Sayon ha scritto: ↑26 feb 2020, 20:06
Vento ha scritto: ↑26 feb 2020, 18:37
Sayon ha scritto: ↑25 feb 2020, 3:48
Gasiot ha scritto: ↑22 feb 2020, 11:05
ottima considerazione
D' accordo sulla societa' fallita, anche se mi fa male a dirlo. Non bisogna MAI accettare il fallimento. Siamo falliti (anche se molti non ci credono) per le stese cause che fecero fallire l' Impero Romano: il rammollimento dei costumi e la mancanza di coraggio, che ci impedisce di fare figli e ricostruire la societa' su basi migliori. La colpa? Quasi interamente dei nostri governi e opposizioni che abbiamo messo nelle mani dei nostri PEGGIORI. Con loro nessuna speranza di un ennesima Rinascita. Dobbiamo mandarli via e sostituirli con gente politica migliore.
Ho una visione diversa. L'impero romano ha avuto un ciclo vitale completo e come tutti gli organismi, alla fine si è estinto. Lo hanno fatto fuori fattori interni, quelli che dici, invasori terrestri (barbari) e invasori culturali (cristiani in primis), che lo hanno eroso, ma forse la sua fine era segnata.
Poi col Rinascimento è nata una nuova società europea, basata sulle città , qui e in Europa, specie Italia, Germania e Olanda. Una forma di breve durata, sostituita dalla nuova forma Stato, a partire dalla Francia, cui si sono accodati tutti gli altri, tranne noi. E qui il colpevole è noto: la Chiesa cattolica, che non ha mai rinunciato al potere secolare e ha impedito agli attori interni che via via ci hanno provato, a cominciare dai Longobardi, di guidare una nascita della nazione italiana.
Nessun politico oggi può cambiare le cose, perché una fase storica è stata persa per sempre. Non resta che aspettare la fase successiva, che non riesco a immaginare. Il tentativo europeo poteva esserlo e se avesse avuto successo, avrebbe potuto dar luogo a nuove forme di società anche qui. Io immaginavo aggregazioni locali spontanee, come un Nord e un Sud autonomi e confluenti nell'Unione.
Me l'unità europea è fallita, perché invece di aggregare Stati e popoli, si è seguito un disegno astratto, velleitario e soprattutto non democratico.
Non so se essere ottimista o pessimista ma c'e' qualcosa che non va nella tua analisi. L' Italia non fu solo Impero Romano, ma anche Rinascimento e Risorgimento e persino Boom economico degli anni 60. Il mio "
ottimismo" risiede in questo: che l' Italia possegga una riserva di persone geniali (una minoranza, ma molto efficace) che riesca a dargli un'altra fase di rinascita morale ed economica. Allora detto che la societa' odierna e' fallita, si potrebbe ripartire se sbattessimo via tutte le mediocrita' che si sono accaparrate lo spazio politico: in questo io metto sia i Piddini, che i leaders di 5 stelle e di Lega. Occorre ripartire ma non con i caporioni, i casinari, gli imprecatori ma con qualche personalita' di valore sia in politica che nell' industria, Se invece mi considero
pessimista allora vuol dire che sempre con il presupposto che l' Italia e; al momento fallita, la nazione NON si risollevera' piu' ma morira' di morte lenta come gia' avvenuto alla Grecia e forse sta succedendo all'Inghilterra. Per questa visione pessimista mi baso sulla" macanza di nascite nel Paese, immigrazione selvaggia e non controllata, emigrazione dei nostri migliori e giovani e mediocrita' politica senza speranze.
Abbiamo avuto varie stagioni, la romana, il Rinascimento (che ho ricordato) e poi il nazionalismo, che in Germania e Italia è rimasto indietro. Bismarck poi ha recuperato il tempo perduto, facendo della G. la nazione più forte, ma forse anche lanciandola per eccesso di energia verso un tragico destino (le cose fatte in fretta non portano mai bene). L'Italia, dove c'erano stati alcuni tentativi di costruzione della nazione (ricordo i Longobardi, del sud (Benevento) e del nord (Pavia)), sempre stroncati dalla Chiesa, che invariabilmente chiamava i francesi, che nazione erano già e quindi forti, è riuscita a formare lo Stato unitario sulla scia europea dell'ultim'ora, insieme alla Germania. Il Risorgimento è stato un bello sforzo di una parte del paese, ma contro un'altra ostile, Sud e Chiesa. Senz'altro la migliore Italia, ma non unita ed è durata meno di un secolo.
Forse Cavour non era un trascinatore come Bismarck, ma penso che la differenza tra Germania e Italia sia ben più complessa e profonda. La G., pur divisa anch'essa in staterelli e prima ancora in tribù, aveva una forte cultura nazionale, in cui il popolo si poteva riconoscere (da Arminio a Goethe), mentre qui non è avvenuto. Il Sud in particolare non è mai uscito dal suo isolamento.
Questa, più o meno, è la storia e non se ne può prescindere. Finché non si eliminano i due ostacoli detti (Chiesa e Sud), cui nel frattempo se ne aggiunto un terzo, il comunismo terzomondista globalista, una nazione italiana è semplicemente impensabile. Mentre col primo e terzo ostacolo occorre inflessibile determinazione, col Sud in teoria è possibile un dialogo. Penso che l'unica soluzione sia un assetto federale, che dia autonomia ai due popoli, in uno Stato basato su un loro sacro accordo. Occorrerebbe un leader sudista all'altezza, mentre abbiamo visto una prova deludente con Salvini e DiMaio. Ma la strada è questa, visto che dall'Europa non ci possiamo aspettare nulla, per ora.
(Attento Sayon a non confondere gli effetti (l'attuale vita politica) con le cause (stagioni storiche))