Una grande fabbrica che non sa cosa produrre

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Una grande fabbrica che non sa cosa produrre

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1° CINA (28,4% della produzione globale)

2˚ STATI UNITI (16,6% della produzione globale)

3˚ GIAPPONE (7,2% della produzione globale)

4˚ GERMANIA (5,8% della produzione globale)

5˚ COREA DEL SUD (3,3% della produzione globale)

6˚ INDIA (3% della produzione globale)

7˚ ITALIA (2,3% della produzione globale)

8˚ FRANCIA (1,9% della produzione globale)

9˚ REGNO UNITO (1,8% della produzione globale)

10˚ MESSICO (1,5% della produzione globale)



L'Italia è una enorme fabbrica.
La settima fabbrica più grande nel mondo.
La seconda fabbrica più grande in Europa.

Il problema è che questa enorme fabbrica non sa cosa produrre.
Una volta lo sapeva.
Sapeva bene cosa produrre.
E sapeva produrlo bene.
Adesso non più.

E' come se i padroni di questa fabbrica, nel corso degli anni, si fossero rincretiniti.
Sicchè alcuni reparti di questa enorme fabbrica sono stati svuotati e le catene di montaggio trasferite altrove.
Mentre altri reparti sono stati affittati alle multnazionali.

Il problema è che le multinazionali sanno sì cosa produrre, ma lo producono a un livello qualitativo schifoso, molto inferiore al NOSTRO livello qualitativo.
E così il buon nome della nostra fabbrica si sta sputtanando.
Ma soprattutto queste multinazionali trattano i NOSTRI lavoratori come dei pezzi di merda.

Lavoratori che dal biberon hanno succhiato latte e cultura e qualità e produttività del lavoro vengono assunti come se fossero degli incapaci ignoranti pezzenti.
E poi ributtati in mezzo a una strada non appena alla multinazionale di turno gli girano i coglioni.

Come ci siamo ridotti a questo punto?
I padroni della enorme fabbrica italiana come hanno potuto rincretinirsi fino a questo punto?
In Italia ci sono ancora dei padroni che non siano completamente cretini?
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giaguaro
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Re: Una grande fabbrica che non sa cosa produrre

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luce allievi ha scritto: 23 nov 2021, 9:38 1° CINA (28,4% della produzione globale)

2˚ STATI UNITI (16,6% della produzione globale)

3˚ GIAPPONE (7,2% della produzione globale)

4˚ GERMANIA (5,8% della produzione globale)

5˚ COREA DEL SUD (3,3% della produzione globale)

6˚ INDIA (3% della produzione globale)

7˚ ITALIA (2,3% della produzione globale)

8˚ FRANCIA (1,9% della produzione globale)

9˚ REGNO UNITO (1,8% della produzione globale)

10˚ MESSICO (1,5% della produzione globale)



L'Italia è una enorme fabbrica.
La settima fabbrica più grande nel mondo.
La seconda fabbrica più grande in Europa.

Il problema è che questa enorme fabbrica non sa cosa produrre.
Una volta lo sapeva.
Sapeva bene cosa produrre.
E sapeva produrlo bene.
Adesso non più.

E' come se i padroni di questa fabbrica, nel corso degli anni, si fossero rincretiniti.
Sicchè alcuni reparti di questa enorme fabbrica sono stati svuotati e le catene di montaggio trasferite altrove.
Mentre altri reparti sono stati affittati alle multnazionali.

Il problema è che le multinazionali sanno sì cosa produrre, ma lo producono a un livello qualitativo schifoso, molto inferiore al NOSTRO livello qualitativo.
E così il buon nome della nostra fabbrica si sta sputtanando.
Ma soprattutto queste multinazionali trattano i NOSTRI lavoratori come dei pezzi di merda.

Lavoratori che dal biberon hanno succhiato latte e cultura e qualità e produttività del lavoro vengono assunti come se fossero degli incapaci ignoranti pezzenti.
E poi ributtati in mezzo a una strada non appena alla multinazionale di turno gli girano i coglioni.

