Quello che ci aspetta

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Vento
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Quello che ci aspetta

Messaggio da leggere da Vento »

La lettera aperta, pubblicata dalla rivista francese Valeurs Actuelles il 21 aprile indirizzata all'establishment politico francese, è stata firmata da 20 generali in pensione, da un centinaio di alti ufficiali oltre a un migliaio di altri membri dell'esercito francese. Una traduzione della lettera, che chiede un ritorno al patriottismo francese, afferma quanto segue:



"Signor Presidente,

"Signore e Signori del Governo,

"Signore e Signori parlamentari,

"L'ora è seria. La Francia è in pericolo, minacciata da diversi pericoli mortali. Noi che, pur essendo in pensione, rimaniamo soldati francesi, non possiamo, nelle attuali circostanze, rimanere indifferenti al destino del nostro bel Paese.

"Le nostre bandiere tricolore non sono solo un pezzo di stoffa. Simboleggiano la tradizione di coloro che, nel corso dei secoli, indipendentemente dal colore della pelle o dal credo religioso, hanno servito la Francia e hanno dato la vita per lei. Su queste bandiere troviamo, in lettere d'oro, le parole: 'Onore e Patria'. Oggi il nostro onore sta nel denunciare la disintegrazione che sta colpendo il nostro paese.

"Una disintegrazione che, attraverso un certo tipo di antirazzismo, ha un unico obiettivo: creare divisione, persino odio, tra le comunità presenti sul nostro suolo. Oggi si parla di razzismo, indigenismo e teorie decoloniali, ma usando questi termini, odiosi e fanatici partigiani stanno cercando di innescare una guerra razziale. Disprezzano il nostro Paese, le sue tradizioni e la sua cultura e, tentando di cancellare il suo passato e la sua storia, vogliono vederli relegati nella pattumiera della storia. Con questo obiettivo, distruggono statue e distorcono parole e frasi secolari, il tutto per ribaltare le nostre passate glorie militari e civili.

"Una disintegrazione che, con l'islamismo e le orde suburbane [hordes de banlieue] porta al distacco di ampie parti della nostra nazione per trasformarle in territori soggetti a dogmi contrari alla nostra Costituzione. Ogni francese, qualunque sia il suo credo o il suo non credo, dovrebbe essere di casa ovunque in Francia; non può e non deve esistere alcuna città o quartiere le leggi della Repubblica non siano applicabili.

"Disintegrazione, perché l'odio prevale sulla fraternità durante le manifestazioni []antigovernative dei Gilet Gialli, in cui il governo usa la polizia come agenti per procura e capri espiatori contro i cittadini francesi che esprimono la loro disperazione. Questo mentre individui infiltrati e incappucciati saccheggiano i negozi e minacciano queste stesse forze dell'ordine. Eppure, la polizia non fa che applicare le direttive, a volte contraddittorie, stabilite da voi, la classe dirigente pubblica.

"I pericoli aumentano, la violenza aumenta di giorno in giorno. Chi avrebbe previsto dieci anni fa che, un giorno, un insegnante sarebbe stato decapitato fuori dalla sua scuola? Ora, noi, servitori della Nazione, che siamo sempre stati pronti a pagare il prezzo più alto per il nostro Paese, non possiamo essere spettatori passivi di fronte a tali azioni.

"È imperativo che i leader del nostro Paese trovino il coraggio necessario per sradicare questi pericoli. Per fare questo, spesso è sufficiente far rispettare, con determinazione, le leggi esistenti. Non dimenticate che, come noi, la grande maggioranza dei nostri concittadini è esasperata dalla vostra codardia e dai colpevoli silenzi.

"Come disse una volta il cardinale Mercier, primate del Belgio: 'Quando la prudenza è ovunque, il coraggio non è da nessuna parte'. Quindi, signore e signori, basta equivocare. La situazione è grave, il lavoro da fare è colossale, non perdete tempo e sappiate che siamo pronti a sostenere le politiche a tutela della nazione.

"D'altra parte, se non si fa nulla, il lassismo continuerà a diffondersi, inesorabilmente, nella nostra società. Alla fine, ci sarà un'esplosione, e i nostri commilitoni in servizio attivo saranno costretti a intervenire e svolgere una pericolosa missione per proteggere i nostri valori di civiltà e salvaguardare la vita dei nostri concittadini.

