Come si fa a fare fuori Putin?

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Re: Come si fa a fare fuori Putin?

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nerorosso ha scritto: 19 apr 2021, 23:47
Ma tu hai idea dello stato in cui 7 anni di malversazioni e ruberie di Poroshenko e soci hanno ridotto l'Ucraina?
Praticamente uno "stato fallito".
Si reggono ancora solo perchè gli piove addosso qualche spicciolo in cambio naturalmente del loro completo asservimento.
E secondo te quale interesse potrebbe avere la Russia a conquistare uno "stato fallito", con la prospettiva di dover spendere cifre iperboliche per ricostruirlo e pagare per di più i suoi debiti?
la russia potrebbe essere costretta a intervenire, se il governo nazista ukraino decidesse con l'appoggio americano di eliminare le due repubbliche secessioniste a maggioranza etnica russa.
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Re: Come si fa a fare fuori Putin?

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RedWine ha scritto: 20 apr 2021, 9:50
nerorosso ha scritto: 19 apr 2021, 23:47
Ma tu hai idea dello stato in cui 7 anni di malversazioni e ruberie di Poroshenko e soci hanno ridotto l'Ucraina?
Praticamente uno "stato fallito".
Si reggono ancora solo perchè gli piove addosso qualche spicciolo in cambio naturalmente del loro completo asservimento.
E secondo te quale interesse potrebbe avere la Russia a conquistare uno "stato fallito", con la prospettiva di dover spendere cifre iperboliche per ricostruirlo e pagare per di più i suoi debiti?
la russia potrebbe essere costretta a intervenire, se il governo nazista ukraino decidesse con l'appoggio americano di eliminare le due repubbliche secessioniste a maggioranza etnica russa.
Che temo sia esattamente lo scopo ultimo, in maniera poi da gridare all'"aggressione russa"…
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Re: Come si fa a fare fuori Putin?

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Gli USA vogliono una guerra che divida Europa e Russia. Immaginate cosa sarebbe una area economicamente integrata da Lisbona a Vladivostok, che unisca l operosità tedescoeuropea, coinvolgendo magari anche ilGiappone nel estremo oriente? Sarebbe la potenza egemone nel mondo,quello che terrorizza gli USA e l anglosfera.
Invece sarebbe una benedizione. Avremmo tre potenze mondiali in equilibrio: Eurasia, Cina e anglosfera. Per impedire che questo avvenga hanno fatto due guerre mondiali.
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Re: Come si fa a fare fuori Putin?

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nerorosso ha scritto: 20 apr 2021, 15:18
RedWine ha scritto: 20 apr 2021, 9:50
nerorosso ha scritto: 19 apr 2021, 23:47
Ma tu hai idea dello stato in cui 7 anni di malversazioni e ruberie di Poroshenko e soci hanno ridotto l'Ucraina?
Praticamente uno "stato fallito".
Si reggono ancora solo perchè gli piove addosso qualche spicciolo in cambio naturalmente del loro completo asservimento.
E secondo te quale interesse potrebbe avere la Russia a conquistare uno "stato fallito", con la prospettiva di dover spendere cifre iperboliche per ricostruirlo e pagare per di più i suoi debiti?
la russia potrebbe essere costretta a intervenire, se il governo nazista ukraino decidesse con l'appoggio americano di eliminare le due repubbliche secessioniste a maggioranza etnica russa.
Che temo sia esattamente lo scopo ultimo, in maniera poi da gridare all'"aggressione russa"…
https://it.sputniknews.com/mondo/202104 ... l-dialogo/
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Re: Come si fa a fare fuori Putin?

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RedWine ha scritto: 21 apr 2021, 18:40
nerorosso ha scritto: 20 apr 2021, 15:18
RedWine ha scritto: 20 apr 2021, 9:50 la russia potrebbe essere costretta a intervenire, se il governo nazista ukraino decidesse con l'appoggio americano di eliminare le due repubbliche secessioniste a maggioranza etnica russa.
Che temo sia esattamente lo scopo ultimo, in maniera poi da gridare all'"aggressione russa"…
https://it.sputniknews.com/mondo/202104 ... l-dialogo/
https://it.sputniknews.com/intervista/2 ... occidente/

La Russia non si farà mettere all'angolo.

E credo sia meglio che gli ucronazi non ci provino. E se ci provano sarà meglio che la NATO non ci provi a difenderli. Meglio finisca come con la Georgia, che ci provò, venne abbandonata dagli U$A, e finì come finì…
Per dirla con le parole di Lavrov: "gli Stati Uniti non sono un interlocutore affidabile"…
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Re: Come si fa a fare fuori Putin?