Come ci siamo ridotti a questo punto?
I padroni della enorme fabbrica italiana come hanno potuto rincretinirsi fino a questo punto?
In Italia ci sono ancora dei padroni che non siano completamente cretini?
Io concordo con Te su tutto.
Purtroppo, però, bisogna tener conto che la situazione è cambiata anche per l'Italia. Con la globalizzazione i paesi dove si produce molto e peggio, sono le nazioni dove il reddito pro-capite è 4/6 volte inferiore alle nazioni civilizzate. E' chiaro che producono male; però i loro prodotti costano molto meno di quelli degli altri Paesi e così finiscono comunque per fare una concorrenza sleale.
I Paesi più progrediti, come la Germania e l'Italia, a causa degli alti costi di produzione e delle eccessive imposizioni tributarie, aprono le loro nuove fabbriche nei paesi dove i costi sono molto inferiori sotto tutti i punti di vista.
Anche se l'Italia, tenuto conto del numero degli abitanti, potrebbe essere considerata fra le prime tre nazioni produttive al mondo (presi per certi i dati del sondaggio che hai riportato tu, gentile Luce), gli imprenditori si trovano costretti ad emigrare e ad aprire le nuove fabbriche nei paesi dove il lavoro è più avanzato, ma molto meno costoso.
Purtroppo, credo che sia questa è la ragione della mancata crescita della produttività del nostro Paese in questi utimi decenni!
Non posso insegnare niente a nessuno, posso solo cercare di farli riflettere - SOCRATE
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Sayon
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Re: Una grande fabbrica che non sa cosa produrre

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luce allievi ha scritto: 23 nov 2021, 9:38 1° CINA (28,4% della produzione globale)

2˚ STATI UNITI (16,6% della produzione globale)

3˚ GIAPPONE (7,2% della produzione globale)

4˚ GERMANIA (5,8% della produzione globale)

5˚ COREA DEL SUD (3,3% della produzione globale)

6˚ INDIA (3% della produzione globale)

7˚ ITALIA (2,3% della produzione globale)

8˚ FRANCIA (1,9% della produzione globale)

9˚ REGNO UNITO (1,8% della produzione globale)

10˚ MESSICO (1,5% della produzione globale)



L'Italia è una enorme fabbrica.
La settima fabbrica più grande nel mondo.
La seconda fabbrica più grande in Europa.

Il problema è che questa enorme fabbrica non sa cosa produrre.
Una volta lo sapeva.
Sapeva bene cosa produrre.
E sapeva produrlo bene.
Adesso non più.

E' come se i padroni di questa fabbrica, nel corso degli anni, si fossero rincretiniti.
Sicchè alcuni reparti di questa enorme fabbrica sono stati svuotati e le catene di montaggio trasferite altrove.
Mentre altri reparti sono stati affittati alle multnazionali.

Il problema è che le multinazionali sanno sì cosa produrre, ma lo producono a un livello qualitativo schifoso, molto inferiore al NOSTRO livello qualitativo.
E così il buon nome della nostra fabbrica si sta sputtanando.
Ma soprattutto queste multinazionali trattano i NOSTRI lavoratori come dei pezzi di merda.

Lavoratori che dal biberon hanno succhiato latte e cultura e qualità e produttività del lavoro vengono assunti come se fossero degli incapaci ignoranti pezzenti.
E poi ributtati in mezzo a una strada non appena alla multinazionale di turno gli girano i coglioni.

Come ci siamo ridotti a questo punto?
I padroni della enorme fabbrica italiana come hanno potuto rincretinirsi fino a questo punto?
In Italia ci sono ancora dei padroni che non siano completamente cretini?
L' Italia resta e restera' una grande fabbrica. Perche' l' ingrediente che fa camminare la fabbrica nel caso dell' Italia e' la "fantasia". L acapacita' di creare nuovi modelli e nuove idee. Sono molto piu pericolosi gli Americani, Tedeschi, Francesi e Giaponesi che ci rubano i nostri "cervelli", stilisti, trender e spcialisti. Non ragionare come una sindicalista, ma come una persona intelligente. L' Italia non puo' competere con Paesei come la Cina. l' India, e, in futuro, Africa per quantoriguarda il costo del lavoro. E quindi i sindacati, difendendo le fabbriche, condanneranno gli stessi lavoratori a perdere il lavoro e a infiniti scioperi. Quello che l' Italia DEVE assolutamente fare, e' creare "specilaisti", migliorare il livello culturale e tecnico dei lavoratori, crare una classe di lavoro piu elevata e diversa da quella degli anni 50. Dobbiamo produrre articoli sempre piu di lusso, pregiati, altamente tecnici...costosi perche quello e' il futuro per una nazione moderna e sviluppata. Il mondo cammina e i lavori "tradizionali" saranno svolti da immigrati soprattutto ovvero da chi ha bisogno di lavoro ed e' disposto a farli. Quanto alle Compagnie sovranazionali stanno dappertutto in Europa ed altrove. E continuano, con tutti i loro difetti, a dare lavoro. Basta fare dei contratti di vendita che garantiscano un numero di anni di produzione. Ma non si puo cristallizzare tutto credendo che le fabbriche durano per SEMPRE.
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Re: Una grande fabbrica che non sa cosa produrre

