Diritto assoluto di maternità?

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Salvo
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Diritto assoluto di maternità?

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Embrioni congelati: è legittimo imporre la paternità in nome di un presunto diritto alla maternità? Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha autorizzato una donna a impiantare embrioni precedentemente congelati, nonostante il parere discordante dell’ormai ex marito (Eliana Cocca, bioeticista).
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E' certamente un argomento assai importante, perché coinvolge molte tematiche, di forte impatto etico e sociale. A scanso di facili critiche, bisogna rammentare che la legge 40/2004, che disciplina la materia della fecondazione e procreazione medicalmente assistita, considera irrevocabile il consenso prestato dall'uomo alla crioconservazione dell'embrione da lui fecondato. Ma il punto è se questa legge sia 'giusta'.
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Ovidio
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Re: Diritto assoluto di maternità?

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Salvo ha scritto: 1 mar 2021, 18:13 Embrioni congelati: è legittimo imporre la paternità in nome di un presunto diritto alla maternità? Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha autorizzato una donna a impiantare embrioni precedentemente congelati, nonostante il parere discordante dell’ormai ex marito (Eliana Cocca, bioeticista).
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E' certamente un argomento assai importante, perché coinvolge molte tematiche, di forte impatto etico e sociale. A scanso di facili critiche, bisogna rammentare che la legge 40/2004, che disciplina la materia della fecondazione e procreazione medicalmente assistita, considera irrevocabile il consenso prestato dall'uomo alla crioconservazione dell'embrione da lui fecondato. Ma il punto è se questa legge sia 'giusta'.
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Sara
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Re: Diritto assoluto di maternità?

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Sono perplessa. Letto di fretta un articolo giorni fa, mi proponevo di cercare altre notizie. La legge prevede (concordo) l'irrevocabilità del consenso per impedire che il padre si sottragga ai suoi obblighi. Ma è giusto rendere tale un ex marito che non vuole? Troverei preferibile il ricorso a un donatore sconosciuto. Tuttavia, a quanto ho capito, l'embrione risale ad alcuni anni fa e la donna ora non sarebbe in grado (età, salute...) di reiterare il procedimento. Deve rinunciare a ogni possibilità (peraltro incertissima) di avere un figlio? Anche questo dictat mi sembra ingiusto.
Forse si potrebbe ipotizzare (non so se la legislazione lo consenta) che il figlio prenda solo il cognome della madre e che lei liberi a priori l'ex marito da ogni obbligo paterno.
Non il possesso della conoscenza, della verità irrefutabile, fa l'uomo di scienza, ma la ricerca critica, persistente e inquieta, della verità.
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Salvo
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Re: Diritto assoluto di maternità?

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Francamente non so se, allo stato dell'attuale normativa, il padre possa disconoscere il nato, ma sarebbe certamente una via d'uscita dignitosa e rispettosa della volontà di entrambi i genitori (le donne hanno già questa garanzia, quando partoriscono in modalità anonima e disconoscono il nato). Diverso sarebbe se l'embrione fosse già inserito nell'utero materno. Equiparare gli embrioni conservati a quelli già impiantati mi pare una forzatura; la genitorialità, che dovrebbe essere imparziale in questo caso è sbilanciata a favore della madre, cioè della donna, a cui viene riconosciuto un 'diritto' alla maternità di dubbia legittimità ed eticità.
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Ovidio
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Re: Diritto assoluto di maternità?

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Sara ha scritto: 1 mar 2021, 21:38 Sono perplessa. Letto di fretta un articolo giorni fa, mi proponevo di cercare altre notizie. La legge prevede (concordo) l'irrevocabilità del consenso per impedire che il padre si sottragga ai suoi obblighi. Ma è giusto rendere tale un ex marito che non vuole? Troverei preferibile il ricorso a un donatore sconosciuto. Tuttavia, a quanto ho capito, l'embrione risale ad alcuni anni fa e la donna ora non sarebbe in grado (età, salute...) di reiterare il procedimento. Deve rinunciare a ogni possibilità (peraltro incertissima) di avere un figlio? Anche questo dictat mi sembra ingiusto.
Forse si potrebbe ipotizzare (non so se la legislazione lo consenta) che il figlio prenda solo il cognome della madre e che lei liberi a priori l'ex marito da ogni obbligo paterno.
Il figlio nel caso porterebbe anche i miei geni, e su quelli vorrei decidere io.
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nerorosso
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Re: Diritto assoluto di maternità?