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Vento ha scritto: 20 apr 2021, 15:35 ... Avremmo tre potenze mondiali in equilibrio: Eurasia, Cina e anglosfera. Per impedire che questo avvenga hanno fatto due guerre mondiali.
O, molto più probabilmente, in perenne guerra tra loro...

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nerorosso ha scritto: 21 apr 2021, 21:41 https://it.sputniknews.com/intervista/2 ... occidente/
La Russia non si farà mettere all'angolo.
E credo sia meglio che gli ucronazi non ci provino. E se ci provano sarà meglio che la NATO non ci provi a difenderli. Meglio finisca come con la Georgia, che ci provò, venne abbandonata dagli U$A, e finì come finì…
Per dirla con le parole di Lavrov: "gli Stati Uniti non sono un interlocutore affidabile"…
Se tu ci scrivessi dalla Polonia, oppure da una delle tre repubbliche baltiche, ovvero da quelle nazioni che vennero spartite 'da buoni amici' tra la Germania Nazista di Hitler, e l'Unione Sovietica di Stalin, certe corbellerie non le diresti...

Lo strano patto Molotov-Ribbentrop

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"... Sebbene il periodo d’oro degli archivi di Mosca sia ormai finito emergono periodicamente nuove fonti per rileggere i punti più delicati del Novecento. A cominciare dal trattato Molotov-Ribbentrop, il patto di non aggressione tra la Germania nazista e l’Urss firmato nella capitale sovietica il 23 agosto 1939. A proporne una nuova lettura tanto equilibrata quanto piacevole per la qualità della scrittura è uno dei maggiori storici della materia, Ettore Cinnella, nel saggio “La cinica alleanza” che fa parte degli atti del convegno “Il patto Ribbentrop-Molotov – l’Italia e l’Europa (1939-1941)” ora editi da Aracne, collana Mappamondi.
Cinnella, che ha insegnato per molti anni storia dell’Europa orientale all’università di Pisa, non è d’accordo con quanti sostengono che i due regimi totalitari erano destinati a incontrarsi proprio in virtù di due ideologie liberticide. Quel che portò allo strano patto fu la concomitanza di interessi fra i due dittatori: da un lato Hitler che voleva essere tranquillo sul fronte orientale per sferrare l’attacco contro le potenze occidentali (Gran Bretagna e Francia), dall’altro Stalin che pur avendo rinunciato alla teoria del socialfascismo guardava con una certa diffidenza le nazioni democratiche e con interesse opportunistico al forte espansionismo nazista. Non a caso i sovietici parteciparono alla spartizione della Polonia quasi senza aver sparato un colpo..." (CONTINUA NEL LINK)

________________________________


Io ho la sensazione (e la paura) che quanto stia avvenendo in Ucraina (ed in Georgia) non sia che una riedizione di quel patto sciagurato. Mettetevi nei panni di Varsavia che, nel 1939, si vide aggredire ad ovest dall'esercito nazista, e all'improvviso ad est dall'armata rossa. C'è un motivo per cui i Polacchi hanno in odio sia i tedeschi che i russi. E se investono più di ogni altro nella difesa, se aiutano come nessun altro gli USA in Iraq e altrove, se pregano e scongiurano gli USA di spostare i 40.000 soldati a stelle e strisce dalla ex Germania Ovest al territorio della Polonia.

Altro che le fegnacciate che dicono i nostri fricchettoni cira la 'occupazione' americana in Italia, per via delle tre o quattro basi Nato di Aviano, Camp Derby, e non so altro dove...

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Re: Come si fa a fare fuori Putin?

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Re: Come si fa a fare fuori Putin?

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Re: Come si fa a fare fuori Putin?

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Un lupo vide un agnello che beveva ad un torrente, sotto di lui, e gli venne voglia di mangiarselo. Così, gli disse che bevendo, sporcava la sua acqua e che non riusciva nemmeno a bere.
“Ma tu sei a monte ed io a valle, è impossibile che bevendo al torrente io sporchi l’acqua che scorre sopra di me!” rispose l’agnello. Venuta meno quella scusa, il lupo ne inventò un’altra: “Tu sei l’agnello che l’anno scorso ha insultato mio padre, povera anima!”. E l’agnello, di nuovo, gli rispose che l’anno prima non era ancora nato, dunque non poteva aver insultato nessuno.
“Sei così bravo a trovare delle scuse per tutto” gli disse il lupo “ma io non posso mica rinunciare a mangiarti!” e saltò addosso al povero agnellino.

