Omofobia ed ebraismo

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Omofobia ed ebraismo

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Riporto un commento di G. Gasperoni ad un lavoro di Dennis Prager che getta una luce particolare su un tema di questi tempi rovente come la sessualità e soprattutto l’omosessualità.


La rivoluzione sessuale dell'Ebraismo: perché l'Ebraismo (e poi la Cristianità) ha rigettato l'omosessualità

Il punto di vista di Dennis Prager

di Giorgio Gasperoni

Ho trovato alquanto interessante e illuminante l'analisi storica che lo studioso americano Dennis Prager ha svolto sull'influenza che l'Ebraismo ha esercitato, da un punto di vista non solo religioso ma anche sociale e culturale, sull'etica e sulla morale sessuale. Prager parte da un'affermazione molto precisa che poi elabora via via con un'analisi storica molto circostanziata: "Quando l'Ebraismo ha chiesto che ogni attività sessuale fosse incanalata nel matrimonio, ha cambiato il mondo. Il divieto della Torah del sesso al di fuori del matrimonio ha, molto semplicemente, reso possibile la creazione della civiltà occidentale".
Le società che non hanno posto dei limiti alla sessualità hanno trovato molti ostacoli durante il loro sviluppo. Il dominio successivo del mondo occidentale può in gran parte essere attribuito alla rivoluzione sessuale intrapresa dal giudaismo e poi portata avanti dal cristianesimo.
Questa rivoluzione è in pratica consistita nell'indirizzare il genio sessuale nella bottiglia coniugale. Così facendo ha garantito che il sesso non fosse più il fattore dominante della società, ha rafforzato l'amore uomo-donna e la sessualità, e ha creato la possibilità dell'amore e dell'erotismo nel matrimonio; ha dato quindi il via all'arduo compito di elevare lo status delle donne.
Prager aggiunge che è probabilmente impossibile per noi, che viviamo migliaia di anni dopo l’inizio di questo processo da parte dell’Ebraismo, percepire la misura in cui il sesso indisciplinato può dominare la vita dell'uomo e la vita della società. In tutto il mondo antico, e, in molte parti del mondo, fino a un recente passato, la sessualità ha influito in sostanza su tutta la società.
La sessualità umana, soprattutto la sessualità maschile, è polimorfa, o totalmente selvaggia (molto più della sessualità animale). Gli uomini hanno avuto rapporti sessuali con le donne e con gli uomini, con bambine e ragazzi, con un unico partner o con gruppi di persone, con perfetti sconosciuti o con familiari, e con una gran varietà di animali domestici. C'è poco, di animato o inanimato, che non abbia eccitato certi uomini a raggiungere l'orgasmo. Naturalmente, non tutte queste pratiche sono state accettate dalla società - l'incesto padre-figlio/a o l’adulterio raramente sono stati tollerati - anche se molti hanno comunque compiuto tali azioni.

De-sessualizzare Dio e la religione
Lo studioso pone in evidenza come, tra le conseguenze del desiderio sessuale non disciplinato, ci sia la sessualizzazione di tutto - compresa la religione. Finché il desiderio sessuale non è stato adeguatamente indirizzato (non soppresso – cosa che porterebbe a conseguenze disastrose), non hanno potuto svilupparsi religioni di valore più elevato. Quindi, la prima cosa che l'Ebraismo fece fu de-sessualizzare Dio: la frase "In principio Dio creò il cielo e la terra" implica che la divinità abbia creato attraverso la Sua volontà, non tramite un comportamento sessuale.
Questa è stata una radicale rottura con tutte le altre religioni, e da sola ha cambiato il corso della storia umana. Gli dei di quasi tutte le civiltà erano coinvolti in rapporti sessuali. Nel Vicino Oriente, il dio babilonese Ištar sedusse un uomo, Gilgamesh. Nella religione egizia, il dio Osiride ebbe rapporti sessuali con la sorella, la dea Iside, la quale concepì il dio Horus.
In Canaan, El, il dio principale, si unì ad Astarte. Nella credenza indù, il dio Krishna era sessualmente attivo, avendo avuto molte mogli; inoltre il dio Samba, figlio di Krishna, sedusse donne e uomini mortali. Nella mitologia greca, Zeus sposò Hera, sedusse varie donne, rapì il bel giovane Ganimede, e si masturbò in varie occasioni; Poseidone sposò Anfitrite, sedusse Demetra, e violentò Tantalo. A Roma, gli dei seducevano sessualmente uomini e donne.
Data l'attività sessuale degli dei, non era strano che le stesse religioni fossero piene di ogni forma di attività sessuale. Nell'Antico Vicino Oriente e altrove, le vergini venivano deflorate dai sacerdoti prima di poter avere rapporti con i propri mariti, e la prostituzione sacra o rituale era quasi universale.
La psichiatra e storica del sesso Norman Sussman descrive la situazione così: "Prostituti maschi e femmine praticavano, saltuariamente o continuativamente, atti eterosessuali, omosessuali orale-genitale, bestiali, e altre forme di attività sessuali, in nome del tempio". In tutto l'Antico Vicino Oriente, sin dai tempi remoti, il rapporto anale faceva parte del culto della dea.
Nell'antico Egitto, in Mesopotamia e in Canaan, aveva luogo annualmente una cerimonia comprendente un rapporto sessuale tra il re e una sacerdotessa. Donne prostitute avevano rapporti sessuali con i fedeli nei santuari e nei templi dell'antica Mesopotamia, Fenicia, Cipro, Corinto, Cartagine, Sicilia, Egitto, Libia, Africa Occidentale, e nell'India antica e moderna. Nello stesso Israele Antico, ci furono ripetuti tentativi di reintrodurre la prostituzione nei templi, causando continue guerre ebraiche contro il sesso cultuale.
Nel XIV secolo, i cinesi riferirono di riti omosessuali praticati presso la corte di un imperatore mongolo. In India, fino a questo secolo, alcuni culti indù hanno richiesto rapporti sessuali tra monaci e monache, e le donne avrebbero avuto rapporti sessuali con sacerdoti che rappresentavano il dio. Fino a quando ciò non è stato reso illegale nel 1948 con l’indipendenza dell'India, molti templi indù hanno avuto donne e ragazzi prostitute/i.
L'Ebraismo ha posto dei controlli sull'attività sessuale. Il sesso non poteva e non doveva più dominare la religione e la vita sociale. Doveva essere santificato - che in ebraico significa "separato" - dal mondo e collocato in casa, nel letto del marito e della moglie. La limitazione del comportamento sessuale ad opera dell'Ebraismo è stata uno degli elementi essenziali che ha permesso alla società di progredire. Insieme al monoteismo etico, la rivoluzione è iniziata quando la Torah ha dichiarato guerra alle pratiche sessuali al di fuori del rapporto marito - moglie, portando un profondo cambiamento nella storia.

