SPIGOLANDO......

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grazia
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Re: SPIGOLANDO......

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ER SOMARO E ER LEONE

Trilussa


Un Somaro diceva: - Anticamente,
quanno nun c'era la democrazzia,
la classe nostra nun valeva gnente.
Mi' nonno, infatti, per avé raggione
se coprì co' la pelle d'un Leone
e fu trattato rispettosamente.

- So' cambiati li tempi, amico caro:
- fece el Leone - ormai la pelle mia
nun serve più nemmeno da riparo.
Oggi, purtroppo, ho perso l'infruenza,
e ogni tanto so' io che pe' prudenza
me copro co' la pelle de somaro!
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grazia
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Re: SPIGOLANDO......

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Amor proprio

dal Dizionario Filosofico di Voltaire

Uno straccione dei dintorni di Madrid chiedeva con gran dignità l’elemosina; un passante lo apostrofò: «Non vi vergognate di fare questo mestiere ignobile, mentre potreste lavorare?» «Signore,» rispose il mendicante, «io vi ho chiesto del denaro, non dei consigli»; poi gli voltò le spalle conservando tutta la sua dignità castigliana. Era uno straccione orgoglioso, questo signore, e la sua vanità veniva ferita per un nonnulla. Chiedeva l’elemosina per amor di se stesso e, sempre per amor di se stesso, non tollerava rimproveri.

Un missionario, viaggiando in India, incontrò un fachiro carico di catene, nudo come una scimmia, sdraiato bocconi, che si faceva frustare per i peccati dei suoi compatrioti, i quali gli gettavano qualche soldo. «Che rinuncia a se stesso!» diceva uno degli spettatori. «Rinuncia a me stesso?» ribatté il fachiro. «Sappi che io mi faccio frustare il deretano in questo mondo solo per fare altrettanto con voi nell’altro, quando voi sarete cavalli e io cavaliere.»

Quanti hanno detto che l’amore di sé è la base di tutti i nostri sentimenti e di tutte le nostre azioni hanno dunque avuto pienamente ragione, in India, in Spagna, e in tutta la terra abitabile: e come nessuno scrive per dimostrare agli uomini che hanno una faccia, non c’è bisogno di provar loro che hanno dell’amor proprio. Questo amor proprio è lo strumento della nostra conversazione; assomiglia allo strumento che ci serve a perpetuare la specie: ci è necessario, ci è caro, ci procura piacere, ma bisogna tenerlo nascosto.
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grazia
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Re: SPIGOLANDO......

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L' AMOR PROPRIO

Trilussa

Quanno er Bagarozzetto de la rogna
guardò un compagno drento ar microscopio,
invece de morì da la vergogna
s'intese stuzzicà ne l'amor propio;
tanto che disse: - In fonno in fonno poi
vedo che semo granni pure noi!
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Re: SPIGOLANDO......

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COME VA?

Si tratta di immaginare come vari personaggi, animali e cose risponderebbero alla domanda: Come va?

Alcuni personaggi rispondono:

Il santo: Ho un cerchio alla testa.
La fata: Ho il colpo della strega.
Dracula: Mi sento proprio in vena.
L’orologiaio: Non vedo l’ora.
L’inquilino sfrattato: Che disdetta!
Il calvo: Ho un diavolo per capello.
Il matematico: Ho problemi di calcoli.
Il pilota: Ho la testa fra le nuvole.
L'astronauta: Ho la luna di traverso.
Il paracadutista: Non ci casco più.
Il giardiniere: Sono rimasto al verde.
Il miliardario: Mi esprimerò in parole povere ...
Il medico, dopo aver visitato un paziente: Non tutti i mali vengono per nuocere.

Gli oggetti rispondono:
Il rubinetto vecchio: Siamo agli sgoccioli.
Il brufolo: Scusate lo sfogo.
Il fiammifero: Io ne ho piene le scatole!
Il fucile: Che mi venga un colpo!
La candela: C'era una volta....
Il limone: Il tempo stringe.
Il dizionario: Sono senza parole.
La cassaforte: Che combinazione!
Il dado di carne: Tutto fa brodo.

