SPIGOLANDO......

Tutto quello che non riguarda la politica.
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grazia
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

Capita, oggigiorno, che nella vita di giovani(e, secondo me, anche di non più tanto giovani) si alternino momenti di vitali speranze a momenti in cui tali speranze vengano mortificate, e pur di non soccombere alle delusioni, ci si getti in esperienze più grandi di noi. Saranno proprio quelle esperienze, a volte, che porteranno a varcare quella sottile e sfumata “ linea d’ombra” (così ben descritta nel libro di Conrad) che porta dalla spensieratezza alla maturità, alla consapevolezza che lungo il percorso della vita ti troverai di nuovo a dover affrontare momenti che metteranno alla prova le tue debolezze e le tue incertezze e che dovrai, tuo malgrado, imparare a conviverci.

La lunga linea d’ombra di Joseph Conrad
Incipit:
Solo i giovani hanno momenti simili, Non penso ai giovanissimi.
No, i giovanissimi, propriamente parlando, non hanno momenti. E’ privilegio della prima giovinezza vivere in anticipo sui propri giorni, in tutta la bella continuità di speranze che non conosce pause o introspezioni.
Si chiude dietro di noi il cancelletto della pura fanciullezza – e ci si addentra in un giardino incantato. Lì anche le ombre rifulgono di promesse. Ogni svolta del sentiero ha una sua propria seduzione. Si sa benissimo che per questa via è passata tutta l’umanità. Ma si spera di trovare nell’esperienza universale sensazioni insolite e personali- una briciola di sé stessi ed è ciò che affascina.
Si esplora, curiosi, avidi, il paese dei predecessori, accettando con animo uguale la sorte propizia e quella avversa – i calci e i denari, come dice il proverbio – la pittoresca moltitudine dei casi che elargiscono tante possibilità ai meritevoli o, forse soltanto ai fortunati. Si. E così si va avanti, si passa – finché si scorge innanzi a sé una linea d’ombra, ammonente che presto bisognerà lasciar dietro di sé anche la regione della prima giovinezza.
E’ appunto in tale periodo della vita che i momenti di cui ho parlato sono i più soliti a prodursi. Quali momenti? Quelli d’insofferenza, di stanchezza, di scoramento. Momenti pericolosi, momenti in cui, essendo ancora giovane si tende a compiere azioni avventate……
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grazia
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

SOGNI

Se avessi il drappo ricamato del cielo,
intessuto dell'oro e dell'argento e della luce,
i drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte
dai mezzi colori dell'alba e del tramonto,
stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi:
invece, essendo povero, ho soltanto i sogni;
e i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;
cammina leggera, perché cammini sui miei sogni.

William Butler Yeats
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

"CAMBIAMENTO"

La parola cambiamento è oggi tra quelle maggiormente
usata ed abusata, ma nessuno pensa minimamente di provare
a cambiare se stesso, le proprie certezze, seguendo magari
una incoerenza positiva, quella di colui che, fermi
restando i suoi principi, adegua il suo pensiero alla
mutevolezza del tempo nel quale si trova a vivere,
adattandovisi con determinata quanto intelligente e
saggia "incoerenza".
Purtroppo però a volte il pessimismo
ci perseguita o per dirla come Mark Twain e più comodo
pensare:
"NULLA NECESSITA DI CAMBIAMENTO QUANTO LE ABITUDINI
DEGLI ALTRI"...

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=h0g3Iy1 ... re=related[/youtube]
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

L'angolino del sorriso

Variazioni sul tema di proverbi famosi:

Chi va con lo zoppo, arriva tardi
Gallina vecchia, muore presto
Nella botte piccola, ci sta meno vino
Occhio per occhio, occhio al quadrato
Can che abbaia, rompe i co.glioni
Chi fa da sé, fatica il doppio
Una mela al giorno, 365 mele all'anno
Errare humanum est, perseverare ovest
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

Buona giornata!

Esopo - L'inverno e la primavera


La Primavera e l'Inverno sono due stagioni
completamente opposte che non sono mai
riuscite a trovare la corretta armonia pe
r andare d'accordo. Fortunatamente esse
non devono convivere, infatti, quando
compare una deve umilmente ritirarsi l'altro.