L’invenzione dell'omosessualità
Prager rende evidente un altro aspetto importante. La rivoluzione dell'Ebraismo nel vietare tutte le forme di sesso non coniugale era estremamente radicale e impegnativa verso la visione del genere umano, non concentrandosi solo sul singolo aspetto dell'omosessualità. In effetti, si può dire che l'Ebraismo abbia inventato il concetto di omosessualità, perché nell'antichità la sessualità non era divisa tra eterosessualità e omosessualità. Questa divisione fu stabilita dalla Bibbia. Prima della Bibbia, il mondo distingueva solo tra sessualità del penetratore (partner attivo) e del penetrato (partner passivo).
Come Martha Nussbaum, docente di filosofia presso la Brown University, ha scritto, gli antichi erano interessati alla preferenza di genere delle persone come le persone oggi lo sono per le varie ricette culinarie:
Le antiche categorie di esperienze sessuali differiscono notevolmente dalle nostre (...) La distinzione centrale nella morale sessuale era la distinzione tra i ruoli attivi e passivi. Il genere dell'oggetto (...) non era di per sé moralmente problematico. Uomini e donne erano molto spesso trattati indifferentemente come oggetti del desiderio [del maschio]. Ciò che era socialmente importante era penetrare invece di essere penetrato. Il sesso non era inteso fondamentalmente come un'interazione, ma come il fare qualcosa a qualcuno (…).
L'Ebraismo cambiò tutto questo. Rese il "genere dell'oggetto" più "moralmente problematico", dichiarando che nessuno è "intercambiabile" sessualmente. Come risultato, stabilì che il sesso è "fondamentalmente un'interazione" e non semplicemente "un fare qualcosa a qualcuno".
Per apprezzare la portata della rivoluzione operata dall'Ebraismo nel vietare l'omosessualità e nel richiedere che tutte le interazioni sessuali fossero tra maschio e femmina, è prima necessario capire quanto universalmente l'omosessualità fosse accettata, apprezzata e praticata.
"Al di fuori degli ebrei, nessuna delle civiltà arcaiche vietava l'omosessualità in quanto tale", è rimarcato dal Dott. David E. Greenberg. È stato l'Ebraismo, circa 3.000 anni fa, a dichiarare immorale l'omosessualità.

La Verità della Bibbia
La Bibbia ebraica, in particolare la Torah (i cinque libri di Mosè), ha contribuito a civilizzare il mondo più di qualsiasi altro libro o idea nella storia. È stata la Bibbia ebraica a dare all'umanità l'idea di un Dio universale, morale, amorevole; a delineare obblighi etici verso questo Dio, e la necessità di una storia che proceda verso la redenzione morale e spirituale, la convinzione che la storia abbia un senso, e la nozione che la libertà umana e la giustizia sociale siano uno stato divino desiderato da tutte le persone. Essa ha dato al mondo i dieci comandamenti, il monoteismo etico e il concetto di santità (l'obiettivo d'innalzare gli esseri umani da un livello animalesco a un livello divino).

Scegliere la vita
L'Ebraismo non può fare pace con l'omosessualità, perché l'omosessualità nega molti dei principi fondamentali dell'Ebraismo. Nega la vita, nega il desiderio espresso da Dio che uomini e donne formino una coppia, e nega la struttura della radice che l'Ebraismo desidera per tutta l'umanità, la famiglia.
Nel corso della storia, una delle caratteristiche più distintive degli ebrei è stato il loro impegno per la vita familiare. Per l'Ebraismo, la famiglia - non la nazione, e non l'individuo - deve essere l'unità fondamentale, la pietra miliare della società. Così, quando Dio benedisse Abramo, disse: "Attraverso di te saranno benedette tutte le famiglie della terra".
Seppure l'Ebraismo tradizionale non sia egualitario, come molti ebrei dell'ultimo secolo e contemporanei vorrebbero, è stato l'Ebraismo - con la sua forte insistenza sul matrimonio e la famiglia e il suo rifiuto dell'infedeltà e dell'omosessualità - che ha avviato il processo di elevazione dello status delle donne. Mentre altre culture componevano poemi omoerotici, gli ebrei scrivevano il Cantico dei Cantici, uno dei più bei poemi sull'amore sensuale tra maschio e femmina, mai descritto prima.

L'ideale sessuale degli ebrei
L'Ebraismo ha un ideale sessuale - il sesso coniugale. Tutte le altre forme di comportamento sessuale si discostano da quell'ideale. Più un comportamento si allontana dal giusto modello, più forte è l'antipatia dell'Ebraismo verso questo. Quindi, ci sono vari gradi di comportamenti sessuali sbagliati. Vi è, si potrebbe dire, un continuum di sessualità sbagliata che va dal sesso prematrimoniale, al celibato, all'adulterio, fino all'omosessualità, all'incesto e alla bestialità.
Saremo in grado di capire meglio perché l'Ebraismo rifiuta l'omosessualità se prima comprendiamo la sua posizione verso le altre pratiche secondo esso inaccettabili. Ad esempio, la norma Ebraica respinge con forza l'affermazione che non sposarsi sia uno stile di vita altrettanto valido come il matrimonio. L'Ebraismo afferma che una vita da single è meno santa, meno completa, una vita meno Ebraica.
Così, solo un uomo sposato poteva accedere alla posizione di sommo sacerdote, e solo un uomo che aveva figli poteva sedersi come giudice alla Corte Suprema ebraica, il Sinedrio. Per dirla in termini moderni, mentre un rabbino non sposato poteva comunque essere il leader spirituale di una congregazione, sarebbe stato allontanato da quasi tutte le congregazioni se avesse sostenuto pubblicamente che rimanere single era, dal punto di vista ebraico, di pari valore rispetto al matrimonio. Nonostante tutto questo, nessun ebreo poteva sostenere che ebrei non sposati dovessero essere “boicottati” dalla vita comunitaria ebraica. Gli ebrei single dovevano essere amati e accettati nella vita famigliare, sociale e religiosa ebraica.
Questi atteggiamenti verso i non sposati dovrebbero aiutarci a chiarire l'atteggiamento dell'Ebraismo verso l'omosessualità. In primo luogo, l'omosessualità contraddice l'ideale ebraico. Secondo, non può essere considerata di pari valore. In terzo luogo, coloro che la sostengono pubblicamente non possono ricoprire dei ruoli pubblici nella società ebraica. Ma, quarto punto, gli omosessuali devono essere inclusi nella vita comunitaria ebraica e amati come esseri umani e come ebrei. Eppure l'Ebraismo non può aprire la porta al sesso al di fuori del matrimonio. Se si arriva a sostenere che ogni forma di unione, di comportamento sessuale, ha lo stesso valore morale del sesso coniugale, la porta è aperta a tutte le altre forme di espressione sessuale. Se l'attività omosessuale consensuale è valida, perché non l'incesto consensuale tra adulti? Perché il sesso tra un fratello e una sorella adulti è più discutibile del sesso tra due uomini adulti? Se una coppia è d'accordo, perché non consentire l'adulterio consensuale? Una volta che il sesso non coniugale è avvalorato, come possiamo tracciare qualsiasi linea di demarcazione? Perché la liberalizzazione omosessuale non dovrebbe essere seguita dalla liberalizzazione dell'incesto?
Accettare l'omosessualità come l'equivalente sociale, morale o religioso dell'eterosessualità costituirebbe il primo assalto moderno alla vittoria duratura, nella battaglia millenaria per una società basata sulla famiglia, sessualmente monogama. Oggi viene etichettata come "progresso", ma l'accettazione dell'omosessualità non sarebbe per nulla una cosa nuova.

