Smart working: Italia ultima in Europa

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Shamash
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Smart working: Italia ultima in Europa

Messaggio da leggere da Shamash »

Con la pandemia è "scoppiata" anche la tematica dello smart working, o telelavoro o insomma la possibilità di lavorare da remoto, da casa o dove si preferisce. I vantaggi di tale pratica sono innumerevoli: si lavora meglio, si rende di più, si inquina meno, si risparmia tempo e denaro sugli spostamenti casa-lavoro, si ottimizza il tempo (anche quello libero), si è più felici.

Ovviamente, viene da sé, per tutte quelle professioni che possono svolgere le proprie mansioni a distanza.

La crisi sanitaria del 2020 ha costretto molti settori a tale scelta, oggi poco gradita al mondo della politica (che notoriamente vive su un altro pianeta) fonte: https://www.ansa.it/sito/notizie/econom ... 471e4.html mentre le aziende virtuose che lo praticano da tempo, hanno ottenuto grandi benefici, proprio in termini di qualità, resa e felicità dei dipendenti.

Io lavoro ormai da remoto sin dagli inizi del 2017, come libero professionista-freelance. Posso quindi confermare tutti i vantaggi che esso comporta.

In Europa, ci sono Paesi dove si pratica in modo preponderante, mentre in altri non si è ancora capito quanto possa essere utile. In tal caso, è proprio l'Italia il fanalino di coda. Che novità!
Fonte: https://sqpiu.it/smart-working-italia-ultima-in-europa/
Le stesse percentuali si vedono oltreoceano, con gli USA in testa (37%, al pari della Danimarca).

Come al solito, per secoli abbiamo esportato conoscenza, cultura, abilità.
Ora abbiamo da imparare tutto dagli altri... :roll:
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Sayon
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Re: Smart working: Italia ultima in Europa

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Shamash ha scritto: 4 gen 2022, 18:15 Con la pandemia è "scoppiata" anche la tematica dello smart working, o telelavoro o insomma la possibilità di lavorare da remoto, da casa o dove si preferisce. I vantaggi di tale pratica sono innumerevoli: si lavora meglio, si rende di più, si inquina meno, si risparmia tempo e denaro sugli spostamenti casa-lavoro, si ottimizza il tempo (anche quello libero), si è più felici.

Ovviamente, viene da sé, per tutte quelle professioni che possono svolgere le proprie mansioni a distanza.

La crisi sanitaria del 2020 ha costretto molti settori a tale scelta, oggi poco gradita al mondo della politica (che notoriamente vive su un altro pianeta) fonte: https://www.ansa.it/sito/notizie/econom ... 471e4.html mentre le aziende virtuose che lo praticano da tempo, hanno ottenuto grandi benefici, proprio in termini di qualità, resa e felicità dei dipendenti.

Io lavoro ormai da remoto sin dagli inizi del 2017, come libero professionista-freelance. Posso quindi confermare tutti i vantaggi che esso comporta.

In Europa, ci sono Paesi dove si pratica in modo preponderante, mentre in altri non si è ancora capito quanto possa essere utile. In tal caso, è proprio l'Italia il fanalino di coda. Che novità!
Fonte: https://sqpiu.it/smart-working-italia-ultima-in-europa/
Le stesse percentuali si vedono oltreoceano, con gli USA in testa (37%, al pari della Danimarca).

Come al solito, per secoli abbiamo esportato conoscenza, cultura, abilità.
Ora abbiamo da imparare tutto dagli altri... :roll:
Tutto giusto Shamash, ma c'e una differenza. In Italia non c'e' la cultura del "lavoro" almeno nel settore pubblico. I tuoi giusti concetti si possono applicare al settore privato, ma con il settore pubblico si potrebbe fare solo dopo una decurtazione (o mancate assunzioni per un lungo peiodo) del numero del prsonale, cosa che credo sia impossibile al Sud dove fare lo "statale", ovvero essere inlicenziabile, fa parte della tradizione locale. Piu gente sta a casa, piu nessuno lavorera' aspetandosi che lo faccia l' "altro". Occorre sfoltire il personale statale almeno del 50% e rendere chi resta responsabile al 100% del suo lavoro, come appunto si fa nel settore privato.Questo e' il primo problema. Il secondo e' che hanno gia' creato un sistema telematico "burocratico", ovvero quello che negli USA si ottiene con soli due comandi , in Italia ne richiede 10, complicati da password, passaggi al celulare, linguaggio incomprensibile, mancanza di istruzioni. Io lavoro semre al comouter ma in Italia ho difficolta' ad orientarmi ogni volta che entro in contatto con amministrazioni pubbliche.
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Shamash
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Re: Smart working: Italia ultima in Europa