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Sara ha scritto: 1 mar 2021, 21:38 Sono perplessa. Letto di fretta un articolo giorni fa, mi proponevo di cercare altre notizie. La legge prevede (concordo) l'irrevocabilità del consenso per impedire che il padre si sottragga ai suoi obblighi. Ma è giusto rendere tale un ex marito che non vuole? Troverei preferibile il ricorso a un donatore sconosciuto. Tuttavia, a quanto ho capito, l'embrione risale ad alcuni anni fa e la donna ora non sarebbe in grado (età, salute...) di reiterare il procedimento. Deve rinunciare a ogni possibilità (peraltro incertissima) di avere un figlio? Anche questo dictat mi sembra ingiusto.
Forse si potrebbe ipotizzare (non so se la legislazione lo consenta) che il figlio prenda solo il cognome della madre e che lei liberi a priori l'ex marito da ogni obbligo paterno.
Per me come da frase evidenziata in neretto.
SLAVA ROSSIJA!!! 🇷🇺
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Sara
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Re: Diritto assoluto di maternità?

Messaggio da leggere da Sara »

Sono fuori, troppo occupata per fare ricerche. Riflettendo, ripudio la mia ipotesi: quand'anche praticabile (lo escluderei, vedi oltre), è sciocca. Malgrado la rinuncia della madre, il figlio potrebbe comunque reclamare in seguito i suoi diritti presso il padre biologico .
E l'ex marito, contrario alla nascita, non ha più alcun 'potere' sui propri geni. Nessun padre di nascituro può infatti intervenire nella scelta della madre a interrompere o proseguire una gravidanza. Che in questo caso l'embrione sia congelato, non ancora nel corpo materno, è ininfluente.
Non il possesso della conoscenza, della verità irrefutabile, fa l'uomo di scienza, ma la ricerca critica, persistente e inquieta, della verità.
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Re: Diritto assoluto di maternità?

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Sara:
"[...] Che in questo caso l'embrione sia congelato, non ancora nel corpo materno, è ininfluente".
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Ininfluente? un embrione crioconservato è una specie di prodotto di laboratorio, mentre un embrione impiantato è una persona in fieri. Non mi pare un dettaglio ininfluente. L'uomo che si è disimpegnato prima dell'impianto dell'embrione nell'utero femminile non dovrebbe essere chiamato a rispondere di una creazione non ancora iniziata e dunque evitabile. Ed il suo consenso, inizialmente prestato, non dovrebbe essere ritenuto irrevocabile finchè l'embrione non passa dal laboratorio nell'utero materno. L'uomo che non si è disimpegnato fino all'impianto dell'embrione nell'utero femminile non può sottrarsi alle sue responsabilità di una creazione iniziata. La donna che abortisce nei termini e per i motivi previsti dalla legge non deve dar conto all'uomo fecondatore, in omaggio al principio, giusto e ragionevole, che una donna non può essere costretta ad una gravidanza non (più) desiderata; perché lo stesso principio non deve valere anche per l'uomo fecondatore, prima ancora che la gravidanza sia iniziata perché l'embrione fecondato è in vitro e non nel ventre materno? Quale principio, quale diritto verrebbe calpestato?
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Sara
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Re: Diritto assoluto di maternità?

Messaggio da leggere da Sara »

Ho scritto frettolosamente dal cellulare. L'ininfluente si riferiva a quel che -riflettendo- desumevo dalla normativa che conosco, in particolare la legge 194; inoltre il primo post citava la 40, che considera irrevocabile il consenso alla crioconservazione degli embrioni.
Ne deriva l'equiparazione dei concepiti, qualunque sia lo status dell'embrione, e il riconoscimento del diritto esclusivo della madre a portare avanti o no la gravidanza.
Quanto alla soluzione che ipotizzavo, è sciocca -e credo di sicuro impraticabile-, perché la madre non può pregiudicare i diritti del figlio.
una donna non può essere costretta ad una gravidanza non (più) desiderata; perché lo stesso principio non deve valere anche per l'uomo fecondatore, prima ancora che la gravidanza sia iniziata perché l'embrione fecondato è in vitro e non nel ventre materno? Quale principio, quale diritto verrebbe calpestato?

La domanda è lecita, nel senso che con l'aborto la donna "getta via" i geni del padre e in questo caso sarebbe lui a impedire alla madre di tramandare i suoi. I giudici hanno deciso in favore della donna, e -un po' a stento- concordo. Non per femminismo: il "primato" biologico nella procreazione le compete. Avrà inoltre avuto un peso il cattolicesimo del paese... Ecco infatti la ricostruzione di "Avvenire".
https://www.avvenire.it/famiglia-e-vita ... a-separata
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