Interrogativo morale e psicologico
A questo punto Prager trae delle conclusioni e dà delle risposte. Considerando tutti gli argomenti proposti contro l'omosessualità, la risposta più frequente è: ma le persone omosessuali non hanno un'altra scelta. Per molte persone, quest’affermazione è così potente emotivamente che nessun'altra riflessione sembra possibile. Come si possono contrastare le azioni che le persone non hanno scelto? Il quesito è molto più istruttivo quando si pone in modo più specifico: l'omosessualità è biologicamente programmata dalla nascita, o è socialmente e psicologicamente indotta? Chiaramente non c'è una risposta che rappresenti tutti gli omosessuali. Ciò che si può dire con certezza è che alcune persone omosessuali sono state avviate lungo questo percorso nella prima infanzia, e che la maggior parte degli omosessuali, dopo aver avuto rapporti con entrambi i sessi, ha dato la sua preferenza all'omosessualità, o sceglie di praticarla in alternativa all'eterosessualità.
Possiamo dire "scelta", perché la stragrande maggioranza degli uomini gay ha avuto rapporti con donne. In uno studio durato quattro anni, un professore di psicologia dell’UCLA su un campione di 128 uomini gay ha rivelato che "più del 92 per cento degli uomini gay aveva stabilito una relazione con una donna in qualche momento della sua vita, mentre i due terzi hanno avuto un rapporto sessuale con una donna".
Lo studioso a questo punto fa un'ultima riflessione: l'omosessualità può essere biologicamente indotta (anche se non esiste alcuna prova al riguardo), ma è certamente radicata psicologicamente (forse indelebilmente) in età in alcuni casi molto precoce. Presumibilmente, tali individui hanno sempre avuto desideri sessuali solo per il proprio sesso. Storicamente parlando, però, sembrano costituire una minoranza tra gli omosessuali.
Pertanto, la prova schiacciante porta a questa conclusione: in linea di massima è la società, non l'individuo, che sceglie se l'omosessualità sarà ampiamente praticata. I valori di una società, molto più delle tendenze individuali, determinano il grado di accettazione dell'omosessualità in quella società. Quindi, possiamo nutrire grande simpatia per una persona esclusivamente omosessuale, mentre possiamo opporci fortemente all'accettazione sociale dell'omosessualità. In questo modo si conservano entrambi i nostri cuori e i nostri valori.

L'omosessualità è una malattia?
La società, in breve, può considerare l'omosessualità giusta o sbagliata in accordo alla scelta che si fa. La società può anche considerare l'omosessualità uno stato normale o una malattia, in accordo alla scelta fatta.
Anche se il padre della psicoanalisi, Sigmund Freud, non pensava che l'omosessualità significasse che una persona fosse malata, secondo i suoi standard di sviluppo psicosessuale egli considerava l'omosessualità come un arresto dello sviluppo.
Presumibilmente, ci sono solo tre risposte possibili:
- La maggior parte degli omosessuali può avere rapporti con una donna, ma trovare tale atto ripugnante o semplicemente preferire unioni con gli uomini.
- Sì, l’omosessualità è normale.
- No, non è normale.
Se è scelta la prima risposta, allora dobbiamo riconoscere che la persona omosessuale ha scelto la sua omosessualità. Possiamo, allora, chiederci se qualcuno che sceglie di amare lo stesso sesso piuttosto che l'altro sesso ha preso questa decisione su una base psicologicamente sana.
Se è scelta la seconda possibilità, ognuno di noi è libero di dare una sua personale risposta.
Prager, da parte sua, dice di non credere che l'incapacità di un uomo di avere rapporti con una donna possa essere etichettata come normale. Mentre un tale uomo può essere un essere umano sano ed essere molto capace in ogni altro settore della vita, molto probabilmente più gentile, operoso, ed etico di molti eterosessuali, in quest'area non può essere chiamato normale. La ragione di considerare l'omosessualità anormale non è dovuta ad un suo status di minoranza. Anche se la maggior parte degli uomini diventasse incapace di “fare l'amore” con le donne, non potrebbe essere considerata normale. Gli uomini sono progettati per unirsi con le donne, e viceversa. L'occhio fornisce un'analogia appropriata: se la maggior parte della popolazione diventasse cieca, la cecità sarebbe ancora considerata anormale. L'occhio è stato progettato per vedere. Ecco perché ho scelto la terza risposta - che l'omosessualità non è uno stato sano. Questo è detto, tuttavia, con la consapevolezza che in ambito psicologico, "malattia" può essere una descrizione dei propri valori piuttosto che una scienza oggettiva (che non può semplicemente esistere in questo ambito).

Uomo e donna li creò
Ad un mondo che divise la sessualità umana tra penetratore e penetrato, l'Ebraismo ha detto: "Ti sbagli - la sessualità è da dividere tra maschio e femmina".
La creazione della civiltà occidentale è stata terribilmente difficile e unica. E’ stato un processo caratterizzato da molti alti e bassi e da una ricanalizzazione d’istinti naturali: dunque queste discipline non sono sempre state ben accolte.
Il fondamento di questa civiltà e della vita ebraica è stato la centralità e la purezza della vita familiare. Ma la famiglia non è un'unità naturale: è un valore che va coltivato e protetto. I Greci hanno svalutato la famiglia in nome della bellezza e dell'eros. I marxisti hanno attaccato la famiglia in nome del progresso. E oggi, la liberazione omosessuale critica la famiglia in nome della compassione e dell'uguaglianza. Capisco perché le persone gay lo facciano. La vita è stata miserabile per molti di loro. Ciò che non capisco è perché ebrei o cristiani si uniscano a tale azione. Ma forse non sanno che cosa sia in gioco. La posta in gioco è la nostra civiltà.
L'accettazione dell'omosessualità come pari valore all'amore eterosessuale e coniugale significa il declino della civiltà occidentale com’è certo che il rifiuto dell'omosessualità e di altre pratiche sessuali al di fuori del matrimonio ha posto la condizione per la creazione di questa nostra civiltà.