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giaguaro ha scritto: 23 nov 2021, 11:52 Io concordo con Te su tutto.
Purtroppo, però, bisogna tener conto che la situazione è cambiata anche per l'Italia. Con la globalizzazione i paesi dove si produce molto e peggio, sono le nazioni dove il reddito pro-capite è 4/6 volte inferiore alle nazioni civilizzate. E' chiaro che producono male; però i loro prodotti costano molto meno di quelli degli altri Paesi e così finiscono comunque per fare una concorrenza sleale.
I Paesi più progrediti, come la Germania e l'Italia, a causa degli alti costi di produzione e delle eccessive imposizioni tributarie, aprono le loro nuove fabbriche nei paesi dove i costi sono molto inferiori sotto tutti i punti di vista.
Anche se l'Italia, tenuto conto del numero degli abitanti, potrebbe essere considerata fra le prime tre nazioni produttive al mondo (presi per certi i dati del sondaggio che hai riportato tu, gentile Luce), gli imprenditori si trovano costretti ad emigrare e ad aprire le nuove fabbriche nei paesi dove il lavoro è più avanzato, ma molto meno costoso.
Purtroppo, credo che sia questa è la ragione della mancata crescita della produttività del nostro Paese in questi utimi decenni!
Queste sono le solite scuse tirate fuori dai padroni italiani per giustificare la loro cretinaggine.

I dati reali (Eurostat) ci dicono invece che, tra il 2008 e il 2017, la produzione industriale tedesca è aumentata di 141 miliardi e la produzione industriale italiana è diminuita di 64 miliardi.
Nonostante un operaio tedesco guadagni 45.450 euro all'anno e un operaio italiano ne guadagni 28.850.
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Re: Una grande fabbrica che non sa cosa produrre

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Ma forse, per descrivere la cretinaggine dei padroni italiani, sarebbe più utile un esempio.

L'industria farmaceutica italiana è la prima in Europa. L'industria farmaceutica tedesca è soltanto seconda.
Eppure, nonostante la leadership italiana, è stata una azienda tedesca a inventare la tecnologia mRNA e l'industrializazione del prodotto è stata poi affidata a una azienda americana.
In pratica, nonostante la sua leadership, l'industria farmaceutica italiana s'è fatta soffiare sotto il naso un profitto di 3,9 miliardi di $ (Biontech) + 11 miliardi di $ (Pfizer).
NB - sono profitti semestrali; quelli annuali non sono ancora disponibili.
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Gasiot
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Re: Una grande fabbrica che non sa cosa produrre

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Nella mia esperienza lavorativa ho imparato che non puoi competere sul mercato globale solo con la quantità ma serve soprattutto la qualità e questa non ti permette i grandi numeri ,al massimo i grandi fatturati grazie al lavoro fatto fare dove costa meno
Mi sembra inevitabile che questo accada ed il sindacato ha poco da aggiungere
Leggo del confronto tra germania ed italia ed anche qui un senso c'è , e riguarda appunto la qualità ...se hai già la fama di essere un buon costruttore ti è facile poi tenere il prezzi di vendita piuttosto alti
Noi potremmo competere solo con l'esportazione di cibo ,moda ed auto di nicchia ma pare che buona parte di questi settori siano già in mano straniera
Se un uomo è uno stupido, non lo emancipi dalla sua stupidità col mandarlo all'università. Semplicemente lo trasformi in uno stupido addestrato, dieci volte più pericoloso
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Re: Una grande fabbrica che non sa cosa produrre

