Ciao Ginger.Ginger ha scritto: ↑2 apr 2021, 10:49 A volte ho l'impressione che l'unità del reale...la stabilità delle relazioni fondamentali che reggono il reale...siano piuttosto una caratteristica del nostro spirito, intelletto, mente...chiamalo come vuoi perché è una X...un'ipotesi...ma, da fisico tu ritieni che sia più sensato ipotizzare che la realtà esista in quanto tale...o che sia una sorta di funzione tipo f(x)?
Scusa se scrivo in modo confuso...spero però che si evinca il senso della domanda...è chiaro che non puoi darmi una risposta assoluta...ma fondendo il tuo lato di fisico e quello di persona per quale delle due ipotesi propenderesti?
Il problema è che la fisica descrive quello che sperimentiamo con equazioni matematiche che da fine novecento in poi nessuno è in grado di spiegarle in modo comprensibile.
Feynmann ha interpretato l'evoluzione quantistica di un sistema come l'evolversi contemporaneo del sistema in tutti i modi possibili in cui potrebbe evolversi.
Ammettiamo che sei a Roma e stai iniziando un viaggio.
Puoi andare a Miano, a Bari, o in qualunque altro posto.
Bene, secondo Feynmann tu vai contemporaneamente in tutti i posti possobili dove puoi andare, e se poi uno ti incontra a Bari, questo incontro fa collassare tutti i tuoi viaggi in un unico, e rende "reale" il mondo in cui tu sei andata a Bari.
Ma gli altri mondi persistono, in parallelo!
È quello che risulta dalla toria quantistica come interpretata da Fyenman per spiegare il fatto che un elettrone passa per una fessura in modo diverso a seonda se vicino alla fessura ve ne siano altre o no.
L'elettrone sa se vi sono fessure, e quante, perché fa contemporanemente tutti i percorsi possibili nello spazio. E il ragionamento matematico di Feynmann è ineccepibile dal punto di vista matematico, ed anche per il momento l'unico per spiegare perchè l'elettrone sa quanta fessure vi sono. Ma è una interpretazione puramente matematica, esprimibile in parole, al di fuori della nostra attuale logica.
Vite parallele del sistema che si coagulano in quell'unica che viene osservata da un singolo esterno osservatore, tenendo presente che l'osservatore è pure parte di molteplici vite parallele.
Nessun fisico è stato in grado di confutare questo modo di interpretare la realtà.
Non credo che si possa dimostrare che quello che percepiamo sia veramente reale e non frutto del nostro pensiero.
Forse il modo migliore per sapere la verità è quello del suicidio, ma solo pochi fano questo passo, e non per brama di conoscenza.
Ma perchè suicidarsi? Basta aspettare, o la risposta verrà da sola, o la domanda perderà di senso.
Per cui per il momento, giochiamo!
P. S. Un'altra possibilità è che stiamo osservando la realtà dal punto di vista sbagliato. Un pò come quando Tolomeo osservava il sole da un punto di vista errato, corretto poi da Copernico.