Dennis Prager è uno scrittore e teologo, scrive una Newsletter: “The Prager Perspective”.

http://www.vocidipace.it/2013/07/la-riv ... aismo.html
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Re: Omofobia ed ebraismo

Messaggio da leggere da heyoka »

Analisi interessante.
Visto che oltre alla religione Ebraica, in qualche modo si coinvolge anche la religione Cristiana, vorrei ricordare che i due pilastri della religione che ha dominato la storia negli ultimi 2000 anni, erano entrambi celibi e senza figli.
Parlo di Gesù di Nazareth e
Paolo di Tarso.
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Re: Omofobia ed ebraismo

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heyoka ha scritto: 29 ott 2021, 22:18 Analisi interessante.
Visto che oltre alla religione Ebraica, in qualche modo si coinvolge anche la religione Cristiana, vorrei ricordare che i due pilastri della religione che ha dominato la storia negli ultimi 2000 anni, erano entrambi celibi e senza figli.
Parlo di Gesù di Nazareth e
Paolo di Tarso.
Commento spiazzante. Non so cosa implichi la tua osservazione.
Inoltre non so nulla delle prima comunità cristiane, se la famiglia fosse già simile all'attuale (per poco ancora) o alla romana, più ampia, con schiavi, ecc..
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Re: Omofobia ed ebraismo

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Vento ha scritto: 30 ott 2021, 14:13
heyoka ha scritto: 29 ott 2021, 22:18 Analisi interessante.
Visto che oltre alla religione Ebraica, in qualche modo si coinvolge anche la religione Cristiana, vorrei ricordare che i due pilastri della religione che ha dominato la storia negli ultimi 2000 anni, erano entrambi celibi e senza figli.
Parlo di Gesù di Nazareth e
Paolo di Tarso.
Commento spiazzante. Non so cosa implichi la tua osservazione.
Inoltre non so nulla delle prima comunità cristiane, se la famiglia fosse già simile all'attuale (per poco ancora) o alla romana, più ampia, con schiavi, ecc..
Non implica niente, Vento. il mio era solo un rilievo sulla religione Cristiana, che l' autore da te citato tirava in ballo, anche se marginalmente.
Io ho sempre il sospetto che spesso, quando si parte da una nostra VERITA' acquisita, si è tentati di cercare SOLO e tutte le documentazioni che comprovino la nostra verità e facciamo più fatica a trovare quelle che ce le smontano.
Per quanto riguarda la religione Cristiana, Gesù e S. Paolo NON erano sposati o conviventi e NON hanno avuto figli.
Sullo specifico del tema trattato, che io ricordi c' è solo un brano dei vangeli che ne parla.
Eunuchi per il regno dei cieli ( credo sia il vangelo di Marco).
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Re: Omofobia ed ebraismo

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Mi correggo: Non è il vangelo di Marco ma di Matteo che parla di Eunuchi per il regno dei cieli!
Rispondendo così a chi accusava Gesù e alcuni suoi discepoli per il fatto che NON ERANO SPOSATI!
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Re: Omofobia ed ebraismo

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"Il fondamento di questa civiltà e della vita ebraica è stato la centralità e la purezza della vita familiare. Ma la famiglia non è un'unità naturale: è un valore che va coltivato e protetto. I Greci hanno svalutato la famiglia in nome della bellezza e dell'eros. I marxisti hanno attaccato la famiglia in nome del progresso. E oggi, la liberazione omosessuale critica la famiglia in nome della compassione e dell'uguaglianza. Capisco perché le persone gay lo facciano. La vita è stata miserabile per molti di loro. Ciò che non capisco è perché ebrei o cristiani si uniscano a tale azione. Ma forse non sanno che cosa sia in gioco. La posta in gioco è la nostra civiltà.
L'accettazione dell'omosessualità come pari valore all'amore eterosessuale e coniugale significa il declino della civiltà occidentale com’è certo che il rifiuto dell'omosessualità e di altre pratiche sessuali al di fuori del matrimonio ha posto la condizione per la creazione di questa nostra civiltà."


Insomma, mi pare che la natura abbia poco di naturale, nel senso che i modi di vivere sono scelte delle varie civiltà. Mentre i greci hanno seguito la 'bellezza', gli ebrei (e dietro a loro i cristiani) hanno preferito la 'bontà. Con quel che ne segue e che forma appunto culture diverse. La civiltà occidentale penso abbia questa doppia origine, quindi una specie di conflitto interno implicito tra orientamenti alternativi.
Mi chiedo come faranno i movimenti progressisti a conciliare il tutto. Mi pare che tra le fila della sinistra si trovino i più accaniti difensori sia dei semiti, che degli omosessuali. Forse si limitano a sconquassare l'esistente, sperando che la soluzione ne derivi magicamente.
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Re: Omofobia ed ebraismo

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Ciao Vento. Grazie per l'ottimo posti che ripropongo per intero all'attenzione del forum.
Vento ha scritto: 29 ott 2021, 19:12 Riporto un commento di G. Gasperoni ad un lavoro di Dennis Prager che getta una luce particolare su un tema di questi tempi rovente come la sessualità e soprattutto l’omosessualità.


La rivoluzione sessuale dell'Ebraismo: perché l'Ebraismo (e poi la Cristianità) ha rigettato l'omosessualità

Il punto di vista di Dennis Prager

di Giorgio Gasperoni

Ho trovato alquanto interessante e illuminante l'analisi storica che lo studioso americano Dennis Prager ha svolto sull'influenza che l'Ebraismo ha esercitato, da un punto di vista non solo religioso ma anche sociale e culturale, sull'etica e sulla morale sessuale. Prager parte da un'affermazione molto precisa che poi elabora via via con un'analisi storica molto circostanziata: "Quando l'Ebraismo ha chiesto che ogni attività sessuale fosse incanalata nel matrimonio, ha cambiato il mondo. Il divieto della Torah del sesso al di fuori del matrimonio ha, molto semplicemente, reso possibile la creazione della civiltà occidentale".
Le società che non hanno posto dei limiti alla sessualità hanno trovato molti ostacoli durante il loro sviluppo. Il dominio successivo del mondo occidentale può in gran parte essere attribuito alla rivoluzione sessuale intrapresa dal giudaismo e poi portata avanti dal cristianesimo.
Questa rivoluzione è in pratica consistita nell'indirizzare il genio sessuale nella bottiglia coniugale. Così facendo ha garantito che il sesso non fosse più il fattore dominante della società, ha rafforzato l'amore uomo-donna e la sessualità, e ha creato la possibilità dell'amore e dell'erotismo nel matrimonio; ha dato quindi il via all'arduo compito di elevare lo status delle donne.
Prager aggiunge che è probabilmente impossibile per noi, che viviamo migliaia di anni dopo l’inizio di questo processo da parte dell’Ebraismo, percepire la misura in cui il sesso indisciplinato può dominare la vita dell'uomo e la vita della società. In tutto il mondo antico, e, in molte parti del mondo, fino a un recente passato, la sessualità ha influito in sostanza su tutta la società.
La sessualità umana, soprattutto la sessualità maschile, è polimorfa, o totalmente selvaggia (molto più della sessualità animale). Gli uomini hanno avuto rapporti sessuali con le donne e con gli uomini, con bambine e ragazzi, con un unico partner o con gruppi di persone, con perfetti sconosciuti o con familiari, e con una gran varietà di animali domestici. C'è poco, di animato o inanimato, che non abbia eccitato certi uomini a raggiungere l'orgasmo. Naturalmente, non tutte queste pratiche sono state accettate dalla società - l'incesto padre-figlio/a o l’adulterio raramente sono stati tollerati - anche se molti hanno comunque compiuto tali azioni.

