Facebook ha imitato i produttori di sigarette

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porterrockwell
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Facebook ha imitato i produttori di sigarette

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https://energycommerce.house.gov/sites/ ... endall.pdf

Questa è una testimonianza ad una commissione del parlamento USA

Con il traduttore Google questo è la prima parte:


Commissione della Camera per l'energia e il commercio
Testimonianza di Tim Kendall
Grazie, Presidenti Pallone e Schakowsky, per avermi invitato a parlare oggi.
Quando ho iniziato a lavorare nella tecnologia, la mia speranza era di creare prodotti che portassero le persone insieme in modi nuovi e produttivi. Volevo migliorare il mondo in cui vivevamo tutti.
Invece, i servizi di social media che io e altri abbiamo costruito negli ultimi 15 anni lo hanno fatto
serviva a fare a pezzi le persone con velocità e intensità allarmanti. Per lo meno, abbiamo
ha eroso la nostra comprensione collettiva - nel peggiore dei casi, temo che ci stiamo spingendo sull'orlo del baratro di una guerra civile.
Mi vergogno di questo risultato. E sono profondamente preoccupato. E a tal fine, lo sono
costretto a parlarti di cosa possiamo fare per limitare ulteriori danni, e forse anche
annullarne alcune.
Il mio percorso nella tecnologia è iniziato su Facebook, dove sono stato il primo direttore della monetizzazione. Io pensavo che il mio lavoro fosse quello di capire il modello di business per l'azienda, e presumibilmente uno
che ha cercato di bilanciare le esigenze dei suoi stakeholder: i suoi inserzionisti, i suoi utenti e i suoi
dipendenti. Invece, abbiamo cercato di attirare quanta più attenzione umanamente possibile e trasformarci in
profitti storicamente senza precedenti.
Per fare questo, non abbiamo semplicemente creato qualcosa di utile e divertente. Abbiamo preso una pagina da Big Playbook del tabacco, lavorando per rendere la nostra offerta avvincente fin dall'inizio.
Le aziende del tabacco inizialmente cercavano solo di rendere la nicotina più potente. Ma alla fine quellonon era sufficiente per far crescere l'attività alla velocità desiderata. E così hanno aggiunto zucchero e mentolo alle sigarette in modo da poter trattenere il fumo nei polmoni per periodi più lunghi. AFacebook, abbiamo aggiunto aggiornamenti di stato, tag di foto e Mi piace, che hanno reso lo stato e reputazione primaria e ha gettato le basi per una crisi di salute mentale adolescenziale.
Permettere che la disinformazione, le teorie del complotto e le notizie false fiorissero erano come Big Broncodilatatori del tabacco, che hanno permesso al fumo di sigaretta di coprire una superficie maggiore dei polmoni. Ma quel contenuto incendiario da solo non era sufficiente. Per continuare a far crescere l'utente base e, in particolare, la quantità di tempo e di attenzione che gli utenti dedicano a Facebook,avevano bisogno di più.
Le aziende del tabacco hanno aggiunto l'ammoniaca alle sigarette per aumentare la velocità con cui la nicotina viaggia al cervello. Contenuti estremi e incendiari: pensa a immagini scioccanti, video grafici e titoli che incitano all'indignazione - hanno seminato tribalismo e divisione. E questo risultato è stato impegno e profitti senza precedenti.
La capacità di Facebook di fornire questo contenuto incendiario alla persona giusta, al momento giusto, in il modo esatto giusto ... quella è la loro ammoniaca.
I social media sfruttano le parti più primordiali del tuo cervello. L'algoritmo massimizza il tuo
l'attenzione colpendoti ripetutamente con contenuti che inneschino le tue emozioni più forti: esso
mira a provocare, scioccare e infuriare.
Quando vedi qualcosa con cui sei d'accordo, ti senti obbligato a difenderlo. Quando vedi
qualcosa con cui non sei d'accordo, ti senti obbligato ad attaccarlo. Persone dall'altra parte
la questione ha gli stessi impulsi. Il ciclo continua con l'algoritmo nel mezzo
allegramente distribuire armi ad entrambe le parti in una guerra infinita di parole e disinformazione. Tutti i
mentre, la tecnologia sta diventando più intelligente e migliore nel provocare una risposta da parte tua.
Questi algoritmi hanno fatto emergere il peggio di noi. Hanno letteralmente ricablato i nostri cervelli così
che siamo distaccati dalla realtà e immersi nel tribalismo.
Non è un caso. È un playbook ottimizzato algoritmicamente per massimizzare l'utente
attenzione e profitti.
E ci sono controlli e contrappesi limitati.
Nel 2016, un'analisi interna di Facebook ha rilevato che il 64% di tutte le adesioni a gruppi estremisti era dovuto a
i propri strumenti di raccomandazione. Eppure i ripetuti tentativi di contrastare questo problema erano
ignorato o spento.
Come sapete, la Sezione 230 del Communications Decency Act del 1996 protegge Internet
società da responsabilità per contenuti di terze parti. Mi vengono in mente poche industrie a cui piacciono queste cose
ampia immunità e nessuno che abbia beneficiato così tanto di questa mancanza di regolamentazione di base. Sono
non un avvocato o un legislatore, ma non riesco a immaginare dove saremmo se non avessimo tenuto il tabacco
aziende responsabili di aver fatto ammalare così tante persone. Eppure, questo è quello che abbiamo
ha permesso a queste aziende di farlo. Deve cambiare.
Quando si tratta di disinformazione, queste aziende si nascondono dietro il Primo Emendamento e
dicono che stanno per la libertà di parola. Allo stesso tempo, i loro algoritmi scelgono continuamente chi
la voce viene effettivamente ascoltata. In verità, non è la libertà di parola che riveriscono. Invece, Facebook e il loro file
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Re: Facebook ha imitato i produttori di sigarette