Gli animali rispondono:
Il bruco: Mi sento un verme.
Il cane: Ho una bella gatta da pelare.
Il serpente: Non sto più nella pelle.
Il drago: Ho la gola in fiamme.
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Re: SPIGOLANDO......

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STORIELLA CINESE

Questa è la storia di 4 persone chiamate OGNUNO, QUALCUNO, CIASCUNO E NESSUNO.
C’era un lavoro importante da fare e OGNUNO era sicuro che QUALCUNO l’avrebbe fatto. CIASCUNO avrebbe potuto farlo ma NESSUNO lo fece. QUALCUNO si arrabbiò perché era un lavoro di OGNUNO.

OGNUNO pensò che CIASCUNO poteva farlo, ma NESSUNO capì che OGNUNO non l’avrebbe fatto. Finì che OGNUNO incolpò QUALCUNO perché NESSUNO fece ciò che CIASCUNO avrebbe potuto fare.”

Dopo aver letto questa storiella deduco che prima di dare un nome a qualcuno bisogna che ciascuno di noi sappia che un domani ognuno potrebbe pentirsi di quello che ha scelto e nessuno purtroppo riuscirà a trovare il modo di porvi rimedio
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Re: SPIGOLANDO......

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L’EDUCAZIONE DELLE DONNE

(Da La Repubblica)



- Ebbene, siamo coerenti e attribuiamo alla donna analoga nascita e analogo allevamento, ed esaminiamo se la cosa ci conviene o no.

- Ogni attività dev’essere comune, con l’eccezione che li impieghiamo tenendo presente che le une sono più deboli, gli altri più vigorosi.

- Se dunque impieghiamo le donne per gli identici scopi per i quali impieghiamo gli uomini, identica dev’essere l’istruzione che diamo loro.

- Sì.

- Ora, agli uomini si sono date musica e ginnastica.

- Sì.

- E allora anche alle donne si devono assegnare queste due arti e i compiti bellici, e le dobbiamo impiegare con gli stessi criteri.

- E’ una conclusione ovvia da quello che dici.

- Però molti punti di questo nostro discorso, se verranno messi in pratica nel modo che diciamo, forse potranno apparire contro la tradizione e ridicoli.

- Certo.

- Di questo discorso che cos’è che tu vedi come molto ridicolo? Non è, evidentemente, scorgere le donne far ginnastica ignude nelle palestre insieme con gli uomini, non soltanto le giovani, ma perfino le anziane?

- Sì, per Zeus! Sarebbe uno spettacolo ridicolo, almeno per i nostri tempi.

- Ora, poiché si è cominciato a parlare, non si devono temere i motteggi degli spiritosi: lasciamo pure che ne dicano quanti e quali vogliono …

- E’ possibile che non ci sia un’enorme naturale differenza tra uomo e donna?

- Se risulta che la loro differenza è data soltanto dal fatto che la femmina partorisce … diremo che non c’è alcuna ragione di concludere che la donna differisca dall’uomo; ma continueremo a credere che i nostri guardiani e le nostre donne debbano attendere alle stesse occupazioni.

- E avremo ragione.

- E qual è l’arte o l’occupazione, tra quelle che riguardano l’organizzazione di uno stato, che riveli non identità, ma diversità di natura tra la donna e l’uomo?

- Nell’amministrazione dello stato non c’è occupazione che sia propria di una donna in quanto donna né di un uomo in quanto uomo; ma le attitudini naturali sono similmente disseminate nei due sessi; e natura vuole che tutte le occupazioni siano accessibili alla donna e tutte all’uomo, ma che in tutte la donna sia più debole dell’uomo.

- Senza dubbio.

- E dunque donna e uomo presentano la stessa naturale attitudine alla guardia dello stato, con la sola eccezione che si tratta di natura più debole o più vigorosa.

- E’ evidente.

- Eccoci dunque al punto di prima, a riconoscere che non è contro natura assegnare alle donne dei guardiani musica e ginnastica.