De-sessualizzare Dio e la religione
Lo studioso pone in evidenza come, tra le conseguenze del desiderio sessuale non disciplinato, ci sia la sessualizzazione di tutto - compresa la religione. Finché il desiderio sessuale non è stato adeguatamente indirizzato (non soppresso – cosa che porterebbe a conseguenze disastrose), non hanno potuto svilupparsi religioni di valore più elevato. Quindi, la prima cosa che l'Ebraismo fece fu de-sessualizzare Dio: la frase "In principio Dio creò il cielo e la terra" implica che la divinità abbia creato attraverso la Sua volontà, non tramite un comportamento sessuale.
Questa è stata una radicale rottura con tutte le altre religioni, e da sola ha cambiato il corso della storia umana. Gli dei di quasi tutte le civiltà erano coinvolti in rapporti sessuali. Nel Vicino Oriente, il dio babilonese Ištar sedusse un uomo, Gilgamesh. Nella religione egizia, il dio Osiride ebbe rapporti sessuali con la sorella, la dea Iside, la quale concepì il dio Horus.
In Canaan, El, il dio principale, si unì ad Astarte. Nella credenza indù, il dio Krishna era sessualmente attivo, avendo avuto molte mogli; inoltre il dio Samba, figlio di Krishna, sedusse donne e uomini mortali. Nella mitologia greca, Zeus sposò Hera, sedusse varie donne, rapì il bel giovane Ganimede, e si masturbò in varie occasioni; Poseidone sposò Anfitrite, sedusse Demetra, e violentò Tantalo. A Roma, gli dei seducevano sessualmente uomini e donne.
Data l'attività sessuale degli dei, non era strano che le stesse religioni fossero piene di ogni forma di attività sessuale. Nell'Antico Vicino Oriente e altrove, le vergini venivano deflorate dai sacerdoti prima di poter avere rapporti con i propri mariti, e la prostituzione sacra o rituale era quasi universale.
La psichiatra e storica del sesso Norman Sussman descrive la situazione così: "Prostituti maschi e femmine praticavano, saltuariamente o continuativamente, atti eterosessuali, omosessuali orale-genitale, bestiali, e altre forme di attività sessuali, in nome del tempio". In tutto l'Antico Vicino Oriente, sin dai tempi remoti, il rapporto anale faceva parte del culto della dea.
Nell'antico Egitto, in Mesopotamia e in Canaan, aveva luogo annualmente una cerimonia comprendente un rapporto sessuale tra il re e una sacerdotessa. Donne prostitute avevano rapporti sessuali con i fedeli nei santuari e nei templi dell'antica Mesopotamia, Fenicia, Cipro, Corinto, Cartagine, Sicilia, Egitto, Libia, Africa Occidentale, e nell'India antica e moderna. Nello stesso Israele Antico, ci furono ripetuti tentativi di reintrodurre la prostituzione nei templi, causando continue guerre ebraiche contro il sesso cultuale.
Nel XIV secolo, i cinesi riferirono di riti omosessuali praticati presso la corte di un imperatore mongolo. In India, fino a questo secolo, alcuni culti indù hanno richiesto rapporti sessuali tra monaci e monache, e le donne avrebbero avuto rapporti sessuali con sacerdoti che rappresentavano il dio. Fino a quando ciò non è stato reso illegale nel 1948 con l’indipendenza dell'India, molti templi indù hanno avuto donne e ragazzi prostitute/i.
L'Ebraismo ha posto dei controlli sull'attività sessuale. Il sesso non poteva e non doveva più dominare la religione e la vita sociale. Doveva essere santificato - che in ebraico significa "separato" - dal mondo e collocato in casa, nel letto del marito e della moglie. La limitazione del comportamento sessuale ad opera dell'Ebraismo è stata uno degli elementi essenziali che ha permesso alla società di progredire. Insieme al monoteismo etico, la rivoluzione è iniziata quando la Torah ha dichiarato guerra alle pratiche sessuali al di fuori del rapporto marito - moglie, portando un profondo cambiamento nella storia.

L’invenzione dell'omosessualità
Prager rende evidente un altro aspetto importante. La rivoluzione dell'Ebraismo nel vietare tutte le forme di sesso non coniugale era estremamente radicale e impegnativa verso la visione del genere umano, non concentrandosi solo sul singolo aspetto dell'omosessualità. In effetti, si può dire che l'Ebraismo abbia inventato il concetto di omosessualità, perché nell'antichità la sessualità non era divisa tra eterosessualità e omosessualità. Questa divisione fu stabilita dalla Bibbia. Prima della Bibbia, il mondo distingueva solo tra sessualità del penetratore (partner attivo) e del penetrato (partner passivo).
Come Martha Nussbaum, docente di filosofia presso la Brown University, ha scritto, gli antichi erano interessati alla preferenza di genere delle persone come le persone oggi lo sono per le varie ricette culinarie:
Le antiche categorie di esperienze sessuali differiscono notevolmente dalle nostre (...) La distinzione centrale nella morale sessuale era la distinzione tra i ruoli attivi e passivi. Il genere dell'oggetto (...) non era di per sé moralmente problematico. Uomini e donne erano molto spesso trattati indifferentemente come oggetti del desiderio [del maschio]. Ciò che era socialmente importante era penetrare invece di essere penetrato. Il sesso non era inteso fondamentalmente come un'interazione, ma come il fare qualcosa a qualcuno (…).
L'Ebraismo cambiò tutto questo. Rese il "genere dell'oggetto" più "moralmente problematico", dichiarando che nessuno è "intercambiabile" sessualmente. Come risultato, stabilì che il sesso è "fondamentalmente un'interazione" e non semplicemente "un fare qualcosa a qualcuno".
Per apprezzare la portata della rivoluzione operata dall'Ebraismo nel vietare l'omosessualità e nel richiedere che tutte le interazioni sessuali fossero tra maschio e femmina, è prima necessario capire quanto universalmente l'omosessualità fosse accettata, apprezzata e praticata.
"Al di fuori degli ebrei, nessuna delle civiltà arcaiche vietava l'omosessualità in quanto tale", è rimarcato dal Dott. David E. Greenberg. È stato l'Ebraismo, circa 3.000 anni fa, a dichiarare immorale l'omosessualità.

La Verità della Bibbia
La Bibbia ebraica, in particolare la Torah (i cinque libri di Mosè), ha contribuito a civilizzare il mondo più di qualsiasi altro libro o idea nella storia. È stata la Bibbia ebraica a dare all'umanità l'idea di un Dio universale, morale, amorevole; a delineare obblighi etici verso questo Dio, e la necessità di una storia che proceda verso la redenzione morale e spirituale, la convinzione che la storia abbia un senso, e la nozione che la libertà umana e la giustizia sociale siano uno stato divino desiderato da tutte le persone. Essa ha dato al mondo i dieci comandamenti, il monoteismo etico e il concetto di santità (l'obiettivo d'innalzare gli esseri umani da un livello animalesco a un livello divino).