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luce allievi ha scritto: 23 nov 2021, 9:38 1° CINA (28,4% della produzione globale)

2˚ STATI UNITI (16,6% della produzione globale)

3˚ GIAPPONE (7,2% della produzione globale)

4˚ GERMANIA (5,8% della produzione globale)

5˚ COREA DEL SUD (3,3% della produzione globale)

6˚ INDIA (3% della produzione globale)

7˚ ITALIA (2,3% della produzione globale)

8˚ FRANCIA (1,9% della produzione globale)

9˚ REGNO UNITO (1,8% della produzione globale)

10˚ MESSICO (1,5% della produzione globale)



L'Italia è una enorme fabbrica.
La settima fabbrica più grande nel mondo.
La seconda fabbrica più grande in Europa.

Il problema è che questa enorme fabbrica non sa cosa produrre.
Una volta lo sapeva.
Sapeva bene cosa produrre.
E sapeva produrlo bene.
Adesso non più.

E' come se i padroni di questa fabbrica, nel corso degli anni, si fossero rincretiniti.
Sicchè alcuni reparti di questa enorme fabbrica sono stati svuotati e le catene di montaggio trasferite altrove.
Mentre altri reparti sono stati affittati alle multnazionali.

Il problema è che le multinazionali sanno sì cosa produrre, ma lo producono a un livello qualitativo schifoso, molto inferiore al NOSTRO livello qualitativo.
E così il buon nome della nostra fabbrica si sta sputtanando.
Ma soprattutto queste multinazionali trattano i NOSTRI lavoratori come dei pezzi di merda.

Lavoratori che dal biberon hanno succhiato latte e cultura e qualità e produttività del lavoro vengono assunti come se fossero degli incapaci ignoranti pezzenti.
E poi ributtati in mezzo a una strada non appena alla multinazionale di turno gli girano i coglioni.

Come ci siamo ridotti a questo punto?
I padroni della enorme fabbrica italiana come hanno potuto rincretinirsi fino a questo punto?
In Italia ci sono ancora dei padroni che non siano completamente cretini?
È la globalizzazione, bellezza…
SLAVA ROSSIJA!!! 🇷🇺
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Re: Una grande fabbrica che non sa cosa produrre

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Gasiot ha scritto: 23 nov 2021, 16:46 Nella mia esperienza lavorativa ho imparato che non puoi competere sul mercato globale solo con la quantità ma serve soprattutto la qualità e questa non ti permette i grandi numeri ,al massimo i grandi fatturati grazie al lavoro fatto fare dove costa meno
Mi sembra inevitabile che questo accada ed il sindacato ha poco da aggiungere
Leggo del confronto tra germania ed italia ed anche qui un senso c'è , e riguarda appunto la qualità ...se hai già la fama di essere un buon costruttore ti è facile poi tenere il prezzi di vendita piuttosto alti
Noi potremmo competere solo con l'esportazione di cibo ,moda ed auto di nicchia ma pare che buona parte di questi settori siano già in mano straniera
Evidentemente non sai che l'Italia è all'8° posto nella classifica dei Paesi esportatori ed è al 5° posto nella classifica del surplus commerciale.
E ancora più evidentemente non sai che le esportazioni italiane sono così composte:

10,4% forni, bruciatori e sistemi di riscaldamento; macchine e apparecchi di sollevamento e movimentazione; macchine e attrezzature per ufficio (esclusi computer e unità periferiche); utensili portatili a motore; attrezzature di uso non domestico per la refrigerazione e la ventilazione e altre macchine di impiego generale

6,2% medicinali e preparati farmaceutici

4,4% macchine per la metallurgia; macchine da miniera, cava e cantiere; macchine per l’industria alimentare, delle bevande e del tabacco; macchine per le industrie tessili, dell’abbigliamento e del cuoio (incluse parti e accessori); macchine per l’industria della carta e del cartone (incluse parti e accessori); macchine per l’industria delle materie plastiche e della gomma (incluse parti e accessori) e macchine per impieghi speciali (incluse parti e accessori)

4,4% autoveicoli

4,0% abbigiamento (pelliccia esclusa)

3,0% prodotti chimici, plastica, gomme

3,0% parti e accessori per autoveicoli

2,7% pelletteria, selleria, pellicce, borse

2,7% prodotti dalla raffinazione petrolifera

...