Un giorno il signor Inverno si trovò faccia a
faccia con la giovane signorina Primavera.
L'anziana stagione, con quella sua aria
sapiente prese a dire: «Mia cara amica,
tu non sai essere decisa e determinata.
Quando giunge il tuo periodo annuale,
le persone e gli animali ne approfittano
per precipitarsi fuori dalle loro case o dalle
loro tane e si riversano in quei prati che tu,
con tanta premura, hai provveduto a far
fiorire. Essi strappano i giovani arbusti,
calpestano senza pietà l'erba e assorbono
ogni sorso di quel sole splendente che,
col tuo arrivo diventa più caldo. I tuoi frutti
vengono ignobilmente raccolti e divorati
e infine, con il baccano e la cagnara che
tutti fanno, non ti permettono neppure di riposare
in pace. Invece io incuto timore e rispetto
con le mie nebbie, il freddo e il gelo. La gente
si rintana in casa e non esce quasi mai per
paura del brutto tempo e così mi lascia riposare
tranquillo.»

La bella e dolce Primavera, colpita da quelle
parole, rispose: «Il mio arrivo è desiderato
da tutti e le persone mi amano. Tu non puoi
nemmeno immaginare cosa significhi essere
tanto apprezzati. E' una sensazione bellissima
che non potrai mai provare perché con il
freddo che porti al tuo arrivo anche i cuori
più caldi si raggelano.»

L'inverno non disse più niente e si fermò a
riflettere. Forse, essere ammirati ed amati
dagli altri, poteva anche essere una bella sensazione.

Per ottenere rispetto ed amore non serve essere
prepotenti usare la forza delle male parole,
la maldicenza per intimorire, invece i migliori
risultati si ottengono con la dolcezza delle buone
maniere, con l'umiltà e la tolleranza..
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

frammenti...

""Consideriamo inoltre una gran cosa l'indipendenza dai bisogni, non perché ci si debba accontentare del poco, ma per godere anche di questo poco se ci capita di non avere molto, convinti come siamo che l'abbondanza si gode con più dolcezza se meno da essa dipendiamo. In fondo ciò che veramente serve non è difficile da trovare ; l'inutile è invece difficile. I sapori semplici danno lo stesso piacere dei più raffinati, l'acqua e un pezzo di pane fanno il piacere più pieno a chi ne manca""
Epicuro
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

Frammenti

La dottrina di Epicuro sulla morte è semplice ed immediata. Il problema non è il fatto del morire, ma la paura della morte, quel sentimento che tanto ci turba e ci impedisce di raggiungere la serenità interiore. Come combatterla? La soluzione di Epicuro è questa: “Quando ci siamo noi, non c’è la morte”. E viceversa.



Epistola a Meneceo, 124-127



1 [...] Abítuati a pensare che nulla è per noi la morte, poiché ogni bene e ogni male è nella sensazione, e la morte è privazione di questa. Per cui la retta conoscenza che niente è per noi la morte rende gioiosa la mortalità della vita; non aggiungendo infinito tempo, ma togliendo il desiderio dell’immortalità. Niente c’è infatti di temibile nella vita per chi è veramente convinto che niente di temibile c’è nel non vivere piú. Perciò stolto è chi dice di temere la morte non perché quando c’è sia dolorosa ma perché addolora l’attenderla; ciò che, infatti, presente non ci turba, stoltamente ci addolora quando è atteso. Il piú terribile dunque dei mali, la morte, non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi non c’è la morte, quando c’è la morte noi non siamo piú. Non è nulla dunque, né per i vivi né per i morti, perché per i vivi non c’è, e i morti non sono piú. Ma i piú, nei confronti della morte, ora la fuggono come il piú grande dei mali, ora come cessazione dei mali della vita la cercano. Il saggio invece né rifiuta la vita né teme la morte; perché né è contrario alla vita, né reputa un male il non vivere. E come dei cibi non cerca certo i piú abbondanti, ma i migliori, cosí del tempo non il piú durevole, ma il piú dolce si gode. Chi esorta il giovane a viver bene e il vecchio a ben morire è stolto, non solo per quel che di dolce c’è nella vita, ma perché uno solo è l’esercizio a ben vivere e ben morire. Peggio ancora chi dice:

“bello non esser nato,

ma, nato, passare al piú presto le soglie dell’Ade”.

Epicuro
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giaguaro
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da giaguaro »

"Il saggio invece né rifiuta la vita né teme la morte; perché né è contrario alla vita, né reputa un male il non vivere."

Smiling

Mi sembra che questo pensiero filosofico ci indichi con precisione il modo di pensare migliore per vivere con la massima serenità la nostra vita.