Scegliere la vita
L'Ebraismo non può fare pace con l'omosessualità, perché l'omosessualità nega molti dei principi fondamentali dell'Ebraismo. Nega la vita, nega il desiderio espresso da Dio che uomini e donne formino una coppia, e nega la struttura della radice che l'Ebraismo desidera per tutta l'umanità, la famiglia.
Nel corso della storia, una delle caratteristiche più distintive degli ebrei è stato il loro impegno per la vita familiare. Per l'Ebraismo, la famiglia - non la nazione, e non l'individuo - deve essere l'unità fondamentale, la pietra miliare della società. Così, quando Dio benedisse Abramo, disse: "Attraverso di te saranno benedette tutte le famiglie della terra".
Seppure l'Ebraismo tradizionale non sia egualitario, come molti ebrei dell'ultimo secolo e contemporanei vorrebbero, è stato l'Ebraismo - con la sua forte insistenza sul matrimonio e la famiglia e il suo rifiuto dell'infedeltà e dell'omosessualità - che ha avviato il processo di elevazione dello status delle donne. Mentre altre culture componevano poemi omoerotici, gli ebrei scrivevano il Cantico dei Cantici, uno dei più bei poemi sull'amore sensuale tra maschio e femmina, mai descritto prima.

L'ideale sessuale degli ebrei
L'Ebraismo ha un ideale sessuale - il sesso coniugale. Tutte le altre forme di comportamento sessuale si discostano da quell'ideale. Più un comportamento si allontana dal giusto modello, più forte è l'antipatia dell'Ebraismo verso questo. Quindi, ci sono vari gradi di comportamenti sessuali sbagliati. Vi è, si potrebbe dire, un continuum di sessualità sbagliata che va dal sesso prematrimoniale, al celibato, all'adulterio, fino all'omosessualità, all'incesto e alla bestialità.
Saremo in grado di capire meglio perché l'Ebraismo rifiuta l'omosessualità se prima comprendiamo la sua posizione verso le altre pratiche secondo esso inaccettabili. Ad esempio, la norma Ebraica respinge con forza l'affermazione che non sposarsi sia uno stile di vita altrettanto valido come il matrimonio. L'Ebraismo afferma che una vita da single è meno santa, meno completa, una vita meno Ebraica.
Così, solo un uomo sposato poteva accedere alla posizione di sommo sacerdote, e solo un uomo che aveva figli poteva sedersi come giudice alla Corte Suprema ebraica, il Sinedrio. Per dirla in termini moderni, mentre un rabbino non sposato poteva comunque essere il leader spirituale di una congregazione, sarebbe stato allontanato da quasi tutte le congregazioni se avesse sostenuto pubblicamente che rimanere single era, dal punto di vista ebraico, di pari valore rispetto al matrimonio. Nonostante tutto questo, nessun ebreo poteva sostenere che ebrei non sposati dovessero essere “boicottati” dalla vita comunitaria ebraica. Gli ebrei single dovevano essere amati e accettati nella vita famigliare, sociale e religiosa ebraica.
Questi atteggiamenti verso i non sposati dovrebbero aiutarci a chiarire l'atteggiamento dell'Ebraismo verso l'omosessualità. In primo luogo, l'omosessualità contraddice l'ideale ebraico. Secondo, non può essere considerata di pari valore. In terzo luogo, coloro che la sostengono pubblicamente non possono ricoprire dei ruoli pubblici nella società ebraica. Ma, quarto punto, gli omosessuali devono essere inclusi nella vita comunitaria ebraica e amati come esseri umani e come ebrei. Eppure l'Ebraismo non può aprire la porta al sesso al di fuori del matrimonio. Se si arriva a sostenere che ogni forma di unione, di comportamento sessuale, ha lo stesso valore morale del sesso coniugale, la porta è aperta a tutte le altre forme di espressione sessuale. Se l'attività omosessuale consensuale è valida, perché non l'incesto consensuale tra adulti? Perché il sesso tra un fratello e una sorella adulti è più discutibile del sesso tra due uomini adulti? Se una coppia è d'accordo, perché non consentire l'adulterio consensuale? Una volta che il sesso non coniugale è avvalorato, come possiamo tracciare qualsiasi linea di demarcazione? Perché la liberalizzazione omosessuale non dovrebbe essere seguita dalla liberalizzazione dell'incesto?
Accettare l'omosessualità come l'equivalente sociale, morale o religioso dell'eterosessualità costituirebbe il primo assalto moderno alla vittoria duratura, nella battaglia millenaria per una società basata sulla famiglia, sessualmente monogama. Oggi viene etichettata come "progresso", ma l'accettazione dell'omosessualità non sarebbe per nulla una cosa nuova.

Interrogativo morale e psicologico
A questo punto Prager trae delle conclusioni e dà delle risposte. Considerando tutti gli argomenti proposti contro l'omosessualità, la risposta più frequente è: ma le persone omosessuali non hanno un'altra scelta. Per molte persone, quest’affermazione è così potente emotivamente che nessun'altra riflessione sembra possibile. Come si possono contrastare le azioni che le persone non hanno scelto? Il quesito è molto più istruttivo quando si pone in modo più specifico: l'omosessualità è biologicamente programmata dalla nascita, o è socialmente e psicologicamente indotta? Chiaramente non c'è una risposta che rappresenti tutti gli omosessuali. Ciò che si può dire con certezza è che alcune persone omosessuali sono state avviate lungo questo percorso nella prima infanzia, e che la maggior parte degli omosessuali, dopo aver avuto rapporti con entrambi i sessi, ha dato la sua preferenza all'omosessualità, o sceglie di praticarla in alternativa all'eterosessualità.
Possiamo dire "scelta", perché la stragrande maggioranza degli uomini gay ha avuto rapporti con donne. In uno studio durato quattro anni, un professore di psicologia dell’UCLA su un campione di 128 uomini gay ha rivelato che "più del 92 per cento degli uomini gay aveva stabilito una relazione con una donna in qualche momento della sua vita, mentre i due terzi hanno avuto un rapporto sessuale con una donna".
Lo studioso a questo punto fa un'ultima riflessione: l'omosessualità può essere biologicamente indotta (anche se non esiste alcuna prova al riguardo), ma è certamente radicata psicologicamente (forse indelebilmente) in età in alcuni casi molto precoce. Presumibilmente, tali individui hanno sempre avuto desideri sessuali solo per il proprio sesso. Storicamente parlando, però, sembrano costituire una minoranza tra gli omosessuali.
Pertanto, la prova schiacciante porta a questa conclusione: in linea di massima è la società, non l'individuo, che sceglie se l'omosessualità sarà ampiamente praticata. I valori di una società, molto più delle tendenze individuali, determinano il grado di accettazione dell'omosessualità in quella società. Quindi, possiamo nutrire grande simpatia per una persona esclusivamente omosessuale, mentre possiamo opporci fortemente all'accettazione sociale dell'omosessualità. In questo modo si conservano entrambi i nostri cuori e i nostri valori.