- Per quello che riguarda il modo di far diventare guardiana una donna, non è vero che l’educazione delle nostre donne non sarà diversa dall’educazione dei nostri uomini, soprattutto perché si esercita sulla stessa natura?

- Non sarà diversa.

- E queste donne guardiane non saranno le migliori tra le donne?

- Anche questo, certamente.

- E ci può essere di meglio per uno stato che vi nascano donne e uomini quanto mai ottimi?

- Non v’è di meglio.

- Perciò le donne dei guardiani devono spogliarsi, dato che si vestiranno di virtù anziché di abiti; e cooperare nella guerra e negli altri compiti di guardia dello stato.
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Re: SPIGOLANDO......

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L'AQUILA E LA GALLINA

Trilussa

L’Aquila disse ar Gatto: – Ormai so’ celebre,
cór nome e co’ la fama che ciò io
me ne frego der monno: tutti l’ommini
so’ ammiratori de l’ingegno mio!

Er Gatto je rispose: – Nu’ ne dubbito.
Io, però, che frequento la cucina,
te posso di’ che l’Omo ammira l’Aquila,
ma in fonno preferisce la Gallina…
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Re: SPIGOLANDO......

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LA LIBERTA'


La libertà dell'uomo che vive oggi è la libertà dell'individuo isolato a causa del possesso
reificato e reificante....una libertà che consiste nell'egoismo, nel ritirarsi in se stesso;
una libertà per la quale la solidarietà e la relazione intervengono al massimo come "idee
regolative"...Nella società borghese di oggi, la libertà individuale può essere soltanto un
privilegio corrotto e corruttore, perchè si fonda sulla mancanza di solidarietà e sull'illibertà
degli altri.
G. Lukacs
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Re: SPIGOLANDO......

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LA LIBBERTA'

Trilussa


La Libbertà, sicura e persuasa
d’esse’ stata capita veramente,
una matina se n’uscì da casa:
ma se trovò con un fottìo de gente
maligna, dispettosa e ficcanasa
che j’impedì d’annà’ libberamente.

E tutti je chiedeveno: - Che fai? -
E tutti je chiedeveno: - Chi sei?
Esci sola? a quest’ora? e come mai?...
- Io so’ la Libbertà! - rispose lei -
Per esse’ vostra ciò sudato assai,
e mò che je l’ho fatta spererei...

- Dunque potemo fa’ quer che ce pare... -
fece allora un ometto: e ner di’ questo
volle attastalla in un particolare...
Però la Libbertà che vidde er gesto
scappò strillanno: - Ancora nun è affare,
se vede che so’ uscita troppo presto!
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Re: SPIGOLANDO......

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l'angolino del sorriso

Un tizio è alla stazione in attesa del treno per domodossola. Non sa cosa fare per ingannare il tempo e sale su una bilancia parlante e inserisce una moneta. "sei alto un metro e settanta , pesi 65 kg e stai aspettando il treno per Domodossola". "come fa a saperlo?". Ci mette un altra moneta e la bilancia ripete: sei alto un metro e settanta , pesi 65 kg e stai aspettando il treno per Domodossola. allora va a cambiare soldi con monete e riprova la bilancia: sei alto un metro e settanta , pesi 65 kg e a forza di fare il pirla hai perso il treno per Domodossola.
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Re: SPIGOLANDO......

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l'angolino delle riflessioni famose


""Quando un popolo, divorato dalla sete di libertà, si trova ad avere come capi dei coppieri
che gliene versano a volontà, sino ad ubriacarlo, accade che, se i governatori resistono alle
richieste dei sempre più esigenti sudditi son dichiarati tiranni. E avviene pure che chi si
dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere e servo ;
che il padre impaurito finisce col trattare il figlio come suo pari e non è rispettato, che il
maestro non osa rimproverare gli scolari, e costoro si fanno beffe di lui, che i giovani
pretendono gli stessi diritti dei vecchi, e questi, per non parere troppo severi, danno
ragione ai giovani. In questo clima di libertà nel nome della medesima, non vi è più
riguardo né rispetto per nessuno, e in mezzo a tanta licenza, nasce e si sviluppa una
mala pianta: la tirannia."
PLATONE
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Re: SPIGOLANDO......

