Ancora una volta hai ragione. Se seguiti così sei sulla buona strada per apprezzare Salvini e far ricredere Carletto!Sayon ha scritto: 16 gen 2021, 2:19 Stai descrivendo l' 80% dei giornali italiani.
Non solo, ma peggiorano ogni giorno di piu'.
Un augurio o una semplice constatazione?Vento ha scritto: 16 gen 2021, 12:45 In prossimità delle guerre civili, si passa all'uso bellico del linguaggio.
sbaglio o sei un estimatore dei discorsi di Conte?Salvo ha scritto: 15 gen 2021, 11:50 Alcuni –ma forse dovrei dire molti- pensano che usare un linguaggio forte, pieno di iperboli, dai toni urlati, che descrivono la realtà in modo troppo enfatico, a tinte sempre forti, senza sfumature, dia maggior forza alle loro argomentazioni e dunque ricevano più consensi. Questo modo di esprimersi, di comunicare, è tipico, ad esempio, dei venditori di materassi e di batterie di cucina, che devono ‘dimostrare’ che i loro prodotti –anche se si trattasse di semplici rotoli di carta igienica- sono risolutivi di gravi ed annosi problemi pratici. Queste filippiche sono destinate (e mirate) ad un pubblico di persone che, magari per impellenti necessità personali di impegno pratico, non hanno avuto la fortuna ed il tempo di sviluppare le loro capacità riflessive. Ora, la conclusione di queste premesse è che chi, a livello politico o più generalmente comunicativo, usa queste tecniche di espressione non ha una grande considerazione per i destinatari della sua comunicazione, trattati come ragazzini sotto i dieci anni o come ingenue casalinghe di Voghera (o Canicattì) ed inoltre mirano alla loro pancia, al loro intestino crasso, al loro colon, al fine di sollecitare, non già riflessioni (dato che la riflessione necessita di toni sfumati e razionalità di contenuti) ma reazioni epidermiche, consensi da curva sud. Ciò nella convinzione che questa tipologia di destinatari sia più numerosa: meglio la quantità che la qualità.
La mancata rimozione del partito comunista, il secondo polo, con il fascismo, del totalitarismo novecentesco, ha impedito lo stabilisrsi della democrazia in Italia. I comunisti sono rimasti come partito extra-democratico, ma sempre più inserito nelle istituzioni e nei centri di potere, specie culturale, secondo la strategia mafiosa di Gramsci. Here we are.
And here we will remain!Vento ha scritto: 16 gen 2021, 13:05La mancata rimozione del partito comunista, il secondo polo, con il fascismo, del totalitarismo novecentesco, ha impedito lo stabilisrsi della democrazia in Italia. I comunisti sono rimasti come partito extra-democratico, ma sempre più inserito nelle istituzioni e nei centri di potere, specie culturale, secondo la strategia mafiosa di Gramsci. Here we are.
Ti dirò che in vita mia, non ho mai comprato materassi e batteria di cucina, porta a porta, anche se ci sono andato parecchie volte x fare una serata in compagnia e portarmi a casa qualche bel omaggio.Salvo ha scritto: 15 gen 2021, 11:50 Alcuni –ma forse dovrei dire molti- pensano che usare un linguaggio forte, pieno di iperboli, dai toni urlati, che descrivono la realtà in modo troppo enfatico, a tinte sempre forti, senza sfumature, dia maggior forza alle loro argomentazioni e dunque ricevano più consensi. Questo modo di esprimersi, di comunicare, è tipico, ad esempio, dei venditori di materassi e di batterie di cucina, che devono ‘dimostrare’ che i loro prodotti –anche se si trattasse di semplici rotoli di carta igienica- sono risolutivi di gravi ed annosi problemi pratici. Queste filippiche sono destinate (e mirate) ad un pubblico di persone che, magari per impellenti necessità personali di impegno pratico, non hanno avuto la fortuna ed il tempo di sviluppare le loro capacità riflessive. Ora, la conclusione di queste premesse è che chi, a livello politico o più generalmente comunicativo, usa queste tecniche di espressione non ha una grande considerazione per i destinatari della sua comunicazione, trattati come ragazzini sotto i dieci anni o come ingenue casalinghe di Voghera (o Canicattì) ed inoltre mirano alla loro pancia, al loro intestino crasso, al loro colon, al fine di sollecitare, non già riflessioni (dato che la riflessione necessita di toni sfumati e razionalità di contenuti) ma reazioni epidermiche, consensi da curva sud. Ciò nella convinzione che questa tipologia di destinatari sia più numerosa: meglio la quantità che la qualità.