L'omosessualità è una malattia?
La società, in breve, può considerare l'omosessualità giusta o sbagliata in accordo alla scelta che si fa. La società può anche considerare l'omosessualità uno stato normale o una malattia, in accordo alla scelta fatta.
Anche se il padre della psicoanalisi, Sigmund Freud, non pensava che l'omosessualità significasse che una persona fosse malata, secondo i suoi standard di sviluppo psicosessuale egli considerava l'omosessualità come un arresto dello sviluppo.
Presumibilmente, ci sono solo tre risposte possibili:
- La maggior parte degli omosessuali può avere rapporti con una donna, ma trovare tale atto ripugnante o semplicemente preferire unioni con gli uomini.
- Sì, l’omosessualità è normale.
- No, non è normale.
Se è scelta la prima risposta, allora dobbiamo riconoscere che la persona omosessuale ha scelto la sua omosessualità. Possiamo, allora, chiederci se qualcuno che sceglie di amare lo stesso sesso piuttosto che l'altro sesso ha preso questa decisione su una base psicologicamente sana.
Se è scelta la seconda possibilità, ognuno di noi è libero di dare una sua personale risposta.
Prager, da parte sua, dice di non credere che l'incapacità di un uomo di avere rapporti con una donna possa essere etichettata come normale. Mentre un tale uomo può essere un essere umano sano ed essere molto capace in ogni altro settore della vita, molto probabilmente più gentile, operoso, ed etico di molti eterosessuali, in quest'area non può essere chiamato normale. La ragione di considerare l'omosessualità anormale non è dovuta ad un suo status di minoranza. Anche se la maggior parte degli uomini diventasse incapace di “fare l'amore” con le donne, non potrebbe essere considerata normale. Gli uomini sono progettati per unirsi con le donne, e viceversa. L'occhio fornisce un'analogia appropriata: se la maggior parte della popolazione diventasse cieca, la cecità sarebbe ancora considerata anormale. L'occhio è stato progettato per vedere. Ecco perché ho scelto la terza risposta - che l'omosessualità non è uno stato sano. Questo è detto, tuttavia, con la consapevolezza che in ambito psicologico, "malattia" può essere una descrizione dei propri valori piuttosto che una scienza oggettiva (che non può semplicemente esistere in questo ambito).

Uomo e donna li creò
Ad un mondo che divise la sessualità umana tra penetratore e penetrato, l'Ebraismo ha detto: "Ti sbagli - la sessualità è da dividere tra maschio e femmina".
La creazione della civiltà occidentale è stata terribilmente difficile e unica. E’ stato un processo caratterizzato da molti alti e bassi e da una ricanalizzazione d’istinti naturali: dunque queste discipline non sono sempre state ben accolte.
Il fondamento di questa civiltà e della vita ebraica è stato la centralità e la purezza della vita familiare. Ma la famiglia non è un'unità naturale: è un valore che va coltivato e protetto. I Greci hanno svalutato la famiglia in nome della bellezza e dell'eros. I marxisti hanno attaccato la famiglia in nome del progresso. E oggi, la liberazione omosessuale critica la famiglia in nome della compassione e dell'uguaglianza. Capisco perché le persone gay lo facciano. La vita è stata miserabile per molti di loro. Ciò che non capisco è perché ebrei o cristiani si uniscano a tale azione. Ma forse non sanno che cosa sia in gioco. La posta in gioco è la nostra civiltà.
L'accettazione dell'omosessualità come pari valore all'amore eterosessuale e coniugale significa il declino della civiltà occidentale com’è certo che il rifiuto dell'omosessualità e di altre pratiche sessuali al di fuori del matrimonio ha posto la condizione per la creazione di questa nostra civiltà.


Dennis Prager è uno scrittore e teologo, scrive una Newsletter: “The Prager Perspective”.

http://www.vocidipace.it/2013/07/la-riv ... aismo.html
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Re: Omofobia ed ebraismo

Messaggio da leggere da Vento »

Grazie a te per sostenerlo. Merita davvero molta attenzione, anche se è tema assai complesso.
Non essendo nato in epoca precristiana, non posso fare paragoni tra le due offerte culturali, l’ebraica e la classica greco-romana. Mi rendo conto di quanto in profondità sia arrivata la colonizzazione culturale che i vinti semiti hanno operato sui vincitori europei-romani. “Graecia capta ferum victorem cepit et artes intulit agresti Latio”, diceva Orazio, ma sarebbe opportuno aggiungere ‘Giudea capta ferum victorem cepit’. Con il cristianesimo, elaborato ebraico, l’impero viene conquistato da una loro organizzazione religiosa, la Chiesa di Roma. Curioso che non si sia mai percepito, almeno da parte della gente comune, l’enormità del fenomeno e si continui a percepire il popolo ebreo come irrilevante vittima della storia, anziché dominatore dell’Europa e oggi dell’Occidente intero, visto il loro ruolo nella politica americana.
Sul piano psichico e culturale non sono in grado di capire i pro e contro della colonizzazione subita. Non mi stupisce l’impostazione familistica, data la natura chiusa e tribale della società ebraica antica (immagino). I costumi greco-romani, con i nostri occhi colonizzati ci appaiono mostruosi, ovviamente, così come i colti romani consideravano degli squilibrati ebrei e cristiani, che incendiavano templi e biblioteche.
Curioso vedere ora le società occidentali, così manipolate dalla cultura ebraica, rovesciarsi in una specie di loro contrario, come per una legge di contrappasso. Negli USA la politica dem, cui afferiscono la maggioranza degli ebrei americani, esalta i movimenti lgbtq, che la famiglia stanno distruggendo.
Alla colonizzazione culturale ebraica dell’Occidente, oggi si affianca l’invasione islamica. Possiamo concludere che assistiamo alla disfatta dell’Europa e della sua discendenza ad opera di ambedue i popoli semiti. Paradossale e grottesco assistere all’impresa del semita Zemmour, la cui campagna consiste nella lotta contro gli altri semiti, gli arabi francesi. Comunque finisca, i francesi hanno già perso la loro casa e la loro identità, se a difenderli (per modo di dire) sarà proprio un semita. L’Europa si trasformerà nel campo di battaglia dei due popoli semiti rivali.
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Re: Omofobia ed ebraismo

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Vento ha scritto: 3 gen 2022, 0:17 Grazie a te per sostenerlo. Merita davvero molta attenzione, anche se è tema assai complesso.
Non essendo nato in epoca precristiana, non posso fare paragoni tra le due offerte culturali, l’ebraica e la classica greco-romana. Mi rendo conto di quanto in profondità sia arrivata la colonizzazione culturale che i vinti semiti hanno operato sui vincitori europei-romani. “Graecia capta ferum victorem cepit et artes intulit agresti Latio”, diceva Orazio, ma sarebbe opportuno aggiungere ‘Giudea capta ferum victorem cepit’. Con il cristianesimo, elaborato ebraico, l’impero viene conquistato da una loro organizzazione religiosa, la Chiesa di Roma. Curioso che non si sia mai percepito, almeno da parte della gente comune, l’enormità del fenomeno e si continui a percepire il popolo ebreo come irrilevante vittima della storia, anziché dominatore dell’Europa e oggi dell’Occidente intero, visto il loro ruolo nella politica americana.
Sul piano psichico e culturale non sono in grado di capire i pro e contro della colonizzazione subita. Non mi stupisce l’impostazione familistica, data la natura chiusa e tribale della società ebraica antica (immagino). I costumi greco-romani, con i nostri occhi colonizzati ci appaiono mostruosi, ovviamente, così come i colti romani consideravano degli squilibrati ebrei e cristiani, che incendiavano templi e biblioteche.
Curioso vedere ora le società occidentali, così manipolate dalla cultura ebraica, rovesciarsi in una specie di loro contrario, come per una legge di contrappasso. Negli USA la politica dem, cui afferiscono la maggioranza degli ebrei americani, esalta i movimenti lgbtq, che la famiglia stanno distruggendo.
Alla colonizzazione culturale ebraica dell’Occidente, oggi si affianca l’invasione islamica. Possiamo concludere che assistiamo alla disfatta dell’Europa e della sua discendenza ad opera di ambedue i popoli semiti. Paradossale e grottesco assistere all’impresa del semita Zemmour, la cui campagna consiste nella lotta contro gli altri semiti, gli arabi francesi. Comunque finisca, i francesi hanno già perso la loro casa e la loro identità, se a difenderli (per modo di dire) sarà proprio un semita. L’Europa si trasformerà nel campo di battaglia dei due popoli semiti rivali.
Analisi interessante, ma su Zemmour dissento. Da quel che leggo è un francese, di origine berbero-ebraica, che vuole che la Francia sia dei Francesi.
Averlo uno Zemmour italiano, e avere un elettorato italiano col senso della nazione che hanno i Francesi…