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"Non avrete nulla e sarete felici". e se non fossi felice? "non ti preoccupare, ti cureremo"
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Ovidio
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Re: Facebook ha imitato i produttori di sigarette

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Ho l'impressione che lo faccia anche lo staff con forumpolitico Beer4 Beer4 Beer4 Beer4
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porterrockwell
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Re: Facebook ha imitato i produttori di sigarette

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RedWine ha scritto: 17 dic 2020, 10:07
porterrockwell ha scritto: 17 dic 2020, 7:57 https://energycommerce.house.gov/sites/ ... endall.pdf

Testimonianza di Tim Kendall
https://rumble.com/vbybtf-16-12-2020-pe ... mn-49.html
Red, l'ho visto,e dopo ho cercato l'originale preferendo comunicare quello.
Al di là di facebook bei tipini i produttori di sigarette !!!
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Shamash
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Re: Facebook ha imitato i produttori di sigarette

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nihil sub sole novum...
Non entro nella questione "sigarette" perché non ne ho le dovute conoscenze. Dunque mi astengo.
Per quanto riguarda Facebook, social e strategie messe in atto, sì, visto che è il mio mondo.
Nel testo citato vi è una verità di fondo, ma vi sono anche varie precisazioni necessarie da fare perché ci sono espressioni erronee.
Andiamo per gradi.

Che i social (e Facebook è uno dei principali, anche per numero di iscritti) sfrutti determinate strategie per "colpire" gli utenti, è cosa risaputa. Tutti gli ambienti di aggregazione online lo fanno, in modi più o meno subdoli o diretti, ma ormai è consuetudine. Si crea così un senso di ansia, necessità, si sposta la realtà verso un mondo virtuale che ne prende il posto (soprattutto fra i più giovani), annienta la socievolezza "reale" e crea modelli di comportamento fasulli. Diciamo che non è proprio tutto da buttare. Come qualsiasi altro mezzo, dipende dal modo in cui viene utilizzato.
Seppur sia vero che vi siano algoritmi che "decidono" cosa mostrare, a chi e quando, essi servono solo per veicolare i contenuti. Chi li crea, invece, deve conoscere ciò che le persone vogliono vedere, come e quando.
Ci sono numerose tecniche utilizzabili (nel mondo di internet così come nella realtà, nei negozi, nei supermercati e ovunque), fra cui certamente il neuromarketing. Strumento potentissimo e dalle eccellenti virtù, attinge nelle neuroscienze, la neuropsicologia, la neurofisiologia e i processi biochimici del cervello per conoscere cosa, come, quando "colpire" meglio l'attenzione delle persone, conquistarle e far compiere un'azione (acquistare, cliccare, approfondire, visitare ecc). Tutto ciò, è bene sottolinearlo, deve essere realizzato eticamente.
Seppure tutti dispongano di caratteristiche, gusti, desideri, bisogni differenti, tutti sono dotati di un cervello che, nella specie umana, ha caratteristiche "di funzionamento" tipiche e universali. Mi riferisco ai bias cognitivi, alle euristiche, agli archetipi, sino alla biochimica e alle reazioni fisiologiche, così come al fatto che numerosi studi scientifici hanno dimostrato che l'essere umano è principalmente emotivo, non logico-razionale nelle sue scelte. Ecco perché la pubblicità, ormai da qualche decennio, vende emozioni, non prodotti. ;)
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«Dove regna la saggezza, non vi è alcun conflitto tra pensiero e sentimento» [Carl Gustav Jung]
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porterrockwell
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Re: Facebook ha imitato i produttori di sigarette

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Shamash ha scritto: 17 dic 2020, 15:01 nihil sub sole novum...
Non entro nella questione "sigarette" perché non ne ho le dovute conoscenze. Dunque mi astengo.
Per quanto riguarda Facebook, social e strategie messe in atto, sì, visto che è il mio mondo.
Nel testo citato vi è una verità di fondo, ma vi sono anche varie precisazioni necessarie da fare perché ci sono espressioni erronee.
Andiamo per gradi.