Smiling
Non posso insegnare niente a nessuno, posso solo cercare di farli riflettere - SOCRATE
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grazia
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

Un sorriso non lo si nega a nessuno
soprattutto in questi tempi "coronati"....

REGALAMI UN SORRISO

Regalami un sorriso
il più bello, il più vero
quando gli occhi brillano
e le pagliuzze dorate sono pioggia di stelle.
Regalami un sorriso
che sgorghi direttamente dal cuore
una cascata che ti abbraccia e penetra nelle ossa.
Regalami un sorriso
che sia un battito di mani festanti
un rompere gli schemi,
la naturalezza che danza.
Regalami un sorriso
che mostri i denti,
tasti di un pianoforte
che suona la gioia del momento.
Regalami un sorriso
lo metterò in cornice...
Mi basterà guardarlo e sarà colore, calore.
In un istante
sarà estate in pieno inverno.

Mary Florio
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

l'attimo fuggente.....

O vergine,cogli l’attimo che fugge,
Cogli la rosa quand’è il momento,
Ché il tempo, lo sai, vola:
E lo stesso fiore che sboccia oggi,
Domani appassirà.
(Orazio)



Vi ricordate la famosa lezione del prof, Keating nel film "L'attimo fuggente"?

Eccone uno stralcio:[...] "Grazie per aver partecipato al nostro gioco. Perché siamo cibo per i vermi, ragazzi. Perché, strano a dirsi, ognuno di noi in questa stanza, un giorno smetterà di respirare, diventerà freddo e morirà. Adesso avvicinatevi tutti, e guardate questi visi del passato: li avrete visti mille volte, ma non credo che li abbiate mai guardati. Non sono molto diversi da voi, vero? Stesso taglio di capelli, pieni di ormoni, come voi, invincibili, come vi sentite voi. Il mondo è la loro ostrica, pensano di essere destinati a grandi cose, come molti di voi, i loro occhi sono pieni di speranza, proprio come i vostri. Avranno atteso finché non è stato troppo tardi per realizzare almeno un briciolo del loro potenziale? Perché vedete, questi ragazzi ora, sono concime per i fiori. Ma se ascoltate con attenzione, li sentirete bisbigliare il loro monito. Coraggio, accostatevi. Ascoltateli. Sentite? Carpe... Sentito? Carpe... Carpe diem... Cogliete l'attimo, ragazzi... rendete straordinaria la vostra vita..."

Io aggiungerei al carpe diem un'altra famosa frase...perchè""del doman non v'è certezza""....purtroppo...
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

Misurare le parole


Che il linguaggio contribuisca a forgiare ciò che pensiamo, sentiamo e addirittura percepiamo è qualcosa che la ricerca scientifica sa da tempo: schiere di psicologi, filosofi, sociologi e semiologi hanno ripetuto per tutto il Novecento che gli esseri umani sono fatti di parole e segni, oltre che di carne e ossa. È con le parole che costruiamo la nostra capacità di pensare, è di parole che sono fatti gran parte dei nostri pensieri, ed è dalle parole che dipende pure il mondo esterno, o almeno quella fetta che rientra nei limiti della nostra comprensione. Questa consapevolezza è ormai talmente diffusa da essere entrata nel senso comune: capita a tutti di sentir ripetere nei contesti più disparati, dai talk show ai supermercati, frasi come «Le parole sono pietre», che era il titolo di un libro di Carlo Levi, o «Le parole sono importanti», che fu urlata da Nanni Moretti nel film Palombella Rossa, per dar voce alla rabbia che il personaggio Michele Apicella provava contro i luoghi comuni sciorinati dalla giornalista che lo stava intervistando.


Le parole siamo noi insomma, e lo sappiamo. Inoltre sono pietre, nel senso che possono fare male, e molto. Se non si scelgono con ponderazione e non si usano con tatto. Anche di questa ponderazione ci riempiamo la bocca da anni, con il linguaggio politically correct: non diciamo più «handicappati» ma «disabili», non più «spazzini» ma «operatori ecologici», non più «negri» ma «neri» o «persone di colore». Per non parlare delle acrobazie linguistico-simboliche con cui cerchiamo di consolare le donne della loro discriminazione sociale ed economica, particolarmente più grave in Italia che in altri paesi sviluppati: «care colleghe e cari colleghi», «care/i colleghe/i», «car* collegh*» e via dicendo. Ma se da un lato ci esercitiamo in circonlocuzioni «politicamente corrette», dall’altro siamo pronti, oggi più di ieri, a usare la lingua in modo sbracato: turpiloquio, espressioni colorite, colloquiali e gergali hanno ormai invaso anche gli ambienti più colti ed elitari – dall’università all’azienda, dalla politica alle istituzioni – nell’idea che «parlare come si mangia» implichi maggiore autenticità ed efficacia del parlar forbito. Un’idea confermata tutti i giorni dai media, specie dalla televisione, dove l’aggressività linguistica è diventata per molti (giornalisti, star, ospiti) un vezzo, un fatto di stile. E in quanto tale fa tendenza e si riproduce ovunque, dai salotti chic ai flaming su internet.