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Sayon ha scritto: 4 gen 2022, 22:38 Tutto giusto Shamash, ma c'e una differenza. In Italia non c'e' la cultura del "lavoro" almeno nel settore pubblico. I tuoi giusti concetti si possono applicare al settore privato, ma con il settore pubblico si potrebbe fare solo dopo una decurtazione (o mancate assunzioni per un lungo peiodo) del numero del prsonale, cosa che credo sia impossibile al Sud dove fare lo "statale", ovvero essere inlicenziabile, fa parte della tradizione locale. Piu gente sta a casa, piu nessuno lavorera' aspetandosi che lo faccia l' "altro". Occorre sfoltire il personale statale almeno del 50% e rendere chi resta responsabile al 100% del suo lavoro, come appunto si fa nel settore privato.Questo e' il primo problema. Il secondo e' che hanno gia' creato un sistema telematico "burocratico", ovvero quello che negli USA si ottiene con soli due comandi , in Italia ne richiede 10, complicati da password, passaggi al celulare, linguaggio incomprensibile, mancanza di istruzioni. Io lavoro semre al comouter ma in Italia ho difficolta' ad orientarmi ogni volta che entro in contatto con amministrazioni pubbliche.
Concordo. Infatti descrivevo i benefici di tutto ciò vivendoli in prima persona, ma da professionista privato. Nel mondo della pubblica amministrazione tutto cambia. Ma cambia, come giustamente affermi, in Italia. Purtroppo, com'è impostata ora (e lo è da sempre), è una delle note dolenti del nostro Paese. Burocrazia infinita, lungaggini, sistemi antiquati e persone che credono nel posto fisso, non nelle mansioni che dovrebbero svolgere. Se nel settore pubblico vi fosse la medesima impostazione di quello privato, tutto cambierebbe.
In tal senso, lo smart working diventerebbe una risorsa preziosissima proprio per l'ambito pubblico. Si risparmierebbe tantissimo e i cittadini potrebbero fruire in modo assai agevole di tutti i servizi per cui oggi bisogna trascorrere ore in fila agli sportelli.

Come già detto tantissime volte, in numerosi contesti anche molto differenti fra loro, serve un serio cambiamento nella mentalità e nella cultura, che ci proietti nel futuro. Futuro che per altri è già realtà da anni...
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Re: Smart working: Italia ultima in Europa

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Shamash ha scritto: 4 gen 2022, 18:15 Con la pandemia è "scoppiata" anche la tematica dello smart working, o telelavoro o insomma la possibilità di lavorare da remoto, da casa o dove si preferisce. I vantaggi di tale pratica sono innumerevoli: si lavora meglio, si rende di più, si inquina meno, si risparmia tempo e denaro sugli spostamenti casa-lavoro, si ottimizza il tempo (anche quello libero), si è più felici.

Ovviamente, viene da sé, per tutte quelle professioni che possono svolgere le proprie mansioni a distanza.
se è una scelta personale non dubito che sia meglio, e se un libero professionista non viene controllato da nessuno, è perchè sa che il suo stipendio deriva dal suo lavoro, quindi non necessita di ulteriori controlli, diverso è la situazione tra datore di lavoro e dipendente.
se la scelta è forzata molte volte non è affatto meglio, l'interazione con i colleghi di lavoro è importante, a volte chiedere e ottenere un suggerimento o avere/dare un aiuto al collega della scrivania a fianco risolve la situazione, e una pausa caffè in compagnia è psicologicamente salutare.
separare il privato dal lavoro anche, non sempre stare a casa è la scelta migliore, non sempre si ha una stanza disponibile per lavorare.
se si risparmia sugli spostamenti, si spende per riscaldamento e condizionamento.
oltre le condivisibili osservazioni di Sayon sugli statali e sull'amministrazione pubblica ancora del tutto inadeguata a una simile modalità lavorativa.
insomma lo Smart working puo essere una buona cosa, ma anche una pessima cosa, specie se non sviluppato autonomamente dall'azienda come efficientamento nel processo lavorativo e di conseguenza contrattato e adattato al dipendente, ma imposto dall'esterno per causa maggiore.
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Shamash
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Re: Smart working: Italia ultima in Europa

