solo sordi.
I Centri per l'impiego sono un carrozzone politico intoccabile. In Sicilia si arriva addirittura a trattamenti retributivi e pensionistici semplicemente faraonici.
Il personale è in gran parte reclutato fra parenti e amici di politici, amministratori locali e sindacalisti.
È una vergogna nota a tutti! Tranne che alla dormiente magistratura. Milioni di euro di fondi pubblici, un fiume di denaro che sparisce in disprezzo dei veri poveri. Però gli ipocriti difendono una minuzia come il RdC.
Non voglio esagerare, ma i Centri per l'impiego (riverniciatura degli aboliti uffici di collocamento) assorbono, come una spugna secca, più denaro in Sicilia del RdC in tutta Italia.
Chiudo perché ho idea che la Digos sia venuta a prendermi.![]()
Non sei un sognatore. Dici cose ovvie, ma tu per primo non credi a chi queste cose le ha vissute.Crossfire ha scritto: 2 dic 2022, 8:36I centri per l'impiego, come 3/4 della gestione statale italiana, andrebbero prima ripuliti dagli scalda poltrone, e dopo aver messo delle persone competenti fatti funzionare come nel resto d'Europa.Valerio ha scritto: 2 dic 2022, 8:25
Grazie, è un argomento che conosco bene, per esperienza decennale. Ho gridato nel deserto, ma c'erano solo sordi.
I Centri per l'impiego sono un carrozzone politico intoccabile. In Sicilia si arriva addirittura a trattamenti retributivi e pensionistici semplicemente faraonici.
Il personale è in gran parte reclutato fra parenti e amici di politici, amministratori locali e sindacalisti.
È una vergogna nota a tutti! Tranne che alla dormiente magistratura. Milioni di euro di fondi pubblici, un fiume di denaro che sparisce in disprezzo dei veri poveri. Però gli ipocriti difendono una minuzia come il RdC.
Non voglio esagerare, ma i Centri per l'impiego (riverniciatura degli aboliti uffici di collocamento) assorbono, come una spugna secca, più denaro in Sicilia del RdC in tutta Italia.
Chiudo perché ho idea che la Digos sia venuta a prendermi.![]()
Lo so, sono un sognatore.
In fatto di denaro pubblico che finisce in tasche private (e di pochi) la magistratura fa la gnorri anche con la sanità dentro la quale si rubano risorse (in vario modo) per cifre scandalose .Valerio ha scritto: 2 dic 2022, 8:25Grazie, è un argomento che conosco bene, per esperienza decennale. Ho gridato nel deserto, ma c'erano solo sordi.
I Centri per l'impiego sono un carrozzone politico intoccabile. In Sicilia si arriva addirittura a trattamenti retributivi e pensionistici semplicemente faraonici.
Il personale è in gran parte reclutato fra parenti e amici di politici, amministratori locali e sindacalisti.
È una vergogna nota a tutti! Tranne che alla dormiente magistratura. Milioni di euro di fondi pubblici, un fiume di denaro che sparisce in disprezzo dei veri poveri. Però gli ipocriti difendono una minuzia come il RdC.
Non voglio esagerare, ma i Centri per l'impiego (riverniciatura degli aboliti uffici di collocamento) assorbono, come una spugna secca, più denaro in Sicilia del RdC in tutta Italia.
Chiudo perché ho idea che la Digos sia venuta a prendermi.![]()
è ovvio che il RdC è un temporaneo deterrente per snaturare il voto di scambio. E su questo, sempre che sia farina del suo sacco, riconosco la genialità di Grillo.Valerio ha scritto: 1 dic 2022, 21:58 Ti prego, tieni duro sulla distruzione di quella mostruosità che gli ipocriti continuano a chiamare RdC.
Il primo errore è stato affidarne la gestione ai Centri per l'impiego. Queste anomalie riverniciate malamente per dissimulare che sono solo i vecchi Uffici di Collocamento, sono inutili, aboliti da un referendum popolare proprio perché incapaci di "collocare" i disoccupati, e danno un vitalizio ad impiegati privi di competenze, slancio lavorativo e mezzi tecnici e normativi per operare.
Molto più snelle ed efficaci, invece, le Agenzie Interinali. Ma solo al Nord, visto che operano in modo massiccio con le industrie.
Facciamo chiarezza.
Il RdC è un sussidio? SI.
A chi deve essere rivolto? 1) a chi non può lavorare. 2) a chi non sa lavorare. 3) a chi non trova lavoro.
Il primo gruppo ne ha diritto perché deve uscire da quella vergognosa categoria dei "poveri totali". Quelli, per intenderci, che fanno la fame e vanno alla Caritas. Naturalmente l'impossibilità di lavorare deve essere accertata dai Servizi Sociali.
Il secondo gruppo è la vittima (forse) del nostro sistema della formazione statale, fatto di diplomifici e di enti di formazione professionale avulsi dal tessuto produttivo, emanazione dei sindacati che ottengono il finanziamento dei loro addetti usando il ricatto della pax sindacale. Nessun sindacato nazionale escluso.
Se togliamo il RdC a questo gruppo rischiamo di alimentare il lavoro nero o di ingrossare il settore dei poveri e dei delinquenti. Come agire? Bisogna ridurre gli importi, già bassi, e vincolare l'erogazione ad un impiego reale nei lavori socialmente utili. Non certo lasciarli a casa a degradarsi!
Il terzo gruppo ha il diritto di fruire di un reddito pieno, ma condizionato ad un reale coinvolgimento nella formazione. E qui individuiamo due attori, lo Stato con la Pubblica Istruzione e le Aziende con una vera, autentica Formazione Professionale. Quindi un reddito minimo per la formazione di stato ed un reddito pieno come contributo alle aziende che si rendano disponibili ad assumere e formare giovani e fuoriusciti dal mondo del lavoro, da loro stesse selezionati e con la prospettiva di rimanere in azienda. Saranno poi le loro associazioni a dotarsi di strumenti per realizzare la formazione in azienda.
Assolutamente da sottoscrivere.Valerio ha scritto: 1 dic 2022, 21:58 Ti prego, tieni duro sulla distruzione di quella mostruosità che gli ipocriti continuano a chiamare RdC.
Il primo errore è stato affidarne la gestione ai Centri per l'impiego. Queste anomalie riverniciate malamente per dissimulare che sono solo i vecchi Uffici di Collocamento, sono inutili, aboliti da un referendum popolare proprio perché incapaci di "collocare" i disoccupati, e danno un vitalizio ad impiegati privi di competenze, slancio lavorativo e mezzi tecnici e normativi per operare.
Molto più snelle ed efficaci, invece, le Agenzie Interinali. Ma solo al Nord, visto che operano in modo massiccio con le industrie.