Non è facile trovare un equilibrio fra questi due poli: da una parte, infatti, le formule politicamente corrette non bastano a costruire il rispetto che pretenderebbero di esprimere, ma restano spesso una semplice facciata, dietro alla quale si possono camuffare le peggiori tendenze razziste, omofobe e sessiste; d’altra parte è vero anche che la sciatteria linguistica può implicare sciatteria esistenziale e relazionale: «Chi parla male pensa male e vive male», diceva ancora Nanni Moretti/Michele Apicella. Ma se gli eccessi eufemistici possono cadere nell’ipocrisia, pure la posizione di Moretti corre i suoi rischi, che sono quelli dello snobismo: il mondo è pieno di persone che non hanno potuto dotarsi degli strumenti culturali necessari a raffinare il modo in cui parlano, ma sono ugualmente capaci di pensare e vivere benissimo, vale a dire con autenticità e rispetto per gli altri. Molto più di quanto non facciano certi sapientoni, la cui arroganza – verbale e non – vediamo all’opera tutti i giorni.

E allora, come se ne esce? Come si trova la misura giusta? Purtroppo non c’è una soluzione generale, perché l’attenzione, il senso di opportunità, il rispetto sono sempre relativi al contesto e al momento in cui si esercitano, ma soprattutto alla persona (o persone) a cui sono indirizzati. E oltre che con le parole possono essere trasmessi con l’espressione del volto, il tono della voce e gli atteggiamenti del corpo, con i quali si può confermare ciò che abbiamo detto, ma anche sconfessarlo. Perciò bisogna cercare la misura caso per caso, sempre ricordando che siamo ciò che diciamo e diciamo quel che siamo, ma lo diciamo con un mare di segni, sintomi e indizi ben più vasto delle parole, e lo diciamo anche con l’insieme dei nostri comportamenti e il tessuto delle nostre relazioni. Lo diciamo con tutta la nostra vita.

Giovanna Cosenza
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Re: SPIGOLANDO......

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Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita:


- Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà... E per questo, bisognerà che tu la perdoni
- Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla
- Che la pazienza richiede molta pratica
- Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un'ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo
- Non cercare le apparenze, possono ingannare
- Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia
- - Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare
- Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice
- Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così
- Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino