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RedWine ha scritto: 5 gen 2022, 0:12 se è una scelta personale non dubito che sia meglio, e se un libero professionista non viene controllato da nessuno, è perchè sa che il suo stipendio deriva dal suo lavoro, quindi non necessita di ulteriori controlli, diverso è la situazione tra datore di lavoro e dipendente.
se la scelta è forzata molte volte non è affatto meglio, l'interazione con i colleghi di lavoro è importante, a volte chiedere e ottenere un suggerimento o avere/dare un aiuto al collega della scrivania a fianco risolve la situazione, e una pausa caffè in compagnia è psicologicamente salutare.
separare il privato dal lavoro anche, non sempre stare a casa è la scelta migliore, non sempre si ha una stanza disponibile per lavorare.
se si risparmia sugli spostamenti, si spende per riscaldamento e condizionamento.
oltre le condivisibili osservazioni di Sayon sugli statali e sull'amministrazione pubblica ancora del tutto inadeguata a una simile modalità lavorativa.
insomma lo Smart working puo essere una buona cosa, ma anche una pessima cosa, specie se non sviluppato autonomamente dall'azienda come efficientamento nel processo lavorativo e di conseguenza contrattato e adattato al dipendente, ma imposto dall'esterno per causa maggiore.
Ovviamente, quando è una scelta personale, viene realizzata, pianificata e voluta.
Si ha uno spazio dedicato, una connessione veloce, si risparmia sulle code in autostrada e si è al lavoro sin da subito. Ciò non significa vivere da eremita, perché si incontrano comunque clienti, colleghi, altri specialisti più volte a settimana, ma diviene tutto gestito meglio.
Quando diventa una decisione imposta dall'azienda (o dalle circostanze, come il covid), viene da sé che l'azienda stessa dovrebbe prodigarsi per offrire tutto ciò e mettere quindi i lavoratori nelle migliori condizioni. Negli USA, in Giappone, in molti Paesi nordici è una realtà consolidata da anni e, come si è dimostrato proprio in Giappone (e per similitudine lo estenderei a tutte le grandi città nel mondo), permette di lavorare meglio, gestire quindi il tempo in modo più efficace e risparmiare. Ma, ovviamente, serve un sistema che sia ben strutturato per tutto ciò. Quindi una mentalità, ma anche risorse e caratteristiche funzionali adeguate.
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Sayon
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Re: Smart working: Italia ultima in Europa

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Shamash ha scritto: 5 gen 2022, 0:54
RedWine ha scritto: 5 gen 2022, 0:12 se è una scelta personale non dubito che sia meglio, e se un libero professionista non viene controllato da nessuno, è perchè sa che il suo stipendio deriva dal suo lavoro, quindi non necessita di ulteriori controlli, diverso è la situazione tra datore di lavoro e dipendente.
se la scelta è forzata molte volte non è affatto meglio, l'interazione con i colleghi di lavoro è importante, a volte chiedere e ottenere un suggerimento o avere/dare un aiuto al collega della scrivania a fianco risolve la situazione, e una pausa caffè in compagnia è psicologicamente salutare.
separare il privato dal lavoro anche, non sempre stare a casa è la scelta migliore, non sempre si ha una stanza disponibile per lavorare.
se si risparmia sugli spostamenti, si spende per riscaldamento e condizionamento.
oltre le condivisibili osservazioni di Sayon sugli statali e sull'amministrazione pubblica ancora del tutto inadeguata a una simile modalità lavorativa.
insomma lo Smart working puo essere una buona cosa, ma anche una pessima cosa, specie se non sviluppato autonomamente dall'azienda come efficientamento nel processo lavorativo e di conseguenza contrattato e adattato al dipendente, ma imposto dall'esterno per causa maggiore.