"Non è più tempo di tergiversare, altrimenti domani la guerra civile porrà fine a questo caos crescente e i morti si conteranno a migliaia, di cui sarete responsabili."



Con l'invasione in corso da anni, le condizioni dell'Italia saranno tra poco addirittura peggiori che in Francia. Occhi chiusi mi raccomando!
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nerorosso
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Re: Quello che ci aspetta

Messaggio da leggere da nerorosso »

Vento ha scritto: 1 giu 2021, 23:42 La lettera aperta, pubblicata dalla rivista francese Valeurs Actuelles il 21 aprile indirizzata all'establishment politico francese, è stata firmata da 20 generali in pensione, da un centinaio di alti ufficiali oltre a un migliaio di altri membri dell'esercito francese. Una traduzione della lettera, che chiede un ritorno al patriottismo francese, afferma quanto segue:



"Signor Presidente,

"Signore e Signori del Governo,

"Signore e Signori parlamentari,

"L'ora è seria. La Francia è in pericolo, minacciata da diversi pericoli mortali. Noi che, pur essendo in pensione, rimaniamo soldati francesi, non possiamo, nelle attuali circostanze, rimanere indifferenti al destino del nostro bel Paese.

"Le nostre bandiere tricolore non sono solo un pezzo di stoffa. Simboleggiano la tradizione di coloro che, nel corso dei secoli, indipendentemente dal colore della pelle o dal credo religioso, hanno servito la Francia e hanno dato la vita per lei. Su queste bandiere troviamo, in lettere d'oro, le parole: 'Onore e Patria'. Oggi il nostro onore sta nel denunciare la disintegrazione che sta colpendo il nostro paese.

"Una disintegrazione che, attraverso un certo tipo di antirazzismo, ha un unico obiettivo: creare divisione, persino odio, tra le comunità presenti sul nostro suolo. Oggi si parla di razzismo, indigenismo e teorie decoloniali, ma usando questi termini, odiosi e fanatici partigiani stanno cercando di innescare una guerra razziale. Disprezzano il nostro Paese, le sue tradizioni e la sua cultura e, tentando di cancellare il suo passato e la sua storia, vogliono vederli relegati nella pattumiera della storia. Con questo obiettivo, distruggono statue e distorcono parole e frasi secolari, il tutto per ribaltare le nostre passate glorie militari e civili.

"Una disintegrazione che, con l'islamismo e le orde suburbane [hordes de banlieue] porta al distacco di ampie parti della nostra nazione per trasformarle in territori soggetti a dogmi contrari alla nostra Costituzione. Ogni francese, qualunque sia il suo credo o il suo non credo, dovrebbe essere di casa ovunque in Francia; non può e non deve esistere alcuna città o quartiere le leggi della Repubblica non siano applicabili.

"Disintegrazione, perché l'odio prevale sulla fraternità durante le manifestazioni []antigovernative dei Gilet Gialli, in cui il governo usa la polizia come agenti per procura e capri espiatori contro i cittadini francesi che esprimono la loro disperazione. Questo mentre individui infiltrati e incappucciati saccheggiano i negozi e minacciano queste stesse forze dell'ordine. Eppure, la polizia non fa che applicare le direttive, a volte contraddittorie, stabilite da voi, la classe dirigente pubblica.

"I pericoli aumentano, la violenza aumenta di giorno in giorno. Chi avrebbe previsto dieci anni fa che, un giorno, un insegnante sarebbe stato decapitato fuori dalla sua scuola? Ora, noi, servitori della Nazione, che siamo sempre stati pronti a pagare il prezzo più alto per il nostro Paese, non possiamo essere spettatori passivi di fronte a tali azioni.

"È imperativo che i leader del nostro Paese trovino il coraggio necessario per sradicare questi pericoli. Per fare questo, spesso è sufficiente far rispettare, con determinazione, le leggi esistenti. Non dimenticate che, come noi, la grande maggioranza dei nostri concittadini è esasperata dalla vostra codardia e dai colpevoli silenzi.

"Come disse una volta il cardinale Mercier, primate del Belgio: 'Quando la prudenza è ovunque, il coraggio non è da nessuna parte'. Quindi, signore e signori, basta equivocare. La situazione è grave, il lavoro da fare è colossale, non perdete tempo e sappiate che siamo pronti a sostenere le politiche a tutela della nazione.