Ti sei già risposto da solo, tuttavia, da comunicatore, mi sento in dovere di aggiungere qualcosa.Salvo ha scritto: 15 gen 2021, 11:50 Alcuni –ma forse dovrei dire molti- pensano che usare un linguaggio forte, pieno di iperboli, dai toni urlati, che descrivono la realtà in modo troppo enfatico, a tinte sempre forti, senza sfumature, dia maggior forza alle loro argomentazioni e dunque ricevano più consensi. Questo modo di esprimersi, di comunicare, è tipico, ad esempio, dei venditori di materassi e di batterie di cucina, che devono ‘dimostrare’ che i loro prodotti –anche se si trattasse di semplici rotoli di carta igienica- sono risolutivi di gravi ed annosi problemi pratici. Queste filippiche sono destinate (e mirate) ad un pubblico di persone che, magari per impellenti necessità personali di impegno pratico, non hanno avuto la fortuna ed il tempo di sviluppare le loro capacità riflessive. Ora, la conclusione di queste premesse è che chi, a livello politico o più generalmente comunicativo, usa queste tecniche di espressione non ha una grande considerazione per i destinatari della sua comunicazione, trattati come ragazzini sotto i dieci anni o come ingenue casalinghe di Voghera (o Canicattì) ed inoltre mirano alla loro pancia, al loro intestino crasso, al loro colon, al fine di sollecitare, non già riflessioni (dato che la riflessione necessita di toni sfumati e razionalità di contenuti) ma reazioni epidermiche, consensi da curva sud. Ciò nella convinzione che questa tipologia di destinatari sia più numerosa: meglio la quantità che la qualità.
Considera che qualsiasi atto comunicativo (con finalità persuasiva) è diretto a un pubblico preciso, adeguatamente selezionato. Conoscere il pubblico a cui ti rivolgi è determinante per confezionare adeguatamente il registro linguistico, il contenuto e lo stile. Lo scopo della comunicazione è farsi capire (tra chi trasmette il messaggio e chi lo riceve, attraverso un codice condiviso) e, nel caso della politica, acquisire consenso.Salvo ha scritto: 16 gen 2021, 19:33 1. I politici. Che i politici badino moltissimo alla comunicazione è risaputo, ma dubito fortemente che la pochezza e la qualità plebea del loro eloquio sia frutto di una lucida scelta comunicativa e non piuttosto l’esito della mediocrità, anche culturale, del loro personale bagaglio. Sto pensando a Salvini, ad esempio, ma anche a Renzi. Un maestro di comunicazione è stato Berlusconi, che ha impostato pressoché esclusivamente sulla comunicazione (ed i suoi trucchi, come la calza sull’obiettivo della camera) il suo successo politico, certamente quello del suo esordio. Ma Berlusconi aveva i mezzi per creare quelle studiate teatralità comunicative. La comunicazione dei politici di un tempo era certamente paludata e spesso noiosa, ma si intravvedeva la buona qualità della formazione, complessivamente intesa, di quei personaggi.
Su questo sono d' accordo. Il comunismo (incluso i partigiani comunisti) hanno fatto altrettanto danno all' Italia di quanto lo fece il fascismo. Ma non era un'impresa facile l' eliminarlo. Forse riformando la magistratura ed eleggendo un PdR non di sinistra ci si potrebbe riprovare. Ma l' ideologia resta abbarbicata alla burocrazia.Vento ha scritto: 16 gen 2021, 13:05La mancata rimozione del partito comunista, il secondo polo, con il fascismo, del totalitarismo novecentesco, ha impedito lo stabilisrsi della democrazia in Italia. I comunisti sono rimasti come partito extra-democratico, ma sempre più inserito nelle istituzioni e nei centri di potere, specie culturale, secondo la strategia mafiosa di Gramsci. Here we are.