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Er grillo zoppo
(Trilussa)

– Ormai me reggo su ‘na cianca sola.
– diceva un Grillo – Quella che me manca
m’arimase attaccata a la cappiola.
Quanno m’accorsi d’esse priggioniero
col laccio ar piede, in mano a un regazzino,
nun c’ebbi che un pensiero:
de rivolà in giardino.
Er dolore fu granne… ma la stilla
de sangue che sortì da la ferita
brillò ner sole come una favilla.
E forse un giorno Iddio benedirà
ogni goccia de sangue ch’è servita
pe’ scrive la parola Libbertà!
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Re: SPIGOLANDO......

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Le disavventure di un polpo




...Una folla multicolore, incessante, entrava lentamente nello stabilimento, con borse, palloni di gomma e altri oggetti inerenti al bagno. Si sarebbero detti i fedeli d'una misteriosa deità, che entravano nel tempio. I bagnini scalzi correvano ad aprir le cabine e a spinger nell'acqua le barche e i "mosconi" presi in affitto.

Presso l'entrata, un pescatore sbatacchiava sul parapetto di pietra, con straordinaria violenza, un polpo testé pescato e ancora vivo. Si sa che con questo sistema vengono uccisi i polpi.

«Che barbara usanza!», esclamò Suares, che, con i compagni, entrava in quel momento.
«Le parrebbe anche più barbara», disse un assiduo dello stabilimento, «se sapesse che quel polpo è sempre lo stesso, che viene ogni giorno pescato vivo e sbatacchiato per un certo tempo sotto gli occhi dei villeggianti ».

«Come sarebbe a dire?», chiese il nostro amico.
«Ella sa», spiegò l'altro, «che nessuno si fida di mangiare il pesce in uno stabilimento dove non si veda almeno un polpo ucciso sotto gli occhi dei clienti. Qui, poiché non si può ogni giorno pescare un polpo diverso, la direzione ha pensato di usar sempre lo stesso polpo, che dopo essere stato sbatacchiato per un certo tempo e prima che esali l'ultimo respiro, viene di nuovo gettato nel mare, in un recinto chiuso, dove è facile pescano a ogni occorrenza».

Era vero. Il povero animale, come se non bastassero gli sbatacchiamenti quotidiani della mattina, doveva spesso sottoporsi a penosi extra nel corso della giornata. Appena si presentava qualcuno e chiedeva di mangiare pesce fresco, pescato sotto i suoi occhi, il polpo veniva tratto fuori e tosto sbatacchiato per alcuni minuti sul muricciuolo. Poi, dopo essere stato sostituito con polpi venuti da Milano, era di nuovo gettato in acqua per servire in altra occasione. Ormai, il poverino sentiva dalle voci quando era giunto il momento d'esser tirato fuori e sbatacchiato.

I primi tempi, appena udiva gridare:
«Ehi, c'è da mangiare pesce fresco?», mormorava:
«Ci siamo!». E si faceva piccino piccino, rimpiattandosi sui bassifondi. Ma tutto era vano. Ben presto veniva scovato, tratto alla luce e violentemente sbatacchiato sul municciuolo, con soddisfazione della clientela. Poi, l'infelice mollusco, per abbreviare quei momenti terribili, appena sentiva chiedere pesce fresco veniva a galla spontaneamente e si metteva vicino al parapetto, con maravigliosa abnegazione.