PAULO COELHO
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

LA MALEDUCAZIONE ITALIANA RAGIONI E RESPONSABILITÀ


Sembra proprio che il nostro Paese sia in declino. Tutti ne parlano, vengono evocate le ragioni più varie, alcune certamente reali. Una, tuttavia. mi sembra che manchi: nessuno cita la crescente maleducazione, l' arroganza, la mancanza di educazione sociale degli italiani in generale: sembra che nessuno di noi si preoccupi di migliorare un po' se stesso ogni giorno, cosa che farebbe bene al Paese e indurrebbe altri a comportamenti più corretti. Sono spesso all' estero: nessuno è perfetto naturalmente, ma bastano poche ore per avvertire la differenza (in peggio per noi). Perché non aprire un dibattito su questo tema? Massimo Lucchini Gilera Milano Caro Lucchini Gilera, O gni giudizio sulle buone maniere di un intero popolo è una pericolosa generalizzazione. La buona educazione può dipendere anche da particolari circostanze politiche e sociali. Ho vissuto lungamente in Francia e sono stato sempre colpito da quella che i francesi chiamano la «politesse»: un insieme di consuetudini che regolano la vita quotidiana in un Paese in cui tutti, dal patron di una grande impresa al più umile dei suoi dipendenti, sono sempre, l' uno per l' altro, «monsieur». Ma durante la guerra d' Algeria, soprattutto verso la fine degli anni Cinquanta, i francesi erano sgarbati, irritabili e trattavano gli stranieri come altrettanti intrusi. Erano preoccupati per la piega degli eventi e per il modo in cui il conflitto stava avvelenando la loro politica nazionale. In Italia esistono tratti di cortesia, umanità e bonarietà che sono meno evidenti in altri Paesi. Ma la scintilla della cortesia, da noi, scatta generalmente quando due persone scoprono di avere qualcosa in comune: la città d' origine, il gusto per certi passatempi, la frequentazione dello stesso bar, l' amore per la stessa squadra o le stesse idee politiche. Manca invece la cortesia formale, forse meno profonda e sincera, ma utilissima a oliare le ruote della vita quotidiana. Quando entra in un luogo pubblico o ne esce, l' italiano non si preoccupa di tenere aperta la porta per la persona che lo segue. Quando incrocia una persona sulle scale del condominio in cui abita non gli riserva né un sorriso né un cenno del capo. Quando ha fretta e deve farsi strada fra molta gente, non chiede «permesso», non si scusa, non sorride. Quando deve fare la coda non lascia un decoroso spazio fra se stesso e gli altri. Quando discute con un amico o parla al telefono in un luogo pieno d' altre persone, non modera il tono della voce, non cerca di dare agli altri il minore fastidio possibile. E quando guida l' automobile o la motocicletta tratta i passanti come se avessero il dovere di lasciargli il passo. Le persone che arrivano dalla Francia, dalla Germania, dalla Svizzera, dai Paesi scandinavi e dalla Gran Bretagna osservano queste maniere, ne sono sorprese e irritate. La sorpresa e l' irritazione diventano maggiori quando s' imbattono, al contrario, in una cortesia esagerata, invasiva e quasi servile. Dopo essere stati trattati villanamente, diffidano di questa gentilezza eccessiva e temono che nasconda qualche raggiro. Vorrebbero un po' più di educazione e un po' meno di familiarità. Suppongo che psicologi e sociologi potrebbero aiutarci a capire un fenomeno che non ha molto a che vedere con il «declino» di cui discutiamo da qualche anno. A me sembra che sulle cattive maniere di molti italiani pesino alcuni fattori: l' analfabetismo, solo apparentemente sconfitto, la scuola, la famiglia. Due ragioni, in particolare, mi sembrano importanti. La prima è la debolezza della borghesia italiana. Il galateo della vita quotidiana è una invenzione democratica e borghese. Nasce in Gran Bretagna verso la fine del Settecento, si diffonde in Francia, in Germania, in Austria, Svizzera, Ungheria e nei Paesi scandinavi durante l' Ottocento; ed è strettamente legato alla rivoluzione industriale, al ruolo crescente della borghesia negli affari e in politica. In Italia, come in altri Paesi del Mediterraneo e dell' Europa slava, la rivoluzione industriale arriva tardi e non riesce neppure a modificare le più elementari norme della convivenza civile. Sino a pochi anni fa gli ufficiali davano del tu ai soldati e i padroni di casa facevano altrettanto con i loro domestici. La seconda ragione, non meno importante, è lo stile della classe politica e di coloro (sportivi, cantanti, attori, uomini d' affari, artisti, intellettuali) che godono di una certa notorietà, appaiono spesso in pubblico e diventano per questa ragione modelli di comportamento per una parte importante della società. Perché essere educati in un Paese dove le élite (mai parola è stata così male usata) litigano in pubblico, si insultano, usano un linguaggio triviale, raccontano storie ammiccanti e soprattutto fanno un uso feudale del loro potere?

Romano Sergio
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

Una dolce tentazione...


Si, nulla da dire, era veramente deliziosa. Tutti, dico tutti, la guardavano con occhio direi quasi "goloso". Chi la chiamava fragolina, chi dolcezza, ma nessuno dico nessuno osava toccarla. Piu' la guardavano piu' si sentivano attirati dalla sua delicatezza, dal leggero profumo, delicato anch'esso, non stucchevole ma fresco e dolce come un frutto nella sua maturita'. Era piuttosto rotondetta e burrosa e Lui la noto' subito proprio per questa sua particolarita'. Non ci penso' due volte, in fondo era il suo compleanno. Se la fece incartare con un bel fiocco , si fece dare quattro candeline per i suoi quarant'anni e se ne ando' felice verso casa….

Grazia
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Uguale
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da Uguale »

Quando sei davanti a due decisioni lancia in aria una moneta, non perchè farà la scelta giusta al posto tuo ma perchè nell'esatto momento in cui essa è in aria, saprai improvvisamente in cosa stai sperando di più..

Bob Marley
“Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda ad arrivare. E in questo chiaroscuro, nascono i mostri.”
Antonio Gramsci
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