Ovviamente, quando è una scelta personale, viene realizzata, pianificata e voluta.
Si ha uno spazio dedicato, una connessione veloce, si risparmia sulle code in autostrada e si è al lavoro sin da subito. Ciò non significa vivere da eremita, perché si incontrano comunque clienti, colleghi, altri specialisti più volte a settimana, ma diviene tutto gestito meglio.
Quando diventa una decisione imposta dall'azienda (o dalle circostanze, come il covid), viene da sé che l'azienda stessa dovrebbe prodigarsi per offrire tutto ciò e mettere quindi i lavoratori nelle migliori condizioni. Negli USA, in Giappone, in molti Paesi nordici è una realtà consolidata da anni e, come si è dimostrato proprio in Giappone (e per similitudine lo estenderei a tutte le grandi città nel mondo), permette di lavorare meglio, gestire quindi il tempo in modo più efficace e risparmiare. Ma, ovviamente, serve un sistema che sia ben strutturato per tutto ciò. Quindi una mentalità, ma anche risorse e caratteristiche funzionali adeguate.
Sono d'accordo su tutto anche perche praticato da me stesso da quasi 20 anni, ovvero due anni dopo che andai in pensione. Da allora capii che era perfettamente inutile andare nell' ufficio dell' organizzazione per la quale ero consulente, perche da casa ero molto piu' efficiente. Viaggiavo anche per loro dovunque, ma i miei rapporti li scrivono da dove mi trovavo al momento (Italia, USA, Mozambico, Filippine, Marocco e cosi via). Gli orari erano dettati dalle mie esigenze, e quindi potevo giocare a tennis o scoprire posti nuovi per poi lavorare finio a tarda notte o nei giorni festivi.Devo aver fatto un buon lavoro visto che mi hanno continuato a chiamare fino a quando io stesso ho deciso di fermarmi. Andare in ufficio avrebbe significato per me continuare a vivere nella stessa citta', sprecare almeno 5 ore di viaggio diario, passare il tempo in una stanza noiosa, perdere tempo a parlare con segretarie e colleghi e sentirmi prigioniero. In conclusione se io mi sentii efficiente e soddisfatto, i miei datori di lavoro si sentirono lo stesso ed ancora di piu' . Questo e' certamente possibile anche con imprese italiane e (teoricamente) con gli uffici pubblici, eppure non riusciamo a decollare. Il COVID pero potrebbe essere il punto di partenza.
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Leno Lazzari
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Re: Smart working: Italia ultima in Europa

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Shamash ha scritto: 5 gen 2022, 0:01
Sayon ha scritto: 4 gen 2022, 22:38 Tutto giusto Shamash, ma c'e una differenza. In Italia non c'e' la cultura del "lavoro" almeno nel settore pubblico. I tuoi giusti concetti si possono applicare al settore privato, ma con il settore pubblico si potrebbe fare solo dopo una decurtazione (o mancate assunzioni per un lungo peiodo) del numero del prsonale, cosa che credo sia impossibile al Sud dove fare lo "statale", ovvero essere inlicenziabile, fa parte della tradizione locale. Piu gente sta a casa, piu nessuno lavorera' aspetandosi che lo faccia l' "altro". Occorre sfoltire il personale statale almeno del 50% e rendere chi resta responsabile al 100% del suo lavoro, come appunto si fa nel settore privato.Questo e' il primo problema. Il secondo e' che hanno gia' creato un sistema telematico "burocratico", ovvero quello che negli USA si ottiene con soli due comandi , in Italia ne richiede 10, complicati da password, passaggi al celulare, linguaggio incomprensibile, mancanza di istruzioni. Io lavoro semre al comouter ma in Italia ho difficolta' ad orientarmi ogni volta che entro in contatto con amministrazioni pubbliche.
Concordo. Infatti descrivevo i benefici di tutto ciò vivendoli in prima persona, ma da professionista privato. Nel mondo della pubblica amministrazione tutto cambia. Ma cambia, come giustamente affermi, in Italia. Purtroppo, com'è impostata ora (e lo è da sempre), è una delle note dolenti del nostro Paese. Burocrazia infinita, lungaggini, sistemi antiquati e persone che credono nel posto fisso, non nelle mansioni che dovrebbero svolgere. Se nel settore pubblico vi fosse la medesima impostazione di quello privato, tutto cambierebbe.
In tal senso, lo smart working diventerebbe una risorsa preziosissima proprio per l'ambito pubblico. Si risparmierebbe tantissimo e i cittadini potrebbero fruire in modo assai agevole di tutti i servizi per cui oggi bisogna trascorrere ore in fila agli sportelli.

