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Dopo i disastri della seconda guerra mondiale tutti gli Stati ed i popoli europei, quelli vinti e quelli vincitori, condividevano l’obiettivo di sollevarsi quanto prima, e meglio, da quel disastro continentale ed hanno pensato, giustamente, di coordinare i loro interessi in vista di una utilità di tutti i partecipi, condivisa. Nacque così l’Europa comunitaria (CECA, Euratom, Mec, Cee, Ce). Per ragioni ancora da accertare sul piano storico si pensò allora di passare dall’Europa comunitaria all’Europa unita. Questo obiettivo di maggiore integrazione non è di per sé negativo, a condizione che l’obiettivo sia, anche in questo caso, l’utilità, il miglioramento di tutti i paesi europei. Ma qualche dubbio al riguardo non è peregrino, per alcune ragioni. Intanto, l’azzardo di creare una moneta unica prima ancora di avere uno Stato (confederale o federale) unificato -e contro i fondamenti delle scienze monetarie, finanziarie, economiche- induce all’interrogativo del cui prodest. Perché questo azzardo? Perché non si procedeva, preliminarmente, in direzione dell’unificazione politica dell’Europa? Inoltre, la natura privatistica dell’euro e della Banca europea, che è indipendente dall’Ue, fanno sorgere il sospetto che la precipua finalità dell’Ue sia finanziaria, roba di banche ed altre istituzioni finanziarie, e nulla a che vedere con la storia (culturale, di civiltà) dell’Europa, dei popoli europei, nel cui nome, in un’enfasi retorica ormai fastidiosa, sarebbe nata l’Unione Europea. Proprio per questo deficit di assimilazione/unificazione cultural politica dei popoli europei, tutt’altro che colmato, la “solidarietà” europea –se delle parole si riconosce e rispetta il loro significato, senza trucchi- non può ancora esistere e non esiste. I popoli europei hanno ancora significative diversità, che li porta a curare gli interessi, non già dell’Europa (che come entità statale, seppur federale, non esiste), ma dei singoli Stati. L’afflato unitario ancora soccombe di fronte a quello nazionale. Questa creazione azzardata ed artificiale, chiamata Unione Europea, deve operare nel rispetto di queste diversità nazionali –finché la storia non le avrà superate, chissà quando- e limitarsi alle sole politiche comuni che siano realmente utili per tutti i popoli europei, nessuno escluso, come accadeva al tempo dell’Europa comunitaria.
Salvo ha scritto: 21 gen 2021, 19:19
Inoltre, la natura privatistica dell’euro e della Banca europea, che è indipendente dall’Ue, fanno sorgere il sospetto che la precipua finalità dell’Ue sia finanziaria, roba di banche ed altre istituzioni finanziarie, e nulla a che vedere con la storia (culturale, di civiltà) dell’Europa, dei popoli europei, ...
fanno sorgere il sospetto? Puro eufemismo! La precipua finalità dell’Ue è finanziaria, per difendere l'interesse di pochi! O meglio, di poche banche.
Salvo ha scritto: 21 gen 2021, 19:19
Inoltre, la natura privatistica dell’euro e della Banca europea, che è indipendente dall’Ue, fanno sorgere il sospetto che la precipua finalità dell’Ue sia finanziaria, roba di banche ed altre istituzioni finanziarie, e nulla a che vedere con la storia (culturale, di civiltà) dell’Europa, dei popoli europei, ...
fanno sorgere il sospetto? Puro eufemismo! La precipua finalità dell’Ue è finanziaria, per difendere l'interesse di pochi! O meglio, di poche banche.
Diciamo che le Banche e la Finanza hanno gioco più facile di poter condizionare le scelte politiche, quando la Sovranità Politica viene tolta ai TERRITORI e data ai Governi Centrali, lontani anni luce dalla possibilità del controllo diretto del popolo.
E torniamo sempre al discorso della Democrazia DIRETTA.
La vita è come un ponte, puoi attraversarla ma non costruirci una casa sopra.
(Proverbio dei Sioux)