Se qualcuno ha deciso di fare un torto inventando pretesti, è inutile cercare di far valere la logica e la giustizia.

Esopo (620 a.C.circa – Delfi, 564 a.C.)
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Re: Come si fa a fare fuori Putin?

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Holubice:
"[...] da un lato Hitler che voleva essere tranquillo sul fronte orientale per sferrare l’attacco contro le potenze occidentali (Gran Bretagna e Francia), dall’altro Stalin che pur avendo rinunciato alla teoria del socialfascismo guardava con una certa diffidenza le nazioni democratiche e con interesse opportunistico al forte espansionismo nazista. Non a caso i sovietici parteciparono alla spartizione della Polonia quasi senza aver sparato un colpo..."
_____________

La diffidenza di Stalin verso le nazioni ‘democratiche’ era giustificata dal fatto che alla fine del primo conflitto mondiale le nazioni ‘democratiche’ avevano snobbato l’Urss lasciandola fuori dagli accordi. Il patto Molotov-Ribbentrop (agosto 1939) di non aggressione, con appendice spartitoria, con la Germania era dunque una necessità per Stalin, specialmente dopo il patto della Germania nazista con l’Italia fascista (Patto d’acciaio del maggio 1939). Anche le nazioni ‘democratiche ‘ occidentali avevano stipulato un accordo con i nazisti (conferenza di Monaco del 1938, lasciando ancora una volta fuori l’Urss). L’Urss aveva provato successivamente a negoziare con Francia e Gran Bretagna ma questi due Paesi, con la puzza sotto al naso ed a causa dei sospetti contro i comunisti, lasciarono cadere la prospettiva di un’alleanza antinazista con l’Urss. La Polonia, dal canto suo, che si era precedentemente ingrandita con territori sottratti ad ovest e nord alla Germania e ad est alla Russia ex zarista, confidava molto sulla protezione anglo-francese. La Storia ha dimostrato quanto si sbagliavano Polonia, Francia e Gran Bretagna.
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Re: Come si fa a fare fuori Putin?

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Holubice ha scritto: 22 apr 2021, 6:17
nerorosso ha scritto: 21 apr 2021, 21:41 https://it.sputniknews.com/intervista/2 ... occidente/
La Russia non si farà mettere all'angolo.
E credo sia meglio che gli ucronazi non ci provino. E se ci provano sarà meglio che la NATO non ci provi a difenderli. Meglio finisca come con la Georgia, che ci provò, venne abbandonata dagli U$A, e finì come finì…
Per dirla con le parole di Lavrov: "gli Stati Uniti non sono un interlocutore affidabile"…
Se tu ci scrivessi dalla Polonia, oppure da una delle tre repubbliche baltiche, ovvero da quelle nazioni che vennero spartite 'da buoni amici' tra la Germania Nazista di Hitler, e l'Unione Sovietica di Stalin, certe corbellerie non le diresti...

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"... Sebbene il periodo d’oro degli archivi di Mosca sia ormai finito emergono periodicamente nuove fonti per rileggere i punti più delicati del Novecento. A cominciare dal trattato Molotov-Ribbentrop, il patto di non aggressione tra la Germania nazista e l’Urss firmato nella capitale sovietica il 23 agosto 1939. A proporne una nuova lettura tanto equilibrata quanto piacevole per la qualità della scrittura è uno dei maggiori storici della materia, Ettore Cinnella, nel saggio “La cinica alleanza” che fa parte degli atti del convegno “Il patto Ribbentrop-Molotov – l’Italia e l’Europa (1939-1941)” ora editi da Aracne, collana Mappamondi.
Cinnella, che ha insegnato per molti anni storia dell’Europa orientale all’università di Pisa, non è d’accordo con quanti sostengono che i due regimi totalitari erano destinati a incontrarsi proprio in virtù di due ideologie liberticide. Quel che portò allo strano patto fu la concomitanza di interessi fra i due dittatori: da un lato Hitler che voleva essere tranquillo sul fronte orientale per sferrare l’attacco contro le potenze occidentali (Gran Bretagna e Francia), dall’altro Stalin che pur avendo rinunciato alla teoria del socialfascismo guardava con una certa diffidenza le nazioni democratiche e con interesse opportunistico al forte espansionismo nazista. Non a caso i sovietici parteciparono alla spartizione della Polonia quasi senza aver sparato un colpo..." (CONTINUA NEL LINK)[/i
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Io ho la sensazione (e la paura) che quanto stia avvenendo in Ucraina (ed in Georgia) non sia che una riedizione di quel patto sciagurato. Mettetevi nei panni di Varsavia che, nel 1939, si vide aggredire ad ovest dall'esercito nazista, e all'improvviso ad est dall'armata rossa. C'è un motivo per cui i Polacchi hanno in odio sia i tedeschi che i russi. E se investono più di ogni altro nella difesa, se aiutano come nessun altro gli USA in Iraq e altrove, se pregano e scongiurano gli USA di spostare i 40.000 soldati a stelle e strisce dalla ex Germania Ovest al territorio della Polonia.