...

...

...

...

...

...

...

Ma non te la prendere.
Molti italiani non hanno la minima idea di cosa produca ed esporti l'Italia :mrgreen:
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Re: Una grande fabbrica che non sa cosa produrre

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nerorosso ha scritto: 23 nov 2021, 17:08 ...
È la globalizzazione, bellezza…
Dato che l'Italia è l'8° Paese esportatore e il 5° Paese per surplus commerciale, sai la fine che faremmo se non ci fosse la globalizzazione?

PIL pro-capite (in euro ai prezzi del 2010)
1861 => 2.190
2011 => 25.668

Distribuzione del reddito (coefficiente di Gini)
1861 => 0,50
2011 => 0,33

Persone in stato di povertà assoluta
1861 => 40%
2011 => 4%
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carletto3
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Re: Una grande fabbrica che non sa cosa produrre

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luce allievi ha scritto: 23 nov 2021, 17:17
Gasiot ha scritto: 23 nov 2021, 16:46 Nella mia esperienza lavorativa ho imparato che non puoi competere sul mercato globale solo con la quantità ma serve soprattutto la qualità e questa non ti permette i grandi numeri ,al massimo i grandi fatturati grazie al lavoro fatto fare dove costa meno
Mi sembra inevitabile che questo accada ed il sindacato ha poco da aggiungere
Leggo del confronto tra germania ed italia ed anche qui un senso c'è , e riguarda appunto la qualità ...se hai già la fama di essere un buon costruttore ti è facile poi tenere il prezzi di vendita piuttosto alti
Noi potremmo competere solo con l'esportazione di cibo ,moda ed auto di nicchia ma pare che buona parte di questi settori siano già in mano straniera
Evidentemente non sai che l'Italia è all'8° posto nella classifica dei Paesi esportatori ed è al 5° posto nella classifica del surplus commerciale.
E ancora più evidentemente non sai che le esportazioni italiane sono così composte:

10,4% forni, bruciatori e sistemi di riscaldamento; macchine e apparecchi di sollevamento e movimentazione; macchine e attrezzature per ufficio (esclusi computer e unità periferiche); utensili portatili a motore; attrezzature di uso non domestico per la refrigerazione e la ventilazione e altre macchine di impiego generale

6,2% medicinali e preparati farmaceutici

4,4% macchine per la metallurgia; macchine da miniera, cava e cantiere; macchine per l’industria alimentare, delle bevande e del tabacco; macchine per le industrie tessili, dell’abbigliamento e del cuoio (incluse parti e accessori); macchine per l’industria della carta e del cartone (incluse parti e accessori); macchine per l’industria delle materie plastiche e della gomma (incluse parti e accessori) e macchine per impieghi speciali (incluse parti e accessori)

4,4% autoveicoli

4,0% abbigiamento (pelliccia esclusa)

3,0% prodotti chimici, plastica, gomme

3,0% parti e accessori per autoveicoli

2,7% pelletteria, selleria, pellicce, borse

2,7% prodotti dalla raffinazione petrolifera

...

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...

Ma non te la prendere.
Molti italiani non hanno la minima idea di cosa produca ed esporti l'Italia :mrgreen:
Ah,ah,ah.....verissimo...solo idee e cervelli!!!
Ti sei dimenticata la cosa piu' importante:
Brevetti 2020, nel mondo è boom di «sanitari» e «digital» (ma in Italia resta in testa la meccanica)
Secondo l’Ente europeo, nel 2020 le domande di brevetto giunte da tutti i Paesi del mondo sono state stabili (-0,7%), mentre l’Italia è cresciuta di quasi il 3%
Si fa per dire,vero?
https://www.ilsole24ore.com/art/brevett ... fresh_ce=1
:lol:
La realta' è solo un'allucinazione dovuta a carenza di alcol (...un saggio)
"Gli è tutto sbagliato....gli è tutto da rifa'"
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Re: Una grande fabbrica che non sa cosa produrre