https://www.google.it/amp/s/www.agi.it/ ... 912787/all

PS
A proposito di religione, di Zemmour, e anche di Francesco, un interessante articolo di Antonio Socci…

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Re: Omofobia ed ebraismo

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nerorosso ha scritto: 3 gen 2022, 1:41
Vento ha scritto: 3 gen 2022, 0:17 Grazie a te per sostenerlo. Merita davvero molta attenzione, anche se è tema assai complesso.
Non essendo nato in epoca precristiana, non posso fare paragoni tra le due offerte culturali, l’ebraica e la classica greco-romana. Mi rendo conto di quanto in profondità sia arrivata la colonizzazione culturale che i vinti semiti hanno operato sui vincitori europei-romani. “Graecia capta ferum victorem cepit et artes intulit agresti Latio”, diceva Orazio, ma sarebbe opportuno aggiungere ‘Giudea capta ferum victorem cepit’. Con il cristianesimo, elaborato ebraico, l’impero viene conquistato da una loro organizzazione religiosa, la Chiesa di Roma. Curioso che non si sia mai percepito, almeno da parte della gente comune, l’enormità del fenomeno e si continui a percepire il popolo ebreo come irrilevante vittima della storia, anziché dominatore dell’Europa e oggi dell’Occidente intero, visto il loro ruolo nella politica americana.
Sul piano psichico e culturale non sono in grado di capire i pro e contro della colonizzazione subita. Non mi stupisce l’impostazione familistica, data la natura chiusa e tribale della società ebraica antica (immagino). I costumi greco-romani, con i nostri occhi colonizzati ci appaiono mostruosi, ovviamente, così come i colti romani consideravano degli squilibrati ebrei e cristiani, che incendiavano templi e biblioteche.
Curioso vedere ora le società occidentali, così manipolate dalla cultura ebraica, rovesciarsi in una specie di loro contrario, come per una legge di contrappasso. Negli USA la politica dem, cui afferiscono la maggioranza degli ebrei americani, esalta i movimenti lgbtq, che la famiglia stanno distruggendo.
Alla colonizzazione culturale ebraica dell’Occidente, oggi si affianca l’invasione islamica. Possiamo concludere che assistiamo alla disfatta dell’Europa e della sua discendenza ad opera di ambedue i popoli semiti. Paradossale e grottesco assistere all’impresa del semita Zemmour, la cui campagna consiste nella lotta contro gli altri semiti, gli arabi francesi. Comunque finisca, i francesi hanno già perso la loro casa e la loro identità, se a difenderli (per modo di dire) sarà proprio un semita. L’Europa si trasformerà nel campo di battaglia dei due popoli semiti rivali.
Analisi interessante, ma su Zemmour dissento. Da quel che leggo è un francese, di origine berbero-ebraica, che vuole che la Francia sia dei Francesi.
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A proposito di religione, di Zemmour, e anche di Francesco, un interessante articolo di Antonio Socci…

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Non so. Ho parlato del ruolo di politici 'esotici', come potrebbe essere da noi una candidatura di Magdi Allam, anche con Michelangelo e mi ha quasi convinto della validità dell'operazione. Può darsi. Ho sentito Zemmour ed è certamente sincero nel sostegno alla cultura francese, come anche Allam. D'altra parte non sono europei e la loro conversione avrà senz'altro motivazioni anche di natura personale.
Quello che mi sconcerta è che ci sia la necessità che a salvarci vengano altri, perché i nostri non possono, sono demonizzati e impediti. Pazzesco che la Le Pen e la Meloni non possano parlare chiaro sulla follia dei confini aperti ai clandestini, mentre invece gli 'esotici' possono farlo, perché sono della stessa famiglia dei nostri invasori. Noi non possiamo criticare i semiti, mentre un semita sì. E' comprensibile, ma è anche sconvolgente, perché prefigura una società imminente in cui i veri cittadini saranno i clandestini (che non dovrebbero neanche esserci), che comunque dovrebbero avere al massimo i diritti civili, mentre a noi, veri cittadini, i diritti politici saranno tolti (se non peggio).
In pratica mentre noi accogliamo e diamo diritti civili e politici a chiunque arrivi, legale o illegale che sia, noi stessi siamo privati dei nostri diritti politici. Da chi? Da chi ha creato il regime che ci domina.
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Re: Omofobia ed ebraismo

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Vento ha scritto: 3 gen 2022, 14:07
nerorosso ha scritto: 3 gen 2022, 1:41

Analisi interessante, ma su Zemmour dissento. Da quel che leggo è un francese, di origine berbero-ebraica, che vuole che la Francia sia dei Francesi.
Averlo uno Zemmour italiano, e avere un elettorato italiano col senso della nazione che hanno i Francesi…

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PS
A proposito di religione, di Zemmour, e anche di Francesco, un interessante articolo di Antonio Socci…

https://www.antoniosocci.com/eric-zemmo ... cattolico/
Non so. Ho parlato del ruolo di politici 'esotici', come potrebbe essere da noi una candidatura di Magdi Allam, anche con Michelangelo e mi ha quasi convinto della validità dell'operazione. Può darsi. Ho sentito Zemmour ed è certamente sincero nel sostegno alla cultura francese, come anche Allam. D'altra parte non sono europei e la loro conversione avrà senz'altro motivazioni anche di natura personale.
Quello che mi sconcerta è che ci sia la necessità che a salvarci vengano altri, perché i nostri non possono, sono demonizzati e impediti. Pazzesco che la Le Pen e la Meloni non possano parlare chiaro sulla follia dei confini aperti ai clandestini, mentre invece gli 'esotici' possono farlo, perché sono della stessa famiglia dei nostri invasori. Noi non possiamo criticare i semiti, mentre un semita sì. E' comprensibile, ma è anche sconvolgente, perché prefigura una società imminente in cui i veri cittadini saranno i clandestini (che non dovrebbero neanche esserci), che comunque dovrebbero avere al massimo i diritti civili, mentre a noi, veri cittadini, i diritti politici saranno tolti (se non peggio).
In pratica mentre noi accogliamo e diamo diritti civili e politici a chiunque arrivi, legale o illegale che sia, noi stessi siamo privati dei nostri diritti politici. Da chi? Da chi ha creato il regime che ci domina.
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