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Tutti i paesi europei orientali hanno avuto i loro momenti di espansione, anche la Svezia, che ora pensa ad altro, anche la Polonia, che invece ci pensa ancora e spera di accaparrarsi pezzi di Ucraina, per arrivare ai due mari, suo sogno fisso, senza rendersi conto che non ha le fisique du role. Così gli USA usano la loro stolta ambizione per scavare un fosso in quella area, impedendo una reale Unione Europea e una integrazione economica euroasiatica, che porterebbe benessere a tutti meno che agli americani.
Pochi paesi possono svolgere un ruolo egemone e oggi vedo solo Germania e Russia nella area in questione. Una cauta convergenza tra loro ed il Giappone potrebbe cambiare la storia pacificamente.
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Navalny è solo un pretesto

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di Roberto Iannuzzi*

La Russia è di nuovo sotto i riflettori dei media occidentali, ma il “caso Navalny”, che ha di gran lunga suscitato la maggiore attenzione, è solo il pretesto di uno scontro ben più profondo. Accanto a tale caso, spiccano l’aggravarsi delle tensioni attorno alla questione Ucraina e le recenti sanzioni imposte dall’amministrazione Biden contro Mosca. Queste ultime sono l’ultimo episodio di una guerra economica americana che sta spingendo progressivamente il Cremlino nelle braccia della Cina, vero avversario di Washington.
Alexei Navalny, pomposamente definito in Occidente come “l’oppositore di Putin”, in realtà è noto in Russia soprattutto per le sue campagne anticorruzione, e per essere successivamente divenuto il beniamino dei governi occidentali. Come leader politico egli ha un seguito alquanto esiguo, che lo scorso settembre oscillava tra il 2 e il 4% secondo un sondaggio del Centro Levada, istituto certamente non affiliato al Cremlino (tanto che nel 2016 venne classificato come “agente straniero” dal ministero della giustizia russo).
Navalny ha espresso idee spesso contradditorie, passando da posizioni nazionaliste e talvolta xenofobe (in particolare contro gli immigrati provenienti dal Caucaso e dall’Asia centrale) al neoliberismo classico, e perfino a un populismo di ispirazione socialista. Insomma, somiglia a quei leader anti-sistema che vengono bollati come “populisti” dalle élite al governo in Occidente, le quali tuttavia appaiono ben liete di sostenerne uno allorché si tratta di dar fastidio al Cremlino.
Pur presentandosi come una figura anti-establishment, Navalny ha corteggiato esponenti dell’oligarchia russa, dopo aver ottenuto nel 2010 una borsa di studio in America all’Università di Yale – considerata dai suoi dirigenti una “incubatrice di leader globali” – anche grazie ai buoni uffici di Garry Kasparov, ex campione di scacchi divenuto successivamente attivista anti-Putin.
Il suo controverso e misterioso avvelenamento da Novichok (un agente nervino) lo scorso anno, proprio mentre Stati Uniti e Gran Bretagna stavano tentando di bloccare in ogni modo il completamento del gasdotto Nord Stream 2 che avrebbe rifornito la Germania di gas russo, rappresenta solo uno degli innumerevoli episodi che hanno contribuito a deteriorare ulteriormente i rapporti fra Mosca da un lato, e Washington e le capitali europee dall’altro. Il diretto coinvolgimento del governo russo in questo avvelenamento è tuttavia difficilmente dimostrabile, così come non sono dimostrate altre accuse sulla cui base la Casa Bianca ha imposto l’ultima tranche di sanzioni a Mosca, come l’ingerenza russa nel processo elettorale americano (il cosiddetto Russiagate, rimasto non confermato malgrado quattro anni di indagini) e i presunti attacchi informatici, che restano sempre di dubbia attribuzione.
Vi sono invece pochi dubbi sul fatto che l’attuale crisi abbia radici antiche, che risalgono alla mancata integrazione europea della Russia alla fine della Guerra fredda. Tale integrazione, lungamente cercata da Mosca e inizialmente dallo stesso Putin, fu essenzialmente negata dalla continua espansione a est della Nato, nel contesto della nuova visione unipolare americana affermatasi all’indomani del crollo del blocco sovietico. Tale espansione fu accompagnata dal rafforzamento della presenza statunitense in Asia centrale, e dalle “rivoluzioni colorate” sostenute da Washington in Georgia, Ucraina e Kirghizistan fra il 2003 e il 2005.
La reazione militare di Mosca alla decisione del presidente georgiano Saakashvili di riappropriarsi delle regioni separatiste di Abkhazia e Ossezia del Sud nel 2008 fu il primo segnale che i russi erano determinati a impedire ad ogni costo una possibile espansione della Nato fino ai propri confini. Nel 2014, il rovesciamento del presidente ucraino Yanukovich da parte di un’opposizione rabbiosamente antirussa composta anche da elementi di estrema destra, in violazione di un precedente accordo che prevedeva la creazione di un governo di unità nazionale in vista di elezioni presidenziali, venne visto da Mosca come un golpe sostenuto dagli Usa (i quali avevano apertamente appoggiato l’opposizione) e come un nuovo punto di rottura con l’Occidente. La conseguente occupazione russa della Crimea fornì l’occasione a Washington per avviare una campagna di sanzioni economiche contro Mosca che ha continuato a inasprirsi fino ad oggi.
Nel frattempo, la “nuova Ucraina” sostenuta da Stati Uniti ed Europa è uno stato impoverito, afflitto da forti tensioni interne e da una guerra civile strisciante nella sua parte orientale. Il fragile presidente Zelensky non è in grado di implementare gli accordi di Minsk che dovrebbero porre fine al conflitto, perché ostaggio delle forze politiche più violentemente nazionaliste. La mobilitazione di truppe russe al confine ucraino sembra avere finalità dissuasive nei confronti di un’eventuale azione militare da parte di Kiev più che preludere a un’invasione russa.
Continuare ad utilizzare strumenti come le sanzioni e il caso Navalny per accrescere ulteriormente la pressione su Mosca, in un momento in cui il livello dei rapporti fra il Cremlino e Washington è già ai minimi storici, avrà l’effetto di rendere insanabile la frattura tra Russia e Occidente. L’Europa è certamente tra coloro che ne faranno le spese.
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Re: Come si fa a fare fuori Putin?