Ormai il disgraziato animale era diventato durissimo e non desiderava che di farla finita con la sua misera esistenza. Vero è che non gli mancava nulla. Anzi, per conservarlo in vita, la direzione non gli lesinava i buoni bocconi e le comodità d'ogni sorta. Ma quella storia d'essere sbatacchiato in così barbaro modo faceva passar tutto il resto in seconda linea. Ogni mattina egli diceva: "Speriamo che sia per oggi". Ma quando, dopo essere stato duramente provato, si sentiva gettar di nuovo in mare, invece che in padella, rabbrividiva pensando: "Ancora domani saremo daccapo". Qualche volta, dopo essere stato sbatacchiato, faceva il distratto e s'avviava zitto zitto verso la cucina. Ma il pescatore l'afferrava in tempo per restituirlo agli abissi marini...

Achille Campanile
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Re: SPIGOLANDO......

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Er leone e er conijo

Trilussa

Un povero Conijo umanitario
disse ar Leone: – E fatte tajà l’ogna!
Levate quel’artiji! È ‘na vergogna!
Io, come socialista, so’ contrario
a qualunque armamento che fa male
tanto a la pelle quanto a l’ideale.

Me le farò spuntà…- disse el Leone
pe’ fasse benvolé dar socialista:
e agnede difilato da un callista
incaricato de l’operazzione.
Quello pijò le forbice, e in du’ bòtte
je fece zompà l’ogna e bona notte.

Ècchete che er Conijo, er giorno appresso,
ner vede un Lupo co’ l’Agnello in bocca
dette l’allarme: – Olà! Sotto a chi tocca!…-
El Leone je chiese: – E ch’è successo?
Corri! C’è un Lupo! Presto! Daje addosso!
Eh! – dice – me dispiace, ma nun posso.

Prima m’hai detto: levete l’artiji,
e mó me strilli: all’armi!…E come vôi
che s’improvisi un popolo d’eroi
dov’hanno predicato li coniji?
Adesso aspetta, caro mio; bisogna
che me dài tempo pe’ rimette l’ogna.

Va’ tu dal Lupo. Faje perde er vizzio,
e a la più brutta spaccheje la testa
coll’ordine der giorno de protesta
ch’hai presentato all’urtimo comizzio…
Ah, no! – disse er Conijo. – Io so’ fratello
tanto del Lupo quanto de l’Agnello.
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Re: SPIGOLANDO......

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LA STORIA DEI DUE VASI CINESI

Una anziana donna cinese possedeva due grandi vasi, appesi alle estremità di un lungo bastone che portava bilanciandolo sul collo.
Uno dei due vasi aveva una crepa, mentre l'altro era intero. Così alla fine del lungo tragitto dalla fonte a casa, il vaso intero arrivava sempre pieno, mentre quello con la crepa arrivava sempre mezzo vuoto.
Per oltre due anni, ogni giorno l'anziana donna riportò a casa sempre un
vaso e mezzo di acqua.

Ovviamente il vaso intero era fiero di se stesso, mentre il vaso rotto si vergognava terribilmente della sua imperfezione e di riuscire a svolgere solo metà del suo compito. Dopo due anni, finalmente trovò il coraggio di parlare con l'anziana donna, e dalla sua estremità del bastone le disse: "Mi vergogno di me stesso, perché la mia crepa ti fa portare a casa solo metà dell'acqua che prendi".

L'anziana donna sorrise "Hai notato che sul tuo lato della strada ci sono sempre dei fiori, mentre non ci sono sull'altro lato? Questo succede perché, dal momento che so che tu hai una crepa e lasci filtrare l'acqua, ho piantato semi di fiori solo sul tuo lato della strada. Così ogni giorno, tornando a casa, tu innaffi i fiori.
Per due anni io ho potuto raccogliere dei fiori che hanno rallegrato la mia casa e la mia tavola. Se tu non fossi così come sei, non avrei mai avuto la loro bellezza a rallegrare la mia abitazione"

Ciascuno di noi ha il suo lato debole. Ma sono le crepe e le imperfezioni che ciascuno di noi ha che rendono la nostra vita insieme interessante e degna di essere vissuta.
Devi solo essere capace di prendere ciascuna persona per quello che è, e scoprire il suo lato positivo.
Buona giornata a tutti coloro che si sentono un vaso rotto, e ricordatevi di godere del profumo dei fiori sul vostro lato della strada!
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