Che i social (e Facebook è uno dei principali, anche per numero di iscritti) sfrutti determinate strategie per "colpire" gli utenti, è cosa risaputa. Tutti gli ambienti di aggregazione online lo fanno, in modi più o meno subdoli o diretti, ma ormai è consuetudine. Si crea così un senso di ansia, necessità, si sposta la realtà verso un mondo virtuale che ne prende il posto (soprattutto fra i più giovani), annienta la socievolezza "reale" e crea modelli di comportamento fasulli. Diciamo che non è proprio tutto da buttare. Come qualsiasi altro mezzo, dipende dal modo in cui viene utilizzato.
Seppur sia vero che vi siano algoritmi che "decidono" cosa mostrare, a chi e quando, essi servono solo per veicolare i contenuti. Chi li crea, invece, deve conoscere ciò che le persone vogliono vedere, come e quando.
Ci sono numerose tecniche utilizzabili (nel mondo di internet così come nella realtà, nei negozi, nei supermercati e ovunque), fra cui certamente il neuromarketing. Strumento potentissimo e dalle eccellenti virtù, attinge nelle neuroscienze, la neuropsicologia, la neurofisiologia e i processi biochimici del cervello per conoscere cosa, come, quando "colpire" meglio l'attenzione delle persone, conquistarle e far compiere un'azione (acquistare, cliccare, approfondire, visitare ecc). Tutto ciò, è bene sottolinearlo, deve essere realizzato eticamente.
Seppure tutti dispongano di caratteristiche, gusti, desideri, bisogni differenti, tutti sono dotati di un cervello che, nella specie umana, ha caratteristiche "di funzionamento" tipiche e universali. Mi riferisco ai bias cognitivi, alle euristiche, agli archetipi, sino alla biochimica e alle reazioni fisiologiche, così come al fatto che numerosi studi scientifici hanno dimostrato che l'essere umano è principalmente emotivo, non logico-razionale nelle sue scelte. Ecco perché la pubblicità, ormai da qualche decennio, vende emozioni, non prodotti. ;)
Argomentazioni interessanti, ma ti prego di focalizzare la questione del tribalismo indotto.
Guarda questo forum. Vi è un gruppo di centro destra, qualche berlusconiano sia deluso che convinto, qualche marxista , ma non scrive nessuno dichiaratamente filo PD e filo 5S. Sono convinto che non abbiamo argomenti solidi, ma il discorso dell'americano mi ha aperto gli occhi. I globalisti non dialogano, non cercano di convincere, appartengono al clan della verità e del giusto e basta. A che pro "dialetticare" politicamente? La patria non è importante, i confini impicciano, la famiglia è un concetto obsoleto, il sesso non è una condanna inflittaci alla nascita, certe categorie non dovrebbero votare, Gesù impiccia pure lui a prenderlo alla lettera, insomma cosa dovrebbero discutere? Ed infatti non si fanno vivi
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Ovidio
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Re: Facebook ha imitato i produttori di sigarette

Messaggio da leggere da Ovidio »

Se mi si propone una scelta mirata ai miei gusti, non ho problemi, anzi meglio, risparmio tempo.

Tra l'altro il pericolo di venir manipolati è molto maggiore in un negozio, dove una attraente venditrice ti può far girare la testa, o un abile venitore ti può convincere a comprare una patacca.

A dire il vero con Amazon ho avuto sempre ottime esperienze: se la merce non ti piace, qualunque sia la ragione, la rimandi indietro e ti ritorna i soldi senza problemi. Non tutti i negozi fanno lo stesso!