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carletto3 ha scritto: 23 nov 2021, 17:39 ...
Ti sei dimenticata la cosa piu' importante:
Brevetti 2020, nel mondo è boom di «sanitari» e «digital» (ma in Italia resta in testa la meccanica)
Secondo l’Ente europeo, nel 2020 le domande di brevetto giunte da tutti i Paesi del mondo sono state stabili (-0,7%), mentre l’Italia è cresciuta di quasi il 3%
...
Tutti brevetti che arricchiranno qualcun altro.
I padroni italiani non capiscono il significato della parola "brevetto" nemmeno se la vanno a cercare su wikipedia.
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Re: Una grande fabbrica che non sa cosa produrre

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luce allievi ha scritto: 23 nov 2021, 17:54
carletto3 ha scritto: 23 nov 2021, 17:39 ...
Ti sei dimenticata la cosa piu' importante:
Brevetti 2020, nel mondo è boom di «sanitari» e «digital» (ma in Italia resta in testa la meccanica)
Secondo l’Ente europeo, nel 2020 le domande di brevetto giunte da tutti i Paesi del mondo sono state stabili (-0,7%), mentre l’Italia è cresciuta di quasi il 3%
...
Tutti brevetti che arricchiranno qualcun altro.
I padroni italiani non capiscono il significato della parola "brevetto" nemmeno se la vanno a cercare su wikipedia.
Eppure sono le medie aziende che producono brevetti....normalmente sono prodotti per le proprie esigenze di lavoro e che poi vengono registrati e profumatamente pagati in royalties o acquistati....
Per i brevetti piu' sofisticati e i cervelli informati cosa è la Sissa di Trieste...altra cosa sconosciuta ai piu'.
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Re: Una grande fabbrica che non sa cosa produrre

Messaggio da leggere da Leno Lazzari »

luce allievi ha scritto: 23 nov 2021, 9:38 1° CINA (28,4% della produzione globale)

2˚ STATI UNITI (16,6% della produzione globale)

3˚ GIAPPONE (7,2% della produzione globale)

4˚ GERMANIA (5,8% della produzione globale)

5˚ COREA DEL SUD (3,3% della produzione globale)

6˚ INDIA (3% della produzione globale)

7˚ ITALIA (2,3% della produzione globale)

8˚ FRANCIA (1,9% della produzione globale)

9˚ REGNO UNITO (1,8% della produzione globale)

10˚ MESSICO (1,5% della produzione globale)



L'Italia è una enorme fabbrica.
La settima fabbrica più grande nel mondo.
La seconda fabbrica più grande in Europa.

Il problema è che questa enorme fabbrica non sa cosa produrre.
Una volta lo sapeva.
Sapeva bene cosa produrre.
E sapeva produrlo bene.
Adesso non più.

E' come se i padroni di questa fabbrica, nel corso degli anni, si fossero rincretiniti.
Sicchè alcuni reparti di questa enorme fabbrica sono stati svuotati e le catene di montaggio trasferite altrove.
Mentre altri reparti sono stati affittati alle multnazionali.

Il problema è che le multinazionali sanno sì cosa produrre, ma lo producono a un livello qualitativo schifoso, molto inferiore al NOSTRO livello qualitativo.
E così il buon nome della nostra fabbrica si sta sputtanando.
Ma soprattutto queste multinazionali trattano i NOSTRI lavoratori come dei pezzi di merda.

Lavoratori che dal biberon hanno succhiato latte e cultura e qualità e produttività del lavoro vengono assunti come se fossero degli incapaci ignoranti pezzenti.
E poi ributtati in mezzo a una strada non appena alla multinazionale di turno gli girano i coglioni.

Come ci siamo ridotti a questo punto?
I padroni della enorme fabbrica italiana come hanno potuto rincretinirsi fino a questo punto?
In Italia ci sono ancora dei padroni che non siano completamente cretini?
Certo che ci sono ancora imprenditori italiani non rincretiniti !

Ma temo che purtroppo il loro primo nemico sia il nostra stato con la sua burocrazia demenziale e un livello di tassazione criminogeno che spinge a dislocare e sempre più spesso a fallire .

Non per nulla diversi imprenditori italiani hanno dislocato in Karinzia dove in un mese ottengono tutti i nulla osta necessari .
La politica è l’arte d’impedire agli avversari di fare la loro

.........ma andare oltre no ?
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