In Italia, i referendum dovrebbero essere uno strumento di democrazia diretta, cioè un momento in cui il popolo decide. In teoria. Nella pratica, invece, i referendum sono diventati uno strumento del sistema per illudere, manipolare e, soprattutto, neutralizzare la volontà popolare.
1. Il Grande Inganno della Democrazia
Quando i partiti o i sindacati parlano di “partecipazione” e “democrazia”, evitano sempre di specificare che tipo di democrazia stanno invocando. Perché?
Perché non si riferiscono mai alla democrazia diretta, cioè al potere reale nelle mani del popolo, ma a una democrazia apparente, dove il popolo può solo “partecipare”… mentre le decisioni restano in mano al sistema.
Ogni volta che ci chiamano alle urne – per elezioni o referendum – urlano parole come “libertà”, “partecipazione”, “voto”. Ma dietro queste parole si nasconde il vero volto del potere:
un sistema che ti invita a partecipare solo a giochi già truccati.
2. Il Quorum: Lo Scudo Anti-popolo
Il quorum del 50% + 1 è il più grande strumento di sabotaggio della volontà popolare.
Come funziona il trucco:
Se la maggioranza vota sì, ma non si raggiunge il 50% + 1 degli aventi diritto al voto, il referendum è nullo.
Questo permette al sistema di sabotare il voto semplicemente non partecipando. Basta non votare e sperare che gli altri non siano abbastanza da superare il quorum.
E intanto ti accusano di “non partecipazione”, mentre sono loro stessi a boicottare il voto.
Chi ha il potere economico, mediatico e politico può facilmente:
Far passare il silenzio per legittimità.
Controllare il dibattito.
E infine dire: “Il popolo non ha deciso”.
In realtà, il popolo ha deciso eccome. Solo che il sistema ha inventato un trucco per ignorarlo.
3. I Referendum del 2025: Di Chi Sono Davvero?
Domenica 8 e lunedì 9 giugno 2025 si voterà su 5 referendum abrogativi, riguardanti il lavoro e la cittadinanza.
Tra i quesiti:
Tutele crescenti e licenziamenti illegittimi.
Contratti a termine e loro rinnovi.
Cittadinanza italiana agli stranieri dopo 5 anni.
Apparentemente, si tratta di temi di grande importanza sociale. Ma chi li ha proposti? Chi li controlla? Chi li racconta?
I sindacati, i partiti, le lobby politiche.
Ecco il paradosso: uno strumento nato per dare voce al popolo viene usato dai partiti stessi, come se la democrazia diretta fosse loro proprietà.
4. Il Simulacro della Partecipazione
Sui palchi, nei volantini e sui manifesti leggiamo slogan come:
“Il voto è la nostra rivolta”
“Partecipa, non lasciare che decidano gli altri”
“È il momento del popolo”
Frasi ad effetto. Ma la sostanza non cambia:
decidono sempre loro. Il popolo può solo “partecipare”, ma non può mai decidere davvero.
È un coinvolgimento passivo, una rappresentazione teatrale della democrazia dove lo spettatore pensa di essere protagonista.
5. I Referendum Ignorati e Raggirati
Quando il popolo vince, il sistema si prende tempo… e poi annulla tutto. Alcuni esempi:
Acqua pubblica (2011)
Referendum vinto, gestione dell’acqua fuori dal profitto.
Risultato? Ignorato. Le società sono state trasformate, le tariffe sono aumentate, i profitti sono rimasti.
Nucleare (2011)
Voto contro il nucleare.
Oggi, sotto la pressione energetica, vogliono farci credere che fu un errore. Dicono che senza nucleare oggi paghiamo più luce, e usano questa scusa per riaprire il dibattito.
È un trucco: prima ti danno l’illusione di decidere, poi riscrivono la storia per farti credere che avevi torto.
Strategia finale del sistema:
Il popolo vota.
Se il risultato è scomodo, lo ignorano o lo riscrivono.
E poi lo usano per dire: “Avete visto? Il popolo non è competente”.
Conclusione: Riconoscere il Gioco
Finché il referendum:
Ha il quorum,
È gestito da partiti o sindacati,
È ignorato anche quando vince,
…non sarà mai uno strumento di democrazia diretta, ma un meccanismo di controllo delle masse travestito da libertà.
La vera democrazia è quella che parte dal basso, dove il popolo:
Può proporre,
Può decidere,
E le sue decisioni sono vincolanti, senza quorum-trappola.
Fino ad allora, continueranno a vendere “partecipazione”, mentre mantengono il potere sempre nelle stesse mani.