Come già detto tantissime volte, in numerosi contesti anche molto differenti fra loro, serve un serio cambiamento nella mentalità e nella cultura, che ci proietti nel futuro. Futuro che per altri è già realtà da anni...
Chiunque un domani dovesse riuscire a far funzionare realmente la pubblica amministrazione dovrebbero prevedere un monumento equestre sul Gianicolo al posto di quella dell'eroe dei due mondi.......

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Re: Smart working: Italia ultima in Europa

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Leno Lazzari ha scritto: 5 gen 2022, 4:48
Shamash ha scritto: 5 gen 2022, 0:01
Concordo. Infatti descrivevo i benefici di tutto ciò vivendoli in prima persona, ma da professionista privato. Nel mondo della pubblica amministrazione tutto cambia. Ma cambia, come giustamente affermi, in Italia. Purtroppo, com'è impostata ora (e lo è da sempre), è una delle note dolenti del nostro Paese. Burocrazia infinita, lungaggini, sistemi antiquati e persone che credono nel posto fisso, non nelle mansioni che dovrebbero svolgere. Se nel settore pubblico vi fosse la medesima impostazione di quello privato, tutto cambierebbe.
In tal senso, lo smart working diventerebbe una risorsa preziosissima proprio per l'ambito pubblico. Si risparmierebbe tantissimo e i cittadini potrebbero fruire in modo assai agevole di tutti i servizi per cui oggi bisogna trascorrere ore in fila agli sportelli.

Come già detto tantissime volte, in numerosi contesti anche molto differenti fra loro, serve un serio cambiamento nella mentalità e nella cultura, che ci proietti nel futuro. Futuro che per altri è già realtà da anni...
Chiunque un domani dovesse riuscire a far funzionare realmente la pubblica amministrazione dovrebbero prevedere un monumento equestre sul Gianicolo al posto di quella dell'eroe dei due mondi.......

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Il metodo c'e' e funziona se si usano capi setore onesti. Ogni anno si fa una graduatoria della "performance". Gli ultimi della graduatoria vengono licenziati, ai penultimi si da altra opportunita. I primi ricevono un aumento dello stipendio piu alto degli altri. Per assicurare onesta' anche i capi reparto ricevono lo stesso trattamento dai loro superiori. Il super capo riceve i voti dei suoi dipendenti in anonimato. Al posto dei licenziati, si assume nuova gente, se necessario. In Italia certamente il sistema sarebbe deformato, ma non troppo a lungo se si trovano persono oneste come capi settore. Questo metodo era usato nella mia Organizzazione.
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Sayon ha scritto: 5 gen 2022, 14:41
Leno Lazzari ha scritto: 5 gen 2022, 4:48

Chiunque un domani dovesse riuscire a far funzionare realmente la pubblica amministrazione dovrebbero prevedere un monumento equestre sul Gianicolo al posto di quella dell'eroe dei due mondi.......

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Il metodo c'e' e funziona se si usano capi setore onesti. Ogni anno si fa una graduatoria della "performance". Gli ultimi della graduatoria vengono licenziati, ai penultimi si da altra opportunita. I primi ricevono un aumento dello stipendio piu alto degli altri. Per assicurare onesta' anche i capi reparto ricevono lo stesso trattamento dai loro superiori. Il super capo riceve i voti dei suoi dipendenti in anonimato. Al posto dei licenziati, si assume nuova gente, se necessario. In Italia certamente il sistema sarebbe deformato, ma non troppo a lungo se si trovano persono oneste come capi settore. Questo metodo era usato nella mia Organizzazione.
Sayò Manchi da troppi anni, oppure sei distrato ma di fatto quello che tu auspichi é quasi impossibile . Dovresti seguire un po' le vicissitudini di Brunetta che sta cercando di riportare i dipendenti statali di nuovo in ufficio .

Io ho tre amici (e adesso mia nuora) che hanno entrambe lavorato molti anni nella sanità in economati, segreterie di direzione etc e ti assicuro che il termine che meglio gli si attaglia é moralmente degradato per colpa di un buon 30% di parassiti che se non andassero a lavorare probabilmente farebbero la felicità dei colleghi "virtuosi" .

Anni addietro qualcuno suggerì di studiare un sistema, come pensi tu, per premiare i più capaci e volenterosi ma grazie alla merda nazionale dei sindacati l'amministrazione dovette ob torto collo ripiegare sui premi a pioggia, cioè al capace e volenteroso come al fannullone nella stessa misura .