Messaggio da leggere da Vento »

Purtroppo gli USA non intendono mollare l'osso, non accettano la multipolarità e sono diventati uno Stato canaglia. Prima con Trump, ma solo nei toni, ora con Biden, nella sostanza. Il loro terrore massimo è l'avvicinamento tra Russia ed Europa, che prima erano unite, fino all'avventura comunista. Si formerebbe la prima potenza mondiale euroasiatica, da Lisbona a Vladivostok, meglio ancora fino a Tokyo, anche se si limitasse ad una integrazione economica, che comprenderebbe anche la Cina, ovviamente, e che è già iniziata ma che loro impediranno, dovesse costare una guerra mondiale. Così ecco che in Ucraina intrigano con il comico ebreo, mentre contro la Cina aizzano gli uiguri, come se di islamisti fanatici non ce ne fosse abbastanza. Inoltre scatenano il cane pazzo Erdogan ai confini russi, che non chiede di meglio per risuscitare il suo impero e ci sta riuscendo in Azerbagian, ovviamente col consenso o incarico americano. Sembra in generale che l'impero americano abbia ingaggiato l'Islam fanatico per la gestione del suo impero, scatenandolo contro l'occidente europeo. Putin ha sangue freddo per fortuna, per questo lo considero il leader più apprezzabile, anche nell'interesse del pianeta, mentre tremo al vedere il Biden intrigare. Europa e Russia, oltre ai legami storici, culturali ed etnici (che altro manca?) hanno gli stessi nemici, per chi li sa vedere, e vengono da laggiù. I nemici comuni legano anche i popoli diversi, come la Svizzera insegna.
Cave USAm!
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Solo la Germania potrebbe osare tentare di recuperare un pò di libertà dalla schiavitù usa. La Merkel potrebbe rivalutare la sua carriera, scioccamente rovinata col buonismo accogliente, tessendo un rapporto con Putin e lentamente riaffermando il diritto europeo alla libertà dal vincitore dell'ultima guerra. Ormai è passato quasi un secolo. Basta!
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