"D'altra parte, se non si fa nulla, il lassismo continuerà a diffondersi, inesorabilmente, nella nostra società. Alla fine, ci sarà un'esplosione, e i nostri commilitoni in servizio attivo saranno costretti a intervenire e svolgere una pericolosa missione per proteggere i nostri valori di civiltà e salvaguardare la vita dei nostri concittadini.

"Non è più tempo di tergiversare, altrimenti domani la guerra civile porrà fine a questo caos crescente e i morti si conteranno a migliaia, di cui sarete responsabili."



Con l'invasione in corso da anni, le condizioni dell'Italia saranno tra poco addirittura peggiori che in Francia. Occhi chiusi mi raccomando!
Che dire?
Per quanto la situazione francese mi pare sia assai più grave della nostra, averli in Italia dei militari, seppure in pensione, che osino simili prese di posizione. Il fatto è che noi non li abbiamo.
I "nostri" sono totalmente appiattiti sulle posizioni U$A, qualunque esse siano…
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giaguaro
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Re: Quello che ci aspetta

Messaggio da leggere da giaguaro »

Credo che qui siamo tutti convinti che le denunce e le poposte di questi militari francesci siano la forografia della situazione che stiamo vivendo tutti, sia in Francia, che in Italia, in Spagna e in Grecia.
Purtroppo, le altre nazioni dell'EU, con il loro atteggiamento un po' troppo disinteressato ai problemi che l'immigrazione incontrollata può creare anche alla popolazione dei loro Paesi, sembrano troppo poco coinvolti, nonostante la situazione, col passare del tempo, sicuramente finirà per coinvolgere anche il resto dell'Europa.
Non posso insegnare niente a nessuno, posso solo cercare di farli riflettere - SOCRATE
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Re: Quello che ci aspetta

Messaggio da leggere da Vento »

giaguaro ha scritto: 3 giu 2021, 19:51 Credo che qui siamo tutti convinti che le denunce e le poposte di questi militari francesci siano la forografia della situazione che stiamo vivendo tutti, sia in Francia, che in Italia, in Spagna e in Grecia.
Purtroppo, le altre nazioni dell'EU, con il loro atteggiamento un po' troppo disinteressato ai problemi che l'immigrazione incontrollata può creare anche alla popolazione dei loro Paesi, sembrano troppo poco coinvolti, nonostante la situazione, col passare del tempo, sicuramente finirà per coinvolgere anche il resto dell'Europa.
Penso che in Italia ci sia una fissazione di sinistra e Chiesa su una posizione fondamentalista, fanatica, delirante, dovuta alla polarizzazione politica. Sono poi due forze che trascendono la società e questo mondo e puntano al paradiso, in cielo o in terra, quindi non badano agli effetti nefasti sulla vita concreta quotidiana, di cui non gli frega niente.
Negli altri paesi europei orientali sono attenti e si difendono da questa pazzia occidentale, mentre invece negli altri paesi europei occidentali domina l'ipocrisia e si tira avanti sperando che a subire i danni siano solo l'Italia e la Grecia.
Se non si ribellano i tedeschi dissidenti non c'è speranza, ma se lo fanno rischiano qualche repressione imperiale o globalista.
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Re: Quello che ci aspetta

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La disintegrazione del tessuto civile (ma ancora prima che civile demografico) dell'Italia è dovuta in primo luogo ad una politica che si disinteressa del lavoro e dell'avvenire dei giovani. Questo incide assai più dell'immigrazione incontrollata, che pure deve necessariamente essere regolata secondo banalissimi criteri di legge già esistenti, criteri ai quali la sinistra fa orecchie da mercante. La mancanza di un possibile avvenire per le famiglie che si formano fa sì che siamo diventati forse il paese con la più bassa natalità che esiste al mondo. A questo punto è evidente che l'Italia diventerà a breve tempo una specie di califfato islamico, se si manterranno numerose le famiglie degli immigrati vecchi e nuovi, oppure, se queste famiglie si adegueranno allo stato di cose generale, siamo destinati in modo lento all'estinzione. Non sono belle prospettive.
Ci saranno sempre degli Eschimesi pronti a dettar norme su come devono comportarsi gli abitanti del Congo durante la calura.
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