Consulta news
Inviato: 15 apr 2021, 19:00
Cattive notizie dalla Consulta, che dà un anno di tempo al Parlamento per modificare l’attuale regime ostativo dell’ergastolo per mafiosi che non collaborano (art. 4-bis dell’ordinamento penitenziario). Il cambio di orientamento dell’Avvocatura dello Stato, che in un primo momento aveva chiesto alla Consulta di dichiarare l’inammissibilità della questione di costituzionalità dell’art. 4-bis sollevata dalla Cassazione e successivamente aveva chiesto una sentenza interpretativa di rigetto, chiedendo alla Corte costituzionale di rigettare la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Cassazione attraverso una interpretazione ‘vincolante’ della norma penitenziaria, nel senso di attribuire ai giudici di merito, volta per volta, l’onere (ed i rischi mortali) di decidere se il mafioso ergastolano fosse meritevole o non di acceder ai benefici concessi agli altri ergastolani ‘comuni’. La Consulta ha sostanzialmente accolto la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Cassazione ma senza dichiararla formalmente, perché ha dato al Parlamento un anno di tempo per modificare la norma nel senso di indicare i requisiti che consentano anche all’ergastolano mafioso di accedere ai benefici pur in assenza di collaborazione: ha tolto la patata bollente dalle mani dei giudici –come voleva l’Avvocatura dello Stato- e l’ha rifilata al Parlamento. Ora, questa decisione della Consulta è errata –a mio sommesso avviso- perché parte dal presupposto dirimente che il mafioso che non collabora potrebbe essere tuttavia sicuramente ravveduto (e dunque meritevole di accedere ai benefici). A me sembra che sia contraddittorio sostenere che un mafioso possa essere sicuramente ravveduto e tuttavia si rifiuti di collaborare (anche perché l’argomento usuale che la mancata collaborazione del mafioso sarebbe giustificata dal suo timore di esporre i familiari alle vendette mafiose è superato dalla circostanza che ai pentiti di mafia ed ai loro familiari viene offerta adeguata protezione per un tempo illimitato). A parte ciò, esprimo la mia perplessità per la nuova (ed ormai frequente) tipologia di sentenze della Consulta, che non pronunciano la (ritenuta) incostituzionalità delle norme sottoposte al suo esame (come, secondo me, dovrebbero), ma rinviano al Parlamento per la loro modifica, assumendo così una impropria funzione indirettamente legislativa, del tutto estranea ad un organismo giurisdizionale, com’è la Consulta. Un’ultima osservazione, prima che si scateni la canea azzannante contro i giudici ‘comunisti’: il primo giudice costituzionale che ha iniziato la sua marcia contro l’art. 4-bis è tal Zanon, eletto al Csm nel 2010 su indicazione del Popolo delle Libertà, e poi nominato alla Consulta da Giorgio Napolitano. Zanon, da giudice relatore della Corte costituzionale, aveva intaccato l’art. 4-bis già nel 2019, facendo dichiarare l’incostituzionalità della norma nella parte in cui non consentiva all’ergastolano mafioso che non collaborava di accedere ai permessi premio. Adesso, oltre ai permessi premio, si concederà ai mafiosi ergastolani che non collaborano anche la liberazione condizionale.