Io la soluzione ce l'avrei ma poi verrei tacciato di fascista WWE.gif
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Re: Smart working: Italia ultima in Europa

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Leno Lazzari ha scritto: 5 gen 2022, 17:54
Sayon ha scritto: 5 gen 2022, 14:41

Il metodo c'e' e funziona se si usano capi setore onesti. Ogni anno si fa una graduatoria della "performance". Gli ultimi della graduatoria vengono licenziati, ai penultimi si da altra opportunita. I primi ricevono un aumento dello stipendio piu alto degli altri. Per assicurare onesta' anche i capi reparto ricevono lo stesso trattamento dai loro superiori. Il super capo riceve i voti dei suoi dipendenti in anonimato. Al posto dei licenziati, si assume nuova gente, se necessario. In Italia certamente il sistema sarebbe deformato, ma non troppo a lungo se si trovano persono oneste come capi settore. Questo metodo era usato nella mia Organizzazione.
Sayò Manchi da troppi anni, oppure sei distrato ma di fatto quello che tu auspichi é quasi impossibile . Dovresti seguire un po' le vicissitudini di Brunetta che sta cercando di riportare i dipendenti statali di nuovo in ufficio .

Conosco la situazione proprio come te, avendo amici e due sorelle che hanno lavorato (veramente, con impegno e passione) im ministeri, scuole ed altri enti pubblici. La riforma e' necessaria e io auguro che Brunetta riesca a fare qualcosa, lavorando con Draghi che conosce di persona il sistema che io ho suggerito . I sindacati sono la ROVINA DEI LAVORATORI ma se non cominciamo a metterly fuori, come fece la Thatcher, e come potrebbe fare anche Draghi, adesso che e' intoccabile, chi lo fara? L' Italia e' un paese retrogrado nel settore pubblico proprio perche' permette l' esistenza dei parassiti. Un metodo che elimini solo gli ULTIMI della classe . magari dopo due anni di mancata performance, non credo possa essere sfidato dai sindacati. Occorre cominciare da qualche parte sia a rendere il settore pubblico efficiente (il 50-60% lo e' gia') sia a ridurre i DANNI provocati dagli scioperi proposti dai sindacati. A me sembra che Draghi abbia gia' cominciato almeno a snobbare i sindacati.
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Sayon ha scritto: 6 gen 2022, 1:06
Leno Lazzari ha scritto: 5 gen 2022, 17:54

Sayò Manchi da troppi anni, oppure sei distrato ma di fatto quello che tu auspichi é quasi impossibile . Dovresti seguire un po' le vicissitudini di Brunetta che sta cercando di riportare i dipendenti statali di nuovo in ufficio .

Conosco la situazione proprio come te, avendo amici e due sorelle che hanno lavorato (veramente, con impegno e passione) im ministeri, scuole ed altri enti pubblici. La riforma e' necessaria e io auguro che Brunetta riesca a fare qualcosa, lavorando con Draghi che conosce di persona il sistema che io ho suggerito . I sindacati sono la ROVINA DEI LAVORATORI ma se non cominciamo a metterly fuori, come fece la Thatcher, e come potrebbe fare anche Draghi, adesso che e' intoccabile, chi lo fara? L' Italia e' un paese retrogrado nel settore pubblico proprio perche' permette l' esistenza dei parassiti. Un metodo che elimini solo gli ULTIMI della classe . magari dopo due anni di mancata performance, non credo possa essere sfidato dai sindacati. Occorre cominciare da qualche parte sia a rendere il settore pubblico efficiente (il 50-60% lo e' gia') sia a ridurre i DANNI provocati dagli scioperi proposti dai sindacati. A me sembra che Draghi abbia gia' cominciato almeno a snobbare i sindacati.
Io ho tre amici (e adesso mia nuora) che hanno entrambe lavorato molti anni nella sanità in economati, segreterie di direzione etc e ti assicuro che il termine che meglio gli si attaglia é moralmente degradato per colpa di un buon 30% di parassiti che se non andassero a lavorare probabilmente farebbero la felicità dei colleghi "virtuosi" .

Anni addietro qualcuno suggerì di studiare un sistema, come pensi tu, per premiare i più capaci e volenterosi ma grazie alla merda nazionale dei sindacati l'amministrazione dovette ob torto collo ripiegare sui premi a pioggia, cioè al capace e volenteroso come al fannullone nella stessa misura .

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