Preoccupante è invece l'immissione di notizie abilmente falsificate, ma quello lo si fa da che mondo è mondo, non è una novità del digitale. E lo hanno fatto e lo fanno privati, commercianti, industrie, politici, stati, chiese! Debbo ricordare il Vico?
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Re: Facebook ha imitato i produttori di sigarette

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porterrockwell ha scritto: 17 dic 2020, 16:55 Argomentazioni interessanti, ma ti prego di focalizzare la questione del tribalismo indotto.
Guarda questo forum. Vi è un gruppo di centro destra, qualche berlusconiano sia deluso che convinto, qualche marxista , ma non scrive nessuno dichiaratamente filo PD e filo 5S. Sono convinto che non abbiamo argomenti solidi, ma il discorso dell'americano mi ha aperto gli occhi. I globalisti non dialogano, non cercano di convincere, appartengono al clan della verità e del giusto e basta. A che pro "dialetticare" politicamente? La patria non è importante, i confini impicciano, la famiglia è un concetto obsoleto, il sesso non è una condanna inflittaci alla nascita, certe categorie non dovrebbero votare, Gesù impiccia pure lui a prenderlo alla lettera, insomma cosa dovrebbero discutere? Ed infatti non si fanno vivi
Certo, è chiaro che vi siano, come spesso accade, interessi che possano inficiare la corretta diffusione delle notizie e delle informazioni "vere", a vantaggio di ciò che è utile per indurre altri a credere che le proprie argomentazioni siano le uniche accettabili.
Chi vive questo atteggiamento rifugge dal dialogo e dal confronto proprio perché teme di dover mettere a nudo le proprie reali motivazioni (o la propria ignoranza nel saper difendere tali argomentazioni spesso indifendibili). Ecco che anche in rete (e i social ne sono un eccellente veicolo) spopolano fake news, spesso confezionate ad arte per indurre altri a seguire idee e concetti spesso assurdi.
Ma, come dicevo nell'altro intervento, il cervello degli esseri umani ha caratteristiche generalmente universali, dunque vi è un principio secondo cui un fatto, quando è riportato da molti, diviene fondato (proprio in virtù del fatto che se molti dovessero condividerlo allora deve essere vero per forza) e quindi si è spinti a seguirlo, farlo proprio e diffonderlo ulteriormente.
Certo, tutto questo vive grazie alla disinformazione, all'ignoranza e alla superficialità delle masse che si lasciano guidare dalla corrente senza ragionare criticamente. Ma è così da millenni e, temo, sempre sarà.
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Re: Facebook ha imitato i produttori di sigarette

Messaggio da leggere da Shamash »

Ovidio ha scritto: 17 dic 2020, 17:27 Se mi si propone una scelta mirata ai miei gusti, non ho problemi, anzi meglio, risparmio tempo.
Giusto, certo, ma attenzione ai risvolti negativi: gli algoritmi tenderanno sempre più a mostrarti solo ciò che ti può interessare (perché hai già cercato in passato argomenti/prodotti simili, escludendo sempre più il resto. Si entra quindi in un tunnel, dove il sistema ti fa vedere qualcosa, escludendo il resto e quindi limitando le tue possibilità di ampliare il tuo orizzonte. Serve quindi uno sforzo maggiore, da parte tua, per abbattere questo muro e cercare oltre. Ma, visto che il cervello umano cerca di risparmiare risorse e compiere lo sforzo minore per raggiungere un obiettivo, viene da sé che la maggioranza delle persone si fermerà in quella che viene spesso definita "un'ottusità digitale".
Ovidio ha scritto: 17 dic 2020, 17:27Tra l'altro il pericolo di venir manipolati è molto maggiore in un negozio, dove una attraente venditrice ti può far girare la testa, o un abile venitore ti può convincere a comprare una patacca.
Non proprio, anche in rete ci sono infinite possibilità di essere indotti a preferire quel prodotto e non altri. Più o meno etici, ma ce ne sono tantissimi.
Ovidio ha scritto: 17 dic 2020, 17:27A dire il vero con Amazon ho avuto sempre ottime esperienze: se la merce non ti piace, qualunque sia la ragione, la rimandi indietro e ti ritorna i soldi senza problemi. Non tutti i negozi fanno lo stesso!
Verissimo, ma pensa che una delle motivazioni principali di acquisto di un prodotto anziché un altro su Amazon (come su ebay e altrove) sono le recensioni e che in vari casi possono essere fasulle... Viene da sé che ci si basa su una fiducia che in realtà non è sempre sincera.
Ovidio ha scritto: 17 dic 2020, 17:27Preoccupante è invece l'immissione di notizie abilmente falsificate, ma quello lo si fa da che mondo è mondo, non è una novità del digitale. E lo hanno fatto e lo fanno privati, commercianti, industrie, politici, stati, chiese! Debbo ricordare il Vico?
Eh sì, tutto vero. Ma l'unica difesa è, come dicevo nell'intervento precedente, informarsi e ragionare criticamente.
Spesso, troppo spesso la gente non lo fa (perché non è in grado o non vuole né ha tempo) e quindi rischia di cadere in tranelli abilmente confezionati.
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