La strategia di delegittimazione del dissenso

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andreone
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La strategia di delegittimazione del dissenso

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“Io con i provocatori non ci parlo” – La strategia di delegittimazione del dissenso

Quando il sistema fa il contrario di ciò che dovrebbe fare, e chi protesta glielo fa notare, ecco che scatta una delle tecniche più collaudate per zittire il dissenso: la delegittimazione attraverso l’etichettamento. Una frase tipica di questa strategia è: “Io con i provocatori non ci parlo”.

La logica dietro la delegittimazione
L’obiettivo di questa tecnica è semplice: spostare il focus dal contenuto della protesta al comportamento di chi protesta. Invece di rispondere nel merito delle critiche, il politico o il rappresentante del sistema cerca di screditare l’interlocutore, dipingendolo come irrazionale, aggressivo o in malafede. Se chi protesta viene etichettato come provocatore, la sua denuncia perde automaticamente di valore agli occhi dell’opinione pubblica.

Strategie retoriche per evitare il confronto
Questa tecnica rientra in un insieme più ampio di strategie che il potere utilizza per evitare di dare risposte scomode. Ecco alcune delle più comuni:

“Non parlo con chi urla” → anche se la gente urla perché esasperata.
“Non mi confronto con chi diffonde odio” → anche se si tratta di critiche legittime.
“Non accettiamo intimidazioni” → anche quando le richieste sono del tutto pacifiche.
“Non possiamo cedere alla demagogia” → per screditare chi chiede giustizia.
Tutte queste frasi servono a creare una frattura tra chi contesta e il resto della popolazione, lasciando intendere che il dissenso sia irragionevole e quindi da ignorare.

Il ribaltamento delle responsabilità
Un altro effetto di questa strategia è quello di trasformare chi denuncia il problema nel problema stesso. Se il sistema è inefficiente o corrotto, chi protesta diventa il “disturbatore”. Il messaggio implicito è chiaro: “Se non ci fossero queste persone a contestare, potremmo lavorare in pace”.

Si tratta di una tecnica manipolatoria che porta il pubblico a concentrarsi sul comportamento dei manifestanti piuttosto che sulle reali responsabilità del sistema.

Come smontare questa strategia
Per contrastare questa forma di delegittimazione, è fondamentale:

Rimanere focalizzati sui fatti – Non permettere che l’attenzione venga deviata sulle modalità della protesta, ma riportare sempre il discorso sui problemi concreti.
Smontare l’etichettamento – Chiedere apertamente: “In che modo esprimere una critica legittima significa provocare?”.
Svelare il gioco – Far notare agli altri che il politico sta evitando il confronto perché non ha risposte valide.
Diffondere consapevolezza – Se più persone capiscono questi meccanismi, diventa più difficile che funzionino.
Conclusione
Quando un politico o un rappresentante del sistema dice “Io con i provocatori non ci parlo”, sta semplicemente cercando di evitare di rispondere nel merito. Non è un caso, ma una strategia precisa per mantenere il potere e delegittimare il dissenso. Essere consapevoli di questi giochi di manipolazione è il primo passo per non cascarci e per ribaltare la narrazione a favore della verità e della giustizia.
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